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Con Magnus la vittoria è praticamente in un bunker

12.07.2022 19:39

Il Tour approccia (si fa per dire) le Alpi, Cort Nielsen batte Nick Schultz dopo una fuga a 25. Alberto Bettiol tra i protagonisti, Lennard Kämna sfiora la maglia gialla, salvata da Tadej Pogacar (per 11") con... la volata finale


Il Tour è arrivato sulle Alpi ma per finta, solo da domani si farà sul serio, e la tappa di oggi, che resterà negli annali di tutti i forum ciclistici del mondo come l'emblema della superfluità. Non c'era da attendersi battaglia tra i big e in effetti non c'è stata, se escludiamo la volata per il... 20esimo posto che ha visto fronteggiarsi come al solito Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Anche questa abbastanza superflua, se non fosse che sprintare sulla rampetta d'arrivo ha permesso allo sloveno di salvare la maglia gialla, la quale era contesa da Lennard Kämna, uno dei fuggitivi. Delusione per il tedesco, delusione pure per l'australiano Nick Schultz che ha perso di poco una tappa che sarebbe stata la perla del suo personale palmarès.

E invece a festeggiare è stato uno dei massimi protagonisti di questa prima metà di Tour: Magnus Cort Nielsen. Dopo le fughe in serie nei primi giorni e la conseguente maglia a pois conquistata e difesa sui cavalcavia di quarta categoria, il danese ha tirato il fiato per un paio di giorni e intanto ha incamerato il recupero necessario per avere le energie giuste in vista di una sparata da vittoria. E oggi è stato bravo a inserirsi nella nutrita fuga del giorno (non era facile: tutto il mondo voleva entrarci), a non perdere la testa quando si è staccato sulla salita dell'arrivo, a cogliere l'occasione del lavoro del compagno Alberto Bettiol per risparmiare tutto il risparmiabile, nel rifarsi sotto quando, dopo il Gpm a 2 km dal traguardo, la strada è spianata prima dell'ultimo mezzo chilometro di nuovo all'insù; e infine nello sprintare in maniera perfetta, conquistando il secondo successo alla Grande Boucle dopo Carcassonne 2018.

Dopo il riposo il Tour de France 2022 è tornato con la decima tappa, Morzine-Megève di 148.1 km comprendenti una sequela di facili salite, compresa quella - molto lunga, quasi 20 km - che portava all'arrivo. Una giornata per cui il marchio "fuga" era scolpito nella roccia delle Alpi giusto annusate, nell'attesa delle due importanti frazioni dei prossimi due giorni. E allora, dato che doveva essere fuga, c'è stata una vivace lotta per chi dovesse farne parte (47.7 km/h la prima ora, come una tappa di pianura, ma qui c'erano delle salite di mezzo), possiamo risparmiare l'elenco dei tanti allunghi e andare direttamente all'azione buona, innescata al km 53 (-95) da un'accelerazione di Dylan Van Baarle (INEOS Grenadiers) a cui hanno risposto Luis León Sánchez (Bahrain-Victorious), Philippe Gilbert (Lotto Soudal) e Pierre Rolland (B&B Hotels-KTM).

Nel pieno della lotta, già sulla Côte de Chevenoz (km 24, primo Gpm di giornata vinto da Pierre Latour della TotalEnergies) il gruppo si è un po' selezionato, e ancor più sulla successiva salitella di Reyvroz in tanti hanno sofferto, in particolare i compagni di Tadej Pogacar, Marc Soler e Marc Hirschi. La UAE Emirates non è messa benissimo, Rafal Majka sta correndo da positivo al covid (ma non contagioso), invece George Bennett, sempre per il virus, non ha preso il via oggi, esattamente come Luke Durbridge (BikeExchange-Jayco). Considerando il ritiro dell'altro UAE Vegard Stake Laengen, pure lui per il covid, la sensazione che il cerchio si possa restringere intorno alla maglia gialla toglie serenità ai tanti tifosi del fuoriclasse sloveno. Vedremo i prossimi tamponi. Per la cronaca, oltre a Durbridge e Bennett non sono partiti nemmeno Ben O'Connor (AG2R Citroën) e Alexis Vuillermoz (TotalEnergies); per l'australiano, quarto l'anno scorso, un Tour 2022 da dimenticare.

Ma torniamo alla fuga. Ai quattro scattati al km 53 si sono accodati al km 62 (-86) altri 21 uomini, ovvero Christophe Laporte (Jumbo-Visma), Filippo Ganna (INEOS), Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Matteo Jorgenson (Movistar), Ion Izagirre e Benjamin Thomas (Cofidis), Fred Wright (Bahrain-Victorious), Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck), Andreas Leknessund (DSM), Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty), Simone Velasco (Astana Qazaqstan), Alberto Bettiol e Magnus Cort Nielsen (EF Education-EasyPost), Hugo Hofstetter e Connor Swift (Arkéa Samsic), Mads Pedersen e Quinn Simmons (Trek-Segafredo), Edvald Boasson Hagen (TotalEnergies), Simon Clarke (Israel-Premier Tech), Jack Bauer e Nick Schultz (BikeExchange). Rolland si è preso i 2 punti al Col de Jambaz (-79), intanto il margine aveva iniziato a crescere e non si sarebbe più fermato, quindi Pierrot ha conquistato pure la Côte de Châtillon-sur-Cluses (-51) e qui il gruppo è transitato a 6'45".

Dopo il Gpm Rolland ha insistito insieme a Wright ma i due sono stati presto ripresi dagli altri 23, ai -44 è stato allora Bettiol (già attivo nella prima parte della tappa) a partire in solitaria, guadagnando 25" in 7 km, fino a quando non si è dovuto fermare. Lui e tutti gli altri, i fuggitivi, il gruppo, i ritardatari: c'era infatti una manifestazione (si direbbe un flash mob) di alcuni giovani che hanno occupato la strada bloccando di fatto il transito della corsa ai -37; i ragazzi protestavano in difesa dell'ambiente e contro il cambiamento climatico. Lo stesso Bettiol ha schivato per poco - con uno slalom - macchine in frenata, manifestanti e poliziotti, quindi ha messo piede a terra. In quel momento il gruppo veleggiava a 7'30" dal battistrada e 7'05" dagli altri 24.

Il tempo di sgomberare la strada, e nel giro di 10 minuti la corsa è stata fatta ripartire con i distacchi presi al momento dello stop. Appena ripartiti, Hofstetter è uscito dal gruppetto degli intercalati, ma in questa fase Bettiol ha dato tutto arrivando ad avere 50" ai -30 ma dovendo poi subire il riavvicinamento di Kämna e soci, che intanto avevano ripreso Hofstetter; mentre tutto ciò accadeva, il gruppo continuava a scampagnare veleggiando serafico verso i 9' di ritardo.

Al traguardo volante di Passy-Marlioz ai -24 il toscano è passato con 15" sui primi inseguitori (Laporte s'è preso il secondo posto), e più o meno con la stessa dote ha approcciato la salita dell'altiporto di Megève ai -21; su quelle rampe il corridore della EF ha ripreso a guadagnare, riportandosi a +50"; il gruppetto perdeva intanto pezzi, Bauer e Gilbert i primi a gettare la spugna, e gli altri a farsi la lotta, poi son saltati Laporte e Rolland, e Wright e Zimmermann hanno preso margine su tutti gli altri.

A 15 km dal traguardo Bettiol è passato con 20" sui due immediati inseguitori (sui quali è rientrato anche Thomas), 40" su Ganna, Kämna e soci, 9'30" sul gruppo. Nel drappello di Kämna (prendeva il nome dal più alto in classifica, 21esimo a 8'43") gli scatti si susseguivano, con in particolare un Van Baarle molto attivo. L'olandese ha portato via Jorgenson, Velasco e Cort Nielsen ai -13, poi ai -12 Wright, Zimmermann e Thomas hanno ripreso Bettiol e un chilometro dopo sono rientrati anche i secondi 4 (Van Baarle e gli altri).

Il toscano della EF aveva ancora una cartuccia da spendere in favore del compagno Cort, sicché ai -10.5 è ripartito, chiamando la risposta di Zimmermann. La salita (se così si poteva chiamare) spianava a quel punto, e ai -9 Kämna ha riportato Simmons, Leknessund e Sánchez sul gruppetto Van Baarle; ai -8 un breve allungo di Simmons ha riportato tutti su Zimmermann e Bettiol, e quest'ultimo si è staccato ai -7.

Wright ha iniziato a tenere una buona andatura per preparare l'immancabile - a quel punto - scatto di Sánchez: puntualmente il murciano è partito ai -6, ha guadagnato quasi 30" contando anche sul ruolo di Wright che nel gruppetto inseguiva tutti quelli che tentavano di riavvicinare LLS. Ai 3 km è partito deciso Jorgenson, e ai 2.5 Schultz l'ha raggiunto; Sánchez è arrivato al Gpm dei -2.1 con la lingua di fuori, si è praticamente fermato un attimo dopo lo scollinamento e i due inseguitori l'hanno raggiunto, prima Schultz, poi ai 1600 Jorgenson. Ma intanto da dietro era uscito di nuovo Van Baarle, che è piombato sui primi ai 900 metri.

L'olandese è partito in contropiede agli 800 metri, Jorgenson si è incaricato di chiudere ai 650, ma la notizia importante era che da dietro stava rientrando il gruppetto di Kämna, che ha chiuso il gap ai 450 metri. Ai 400 Thomas ha tentato un impossibile anticipo con Wright a ruota, poi si è accodato pure Schultz che alla ruota si portava Sánchez; proprio LuisLe ha lanciato lo sprint vero e proprio ai 270 metri, Schultz gli si è attaccato avendo alla propria ruota Cort Nielsen; ai 100 metri l'australiano ha affiancato Sánchez, s'è ingobbito sulla strada che tendeva a salire, e alle sue spalle Magnus non perdeva una pedalata. Con precisione chirurgica il danese ha affiancato l'avversario negli ultimi 50 metri per fulminarlo al colpo di reni.

Sánchez è passato mestamente per terzo a 7", a 8" ha chiuso Jorgenson, a 10" Van Baarle, a 15" Zimmermann, a 18" Thomas, a 20" Leknessund e a 22" Wright e Kämna; sparsi più indietro gli altri fuggitivi, 12esimo Velasco a 1'02", 16esimo Sbaragli a 2'48", 18esimo Bettiol a 6'57". Restava da vedere se Kämna avrebbe preso la maglia gialla: dipendeva dal gruppo. Il quale, dopo essere rimasto a lungo a 9'30" dai primi, si era riavvicinato nel finale. Se non ci fosse stato uno sprint (per il 20esimo posto) tra i big, probabilmente Lennard ce l'avrebbe fatta. Ma si dà il caso che Enric Mas (Movistar) sia scattato sulla rampetta finale ai 400 metri, chiamando la reazione di Tadej Pogacar, che in effetti ha bruciato quegli ultimi metri vincendo la (pseudo)volata davanti a Jonas Vingegaard (Jumbo) e lo stesso Mas, e tenendosi così alle spalle Kämna per appena 11".

19 le posizioni guadagnate dal tedesco (dalla 21esima alla seconda), 15 ne ha conquistate Sánchez. Vingegaard è ora terzo a 39" da Pogi, poi abbiamo Geraint Thomas (INEOS) a 1'17", Adam Yates (INEOS) a 1'25", David Gaudu (Groupama-FDJ) a 1'38", Romain Bardet (DSM) a 1'39", Tom Pidcock (INEOS) a 1'46", Mas e LLS a 1'50", poi ancora Neilson Powless (EF) a 1'55", Nairo Quintana (Arkéa) a 2'13", Primoz Roglic (Jumbo) a 2'52", Aleksandr Vlasov (Bora) a 3'12", Aurélien Paret-Peintre (AG2R) a 3'31", Damiano Caruso (Bahrain) a 3'40", Alexey Lutsenko (Astana) a 4'58", Bob Jungels (AG2R) a 5'53", Louis Meintjes (Intermarché) a 6'39", Valentin Madouas (Groupama) a 6'51".

Domani l'11esima tappa, una delle più attese del Tour 2022: partenza da Albertville, arrivo in cima al Col du Granon dopo 151.7 km; in mezzo, Lacets de Montvernier, Col du Télégraphe e Col du Galibier. L'ultima salita, 11 km al 9% fino a quota 2420, basterà già da sé per produrre selezione, ma se qualcuno volesse osare muoversi prima troverebbe certamente del terreno adatto.
Notizia di esempio
Colpo di stato Vingegaard, Pogacar rovesciato
Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!