Ewan, come timbrare un cartellino
Seconda affermazione per Caleb al Giro 2021, a Termoli precede Cimolai e Merlier; nei 10 anche Moschetti, Pasqualon e Fiorelli. Tutto invariato in classifica con Valter in maglia rosa
Se c'era un corridore su cui il finale di Termoli pareva cucito addosso, era Caleb Ewan: uno che gli strappetti brevi vicini all'arrivo se li beve come una limonata, trovandoci anche l'ispirazione per sprintare più forte di tutti. E quindi il finale di questa frazione interlocutoria del Giro 2021 è già scritto: ha vinto Caleb Ewan. Una volata che non ha lasciato il minimo dubbio, del resto l'australiano è stato ben condotto negli ultimi chilometri dai suoi Lotto Soudal; sicché centra il secondo successo in questa corsa rosa dopo quello di Cattolica, quinto in totale, nonché ulteriore tonico galvanizzante nell'ottica dell'obiettivo di vincere tappe in tutti e tre i GT di quest'anno. Se continua ad andare così, nulla gli è precluso.
Tappe come quella di oggi, la settima del Giro d'Italia 2021, Notaresco-Termoli di 181 km, sono il sogno dell'estensore della cronaca: succede poco e niente, si pedalicchia tranquilli fino alla volata finale e poi tutti in hotel ad aspettare l'indomani. La frazione purtroppo è partita con una brutta notizia, il forfait di Domenico Pozzovivo: il lucano della Qhubeka Assos è caduto nelle fasi iniziali della tappa di ieri, poi l'ha portata a termine con sofferenza, ma stamattina ha deciso di non riprendere il via.
Tanto per chiarire il concetto di giornata tranquilla, la fuga è partita allo sparo, con i soliti noti Simon Pellaud (Androni-Sidermec) e Umberto Marengo (Bardiani-CSF) ad animarla, oggi insieme al britannico Mark Christian della Eolo-Kometa: rappresentate le tre Professional italiane, come da prammatica. In un attimo il vantaggio dei tre è schizzato a 5'10", poi non sarebbe più stato così consistente. Pellaud e Marengo hanno messo in cascina chilometri utili per la classifica delle fughe (dominata sin qui dall'elvetico, seguito proprio dal 28enne piemontese), poi Simon già che c'era si è pure vinto il Gpm di Chieti al km 62 (inattaccabile per il momento la maglia azzurra di Gino Mäder), mentre è stato Marengo a primeggiare al traguardo volante a punti di Crecchio (km 93); qui abbiamo assistito alla mossa di Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), che col fido Daniel Oss si è mosso per andare a prendersi il quarto posto: la lotta per la ciclamino passa anche da questi dettagli minimali in primo piano.
Il corridore della Bardiani è transitato per primo pure al traguardo volante con abbuoni di Fossacesia Marina (km 125), provando se non altro ad avvicinare Pellaud che sta dominando la classifica dei TV (oltre che quella della combattività). Nel frattempo il margine sul gruppo era sceso a 1'30", dietro tiravano con regolarità i team dei velocisti più attesi all'arrivo di Termoli.
Uno dei principali sussulti della giornata è stato dato da Tim Merlier che ai -35 si è fermato un attimo per fare la cacca, del resto come diceva Renato Pozzetto "Natale quando arriva arriva"; nessun problema comunque per il velocista della Alpecin-Fenix, che rapidamente ha poi ripreso il proprio posto in gruppo. I tre fuggitivi sono stati raggiunti a 17 km dalla fine; per fortuna si è arrivati ai 3 km senza problemi di cadute, con la Jumbo-Visma che nel frangente ha badato a gestire le cose in testa al gruppo (in favore di Dylan Groenewegen), per poi lasciare strada alla Cofidis, Solutions Crédits che ha portato Elia Viviani nelle prime posizioni ai piedi dello strappetto dei 1700 metri.
Qui sono stati i Lotto Soudal a dettare i tempi, ma ai 1400 metri è partito Vincenzo Albanese (Eolo) e Daniel Oss (Bora-Hansgrohe) si è curato di barnarne le polveri, salvo poi azzardare un controallungo agli 800 metri. Ma il gruppo era lì, con tutti i velocisti pronti a scatenarsi sul rettilineo finale. Fernando Gaviria (UAE-Emirates) ha giocato la carta dell'anticipo lungo ai 500 metri, ma Caleb Ewan (Lotto) non ha dormito e l'ha raggiunto con quattro pedalate prima di lanciare il vero e proprio sprint ai 100 metri.
Il folletto australiano è stato irraggiungibile per chiunque, a partire da Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation) che saggiamente aveva preso la ruota proprio di Caleb: ma di superare il velocista della Lotto non c'era proprio verso. Resta per Cimo un altro bel secondo posto dopo quello di Canale, ci è andato proprio vicino a trovare un successo da dedicare all'erede in arrivo proprio in questi giorni. Al terzo posto si è accomodato Merlier, davanti a Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty), Gaviria, Groenewegen, Max Kanter (DSM), Filippo Fiorelli (Bardiani) e Juan Sebastián Molano (UAE). Subito fuori dai 10 Fabio Felline (Astana-Premier Tech), Giacomo Nizzolo (Qhubeka Assos), Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), Peter Sagan (Bora) ed Elia Viviani. Sagan in particolare ha avuto un contatto con Pasqualon ai 250 metri e, trovatosi stretto alla transenna, ha dovuto smettere di pedalare.
La classifica resta invariata, Attila Valter (Groupama-FDJ) è in rosa con 11" su Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step), 16" su Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 24" su Aleksandr Vlasov (Astana-Premier Tech), 25" su Louis Vervaeke (Alpecin), 38" su Hugh Carthy (EF Education-Nippo), 39" su Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), 41" su Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 47" su Dan Martin (Israel Start-Up Nation) e 49" su Simon Yates (BikeExchange).
Domani l'ottava tappa rimetterà terreno più che mosso sotto le ruote del gruppo: la Foggia-Guardia Sanframondi, oltre a essere la più meridionale del Giro 2021, proporrà nei suoi 170 km un po' di saliscendi tra Puglia, Molise e Campania, con la lunga (15 km) scalata alla Bocca della Selva con Gpm ai -50, e un arrivo sempre in ascesa anche se non tremenda (5 km all'insù il tratto finale). Spazio magari a qualche classicomane, anche se per gli uomini di classifica ci sarà comunque da fare attenzione.