Tour of Norway 2023 - Analisi del percorso
La corsa norvegese torna a quattro trappe: pseudo cronoscalata in avvio e poi tre tappe di media montagna variamente assortite per muovere la classifica
Il Tour of Norway dopo l'articolato percorso del 2022 con due impegnativi arrivi in salita, si ricomprime e torna a quattro giornate di corsa. Manca rispetto allo scorso anno una vera tappa di montagna che possa dare alla classifica una direzione precisa, ma le tappe in programma sono tutte molto esigenti e potenzialmente decisive. Intelligente anche il fatto di avere collocato la cronometro con arrivo in salita come prologo, facendo sì che non tenga bloccata la corsa nelle altre giornate bensì obblighi gli attardati ad attaccare nelle tre tappe in linea.
Venerdì 26 maggio - Prologo: Bergen - Mount Fløyen (Cronometro individuale - 7.4 km)
Si parte subito con un prologo, anche se questa definizione non rende giustizia allelevato valore tecnico specifico di questa prova di apertura. Si tratta infatti di una cronometro pianeggiante per i primi 4km, ma decisamente in salita negli ultimi 3400 metri: si tratta della salita a Mount Fløyen, la stessa della cronometro iridata di Bergen 2015, quantificata in 3.4 km al 9% di media. Verrà subito scavata una prima classifica che condizionerà pesantemente le giornate successivi, le quali potrebbero risultare spettacolari.
Sabato 27 maggio - 1a tappa: Jondal - Hovden (206.0 km)
La prima tappa in linea è nel suo complesso la più impegnativo, un quasi-tappone di 206 km in cui si accumulano quasi 3000 metri di dislivello. C'è da dire però che le salite (teoricamente piuttosto esigenti) sono abbastanza lontane dal traguardo: il primo punto fondamentale è la lunga ed irregolare salita di Seljestadjuvet, posta a 100 km dall'arrivo, i cui dati vanno corretti in circa 19.5 km al 5%, con brevi tratti in doppia cifra sparsi qua e là; segue la seconda ascesa (non segnalata) di Haukelifjellet, in tutto 18 km al 4%, falsati però dal lungo falsopiano finale che è preceduto da un tratto di circa 7 km al 6.5%. Dopo quest'ultima mancano ancora 70 km al traguardo e se ne dovranno percorrere molti altimetricamente piuttosto semplici. Il punto decisivo potrebbe dunque essere l'ultimo GPM di Bykleheivegen, di 3.5 km al 7.4%, dunque breve ma intenso e posto a 25.4 km dall'arrivo, non tantissimi. L'elemento che potrebbe scoraggiare gli attacchi è l'assenza di discese: la strada resta in altopiano fino a ridosso del traguardo, posto nuovamente in ascesa (circa 1 km al 4%).
Domenica 28 maggio - 2a tappa: Valle - Stavanger (165.7 km)
Questa tappa è senza dubbio più semplice della precedente, ma comunque piuttosto impegnativa e con un arrivo in salita abbastanza marcato. La salita di Knuttjern posta in partenza dovrebbe servire solo a mettere fatica, ma è senz'altro impegnativa: sono 21.7 km con una media del 3.7% (superiore a quella indicata), ma molto irregolare e con una prima rampa di circa 3.5 km al 9%. La corsa sarà poi piuttosto semplice fino al secondo GPM, posto a Seldal (da correggere in 5.2 km al 5.7%), posto però a ben 36 km dal traguardo. Il punto chiave dovrebbe essere, come già detto, l'ultima ascesa verso il traguardo: la strada sale a gradoni negli ultimi 3 km (media 3.7%), con pendenze più sensibili nell'ultimo km (media del 6.5%, punte in doppia cifra).
Lunedì 29 maggio - 3a tappa: Stavanger - Stavanger (151.2 km)
L'ultima tappa è quella nel complesso più semplice, ma il finale è in ogni caso molto esigente e presenta potenziali trabocchetti per modificare ulteriormente la classifica generale. I primi 100 km sono piuttosto facili con la sola salitella di Undheim a spezzare l'altimetria. Poi si entra nel circuito conclusivo, leggermente più impegnativo rispetto a quello del 2022: lo strappo di Grisabakken (600 metri all'8.2%), infatti, è immediatamente preceduto da un altro strappo piuttosto ripido di 600 metri; resta identico allo scorso anno l'altro strappetto posto subito dopo il passaggio dal traguardo.