Professionisti

Trentin, quasi-podio e lode

24.09.2017 21:30

Le pagelle di Bergen 2017: Kristoff a centimetri dal sogno, nuovo podio per Matthews, Kwiatkowski evanescente


Peter Sagan - 10 e lode
Ha scritto la storia entrando nella leggenda del ciclismo. È lui infatti il primo corridore del mondo a vestire la maglia iridata per tre anni consecutivi. Da favorito numero uno, rimane al coperto per tutta la corsa facendosi vedere solo negli ultimi metri quando contava essere giocarsi il Mondiale. E pensare che la scorsa settimana non si era allenato per tre giorni a causa un problema fisico. Disputa una volata perfetta centrando la sua centounesima vittoria tra i professionisti che sicuramente è la più importante. Come importante è la dedica per Michele Scarponi. Campione in strada ma anche fuori.

Alexander Kristoff - 9
Al campionato europeo ha beffato al fotofinish Elia Viviani. Quest’oggi invece le parti si sono invertite, con la gioia più grande della sua vita, ovvero quella laurearsi campione del mondo nella sua terra, negatagli da Sagan. Voleva imitare lo slovacco, il quale nella passata stagione si è aggiudicato sia il campionato europeo che quello mondiale. Non ci è riuscito veramente per un soffio. Beffato in casa. Ma contro un Sagan così c’era poco da fare.

Michael Matthews - 8
Sulla linea d’arrivo sbatte un pugno sul manubrio, conscio del fatto di essere andato vicino a qualcosa di più che un terzo posto. Per molti una medaglia di bronzo vale moltissimo; per lui, già secondo a Richmond, invece non è il massimo. Amareggiato.

Gianni Moscon - 7.5
Non si hanno più parole per descrivere il trentino. Senza alcun dubbio è stato uno dei migliori in corsa cullando il sogno di poter vincere la maglia iridata. Cade nel corso del penultimo giro. Rientra in gruppo. All’ultimo passaggio su Salmon Hill risponde all’attacco di Julian Alaphilippe involandosi insieme al francese verso il traguardo. Solo nel tratto di pavè posto negli ultimi chilometri perde le ruote del corridore transalpino, venendo così ripreso dal gruppo. Il neo del suo Mondiale è la squalifica per traino prolungato dopo aver messo piede a terra. Non compare nell’ordine d’arrivo ma i segnali che lascia sono incoraggianti: il futuro dell’Italia nelle classiche è tutto suo. Un talento che si toglierà grandi soddisfazioni.

Matteo Trentin – 7.5
Il terzo gradino del podio era lì, ad un passo. O meglio, ad un colpo di reni. Il corridore di Borgo Valsugana corre con grande personalità rimanendo a ruota di Alexander Kristoff fino alla penultima curva quando perde la miglior posizione per disputare lo sprint. A caldo, dopo il traguardo, dice che è stato superato da dei kamikaze facendo capire che contro questi campioni era difficilissimo batterli in volata. Raccoglie comunque un quarto posto che gli dà grande fiducia per la prossima stagione nella quale sarà il capitano della Orica Scott nelle classiche.

Julien Vermote - 7
È stata la fotocopia dell’ultimo Tour de France. Si sciroppa più di 150 chilometri in testa al gruppo per controllare la fuga e solo una caduta all’inizio del quartultimo giro del circuito di Bergen lo mette fuori dai giochi. Instancabile come non mai.

Alberto Bettiol - 7
Alla sua prima partecipazione al mondiale dimostra di avere un grande carattere. Molto attivo nel finale a rispondere agli attacchi portati soprattutto da belgi e olandesi dando l’impressione di essere un veterano delle grandi classiche ed invece ha solo ventitré anni. Un’altra bella speranza azzurra per il futuro. Grintoso.

Daniele Bennati - 6.5
Oltre al compleanno in serata avrebbe voluto festeggiare una medaglia azzurra. Che non è arrivata per la nazionale diretta da Davide Cassani ma l’aretino ha svolto, come sempre, il suo lavoro per la causa italiana. Scorta le punte durante tutto il Mondiale e nell’ultimo giro chiude sul tentativo dello spagnolo Mas che si era avvantaggiato. Compleanno dolceamaro. Ma lui ha svolto il suo alla perfezione.

Alessandro De Marchi - 6.5
Pimpante in testa al gruppo da quando, a 83 km dalla conclusione, sono stati ripresi i dieci attaccanti di giornata. Entra nel tentativo che caratteristica l’ultima ora di corsa dando man forte davanti per fare in modo che nazionali come la Francia e la Polonia, non presenti in avanscoperta, debbano lavorare in gruppo. Paga l’azione di Tim Wellens a poco più di 30 km dalla conclusione venendo così ripreso dal gruppo. In ogni modo è sempre presente.

Ben Swift - 6.5
Una delle sorprese della top ten è il britannico. Autore di una stagione con più bassi che alti, raccoglie un ottimo quinto posto tenendo alta la bandiera della Gran Bretagna. La quale, senza Mark Cavendish, centra comunque un discreto piazzamento.

Julian Alaphilippe - 6
L’azione più importante del mondiale è messa in atto dal francese. L’errore che però commette negli ultimi chilometri è quello di lasciare sul posto Gianni Moscon invece di proseguire assieme all’azzurro. Difficile pensare che sarebbero potuti arrivare a giocarsi la maglia iridata anche se in due avrebbero avuto più chance. Ha sprecato un’ottima occasione per centrare il più bel risultato della sua carriera. Gamba ottima. Tattica da rivedere.

Tom Dumoulin - 5
Partiva con le aspettative per centrare la tripletta dopo la cronometro a squadre e quella individuale. Oggi torna, però, a casa a mani vuote. Prova nel corso del penultimo giro a rompere gli indugi ma la sua azione viene subito stoppata. Il segnale però che non fosse in giornata era evidente; altrimenti avrebbe potuto dare la stoccata decisiva un giro più avanti. Senza gas.

Philippe Gilbert - 4
Mondiale anonimo per una delle tante punte del Belgio. Corre nelle prime posizioni senza mai dare il colpo che tutti ci saremmo aspettati. Fenomenale in primavera, assente in questo finale di stagione. Non al top.

Greg Van Avermaet - 4
In una volata di una ventina di corridori si ferma ai piedi della top five. Avrebbe potuto provare un attacco nell’ultima tornata per scrollarsi di dosso gli uomini più pericolosi allo sprint. Pur provandoci, non è minimamente il migliore di giornata, non riuscendo a tenere Alaphilippe e Moscon. Giornata no.

Michael Kwiatkowski - 4
La Polonia ha lavorato egregiamente per il campione del mondo di Ponferrada ma lui non è mai stato protagonista. Dopo una stagione corsa a grandissimi livelli, sia per conquistare obiettivi personali sia per aiutare i propri capitani al Team Sky, non riesce a dir la sua. Disperso.
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