Sorpresa Rosita Reijnhout, è lei la matricola del mese
La classe 2004 della Visma diventa la seconda più giovane vincitrice nel WWT alla Deakin University Road Race. Attacco decisivo nel finale, battute Włodarczyk e Ludwig
Se i segnali sulla possibile vittoria di Sarah Gigante c'erano tutti, anche se la performance dell'australiana al Tour Down Under è stata comunque sorprendente, era quasi impossibile pronosticare la vincitrice della seconda gara World Tour dell'anno. Rosita Reijnhout, classe 2004, vince la Deakin University Road Race con una splendida azione nel finale, con cui è evasa dal terzetto che si era formato in salita, con Dominika Włodarczyk e Cecilie Uttrup Ludwig che non sono riuscite a chiudere per pochissimi metri.
La giovanissima neerlandese del Team Visma-Lease a Bike, al secondo anno nel World Tour, aveva concluso tra le prime dieci a Willunga Hill e aveva già ottenuto qualche discreto piazzamento in corse vallonate, tra Tour de l'Avenir e corse élite, ma non aveva mai fatto neanche intravedere le qualità e il senso tattico con cui si è aggiudicata la vittoria oggi, con un colpo di mano negli ultimi chilometri, che ci si attenderebbe da chi sa come vincere e navigare nei finali più convulsi. Con questa vittoria, Reijnhout diventa la seconda più giovane in assoluto a vincere nel Women's World Tour, battuta per pochi giorni da Franziska Koch, che nel 2019 vinse una tappa al Boels Ladies Tour a 19 anni e 57 giorni.
Deakin University Road Race 2024, la cronaca della gara
Dopo la fuga iniziale di Gina Ricardo (Team Bridgelane WE), Stephanie Hibburt (Nazionale australiana) e Lucie Fityus (ARA Skip Capital), riprese allo sprint intermedio ai -85, il gruppo arriva al circuito finale con già parecchia fatica nelle gambe. Il pericolo ventagli, specialmente nel tratto lungo la costa, tiene la fila allungata per molti chilometri, con la AG Insurance a fare il passo per tenere davanti Gigante, che ha nel posizionamento in gruppo il suo principale limite.
Solo intorno ai -50 c'è un attimo di rilassamento, che permette a Stine Dale (Team Coop-Repsol) e Alli Anderson (ARA Skip Capital) di tentare il contrattacco e rimanere davanti per diversi chilometri. Nel frattempo è la FDJ-Suez a prendere il comando delle operazioni nell'avvicinamento al circuito finale di Geelong. La squadra di Cecilie Uttrup Ludwig è la principale indiziata a dare il via alle operazioni sul primo passaggio a Challambra Crescent (1.1 km all'8.5%), visto che la Lidl-Trek non potrà contare su Amanda Spratt, non partita per un problema addominale.
Una volta ripresa la fuga, anche la Liv Jayco AlUla mostra le sue intenzioni nella volata per le posizioni all'imbocco della salita. La prima mossa è però quella più attesa: Sarah Gigante tenta di andare via in progressione, ma non riesce però a fare la differenza, e anche il successivo allungo di Ella Wyllie (Liv Jayco AlUla) non porta a una netta selezione.
Quando il gruppo testa si ricompatta nel tratto in falsopiano, è Audrey Cordon-Ragot (Human Powered Health) a provare il contrattacco solitario, ma la francese viene tenuta al massimo a una ventina di secondi dalla AG Insurance, tornata in forze davanti. Ripresa Cordon-Ragot, è ancora Ally Wollaston, che in caso di arrivo in volata ristretta avrebbe potuto dire la sua, a pilotare Gigante e allungare la fila all'imbocco dell'ultimo strappo di Challambra.
Lo svolgimento è molto simile a quello del passaggio precedente, con Gigante e Wyllie a tentare il tutto per tutto, ma senza riuscire a fare grossi danni su uno strappo così breve. Nessuna delle due ha il cambio di ritmo di Cecilie Uttrup Ludwig, che attende il momento perfetto per accelerare poco prima dello scollinamento e apre subito il gap. Wyllie e Marion Bunel (St.Michel-Mavic-Auber93 WE) provano a rispondere senza riuscirci, mentre alle loro spalle c'è un gruppetto di una decina di atlete.
La mossa decisiva
Quello della danese non è però un attacco incisivo come sembrava inizialmente, e dopo Challambra Crescent c'è un altro strappo, breve ma altrettanto ripido, a poco più di sei chilometri dal traguardo. Proprio qui Ludwig viene raggiunta da Rosita Reijnhout (Team Visma-Lease a Bike) e Dominika Włodarczyk (UAE Team ADQ), evase di forza dal gruppo inseguitore. Si forma così un terzetto al comando, con circa 10" di margine, ma in cui la collaborazione non è ottimale.
Mentre Gigante riesce a portare un ultimo attacco disperato per ricongiungersi, ai -4.3 Reijnhout riesce a staccare le compagne di fuga, approfittando di un momento di indecisione, in cui soprattutto Ludwig sembra tirare indietro la gamba. Sarà questa la mossa decisiva, perché la neerlandese guadagna subito una manciata di secondi e riesce a mantenere qualche metro di vantaggio fino alla fine, diventando così la più giovane vincitrice di una corsa di un giorno WWT, a 19 anni e 294 giorni.
Nonostante il principio di accordo trovato nel finale, Włodarczyk e Ludwig sprintano solo per il secondo posto, con la polacca che riesce solo ad accarezzare la prima vittoria World Tour nel giorno del ventitreesimo compleanno. Ruth Edwards (Human Powered Health) vince la volata per il quarto posto, con Francesca Barale (Team dsm-firmenich PostNL) sesta e migliore italiana, mentre Gigante viene ripresa a poche centinaia di metri dal traguardo ed è undicesima.