Perché il Principe la spugna non la getterà mai!
Gianni Savio è ripartito dalla terza categoria del ciclismo animato dalla stessa indistruttibile passione di sempre: e i risultati cominciano a sorridere alla sua piccola GW Shimano-Sidermec
Undicesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour du Loir et Cher, Arno Wallaard Memorial, Campionati Centroamericani, il dominatore dell'America Centrale, Christofer Jurado, e la GW Shimano-Sidermec, prima Continental a vincere una corsa .1 europea nel 2023.
Le corse della settimana
Tour du Loir et Cher
In Francia si è disputata la sessantaduesima edizione del Tour du Loir et Cher, corsa a tappe di cinque giorni che vedeva al via ventisei squadre: un Pro Team (la Bolton Equities Black Spoke), diciassette Continental, sette formazioni dilettantistiche francesi e una selezione nazionale svedese.
Nella prima tappa tre uomini sono riusciti a fare la differenza sul resto della compagnia, andando a giocarsi il successo in volata: sul traguardo in leggera salita si è imposto Tim Marsman (Metec-SOLARWATT), che ha conquistato il suo secondo successo UCI in carriera. Alle sue spalle si è piazzato il lettone Alekss Krasts (Tartu2024), mentre il britannico Callum Macleod (ABLOC) è stato cronometrato con 2” di ritardo. Il gruppo principale, composto da una settantina di uomini, ha perso 1’16”, preceduto anche da Warre Vangheluwe (Soudal-Quick Step Devo), quarto a 39”.
La seconda frazione, la più semplice altimetricamente, si è conclusa con uno sprint di gruppo e il più veloce è stato Jarne Van De Paar, professionista della Lotto Dstny in gara con il ramo Development del team. Alle spalle del belga, al primo successo UCI in carriera, si sono piazzati l’esperto Nicklas Amdi Pedersen (ColoQuick) e Gust Lootens (Soudal-Quick Step Devo).
Nella terza tappa un gruppetto di fuggitivi è riuscito a sfuggire al controllo del gruppo, mantenendo un piccolo margine fino alla fine. Il giovane Jakob Söderqvist (Nazionale Svezia) è riuscito a staccare i compagni di avventura, tagliando il traguardo con 2” di margine su Lucas Grolier (Vendée U), Florentin Lecamus-Lambert (VC Rouen 76) ed altri sette corridori. Il gruppo, regolato da Van De Paar, ha chiuso a soli 9”. Alekss Krasts, secondo in classifica alla partenza, ha perso oltre 1’30”e ha detto addio ai sogni di podio.
La quarta frazione, priva di grandi asperità, si è conclusa in volata e a spuntarla è stato Jesper Rasch (ABLOC), abile a precedere al fotofinish Van De Paar. William Tidball (Saint Piran) ha completato il podio di giornata, mentre Alessio Delle Vedove (Circus-ReUz), quinto, ha portato l’Italia nelle zone alte dell’ordine d’arrivo.
Come nella terza tappa, anche nell’ultima un gruppetto di fuggitivi ha avuto di pochissimo la meglio sul plotone. Jasper Dejaegher (Circus-ReUz) ha saltato negli ultimissimi metri Lucas Boniface (Vendée U), andando a conquistare il primo successo UCI in carriera. Thimo Willems ha chiuso terzo a 2” davanti a Lukas Rüegg (Vorarlberg). Il primo gruppo, comprendente il secondo e il terzo della classifica, ha chiuso a 4”, mentre il leader Tim Marsman ha preso un buco ed è finito a 9”.
Nonostante il rischio corso, Tim Marsman si è portato a casa la corsa, mantenendo 3” di vantaggio su Callum Macleod, vincitore della graduatoria degli scalatori, e 48” sul miglior giovane, Warre Vangheluwe. Jarne Van De Paar, quarto a 1’09” ha vinto la classifica a punti.
Arno Wallaard Memorial
Nei Paesi Bassi è andato in scena l’Arno Wallaard Memorial, corsa dedicata allo sfortunato corridore neerlandese morto per arresto cardiaco nel febbraio 2006, poco dopo aver fatto il suo esordio tra i professionisti. Diciotto Continental e sette formazioni dilettantistiche si sono date battaglia lungo i 188 km, rendendo la gara avvincente, nonostante un percorso del tutto privo di difficoltà altimetriche.
Per molti chilometri si è assistito ad un appassionante testa a testa fra un gruppo di una ventina di uomini che era andato all’attacco e un plotoncino poco più numeroso che inseguiva. Il distacco è rimasto per molto tempo limitato ad una decina di secondi, prima di dilatarsi. Quando il vantaggio ha superato il minuto, i battistrada hanno un po’ rifiatato e tre uomini sono usciti dal gruppo inseguitore, cogliendo l’ultima occasione utile per rientrare davanti. Tutti coloro che hanno mancato il ricongiungimento hanno mollato, concludendo la corsa con oltre 15’ di ritardo.
Negli ultimi 40 km ci sono stati diversi scatti in testa alla corsa, ma il gruppetto è rimasto sostanzialmente compatto fino ai -23, quando Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras) ha sferrato l’attacco decisivo. Il vantaggio del corridore danese è rimasto sempre al di sotto dei 30”, ma, nonostante alcuni dei corridori veloci del gruppetto potessero contare sull’aiuto di compagni di squadra, il ventisettenne si è rivelato imprendibile per tutti.
Wallin ha tagliato il traguardo in perfetta solitudine, con 16” di vantaggio sugli inseguitori, regolati in volata da Coen Vermeltfoort (VolkerWessels). Mārtiņš Pluto (ABLOC) ha completato il podio, riuscendo a tenere dietro un corridore sicuramente più noto come Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex). La prossima gara del calendario neerlandese sarà la Ronde Van Overijssel, in programma il 6 maggio.
Campionati Centroamericani
La scorsa settimana a Panama, capitale dell’omonimo stato, si sono disputati i Campionati Centroamericani di ciclismo su strada.
A differenza di quanto visto in Africa e in Oceania, gli under 23 non hanno corso insieme agli élite, ma hanno potuto contare su delle prove riservate a loro. La prova a cronometro ha visto la doppietta costaricana con Donovan Ramírez che ha preceduto di 20” Dylan Jiménez. Il panamense Roberto Herrera (Panamá es Cultura y Valores) ha completato il podio a 2’20”. Nella prova in linea Bredio Ruiz (Panamá es Cultura y Valores) ha riscattato l’ultimo posto della cronometro, aggiudicandosi la medaglia d’oro. Il panamense ha superato in volata il costaricano Josue Salas, con il salvadoregno Brandon Rodríguez a completare il podio con 3” di ritardo.
Nelle gare élite i padroni di casa partivano con i favori del pronostico e non hanno deluso. Nella cronometro che ha visto al via solo otto atleti, Christofer Jurado (Panamá es Cultura y Valores), che dal 2019 non è mai sceso dal podio della prova, ha bissato il titolo ottenuto nel 2020, riuscendo a sopravanzare di soli 4” il leggendario guatemalteco Manuel Rodas e di 2’06” il costaricano Gabriel Rojas. La grande delusione è stata rappresentata da Franklin Archibold (Panamá es Cultura y Valores), che, dopo aver vinto l’oro nel 2021 e nel 2022, è finito solo settimo con oltre 5’ di ritardo dal connazionale.
Nella prova in linea un’azione di quattro uomini ha caratterizzato la corsa e i padroni di casa hanno sfruttato al meglio la superiorità numerica. A vincere è stato nuovamente Christofer Jurado, già vincitore nel 2021, che nella volata ha preceduto agevolmente Gabriel Rojas e il guatemalteco Alder Torres. Sandi Guerra (Panamá es Cultura y Valores) ha chiuso quarto, mentre tutti gli altri hanno accusato distacchi superiori ai 3’.
Il ciclismo internazionale rimarrà a Panama anche questa settimana per i Campionati Panamericani. I padroni di casa cercheranno di continuare la striscia vincente, ma dovranno fare i conti con una concorrenza di livello sicuramente più alto.
Le Continental tra i big
Risultati altalenante per le Continental impegnate nel trittico di gare disputate in Francia lo scorso weekend. L’impressione è che le differenze tra le formazioni di terza divisione e quelle delle categorie superiori siano più evidenti nelle corse per scalatori. Le francesi CIC U Nantes Atlantique, Nice Métropole Côte d’Azur e St.Michel-Mavic-Auber 93, la tedesca Bike Aid, la danese Leopard TOGT e la belga Tarteletto-Isorex hanno provato a sovvertire i pronostici, ma senza troppa fortuna. I migliori risultati li ha ottenuti la formazione danese al Tour du Jura, in cui ha piazzato Miguel Heidemann al nono posto e Mathias Bregnhøj al quattordicesimo. Nelle altre prove è stata la CIC U Nantes Atlantique a fare meglio, con la diciannovesima posizione di Jordan Jegat alla Classic Grand Besançon Doubs e la ventunesima di Yaël Joalland al Tour du Doubs.
Al Giro di Sicilia è stato dato spazio a nove Continental italiane (Beltrami TSA, Biesse-Carrera, D’Amico-UM Tools, General Store-Essegibi, Mg.K Vis-Colors for Peace, Colpack Ballan, Technipes #inEmiliaRomagna, Work Service-Vitalcare, Zalf Euromobil), alla colombiana GW Shimano-Sidermec e alla romena Sofer-Savini Due.
Anche in questo caso le formazioni di terza divisione hanno sofferto la tappa più dura, ottenendo risultati interessanti nelle frazioni più semplici. Thomas Pesenti (Beltrami TSA), ventunesimo, è stato il migliore in classifica generale, ma sono arrivate diverse top ten di tappa. Giosuè Epis (Zalf Euromobil) ha ottenuto il miglior risultato parziale, il quarto posto nella terza tappa, ma sono finiti una volta nei primi dieci anche il già citato Pesenti, settimo nella prima frazione, il duo della Biesse-Carrera composto da Andrea D’Amato e Alessandro Motta, rispettivamente sesto e nono nella seconda, e il greco Nikiforos Arvanitou (Sofer-Savini Due), ottavo nella terza.
Al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria erano presenti le stesse squadre, ad eccezione di Biesse, Colpack e Zalf, che hanno preferito concentrarsi sulle corse dilettantistiche del weekend. Nella corsa calabrese la GW Shimano-Sidermec ha centrato il colpo grosso con Jhonatan Restrepo, che ha riscattato un Giro di Sicilia abbastanza anonimo. La formazione colombiana si è tolta la soddisfazione di essere la prima Continental a vincere una corsa di categoria 1 in Europa nel 2023. Nel gruppo di undici uomini che si è giocato la corsa c’era anche Dario Igor Belletta, tesserato per la Jumbo-Visma Development, ma in gara con la nazionale italiana, che ha chiuso la prova al settimo posto.
In settimana ci sono state un paio di novità dal ciclomercato: il Cycling Team Friuli ha deciso di rimpiazzare Nicolò Buratti, passato nel WorldTour con effetto immediato (leggi qui), e ha ingaggiato Roman Ermakov. Il diciottenne russo aveva iniziato la stagione con la formazione dilettantistica mebloJOGI Pro-concrete, ottenendo discreti risultati tra Slovenia e Croazia. Lo scorso weekend ha esordito con il suo nuovo team in occasione del Trofeo Città di San Vendemiano, provando un attacco nel finale e concludendo la corsa nel primo gruppo.
Novità anche dalla Colombia: Wilmar Paredes, che aveva esordito con la maglia del Team Medellin in occasione di una gara dilettantistica, la Vuelta al Tolima, è stato registrato dall’UCI nel roster della squadra e potrà, quindi, partecipare anche a corse professionistiche. Il ventiseienne, vincitore di tappa alla Vuelta a Colombia 2017, ha alle spalle un’esperienza tra i professionisti con la Manzana Postobon e ha da poco finito di scontare una squalifica per doping (EPO) di tre anni.
Il corridore della settimana: Christofer Jurado
Panama ha solo 4 milioni di abitanti e non è mai stata una potenza degli sport. Ai Giochi Olimpici ha raccolto soltanto tre medaglie: due bronzi nel lontano 1948 e l'oro del saltatore in lungo Irving Saladino a Pechino 2008. Negli ultimi anni si sono visti interessanti progressi nello sport, culminati con la storica qualificazione ai Mondiali di calcio del 2018. Anche nel ciclismo c’è stata una crescita notevole: il paese si è affermato come uno dei riferimenti del panorama centroamericano e tre corridori hanno avuto modo di arrivare al professionismo. Yelko Gómez ha firmato con la Caja Rural nel 2012, arrivando anche a vincere una corsa professionistica in Europa (una tappa della Vuelta Castilla y Leon), e negli anni successivi Ramón Carretero e Roberto González hanno seguito le sue orme.
Pur non essendo mai arrivato al professionismo, Christofer Jurado è da anni uno dei simboli del ciclismo panamense e certamente non è stata una sorpresa vederlo vincitore sia della cronometro che della gara in linea dei Campionati Centroamericani. In passato si era già imposto in entrambe le gare, ma la doppietta nello stesso anno era riuscita solamente al guatemalteco Manuel Rodas nel 2011 e nel 2019. Aver centrato questo grande risultato nel proprio paese gli darà sicuramente grande morale in vista dei Campionati Panamericani, sempre in programma a Panama, in cui dovrà vedersela con corridori di nazioni di tradizione superiore come Colombia, Stati Uniti e Canada.
Il ventisettenne viene da una zona molto povera e iniziò ad andare in bici ad undici anni, gareggiando con gli amici per le strade della sua città con una mountain bike. A quattordici anni ricevette la sua prima bici da strada e, dopo l’incontro con l’ex ciclista locale Felicito Hidalgo, iniziò a correre seriamente. Fu notato da Emer Samudio, che decise di ingaggiarlo nella squadra giovanile che dirigeva, e i suoi risultati migliorarono esponenzialmente.
Nel 2012 il corridore panamense fece il suo esordio internazionale, disputando i Campionati Panamericani Junior, e l’anno successivo, grazie ai contatti di Samudio con Joseba Beloki e Joxean Matxin, si trasferì in Spagna per lanciare la propria carriera. In Europa si fece subito notare, vincendo una tappa e chiudendo al terzo posto, a soli 10” dal vincitore Cristián Rodríguez, la Vuelta al Besaya, e guadagnandosi la convocazione per i Campionati del Mondo Juniores di Firenze.
Nel 2014 si trasferì in Svizzera, per disputare la sua prima stagione da under 23 al Centre Mondial du Cyclisme dell’UCI. Restò nella struttura per tre stagioni, disputando corse di alto livello come il Giro della Valle d’Aosta Mont Blanc e il Tour de l’Avenir. I suoi risultati migliorarono costantemente e nel 2016 arrivarono anche le prime vittorie in Europa, anche se solo in gare dilettantistiche. Partecipò, inoltre, per la prima volta ai Campionati del Mondo under 23.
Nel 2017, per l’ultimo anno nella categoria, El Capitán del West (soprannome dovuto al fatto che Jurado proviene dalla parte occidentale di Panama) tornò in Spagna, alla Quick Step-Telcom. La stagione andò bene: conquistò alcune vittorie nel calendario iberico, il primo titolo nazionale e la medaglia di bronzo nella cronometro dei Giochi dell’America Centrale. Questi risultati non furono sufficienti a garantirgli il passaggio fra i professionisti, ma nel 2018 fece comunque il suo esordio nel mondo Continental con una squadra italiana, la Trevigiani Phonix-Hemus 1896.
Nell’annata trascorsa nel team diretto da Mirko Rossato confermò il titolo panamense, conquistò la medaglia d’argento nella prova in linea dei Giochi dell’America Centrale e dei Caraibi e si fece vedere in gare di categoria 1, ottenendo due top ten di tappa al Tour of China I e vincendo la maglia di miglior scalatore al Tour of China II. In una stagione positiva dal punto di vista dei risultati, il corridore panamense fu, suo malgrado, coinvolto in un brutto episodio. Alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali fu vittima di insulti razzisti da parte di un corridore italiano, la cui identità non è mai stata rivelata ufficialmente, e raccolse la solidarietà di tutto il mondo del ciclismo.
A causa della chiusura della Trevigiani, a fine anno Jurado si ritrovò a piedi e fu costretto a tornare in patria, con i dilettanti della Aeronaval-Mapiex. Nonostante il passo indietro, non si perse d’animo e cominciò bene la stagione, vincendo una tappa della Vuelta Independencia Nacional, la sua prima vittoria UCI in carriera al di fuori dei Campionati Nazionali. In seguitò conquistò la medaglia d’argento nella cronometro dei Campionati Centroamericani, si laureò campione nazionale delle prove contro il tempo e sfiorò il podio ai Giochi Panamericani sia a cronometro (quinto), che nella corsa in linea (quarto). Questi risultati convinsero i malesi della Terengganu TSG ad ingaggiarlo per il finale di stagione e lui ripagò la fiducia, chiudendo in sesta posizione il Tour of Quanzhou Bay e ottenendo due secondi posti di tappa al Tour de Selangor.
Confermato dal team anche per la stagione successiva, fece in tempo a disputare la Vuelta a San Juan e il Tour du Rwanda, prima che la pandemia bloccasse tutto. Al rientro, a fine anno, si laureò campione nazionale sia a cronometro che in linea, vinse due tappe alla Vuelta a Guatemala e si aggiudicò la medaglia d’oro nella prova contro il tempo dei Campionati Centroamericani.
Nel 2021 Christofer Jurado cambiò squadra, sposando il progetto della Panamá es Cultura y Valores, la prima formazione Continental del suo paese, diretta dal suo vecchio mentore Emer Samudio. La stagione fu ottima: si laureò campione nazionale a cronometro, vinse la sua prima corsa nello Europe Tour, il Germenica GP in Turchia, e si disimpegnò bene ai Campionati Centroamericani, conquistando la medaglia d’oro nella prova in linea e l’argento contro il tempo. La più grande soddisfazione dell’anno, però, non fu rappresentata da una vittoria: a Tokyo, infatti, divenne il primo ciclista panamense a partecipare ai Giochi Olimpici. A fine stagione prese parte per la prima volta ai Campionati del Mondo élite, disputando cronometro.
Nel 2022 non ha vissuto un’annata indimenticabile, rimanendo a secco di vittorie e accontentandosi delle medaglie di bronzo nelle cronometro dei Giochi Bolivariani e dei Campionati Centroamericani. Quest'anno, invece, sembra essere tornato ai livelli del 2021.
Forse il ventisettenne non riuscirà mai ad approdare tra i professionisti, ma, almeno nel suo paese, rimarrà sempre nella storia del ciclismo.
La squadra della settimana: GW Shimano-Sidermec
Alla fine del 2022, dopo ventisette anni di attività, Gianni Savio aveva liberato tutti i suoi corridori a causa delle inadempienze del main sponsor Drone Hopper. Il manager torinese ha dovuto rinunciare alla licenza Pro, ma aveva annunciato l’intenzione di proseguire nella categoria Continental se avesse trovato lo sponsor giusto per costruire una formazione di giovani, con il progetto di tornare fra i Pro nel 2024. Alla fine è riuscito nel suo intento, trovando in Luis Alfonso Cely, per anni al comando di Continental colombiane, l’alleato giusto e in GW Shimano, il più importante marchio di biciclette del paese sudamericano, il tanto atteso partner finanziario. Spostandosi in Colombia, Savio ha dovuto rinunciare a buona parte della colonia italiana e ad alcuni dei suoi collaboratori storici come Giovanni Ellena e Alessandro Spezialetti, ma ha potuto portare con sé alcuni sponsor, tra cui lo storico partner Sidermec con l'affezionatissimo Pino Buda.
La nuova GW Shimano-Sidermec è composta prevalentemente da corridori colombiani, ma, grazie al legame con l’Italia, ha in programma moltissime corse nel nostro paese. In occasione del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la formazione di Gianni Savio è stata la prima Continental a vincere una gara professionistica (categoria 1 o superiore) in Europa nel 2023.
Al momento sul sito UCI sono registrati quattordici corridori, il più noto dei quali è sicuramente Jhonatan Restrepo. Il ventottenne, con Savio dal 2020, ha alle spalle una lunga esperienza tra i professionisti, iniziata nel 2016, quando esordì nel WorldTour con la maglia della Katusha. La vittoria a Reggio Calabria è stata la sua nona a livello UCI, la prima in Europa dopo sei successi di tappa al Tour du Rwanda e due alla Vuelta al Tachira.
Un altro corridore con tanta esperienza ad alto livello è Miguel Flórez, tornato a correre con il manager piemontese dopo l’esperienza all’Androni Giocattoli nel biennio 2019-2020. Negli ultimi due anni ha corso con l’Arkéa-Samsic, ma i suoi risultati non sono stati particolarmente brillanti. In cerca di rilancio, ha scelto di tornare nella squadra con cui ha ottenuto la sua vittoria più importante, una tappa alla Vuelta San Juan 2020, in cui si tolse il lusso di staccare Remco Evenepoel.
Dopo aver corso nella Colombia Tierra de Atletas di Luis Alfonso Cely, Didier Merchan ha esordito lo scorso anno tra i professionisti con la Drone Hopper, vincendo subito una tappa della Vuelta al Tachira, poi chiusa sul podio finale. Alcuni problemi fisici gli hanno impedito di confermarsi nel prosieguo della stagione, ma quest’anno è partito bene, con il quarto posto nel campionato nazionale, in cui si è arreso soltanto a campioni affermati come Esteban Chaves, Daniel Martínez e Nairo Quintana.
Nel 2022 ha dovuto combattere contro problemi fisici anche Santiago Umba, corridore che Savio ha portato tra i professionisti a soli diciotto anni. Nel 2021 il giovane colombiano si dimostrò subito pronto, riuscendo a vincere sia al Tour Alsace che al Tour de Savoie Mont Blanc. Lo scorso anno non è riuscito a confermarsi e, sfortunatamente, i suoi acciacchi non sembrano ancora risolti, dato che non ha ancora disputato nessuna corsa nel 2023.
L’altro colombiano reduce dall’esperienza con la maglia della Drone Hopper è Brandon Rojas. Lo scorso anno è stato il miglior giovane della Vuelta al Tachira, ma nelle corse più importanti non è riuscito a lasciare il segno. Si tratta di un corridore di vent’anni, quindi ha tutto il tempo per crescere. Quest’anno ha corso poco per via di un infortunio al ginocchio, che al momento lo sta tenendo ai box.
Ci si aspetta moltissimo dal diciottenne Jonathan Guatibonza, protagonista della Vuelta al Tachira con un successo di tappa e un secondo posto in quello che era il suo primo giorno di corsa tra i grandi. In Europa deve ancora fare esperienza, ma la curiosità per vedere cosa potrà fare nei prossimi anni è tanta.
È molto atteso anche Germán Gómez, che negli ultimi anni si è imposto come uno dei migliori under 23 colombiani. Lo scorso anno ha chiuso sul podio due importanti classiche italiane come il Trofeo Piva e il Trofeo Città di San Vendemiano e quest’anno si è laureato campione nazionale a cronometro di categoria. Nella prova in linea dei Campionati del Mondo Junior 2019, il video che riprendeva uno sconsolato Gómez, in lacrime a bordo strada mentre aspettava invano la sua ammiraglia, divenne virale.
Un altro interessantissimo under 23 colombiano è Edgar Pinzon, che lo scorso anno, in maglia Colombia Tierra de Atletas, fu secondo in una delle più importanti classiche italiane di categoria, il Palio del Recioto, e riuscì anche a centrare un grande ottavo posto nella classifica finale di un Giro di Sicilia dominato dagli squadroni WorldTour. In questa stagione, per il momento, ha corso solo in Colombia.
A concludere la parte colombiana del team altri quattro giovani, ancora a caccia dei primi grandi risultati in carriera: Andrés Mancipe è quello con più esperienza internazionale, avendo corso molto in Europa lo scorso anno, ed è stato schierato dal team in tutte le corse professionistiche disputate dalla squadra nel 2023; Diego Pescador ha fatto lo stesso calendario, pur avendo solo diciotto anni, e ha già mostrato doti interessanti in salita; Jeferson Ruiz, che nel 2021 ha corso in Italia con la D’Amico-UM Tools, ha disputato solo la Vuelta al Tachira, mentre il diciottenne William Colorado è ancora in attesa di correre fuori dalla Colombia a livello élite, dopo i buoni risultati ottenuti lo scorso anno tra gli juniores.
Nella GW Shimano-Sidermec corrono anche due italiani: Alessandro Bisolti e Filippo Tagliani. Il primo, trentotto anni, ha esordito tra i professionisti nel 2007 ed è un fedelissimo di Savio. Anche se non centra la top ten dal 2019, è l’uomo d’esperienza che può dare tanto in un team così giovane. Il secondo, invece, è con Savio dal 2021 e non doveva far parte della squadra nei piani iniziali. È stato ingaggiato in extremis per sostituire Gabriele Benedetti, che ha deciso a febbraio di appendere la bicicletta al chiodo. Corridore abituato ad andare in fuga, il ventisettenne ha vinto la classifica dei traguardi volanti al Giro d’Italia 2022.
Anche altri due corridori dovrebbero far parte del team, ma al momento non risultano registrati sul sito UCI: Trym Holther e Alejandro Osorio. Il diciannovenne norvegese ha corso con la Drone Hopper lo scorso anno, senza particolari acuti, mentre il ventiquattrenne colombiano è arrivato tra i professionisti nel 2019 e lo scorso anno aveva fatto il suo esordio in una formazione WorldTour, la Bahrain-Victorious, prima di essere licenziato per violazioni del regolamento interno.
Nei piani della squadra l’obiettivo è quello di vivere una stagione di transizione in vista del ritorno tra i Pro nel 2024 e, se i giovani manterranno le attese, non ci sarebbe neanche bisogno di rinforzare troppo la squadra per ben figurare anche nella categoria superiore.