Le squadre 2020: EF Education First
Gli statunitensi migliorano di anno in anno: Urán e Higuita per le corse a tappe, Bettiol e Vanmarcke per il pavé, il solido Woods per le classiche. E per gli sprint arriva Halvorsen
La seconda stagione della EF Education First ha mostrato una netta crescita dall'anno precedente: si è passati dalle sole 6 vittorie del 2018 (e terz’ultimo posto nel ranking World Tour) alle 17 affermazioni del 2019, con la perla della Ronde van Vlaanderen di Alberto Bettiol. Rigoberto Urán può ancora dire la sua nei grandi giri ma in rampa di lancio c'è Sergio Higuita, che a soli 22 anni ha mostrato lampi di grande classe, senza dimenticare Daniel Felipe Martínez, di solo un anno più vecchio. Bettiol e Vanmarcke formeranno una valida coppia per il pavè, coadiuvati dal nuovo arrivo Keukeleire e dalla grande esperienza di Langeveld. Per Michael Woods sarà una stagione chiave in cui Mondiali e Olimpiadi sono perfetti per le sue caratteristiche. L'ingaggio di Kristoffer Halvorsen, grande promessa degli sprint, potrebbe rivelarsi un colpaccio.
ROSA
Sean Bennett (Usa, 1996), Alberto Bettiol (Ita, 1993), Stefan Bissegger (dal 1° agosto, Sui, 1998), Jonathan Caicedo (Ecu, 1993), Hugh Carthy (Gbr, 1994), Simon Clarke (Aus, 1986), Magnus Cort Nielsen (Dan, 1993), Lawson Craddock (Usa, 1992), Mitchell Docker (Aus, 1986), Ruben Guerreiro (Por, 1994), Kristoffer Halvorsen (Nor, 1996), Sergio Higuita (Col, 1997), Moreno Hofland (Ned, 1991), Alex Howes (Usa, 1988), Tanel Kangert (Est, 1987), Jens Keukeleire (Bel, 1988), Sebastian Langeveld (Ned, 1985), Daniel Martínez (Col, 1996), Lachlan Morton (Aus, 1992), Logan Owen (Usa, 1995), Neilson Powless (Usa, 1996), Jonas Rutsch (Ger, 1998), Thomas Scully (Nzl, 1990), Rigoberto Urán (Col, 1987), Julius van den Berg (Ned, 1996), Tejay van Garderen (Usa, 1988), Sep Vanmarcke (Bel, 1988), Luis Villalobos (Mex, 1998), James Whelan (Aus, 1996), Michael Woods (Can, 1986)
L’ANALISI
CORSE A TAPPE: Il punto di riferimento del team rimane ancora Rigoberto Urán, corridore ancora di ottimo livello anche se sembra non riuscire più a toccare quei picchi di prestazione ai quali ci aveva talvolta abituati. In questi anni la fortuna gli ha voltato spesso le spalle ed infatti ora si sta riprendendo dalla caduta della Vuelta a España, incidente gli chi poteva costare veramente caro, vista la perforazione di un polmone. Il team americano non è però a corto di talento: Sergio Higuita ha iniziato la stagione alla Fundación Euskadi ma ben presto è stato messo sotto contratto dalla EF, esordendo col botto al Tour of California, secondo solo a Pogačar. Higuita ha poi vinto una tappa alla Vuelta e chiuso la stagione con la top-5 a Giro dell'Emilia e Tre Valli Varesine, mostrando una propensione anche verso le classiche. Anche la terza punta è colombiana ed è Daniel Martínez, dal quale forse ci si aspettavano più miglioramenti ma l'annata appena conclusa è stata un po' travagliata a livello di infortuni, i quali non gli hanno permesso di arrivare in forma agli appuntamenti importanti. Rimarrà comunque la gioia della sua prima vittoria da professionista sul Col de Turini alla Paris-Nice. Hugh Carthy l'abbiamo imparato a conoscere ed è un atleta un po' particolare, che non sempre trova la forma giusta, ma quando la trova (vedi la seconda parte del Giro) è uno scalatore veramente di livello. Tanel Kangert, pur senza grandi guizzi, rimane un ciclista molto solido, sia per andare a caccia di tappe, sia per supportare i capitani in salita. Assieme a Carthy e Kangert, vedremo al Giro d'Italia anche Tejay van Garderen, autore di un exploit inaspettato al Delfinato (chiuso al secondo posto, complice anche un percorso non esaltante), al quale però non ha dato seguito. Dalla Jumbo Visma è arrivato Neilson Powless, interessante prospetto per le corse a tappe, che il team spererebbe di trasformare in uno dei big del ciclismo americano, in fase un po' calante negli ultimi anni. Chiudiamo con Tom Scully, sempre più a suo agio nelle prove contro il tempo delle corse a tappe e Jonathan Caicedo, che alla seconda stagione World Tour potrà dare il suo contributo.
VOLATE: L'innesto più importante è sicuramente Kristoffer Halvorsen, ex campione del mondo Under 23, passato professionista con tante aspettative ma probabilmente nella squadra sbagliata. Come sappiamo, il Team Ineos non è proprio il paradiso dei velocisti, essendo una squadra basata sulla conquista dei grandi giri. Il norvegese arriva dunque alla EF con tanta voglia di dimostrare le sue qualità e potrà farlo sulle strade del Giro d'Italia. Un altro nuovo arrivo è Magnus Cort Nielsen, che a dire il vero si sta allontanando sempre più dalle volate verso una dimensione di cacciatore di tappe. In rosa anche Moreno Hofland, il quale però sta faticando veramente tanto ad ottenere risultati negli sprint.
PAVÉ: Dopo il 7 aprile 2019, niente sarà più come prima per Alberto Bettiol. Conquistare la Ronde van Vlaanderen ti cambia indubbiamente la carriera e ti "costringe" ad essere sempre nel tabellino dei favoriti nelle corse delle pietre. Il toscano affronterà dunque una stagione molto impegnativa, soprattutto mentalmente perchè sarà chiamato a confermare il rendimento della prima parte di 2019, che è stato di livello eccelso. Chi, invece, insegue quel prestigioso successo da tanti anni è Sep Vanmarcke, che però si deve purtroppo accontentare di tanti piazzamenti e che si è consolato in settembre con la vittoria a Plouay. Chissà che il momento buono non arrivi proprio quando le luci dei riflettori saranno puntate su altri corridori. Dalla Lotto Soudal è arrivato un ottimo rinforzo come Jens Keukeleire, il quale nel biennio di militanza nella squadra belga non è riuscito a replicare l'ottimo secondo posto alla Gent-Wevelgem 2017; rimane comunque un atleta di buon livello e dotato anche di spunto veloce, il che non guasta mai. Altro ciclista di grande esperienza su questo tipo di terreno è senz'altro Sebastian Langeveld, capace anche di salire sul podio della Roubaix nel 2017. Julius van den Berg nella sua prima stagione da pro non ha mostrato particolari abilità sul pavè nonostante la vittoria alla Roubaix Espoirs nel 2018; è chiamato a farsi notare nel 2020. James Whelan, arrivato alla EF come detentore della Ronde van Vlaanderen Under 23, non ha in realtà corso sulle pietre nella stagione passata, da vedere se quest'anno il suo programma lo prevederà. Debutterà invece nei professionisti il tedesco Jonas Rutsch, vincitore della Gent-Wevelgem Under 23.
CLASSICHE: Michael Woods si è ormai imposto come uno dei migliori uomini per le classiche più dure e per coronare la carriera gli manca il successo di peso, che cercherà sulle Ardenne, ai Mondiali (già bronzo nel 2018) e a Tokyo 2020, su un percorso perfetto per lui. Più passano gli anni e più sembra migliorare Simon Clarke, in top 10 alla Sanremo e secondo all'Amstel, battuto nientepopodimeno che da Van der Poel. Dalla Katusha arriva Ruben Guerreiro, atleta di buone prospettive che ancora deve mostrare il suo pieno potenziale: nel 2019 è arrivato secondo di tappa alla Vuelta a España al Santuario del Acebo, dietro ad un incontenibile Sepp Kuss. Si è ormai stabilizzato su alti livelli di rendimento l'americano Lawson Craddock, sempre più a suo agio anche contro il tempo (sesto ai mondiali). Passerà professionista ufficialmente dal primo agosto Stefan Bissegger, uno dei migliori prospetti del panorama under: secondo ai mondiali di categoria dietro Battistella, vincitore di tappa all'Avenir, secondo alla Course de la Paix e medagliato europeo a cronometro; insomma, un corridore completo.