Professionisti

Volta Limburg, che DeLiezia questo ragazzo!

02.04.2022 17:51

Vittoria della Lotto-Soudal in Olanda, Arnaud timbra ancora. Seconda piazza per Stefano Oldani, completa il podio Vliegen; sugli scudi anche Dumoulin, Fiorelli e Gilbert


Primo anno da professionista e già tre vittorie ad inizio aprile. Il ruolino di marcia di Arnaud De Lie in questo 2022 fa brillare gli occhi alla sua squadra, la Lotto Soudal (la quale ha un gran bisogno di punti per restare nel WorldTour nel prossimo triennio) e a tutti gli spettatori. Il belga classe 2002 si è fatto notare nei primi mesi della stagione non solo per le punte di velocità raggiunte allo sprint, ma anche per la caparbietà con la quale ha superato momenti complicati nella preparazione dello sprint, basti pensare alla Brugge-De Panne conclusa in top ten dopo che la caduta di Ackermann lo aveva fatto sprofondare nella pancia del gruppo, e alla tenacia con cui si è tuffato spalla a spalla contro i più navigati e sgamati velocisti del plotone senza alcun timore reverenziale. L’unica cosa che gli era mancata, sino ad oggi almeno, era la resistenza a strappi e côte già ampiamente dimostrata tra under 23 e juniores, quando ricordava per caratteristiche tecniche quel Jasper Philipsen a sua volta specializzatosi negli sprint una volta approdato al piano di sopra (anche se la tendenza ora è inversa e Jasper sta diventando un fattore anche nelle corse delle pietre). Con la prestazione odierna si può dire che sia stato compiuto un ulteriore passo nella crescita di De Lie.

I 195km della Volta Limburg Classic, pieni zeppi di berg e muri neerlandesi, sono la preparazione ideale per l’Amstel Gold Race che si terrà fra una settimana, corsa caratterizzata da una miriade di strappi brevi e intensi, alcuni dei quali, Gulpenberg e Bemelerberg su tutti, presenti anche oggi. Data la collocazione in calendario però, la corsa odierna che si snoda attorno ad Eijsden rappresenta un gustoso antipasto di ciò che si vivrà sulle strade fiamminghe tra meno di 24 ore: il Giro delle Fiandre. Temperature rigide e sparute nevicate comprese. La giornata si apre con sei uomini in fuga: Stijn Appel (Á Bloc CT), Elmar Reinders (Riwal Cycling Team), Oscar Onley (Development Team DSM), Roel van Sintmaartensdijk (Volkerwessels Cycling Team), Arne Peters (Allinq Continental CyclingTeam) e Maxime Chevalier (B&B Hotels-KTM). Per loro vantaggio massimo di poco superiore ai 2 minuti, ma il tentativo viene sempre tenuto sotto controllo da Jumbo-Visma per Tom Dumoulin e Alpecin-Fenix per Dries De Bondt.

Ai -78 termina la loro azione e poco più tardi, iniziati gli scatti e gli allunghi, escono dal gruppo Jimmy Janssens (Alpecin) e Mathias Bregnhøj (Riwal). Il seguente passaggio cruciale è il Gulpenberg (0.4 km al 11.5%) ai -47, dove parte con decisione Dumoulin, seguito da Rick Pluimers e Pascal Eenkhoorn (Jumbo), Andreas Kron e Arnaud De Lie (Lotto Soudal), Stefano Oldani (Alpecin) e un’altra decina di atleti. Questi riprendono immediatamente Kevin Van Melsen (Intermarché-Wanty-Gobert), il quale aveva tentato in precedenza di anticipare le mosse dei favoriti; grande assente nel gruppo dei migliori De Bondt, mentre fa notizia la presenza di De Lie, giovanissimo e resistente sprint belga che tra i professionisti non aveva ancora messo in luce questa tenacia su pendenze importanti.

Ai -40 il grosso del plotone rientra sui primi inseguitori (sempre distanti una trentina di secondi da Janssens e Bregnhøj). Thomas De Gendt (Lotto) impone un ritmo elevato cercando di favorire Kron, De Lie e Philippe Gilbert, il quale in questo 2022 ha scelto di concentrare le proprie energie sulle classiche delle Ardenne, saltando dunque Fiandre e Roubaix. Ai -37 viene neutralizzato l’attacco di Janssens e Bregnhøj e ripartono gli scatti, tutti superflui. Il Crindaal (1.4 km al 5.6%), sestultimo muro di giornata ai -29, spezza l’equilibrio; Gijs Leemreize (Jumbo) parte sulla sinistra, De Gendt si sposta e lascia a Kron il compito di rispondere. Il danese si riporta senza problemi su Leemreize, ma concede il fianco al contrattacco di Oldani. Il lombardo fa il vuoto, ma nel tratto in leggera discesa che precede il Mheerelindje (0.7 km al 5.9%) il gruppo, allungatissimo in questa fase, lo riassorbe.

Dumoulin attacca sul terzultimo strappo di giornata usando Gilbert come punto di riferimento (Philippe ci aveva provato in un tratto interlocutorio) e riesce a fare il vuoto insieme a De Lie, autore di una prova straordinaria, Oldani, Loïc Vliegen (Intermarché), Jacob Eriksson (Riwal) e Kamiel Bonneu (Sport Vlaanderen-Baloise). Lo svedese Eriksson e Vliegen approfittano di un momento d’incertezza per allungare sui compagni d’avanscoperta, ma prima degli ultimi 10 chilometri il sestetto si ricompone. Alle loro spalle, distanti ormai 30”, i corridori rimasti tagliati fuori dall’azione decisiva cercano senza successo di organizzare l’inseguimento sotto l’occhio vigile di un cospicuo numero di corridori della Lotto a copertura di De Lie. Proprio il 2002 belga è l’osservato speciale davanti e sta agli altri cinque trovare un modo di staccarlo prima dello sprint finale. La foratura di Dumoulin a circa 3 km dalla linea d’arrivo riserva un finale anti climatico alla corsa. Il neerlandese sceglie di tirare per ottenere un piazzamento e facilita in tal modo il compito di De Lie, apparso comunque in totale controllo della situazione.

Gli ultimi 500 metri in pavé vengono presi di petto da Oldani, Vliegen e De Lie, le spallate non mancano e nemmeno le polemiche. Arnaud prende con in testa con aggressività l’ultima curva a 200 metri dalla fine e vince la volata per distacco. Oldani si deve accontentare di un buon secondo posto dopo un mese complicato, Vliegen completa il podio e battibecca per la deviazione finale dell'italiano. Quarto Eriksson, quinto Bonneu e sesto lo sfortunato Dumoulin, il quale prima di iniziare il Giro d’Italia correrà anche l’amata Amstel Gold Race. Filippo Fiorelli (Bardiani CSF Faizané) regola gli inseguitori giunti a 1’00”; completano la top ten De Bondt, il fuggitivo della prima ora Reinders e Bart Lemmen (VolkerWessels). Undicesimo Gilbert, non ancora al livello dei migliori sulle pendenze in doppia cifra.
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