Wout van Aert vince la Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2024 © Visma-Lease a Bike
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Wout van Aert, 90 km di imperialismo per vincere la Kuurne-Bruxelles-Kuurne

Il RollingStone di Herentals in una delle sue giornate devastanti: lungo attacco con Tim Wellens e Oier Lazkano e vittoria nello sprint a tre di una corsa che ancora mancava al suo palmarès

25.02.2024 17:15

Quando vince Wout van Aert è sempre una bella giornata per il ciclismo. Ciò non avviene spessissimo, “solo” 5 volte l'anno scorso (con la piccola perla della E3 a brillare particolarmente), e soprattutto non avviene nelle corse che i tifosi del RollingStone di Herentals vorrebbero accadesse: il Fiandre, la Roubaix, il Mondiale, cosette così.

Ogni stagione però è quella buona perché Wout rilanci le proprie ambizioni, le proprie mire sulle più belle Classiche Monumento, lui che nella categoria vanta una Sanremo, mentre il rivale a cui tutti stiamo pensando ha già portato a casa due Fiandre, una Roubaix, una Classicissima (per non parlare dell'ultimo Mondiale).

Questa, di stagione, è particolarmente intrigante per l'ormai 29enne della Visma-Lease a Bike, perché per la prima volta il ragazzo non farà il Tour ma il Giro, e questo significa una parola sola: libertà. Maggiore libertà per organizzarsi come vuole lui, senza l'incarico pesante e pressante di devastare la Grande Boucle a furia di trenate e attacchi: un elemento che, volente o nolente, ne ha condizionato gli anni migliori della carriera, spesi a cercare un superpicco di forma in occasione dell'appuntamento francese, appuntamento nel quale il nostro ha dovuto (voluto) anche lavorare a fondo sulle montagne.

Non sappiamo cosa riserverà il 2024 a Van Aert, se a livello di preparazione ci saranno effettivamente differenze profonde rispetto al solito. Quel che è certo è che la stagione non gli parte malaccio, è già alla seconda affermazione (la prima, una tappa in Algarve), in particolare aggiungendo oggi al personale palmarès un successo che ancora gli mancava: nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne non c'è stata proprio partita, la superiorità di Wout è stata netta e il primo posto di oggi unito al terzo di ieri nella Omloop Het Nieuwsblad è per lui un ottimo modo di festeggiare il weekend di apertura fiammingo. Il divertimento, per lui ma anche per noi che guardiamo, è appena cominciato!

Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2024, la cronaca della corsa

Wout van Aert mette alla frusta Tim Wellens e Oier Lazkano © Visma-Lease a Bike
Wout van Aert mette alla frusta Tim Wellens e Oier Lazkano © Visma-Lease a Bike

196.4 km per la Kuurne-Bruxelles-Kuurne 2024, 76esima edizione per la veloce classica che - con la Omloop Het Nieuwsblad disputata ieri - compone il dittico d'apertura della stagione belga su strada. Nonostante svariati tentativi, la fuga di fatto non è mai esistita: il massimo tentativo della prima parte di gara, animato da Dries de Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale), Luca Mozzato (Arkéa-B&B Hotels), Fran Miholjevic (Bahrain-Victorious), Jasper de Buyst (Lotto Dstny) e Luke Rowe (INEOS Grenadiers), è durato dai -100 ai -93.

Dopodiché, sul muro di Le Bourliquet, la Visma-Lease a Bike ha deciso che c'era stata sin lì troppa libertà, e che la corsa andava ammazzata. Sicché, dando la stura al tutto con una trenata di Dylan van Baarle, ha in breve selezionato un drappello buono, composto da una quindicina di unità. Oltre ai V-LaB (con Van Baarle c'erano Matteo Jorgenson, Christophe Laporte e ovviamente Wout van Aert), i nomi più in vista del gruppetto erano Julian Alaphilippe (Soudal-Quick Step), Tim Wellens (UAE Emirates) e Biniam Girmay (Intermarché-Wanty).

Sul successivo muro di Mont Saint-Laurent, è stato direttamente Wout a produrre un forcing a cui hanno resistito solo Wellens, Oier Lazkano (Movistar) e Laurence Pithie (Groupama-FDJ), vincitore un mese fa della Cadel Evans Great Ocean Road Race. È financo inutile elencare la composizione dei gruppetti che via via si disperdevano dietro ai primi: l'inerzia della corsa è stata immediatamente chiara, e sebbene mancassero 88 km alla fine, si è capito che difficilmente qualcuno sarebbe rientrato sui battistrada.

Mohoric imbastisce un tentativo di reazione

Matej Mohoric (Bahrain), in ogni caso, ha pensato che valesse la pena provarci, sicché ai -77 è partito dal secondo drappello, portandosi dietro Matteo Jorgenson. Contrariamente a quanto ci potessimo aspettare, lo statunitense ha collaborato con Mr Moho, forse perché i ds Visma pensavano convenisse avere una superiorità numerica davanti, e ancor più convenisse avere un paio di locomotive in più in vista di un possibile ritorno del gruppone nel finale della corsa (alla KBK non si verifica di rado un simile scenario). Tanto il favorito sarebbe stato comunque Van Aert, nettamente più veloce di tutti quelli presenti nel vivo della corsa.

Sia come sia, le previsioni tattiche non hanno potuto avere controprova, semplicemente perché i primi sono stati irraggiungibili. E nemmeno tutti: ai -69 Pithie ha perso infatti contatto sulla Côte de Trieu, ed è stato poi raggiunto da Mohoric-Jorgenson ai -56. In quel momento il secondo terzetto aveva quasi 2' di ritardo dal primo, e il gap si sarebbe abbondantemente ampliato.

Van Aert non ha risparmiato neanche una pedalata, continuando a guadagnare a dismisura mentre alle spalle del secondo terzetto si conglomerava il famoso gruppone, che però quando si è compattato intorno ai -25 aveva da recuperare sin troppo sui primi, che a questo punto erano praticamente in banca col loro podio. Il massimo che ha potuto fare il peloton è stato riprendere Mohoric, Jorgenson e Pithie, appena a 2.5 km dalla fine.

Nessuna sorpresa nel finale: per Van Aert 46esima da pro'

In quel momento il ritardo degli inseguitori ammontava a 2'30" e lì davanti erano già cominciate le grandi manovre, con Wellens che ai -4 aveva provato a evadere alla chetichella su una rotonda, prendendola a sinistra mentre gli altri due la prendevano a destra. Van Aert non si è fatto infinocchiare e ha chiuso sul connazionale, cosa che a Lazkano è costata fatica.

Lo spagnolo ha avuto ancora l'orgoglio di accennare un contropiede agli 800 metri, ma di nuovo Wout si è riportato sotto, tenendosi la seconda ruota e da lì partendo ai 100 metri per vincere la sua brava corsa. Lazkano è subito scoppiato, Wellens invece ha provato a contendere fino alla fine il successo a WVA, ma non c'è stato verso: troppo superiore Van Aert in questo sprint, e 46esima vittoria da professionista messa in tasca.

Il gruppo, arrivato a 1'23" (oltre un minuto recuperato negli ultimi due chilometri e mezzo!), ha visto Christophe Laporte piazzarsi al quarto posto davanti a Nils Eekhoff (DSM-Firmenich PostNL) ed Emilien Jeannière (TotalEnergies). All'ultima curva peraltro una caduta ha spezzato di nuovo il plotone, tra i coinvolti nel capitombolo Alexander Kristoff (Uno-X Mobility).

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!