Jonas Vingegaard ©teamvismaleaseabike
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“Ho temuto il peggio”: Jonas Vingegaard parla del suo 2024 horribilis

Dopo il drammatico incidente in gara, tra sfide fisiche e psicologiche e un lungo percorso di recupero, il campione danese è tornato a lottare ai massimi livelli

03.01.2025 19:28

"L'anno che sta arrivando tra un anno passerà..." Il celebre epilogo del brano di Lucio Dalla evoca la tendenza pressoché generalizzata degli ultimi giorni di dicembre: rivolgere un pensiero all'anno che è stato e a quello che sarà. Magari lo si fa distrattamente, ma è il vezzo irrinunciabile di ogni San Silvestro.

Anche a Jonas Vingegaard e sua moglie Trine Marie deve essere passato per la mente un pensiero simile - non fosse altro per esorcizzare con autoironia la grande paura - quando una trasmissione televisiva ha chiesto loro di raccontare i difficili momenti seguiti al brutto incidente occorso a Jonas il 4 aprile 2024, durante la quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi

Intervistati dal programma “Summer of Sport 2024: Seconds we remember”, trasmesso sabato scorso dall’emittente televisiva DRTV, i coniugi danesi hanno fatto vivere al pubblico la vera drammaticità di quei momenti. Hanno offerto a tutti la possibilità di scendere sul terreno e guardare le cose da un'inquadratura diversa di quella dall'elicottero. Di abbandonare per un attimo la vista dall'alto per cui nessuna immagine va perduta, ma da cui tutto diventa irreale, lontano, didascalico, come quando si osservano i vetrini da un microscopio. A terra invece si sente forte e concreto l'odore della realtà.

L’emittente danese ci ha fatto sentire il dolore vero, quello che ai più sfugge sistematicamente. Attraverso il racconto di grande intensità emotiva del due volte vincitore del Tour, e di sua moglie, si è sentito anche il dramma familiare vissuto fuori dai riflettori.

L’incidente, l’ennesimo del 2024, è stato drammatico

Il Giro dei Paesi Baschi è un appuntamento importante nella stagione. Mette alla prova, nel giusto momento del calendario WorldTour, lo stato di forma degli specialisti per le grandi prove a tappe. Insomma, uno dei passaggi cruciali verso i grandi giri. 

La quarta tappa dell’edizione 2024 presentava alcune salite impegnative: dopo lo scollinamento di una di queste, il danese leader della Visma-Lease a Bike si è trovato nelle prime posizioni del gruppo. C’era da affrontare una discesa tecnica caratterizzata da strade dissestate e pendenze impegnative. In un’ampia curva a destra la velocità elevata, combinata con il fondo stradale irregolare, ha provocato una violenta caduta nelle prime posizioni.

Vingegaard, tra i coinvolti, è scivolato per diversi metri sull’asfalto. Poi lo si è visto immobile su un fianco, in una posizione molto allarmante. Le preoccupazioni sul suo stato fisico sono state immediate, con i compagni di squadra in ansia per le sue condizioni. 

Per Jonas Vingegaard un 2024 segnato dalla caduta al Giro dei Paesi Baschi
Per Jonas Vingegaard un 2024 segnato dalla caduta al Giro dei Paesi Baschi

Rievocando quei momenti, nella trasmissione di sabato, Jonas descrive con sofferto realismo la situazione: “Non riesco a respirare per i primi dieci secondi. Già lì so che qualcosa non va. Quando finalmente riesco a respirare di nuovo, tossisco sangue in gran quantità. Quindi penso ad un’estrema gravità della cosa.” Il danese rivive il panico di quegli istanti: “Penso di avere un’emorragia interna, il che significa che affogherò nel mio stesso sangue e morirò soffocato.”

Lo stato d’animo del campione danese, il momento di terrore che racconta senza ritrosia, trova giustificazione nella diagnosi medica che da lì a breve sarà resa nota: sette costole rotte, frattura dello sterno, clavicola frantumata, un dito rotto e perforazione dei polmoni.

Col fiato sospeso per un’interminabile mezz’ora

In questi casi, il dramma rimbalza istantaneo. Raggiunge in tempo reale la Danimarca e la moglie, Trine Marie Hansen. Il suo racconto è anch’esso rivelatore di un grande spavento, seppur vissuto con lucida freddezza. Vedere Jonas cadere e contorcersi sul terreno, quasi in posizione fetale, l'ha sconvolta. L’unico pensiero, immediato, è stato quello di correre in aeroporto per raggiungerlo. 

Quando, dopo una lunghissima mezz’ora di silenzio, la squadra ha contattato Trine, lei era già sulla strada per l’aeroporto. Il suo uomo era cosciente e in buone mani. "Sono felice che sia vivo e spero che non abbia danni cerebrali", ha pensato Trine, cercando di mantenere la calma. 

Il lungo recupero in ospedale, la ripresa e il ritorno al Tour de France

Vingegaard ha trascorso 12 giorni in ospedale, di cui otto in terapia intensiva. Gli stati acuti da recuperare, con un drenaggio inserito nel polmone per circa una settimana a causa dell'emorragia interna, erano la piccola foratura sul polmone sinistro e quello destro quasi completamente collassato; oltre ai numerosi traumi ossei.

Un lungo periodo in cui il forte atleta danese ha riflettuto sulla sua carriera ciclistica e sul futuro: “Quando ero steso a terra, pensavo che se fossi sopravvissuto, avrei posto fine alla mia carriera.”

© Jonas Vinghegaard/Instagram

La riflessione è stata intensa quanto lungo il periodo di recupero che ha seguito l’incidente. Sedute di fisioterapia e allenamenti leggeri, come pedalare su una bici da divano, per mettersi “in movimento”.

Tra mille difficoltà fisiche, col supporto di Trine e con ammirevole resilienza, Jonas ha superato anche le ferite psicologiche: continuerà con determinazione la sua carriera ciclistica. Dopo il comprensibile sgomento, ha ritrovato la forza per tornare a competere: “Perché è ancora la mia passione”, pensa.

Così, a meno di tre mesi dall’incidente, il forte atleta danese si è schierato alla partenza del Tour de France. Un ritorno che ha dell’incredibile, non lo si sarebbe mai pensato possibile eppure è avvenuto.

L’incidente nei Paesi Baschi è stato un momento cruciale nella carriera di Jonas Vingegaard, ma la sua determinazione e la forza mentale lo hanno portato a un prodigioso recupero. Esempio di come un atleta, grazie al sostegno della famiglia e alla sua passione, possa superare ostacoli enormi per tornare ai vertici mondiali di uno degli sport più esigenti e a tratti spietato come il ciclismo. Uno sport che costa fatica vera, ma deve saper fare di tutto perché la fatica non si trasformi in dolore.

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