Egan Bernal è il re del Tour de France 2019
Si è appena conclusa l'edizione numero 106 del Tour de France ed anche quest'anno, come di consueto, le emozioni non sono mancate. Date le assenze di Chris Froome e Tom Dumoulin, entrambi costretti ai box a causa di un brutto infortunio rimediato a seguito di una caduta, il favorito assoluto della vigilia era il britannico Geraint Thomas, campione in carica. Alla fine, tuttavia, a trionfare è stato il suo compagno di squadra Egan Bernal che a soli 22 anni è riuscito a vincere la concorrenza di tutti i fenomeni in pista, affermandosi come il primo colombiano in grado di aggiudicarsi il Tour de France.
Egan Bernal: l'uomo del futuro
Il ciclismo mondiale “parla” sudamericano. Mentre negli anni passati, una simile affermazione avrebbe lasciato perplessa la stragrande maggioranza degli appassionati di ciclismo, ormai non desta più scalpore. Dopo la vittoria dell'ecuadoregno Richard Carapaz al Giro d'Italia, il colombiano Egan Bernal è riuscito ad aggiudicarsi l'edizione numero 106 del Tour de France, scrivendo una splendida pagina di storia di questo sport. Bernal, colombiano classe 1997, nato e cresciuto ciclisticamente in Italia con la maglia dell'Androni, è stato semplicemente il più forte nell'arco delle tre settimane e, nonostante fosse già tra i favoriti della vigilia, ha impressionato per la solidità mentale e per le sue incredibili doti da scalatore che, associate alle sue qualità a cronometro, fanno di lui l'uomo da battere anche in ottica futura. Supportato dal rinnovato Team Ineos, ex Team Sky, che ancora una volta si è dimostrato il più forte in gruppo, Bernal è riuscito ad annichilire la concorrenza di tutti, anche del suo compagno di squadra Geraint Thomas che secondo tutti era l'uomo da battere. Egan è il primo colombiano a trionfare al Tour de France e riesce in una impresa che negli ultimi anni era sfuggita per un soffio a Nairo Quintana, Rigoberto Uran ed Esteban Chaves. Nonostante i suoi 22 anni, Bernal è già alla ricerca di una storica doppietta nei Grandi Giri e al 29 di luglio, secondo le scommesse online a quota 2,80, è tra i favoriti assoluti per il trionfo a La Vuelta a España. Una vittoria che, considerata la spietata concorrenza, sarà difficile da ottenere ma che, data la sua straordinaria condizione di forma, non pare essere un'impresa irrealizzabile.
Il sogno di Julian Alaphilippe termina sul più bello
Questa edizione della Grande Boucle verrà sicuramente ricordata come quella in cui un “ciclista da grande classica”, mai capace di entrare in classifica generale in una grande corsa a tappe, ha seriamente rischiato di arrivare in maglia gialla a Parigi. Questo ciclista è Julian Alaphilippe, francese classe 1992, in grado di conquistare la maglia gialla nelle prime tappe e di lasciarla solo alla terzultima frazione, cedendola proprio ad Egan Bernal. Nessuno avrebbe potuto immaginare che Alaphilippe potesse resistere per più di qualche giornata agli assalti degli uomini di classifica e, per giorni, ogni frazione veniva descritta come la tappa in cui il francese avrebbe perso il primo posto nella classifica generale. Così, tuttavia, non è stato, e dopo aver addirittura vinto la cronometro di Pau, Julian ha saputo resistere dapprima sulle dure salite dei Pirenei e, poi, alle vette alpine. Alla fine, è stata fatale al francese la terzultima tappa quando sulla salita all'Iseran, dove si scollinava a quota 2600 metri, Bernal è riuscito a fare la differenza e, di fatto, si è garantito la vittoria finale al Tour de France 2019. Nonostante la cocente delusione, Alaphilippe ricorderà per sempre questa edizione della Grande Boucle e chissà che il quinto posto finale in classifica generale non possa invogliare il francese a cambiare la propria preparazione nel tentativo di presentarsi ad un Grande Giro con l'ambizione di sognare nuovamente una vittoria.
Sono tre le vittorie di tappa degli azzurri
Erano diversi gli italiani che si presentavano ai nastri di partenza di questo Tour con l'intenzione di fare qualcosa di importante. C'era Fabio Aru che, di ritorno dal brutto infortunio che l'ha tenuto lontano dalla strada per più di un anno, voleva testare la propria condizione di forma anche in vista della Vuelta. C'era poi Vincenzo Nibali, alla ricerca di una impresa in salita e del primato nella classifica degli scalatori, e c'erano Elia Viviani, Matteo Trentin ed Alberto Bettiol, in cerca di una vittoria di tappa. Se è vero che Aru, quattordicesimo in classifica generale a Parigi, può ritenersi tutto sommato soddisfatto del suo Tour, è altrettanto vero che lo possono essere ancora di più Elia Viviani e Matteo Trentin, capaci di conquistare una vittoria di tappa a testa. L'impresa più bella ed emozionante, tuttavia, è stata quella di cui si è reso protagonista Vincenzo Nibali che, dopo settimane difficili e dopo aver tentato in più di un'occasione di inserirsi nella fuga giusta, è riuscito a piazzare la zampata decisiva proprio nell'ultima frazione che da Albertville portava a Val Thorens. Tappa che nonostante fosse stata ridotta a soli 54 km a causa del maltempo, ha regalato egualmente spettacolo a non finire, con lo Squalo dello Stretto che è andato in fuga nei primi km e che ha mantenuto il proprio vantaggio sebbene gli uomini di classifica avessero reagito ferocemente. Nibali torna così al successo dopo 16 mesi, non accadeva dal trionfo nella Milano-San Remo 2018, e riesce a portarsi a casa la sua sesta vittoria al Tour de France, la numero 53 nella sua straordinaria carriera.
Quando si è da poco conclusa la 106esima edizione del Tour de France, non ci resta che ringraziare questi autentici fenomeni per lo spettacolo che ci hanno regalato, con l'auspicio che il prossimo anno un Grande Giro possa vedere il ritorno al successo di un italiano.