Tour de France 2024, 11a tappa: il guanto di sfida del Massiccio Centrale
Prima delle grandi montagne c'è ancora tempo per una tappa da imboscate: chi avrà le palle? Il percorso, le nostre previsioni, orari e appuntamenti tv
Di giornate banali ce ne sono poche nel Tour de France 2024 e in questa fase centrale un po' più blanda un ritorno in montagna sul Massiccio Centrale ci sta benissimo; ed ecco il senso dell'11a tappa, molto lunga, in cui le brevi ma ripide ascese poste nel finale potrebbero fare più distacchi di quanto si pensi. In 211 km si sommano quasi 4000 metri di dislivello (tanti, ma molti meno di quelli indicati ufficialmente), inizialmente con brevi ondulazioni e salite pedalabili, poi con asperità molto più decise e decisive negli ultimi 50 km. Già la Côte de Larodde (3.8 km al 6%, con alcuni tratti in doppia cifra) è una salita piuttosto consistente, che forse potrebbe essere importante nello sgancio definitivo della fuga (cosa per niente semplice in certe tappe). Non contraddistinta da GPM è la salita prima di Le Vigean di 8.5 km al 4.3%, che introduce alla parte finale di corsa: infatti, dopo 6 km di altopiano e una breve discesa incomincia un lungo fondovalle decisamente esigente (dietro una media del 2% si nascondono molti tratti di salita vera e propria) che porterà i corridori già al gancio ai piedi della prima salita davvero dura di questa tappa, ovvero il Col de Néronne (3.8 km al 9.1%, max 11%). Circa 4 km di altopiano e un paio di discesa portano subito ai piedi del durissimo Pas de Peyrol (5.4 km all'8.1%; in verita sono 3.5 km al 5.2% seguiti dagli ultimi 2 km al 12.7%). Già questo è un ottimo punto per attaccare dal momento che mancano appena 31 km dal traguardo, anche perché le difficoltà non sono finite. La successiva discesa di 12 km potrebbe essa stessa fare la differenza e conduce direttamente ai piedi della salita seguente, il Col de Pertus, più duro rispetto ai dati ufficiali e quantificabile in 4.5 km all'8.4% con una prima rampa di 2.3 km al 10% (max 13%) seguita da un breve tratto di respiro e gli ultimi 1800 metri al 9%. Qui ormai mancano meno di 15 km, utili più ad ampliare i distacchi che ad attaccare ulteriormente: come da manuale, infatti, a queste tre salite molto ripide segue quella pedalabile del Col de Font de Cère (3.3 km al 5.8%), con scollinamento a 2.8 km dall'arrivo. Rimangono solo la breve discesa e l'ultima contropendenza fino al traguardo di 800 metri al 6%.
Fari puntati su…
La tappa si presta ad attaccare ed è lecito attendersi qualcosa nel finale dagli uomini di classifica. Pur non essendo una tappa di alta montagna è a tutti gli effetti una delle più dure di questo Tour, nonché una delle più idonee per attaccare nel finale senza fare molti calcoli. È lecito attendersi battaglieri i due che hanno cercato di animare la tappa di domenica, ovvero la maglia gialla Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), i primi due della classifica, che per ragioni diverse hanno interesse comune a guadagnare terreno su tutti gli altri, compreso Jonas Vingegaard (Team Visma | Lease a Bike) che però non ha mai mostrato segni di cedimento consistenti. Il Massiccio Centrale offre l'ultima occasione per metterlo in difficoltà prima delle vere montagne che di solito lo favoriscono. Fondamentali potrebbero risultare i compagni di squadra, quindi João Almeida, Juan Ayuso e Adam Yates per lo sloveno e Mikel Landa per il belga. Per controparte il danese sarà supportata da un Matteo Jorgenson in buona ma non eccellente forma. Vedremo se si troverà ancora una volta a rincorrere Primož Roglič (Red Bull – BORA – hansgrohe) che fin qui ha sempre retto il colpo, rimanendo a galla senza mai però sembrare realmente al livello degli altri tre. La tappa di domani sarebbe molto adatta alle sue caratteristiche se dovesse ritrovare la gamba dei giorni migliori.
Tuttavia è anche una tappa che si preannuncia adatta alle fughe e che in molti possono aver messo nel mirino per cogliere un successo di tappa. Questo elemento sarà tra i più determinanti di questa frazione: potrebbero formarsi fughe numerose con uomini pericolosi e se le squadre dei big volessero tener chiusa la corsa per avere a disposizione anche gli abbuoni da giocarsi, controllare la tappa nella sua interezza potrebbe essere molto complicato. Un avvio molto veloce è per questo pronosticabile e i continui saliscendi dei primi km potrebbero finire per essere devastanti e rendere quantomai selettivo anche il finale. Provare a capire chi può entrare in fuga è difficile, anche se escluse le primissime posizioni della classifica in realtà ci si può attendere un po' i tutto. Molto significativo il fatto che domenica Derek Gee (Free Palestine - Premier Tech) sia riuscito ad entrare in fuga pur essendo 14° a soli 5'52" di ritardo. Da Évaux-les-Bains riparte al 9° posto con appena 4'02", quindi forse il canadese non avrà nuovamente libertà d'azione, come sicuramente non l'avrà Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers), unico outsider ancora realmente temibile per i 4 favoritissimi (7° a 2'31"). Il discorso è già molto diverso per il suo co-capitano Egan Bernal, 12° a 5'25", dunque in una posizione simile a quella di Gee domenica mattina. Subito dietro di lui si trova una sfilza di nomi molto interessanti, che potrebbero da adesso in avanti entrare in fuga con lo scopo di migliorare la posizione in classifica: oltre al colombiano, Giulio Ciccone (Lidl-Trek), Santiago Buitrago e Pello Bilbao (Bahrain - Victorious) e Felix Gall (Decathlon AG2R La Mondiale Team) sono racchiusi in un fazzoletto di appena 30"; poco più distante potrebbe essere interessato alla stessa operazione anche Enric Mas (Movistar Team) e magari pure Ben Healy (EF Education - EasyPost) il primo in classifica di quelli che non si sono presentati al via di questo Tour con esplicite ambizioni di classifica e che sembra adattissimo a giocarsi il successo parziale in questa frazione.
Chiudiamo con un elenco di nomi possibili per l'eventuale fuga, sicuramente esemplificativo ma di certo non esaustivo: Richard Carapaz, Neilson Powless e Alberto Bettiol (EF Education - EasyPost); Maxim Van Gils (Lotto Dstny); David Gaudu, Lenny Martinez e Romain Grégoire (Groupama - FDJ), Romain Bardet, Warren Barguil e Oscar Onley (Team dsm-firmenich PostNL); Davide Formolo e Oier Lazkano (Movistar Team); Louis Meintjes (Intermarché - Wanty); Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan Team); Magnus Cort e Tobias Halland Johannessen (Uno-X Mobility). Tom Pidcock e Michał Kwiatkowski (INEOS Grenadiers); Simon Yates e Michael Matthews (Team Jayco AlUla); Paul Lapeira (Decathlon AG2R La Mondiale Team); Matej Mohorič (Bahrain - Victorious); Stephen Williams (Free Palestine - Premier Tech); Ion Izagirre, Simon Geschke, Guillaume Martin e Jesús Herrada (Cofidis); Clément Champoussin, Kévin Vauquelin e Cristian Rodringuez (Arkéa - B&B Hotels).
Ricordiamo infine che prima delle salite più impegnative si trova un traguardo volante importante negli equilibri per la maglia verde e che successivamente la tappa propone ben 6 GPM offrendo fino a 25 punti per la maglia pois; questo significa che dovranno essere attivi anche i corridori interessati alle rispettive classifica, a partire dai leader in carica Biniam Girmay (Intermarché - Wanty) e Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility)
Tour de France 2024, gli orari dell'undicesima tappa
La partenza ufficiale è prevista alle 11:30 e la tappa dovrebbe terminare tra le 17:00 e le 17:30. Sarà trasmessa in tv sia in chiaro sui canali Rai (prima su Rai Sport dalle 12:40 alle 14:00, poi su Rai 2 dalle 14:00 alle 18:00, sturnandosi fino alle 14:45 con il Giro d'Italia Women), sia integralmente su Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 11:00 alle 17:45).