Dennis a picco, Vlasov ribalta il Romandia
La corsa elvetica si chiude col successo del russo nella cronoscalata di Villars e nella generale. Geschke e Mäder sul podio, Caruso chiude con un quarto posto di tappa e un sesto in classifica
La facilità con cui aveva gestito il tappone di ieri faceva presagire un sicuro successo finale di Rohan Dennis ed anche considerando le eccezionali doti contro il tempo dell'australiano, già campione del mondo della specialità nel 2018 e nel 2019, diventava complicato immaginarsi qualcuno in grado di scalzarlo dalla testa. Tuttavia, il cedimento improvviso e piuttosto netto del portacolori Jumbo-Visma negli ultimi 200 metri lasciava aperto un piccolo varco per chi avesse dimostrato grandi gambe lungo la salita di Villars, terreno solo in parte favorevole a Dennis. In quello spazio ci si è inserito benissimo Vlasov e il crollo verticale dell'australiano ha consentito anche a Geschke, Mäder ed altri di infilarcisi. Così, in maniera non del tutto inaspettata visti i precedenti, sono arrivate in un colpo solo le vittorie numero 3 e 4 della stagione di Vlasov, uno dei migliori uomini da brevi corse a tappe di questa primavera. Ma andiamo con ordine.
È tempo di cronometro nella giornata conclusiva del Giro di Romandia 2022. Le sorti della classifica generale si decidono lungo i 15.8 km tra Aigle e Villars e l'impegnativa ascesa (con una pendenza media del 8%) che occupa gli ultimi 10 chilometri rappresenta l'elemento risolutivo per l'intera corsa. Al momento delle prime immagini in diretta, in testa alla classifica parziale c'è Harrison Sweeny (Lotto Soudal), con un tempo di 36'34"; pochi minuti più tardi l'australiano viene superato dal giovane Marco Brenner (DSM), il quale stampa un ottimo 36'30", e da Laurens De Plus (Ineos-Grenadiers) con 36'32"; per il belga non si vede ancora la luce in fondo al tunnel dopo un 2019 che sembrava proiettarlo nell'élite del ciclismo mondiale. Dopo gli arrivi del campione italiano Matteo Sobrero (Team BikeExchange-Jayco, tempo di 36'51") e di quello francese Remi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team), il quale per qualche istante si porta davanti con un crono di 36'29", è tempo del primo vero scossone di giornata: Antonio Tiberi (Trek-Segafredo) sgretola il risultato del francese scendendo sotto i 36', facendo segnare un interessantissimo 35'36". C'è bisogno di un altro campione nazionale, Ion Izagirre (Cofidis), per scalzare dalla leadership il laziale. Il basco abbatte anche il muro dei 35'30", concludendo la prova in appena 35'28", un buon riferimento anche per gli uomini di classifica.
Nella mezz'ora seguente non ci sono nuove rivoluzioni. Da rimarcare però il 36'22" di Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), che conferma l'eccezionale poliedricità del pistard britannico, e il 36'38" di Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe), di ritorno dopo una lunga pausa. Bene anche il neerlandese Robert Gesink (Jumbo-Visma), il quale si colloca al sesto posto parziale (36'31") che, unitamente alla settimana di sacrificio in funzione di Rohan Dennis, fa ben sperare lo squadrone dei Paesi Bassi in vista del Tour de France, dove i due capitani Roglic e Vingegaard potranno contare su più che validi gregari. Mentre si succedono le partenze dei primi big, tra cui Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), Steven Kruijswijk (Jumbo) e Marc Hirschi (UAE Team Emirates), due protagonisti di ieri si mettono in luce anche oggi: in rapida successione Óscar Rodríguez (Movistar Team) con 36'16" e Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team) con 35'44" occupano il terzo gradino del podio, prima di venir entrambi battuti da Patrick Bevin (Israel-Premier Tech). Il neozelandese precede anche Tiberi per poco più di un secondo grazie al suo 35'35".
La musica cambia con l'arrivo di Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert), il quale abbassa considerevolmente il limite fino a 35'05" collocandosi nettamente in prima posizione. Davide Villella (Cofidis, 35'39") e Felix Großschartner (Bora, 35'32") si rendono autori di due buonissime prove, senza però scalfire il crono dell'estone. Ci vuole un Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) versione extra-lusso per scavare ulteriormente verso il basso: il francese chiude in 34'48" una cronoscalata eccellente. Non eclatante, al contrario, la prova di Geraint Thomas (Ineos), quarto in 35'31". Sepp Kuss (Jumbo) un po' meglio: 35'06". Il risultato dell'americano anticipa gli exploit di Kruijswijk, 34'45", e di Damiano Caruso, 34'44". Per le velleità nella generale del siciliano pesa moltissimo il problema meccanico patito nelle ultime centinaia di metri della frazione di ieri.
Situazione parziale ghiacciata sino all'arrivo di Simon Geschke (Cofidis), sorpresa di giornata e di settimana; il tedesco stacca dà a Caruso 33", finendo la cronometro in soli 34'11". Dietro di lui è aperta la caccia alla maglia di leader, con Aleksandr Vlasov (Bora) che sale di buona lena, mentre Dennis paga come normale che sia le minori doti in salita. Gino Mäder (Bahrain) non riesce a battere Geschke, ma difende la posizione in classifica grazie al buonissimo 34'16". Per il portacolori della Cofidis ogni speranza di successo viene spazzata via dal tornado che risponde al nome di Vlasov. Il russo scende sotto i 34' facendo segnare un clamoroso 33'40", che racconta perfettamente la superiorità sui rivali messa in strada lungo le rampe verso Villars. Dennis affonda e chiude, sfinito, addirittura in ventiduesima posizione, con un 35'52" come tempo finale.
Riassumendo, la top ten di giornata recita quanto segue: dominio di Vlasov, secondo a 31" Geschke, terzo a 36" Mäder, quarto Caruso a 1'04" e quinto Kruijswijk a 1'05". Sesta piazza appannaggio di Pinot, con 1'07" di ritardo da Vlasov. Il francese precede Taaramäe e Juan Ayuso (UAE), entrambi a 1'25", Kuss a 1'26" e Ben O'Connor (AG2R), decimo a 1'40". Sul podio finale salgono gli stessi tre nomi, ma le posizioni dietro a Vlasov, trionfatore, sono diverse: Mäder chiude secondo (a 50") e Geschke terzo (a 55"). Ayuso è miglior giovane nonché medaglia di legno (1'22" il suo ritardo dal russo), O'Connor quinto (a 1'47"). Caruso rimonta dodici posizioni portandosi al sesto posto con un distacco di 1'51", senza poter comunque nutrire grossi rimpianti per ciò che è accaduto ieri: il quarto posto sarebbe stato il massimo raggiungibile senza il problema al cambio. Kruijswijk alla fine è il miglior Jumbo per appena due secondi su Dennis (1'52" contro 1'54"). Chiudono la top ten Lucas Plapp (Ineos, a 2'08"), oggi un po' deludente, ed Einer Rubio (Movistar), a 2'13".