
Boonen difende Milan: «Meglio una testata di un pugno»
Tornado Tom interviene nella disputa sul comportamento di Milan nel finale della Brugge-De Panne, funestato da cadute in serie: «Il suo è l'atteggiamento più sicuro»
Continua a far discutere il caotico finale dell'edizione 2025 della Brugge-De Panne, funestato da una serie di cadute nei chilometri finali, con appena una manciata di corridori arrivati a giocarsi la vittoria finale allo sprint. Tra i temi oggetto di discussione, oltre a quello relativo all'opportunità di disegnare un finale planimetricamente così complicato e pericoloso, c'è anche il comportamento di Jonathan Milan, secondo sul traguardo di La Panne e pizzicato dalle telecamere a un chilometro e mezzo dall'arrivo, nel corso di un corpo a corpo con Alexander Kristoff, caduto poi poche centinaia di metri più avanti (per ragioni indipendenti dalla serie di contatti con il corridore della Lidl-Trek).

Kristoff cerca di difendere la propria posizione a ruota del proprio compagno di squadra e lo stesso fa Milan, in una dinamica abbastanza consueta nelle volate di gruppo, ma esasperata ieri dalla ferma volontà di tutti i corridori di mantenere le prime posizioni del gruppo. In tanti, sui social network e non solo, hanno chiesto il declassamento, se non la squalifica, di Milan, alla fine punito esclusivamente un cartellino giallo dalla giuria della corsa World Tour belga. Una decisione destinata a far discutere, anche in virtù del elevato livello di severità che le giurie hanno applicato in questa prima parte della stagione, riservando punizioni ben più dure a corridori protagonisti di comportamenti all'apparenza meno pericolosi.
Boonen è sicuro: «Il comportamento di Milan ha ridotto il rischio di cadute»
Per avere un'opinione autorevole su quanto accaduto, Sporza ha contattato il campione del mondo 2005 Tom Boonen, che ha preso senza indugio le difese di Milan: «Prima di colpire Kristoff con una testata, Milan ha preso tre colpi dal norvegese. Se fossero rimasti appoggiati ancora un po', senza che nessuno dei due lasciasse passare l'avversario, uno dei due sarebbe stato costretto a frenare, cosa che avrebbe facilmente provocato una caduta di gruppo».
Secondo Boonen, che di volate indubbiamente se ne intende, in situazioni come quella di mercoledì, il comportamento del velocista della Lidl-Trek è semplicemente il più sicuro: «Quello che ha fatto Milan è stato essere chiaro, niente di più, niente di meno. A volte non puoi proprio farne a meno: l'incertezza è la prima causa di cadute». Anche sulle modalità utilizzate dal 24enne corridore friulano, Tommeke ha pochi dubbi: «Molto meglio una testata di un pugno o di una spinta: nel primo caso, si abbassa la testa, ma le mani rimangono ferme sul manubrio e il controllo del mezzo non è compromesso, mentre nel secondo è molto più facile sbandare e provocare una brutta caduta».
Milan si lamenta del finale: «Con tutti quegli ostacoli, impossibile non cadere»
Dal canto proprio, subito dopo l'arrivo Jonathan Milan si è lamentato, così come diversi altri colleghi, della pericolosità del finale della Brugge-De Panne: «Con tutte le strettoie, le chicane e gli ostacoli presenti nel finale, tutti i corridori volevano stare nelle prime posizioni del gruppo. Penso che avere un passaggio da tre corsie a una sola, seguito da una svolta a destra e poi da una chicane, tutto all'interno dell'ultimo chilometro, sia troppo pericoloso. Con un percorso del genere, è impossibile che non avvengano cadute, specie in una corsa sulla carta per velocisti, ma in cui manca lo spazio per una volata pulita».