La Firenze di Bartali e la Cesenatico di Pantani: perché il Tour de France parte dall'Italia
L'omaggio della Grande Boucle alle terre dei campioni italiani a 100 dalla prima vittoria azzurra, firmata da Ottavio Bottecchia
Il Tour de France 2024 ha eletto come città della sua Grande Partenza Firenze, e ha programmato di percorrere le prime tre tappe della corsa e l'inizio della quarta interamente sul suolo italiano (fatta eccezione per un breve sconfinamento nella repubblica di San Marino nella prima tappa). Le prime tre frazioni saranno infatti la Firenze-Rimini, la Cesenatico-Bologna e la Piacenza-Torino, mentre la quarta tappa partirà da Pinerolo per arrivare a Valloire (sarebbe previsto anche un passaggio sul Galibier, ma le recenti nevicate stanno facendo ipotizzare un cambio di percorso). È la prima volta che questo accade, come anche per la prima volta la conclusone della Grande Boucle non sarà a Parigi ma a Nizza, per non sovraccaricare la Ville Lumière, già in fermento per le imminenti Olimpiadi.
Perché il Tour parte dall'Italia: i ritorni economici
Per ventisei volte il Tour de France ha scelto come località di partenza una città estera (vedi elenco in calce): la prima, settant'anni fa, fu Amsterdam nel 1954. Questa scelta ovviamente porta in sé ragioni di convenienza: ogni anno centinaia di città si offrono di ospitare la partenza del Tour (per il 2026 ad esempio è già decisa la partenza da Barcellona) e per farlo sono disposte a investire grandi cifre, delle quali beneficia ovviamente l'organizzatore ASO (Amaury Sport Organisation, che oltre al Tour organizza una molteplicità di altri eventi, ciclistici e non solo).
La sola Firenze ha dovuto staccare un assegno di più di 1,5 milioni di euro ad ASO, e con tutte le spese necessarie le uscite raggiungeranno i due milioni. Naturalmente a fronte della spesa è previsto un ritorno economico: la sola regione Toscana calcola un aumento immediato di 20,7 milioni del proprio prodotto interno lordo (indagine del Centro studi turistici di Firenze con Irpet), a cui si aggiungono i ritorni di visibilità su scala mondiale, dovuti ad almeno un centinaio di emittenti che trasmettono la corsa in tutto il mondo. Anche l'Emilia-Romagna ha speso tra i 5 e i 10 milioni per essere protagonista della Grande Partenza del Tour, con ritorni attesi nell'ordine dei 100 milioni.
L'idea iniziale infatti era quella di far partire il Tour de France da Bologna: a promuovere questo progetto era stato l'ex commissario tecnico della nazionale Davide Cassani, che, come ci ha raccontato nella prima puntata di Riunione Tecnica, rilevando la difficoltà della sola regione Emilia-Romagna a sobbarcarsi l'impegno, ha provato con successo a coinvolgere anche Firenze, la Toscana e il Piemonte. Da notare come l'iniziativa sia stata gestita interamente dalle regioni, mentre il governo centrale sia rimasto completamente estraneo al progetto.
Bottecchia, Bartali, Coppi, Pantani: l'omaggio ai campioni italiani
Se il ritorno economico può già di per sé essere una spiegazione valida del perché il Tour de France parte dall'Italia, bisogna aggiungere che la scelta delle date e dei luoghi non è stata per nulla casuale: quest'anno infatti ricorre il centenario della prima vittoria italiana al Tour de France di Ottavio Bottecchia, il friulano capace di vincere due edizioni della Grande Boucle tra il 1924 e il 1925, la prima delle quali indossando primo nella storia, la maglia gialla dalla prima all'ultima tappa. Già l'anno prima, nel 1923, Bottecchia sembrò in grado di vincere la corsa, ma la malaugurata scelta di prendere un caffè sospetto sul Tourmalet gli costò la vittoria: fu comunque il primo italiano della storia a salire sul podio.
La sua morte avvenne in circostanze sospette, dopo che il 3 giugno 1927 fu rinvenuto agonizzante con una frattura al cranio e alla clavicola lungo una strada tra Cornino e Peonis: l'ipotesi più plausibile era quella di una caduta, forse dovuta a un malore, anche se anni dopo emersero altre testimonianze. Una, più vaga, di un contadino che descrisse un alterco con un ciclista; una seconda, ancora più tardi, fu quella di un prete che lo sosteneva vittima di un agguato squadrista (Bottecchia, nonostante avesse accettato nel 1923 di sottoscrivere la tessera del partito fascista, era stato un militante socialista); una terza parla di un omicidio voluto dalla malavita per un giro di scommesse. (Per chi fosse interessato, la sua storia è raccontata estesamente in questo podcast).
Il Tour però non passerà dai luoghi di Bottecchia, ma omaggerà comunque altri campioni italiani noti per aver vinto il Tour de France: la Firenze di Gino Bartali (vincitore di due Tour de France di cui ricorrono i 110 anni dalla nascita) e Gastone Nencini, la Cesenatico di Marco Pantani, di cui ricorrono i vent'anni dalla morte, che è stato l'ultimo, nel 1998, a realizzare la doppietta Giro d'Italia-Tour de France, e infine il Piemonte di Fausto Coppi, il primo in assoluto a realizzare la stessa doppietta nel 1949: 75 anni dopo il vincitore del Giro d'Italia, Tadej Pogačar, si presenta al via da Firenze con l'obiettivo di essere l'ottavo uomo nella storia a ripetere l'impresa.
Tour de France, l'elenco delle partenze all'estero
1954: Amsterdam (Paesi Bassi)
1958: Bruxelles (Belgio)
1965: Colonia (Germania Ovest)
1973: Scheveningen (Paesi Bassi)
1975: Charleroi (Belgio)
1978: Leiden (Paesi Bassi)
1980: Francoforte (Germania Ovest)
1982: Basilea (Svizzera)
1987: Berlino Ovest (Germania Ovest)
1989: Luxembourg City (Lussemburgo)
1992: San Sebastián (Spagna)
1996: ‘s-Hertogenbosch (Paesi Bassi)
1998: Dublino (Irlanda)
2002: Città di Lussemburgo (Lussemburgo)
2004: Liegi (Belgio)
2007: Londra (Regno Unito)
2009: Monaco (Monaco)
2010: Rotterdam (Paesi Bassi)
2012: Liegi (Belgio)
2014: Leeds (Regno Unito)
2015: Utrecht (Paesi Bassi)
2017: Düsseldorf (Germania)
2019: Bruxelles (Belgio)
2022: Copenhagen (Danimarca)
2023: Bilbao (Spagna)
2024: Firenze (Italia)
2026: Barcellona (Spagna)