Mondiale in Ruanda? Troppo costoso. Paesi Bassi senza giovanili, Belgio ai minimi termini
Dopo la Danimarca, altre due federazioni europee tagliano sulla trasferta a Kigali, tra hotel troppo costosi e problemi interni. Belgio al completo tra gli uomini élite, la KNWU non supporterà più gli U23
Mancano otto mesi esatti al primo mondiale di ciclismo in Africa, che si celebreranno in Ruanda dal 21 al 28 settembre. Ci saranno però delle assenze rumorose, perché alcune delle più importanti federazioni europee si trovano a non poter sostenere economicamente la trasferta a Kigali e a dover fare delle scelte drastiche. La prima era stata la Danimarca, che aveva annunciato l'assenza di tutte le squadre giovanili, e ora anche Paesi Bassi e Belgio si aggiungono alla lista delle assenze pesanti.
Paesi Bassi, la KNWU è in crisi: niente junior e under 23 in Rwanda
Che la situazione del ciclismo nei Paesi Bassi non sia florida è cosa nota da tempo, tra corse cancellate (Ronde van Drenthe), ridimensionate (Simac Ladies Tour) e passate di mano (Amstel Gold Race), e i costi esorbitanti di viaggio e soprattutto sistemazione in Ruanda ha portato alla decisione di non presentare le nazionali giovanili al prossimo mondiale. La questione riguarda principalmente la categoria under 23, che dal 2025 non verrò più supportata dalla KNWU. Il comitato olimpico nazionale ha infatti operato dei tagli su tutti gli sport professionistici, considerati in grado di sostenersi da soli.
Ad annunciare la decisione è Martin Truijens, responsabile del programma federale di sviluppo delle categorie giovanili. “Il modo in cui si è evoluto il panorama del ciclismo under 23, specialmente al maschile, con le squadre di sviluppo legate a quelle World Tour, è un fattore importante per fare questa scelta. Per gli junior, il calendario prevede ancora un gran numero di gare di Nations Cup, corse esclusivamente dalle squadre nazionali. Vogliamo che questa fase cruciale di sviluppo dei talenti venga garantita." A guidare le nazionali junior sarà l'ex professionista Tom Leezer, mentre il coach under 23 Tom Veelers ha deciso di comune accordo con la federazione di rescindere il contratto. Veelers ha espresso il suo rammarico in particolare per Wouter Toussaint, che avrebbe potuto essere un candidato a una medaglia nella gara U23.
Le risorse a disposizione non consentono comunque di organizzare la trasferta a Kigali, che già nei mesi scorsi aveva sollevato perplessità in diverse federazione. A preoccupare sono soprattutto i costi degli hotel, che sarebbero schizzati a prezzi quattro volte superiori a quelli delle sistemazioni delle ultime edizioni, e a cui si aggiugono le altre spese per il viaggio e le difficoltà logistiche. “In questo momento non abbiamo le risorse per completare la fase di organizzazione con la qualità che ci serve. Ci concentremo sui Campionati europei e sulla Nations Cup.” Al momento sembra a rischio anche la partecipazione a Montreal 2026.
Mondiale in Ruanda, tagli in vista anche per il Belgio
Nel comunicato della KNWU si menzionano altre due federazioni che hanno fatto la stessa scelta: oltre alla Danimarca, che la aveva comunicata già a novembre, si parla anche del Belgio. Al momento Belgian Cycling non conferma, e anzi la general manager Natalie Clauwert che tutte le categorie saranno rappresentate in Ruanda, ma la situazione non sembra essere delle migliori.
Clauwert ufficialmente ne fa una questione di percorso, considerato estremamente selettivo, motivo per cui l'intenzione sarebbe quella di “portare solo ragazzi e ragazze che possono competere. Parliamo di profili specifici per la salita, e se non ce ne sono non riempiremo i posti.” L'unica selezione a non esserne toccata sarebbe quella élite maschile, e oltre alle squadre junior e under 23 anche quella femminile potrebbe dunque presentarsi a ranghi ridotti per supportare la bicampionessa in carica Lotte Kopecky.
Le considerazioni tecniche lasciano subito spazio a quelle finanziarie, su cui la federazione belga si era già dimostrata molto critica. “Gli hotel sono un problema. Abbiamo una lista di strutture adatte ai nostri standard, ma non ce le possiamo permettere." Belgian Cycling è in contatto con Uci e organizzazione per trovare una soluzione. “Normalmente abbiamo tutto organizzato con due anni di anticipo, stavolta non abbiamo nulla. Inizia ad essere una fonta di preoccupazione.”