Mark Cavendish si laurea campione del mondo a Copenhagen 2011
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Mark Cavendish si ritira. Il 2023 sarà l'ultimo anno di Cannonball da professionista

Il velocista britannico, campione del mondo a Copenhagen nel 2011, ha annunciato il proprio ritiro durante il secondo giorno di riposo del Giro d'italia. Al prossimo Tour de France, potrà battere il record delle 34 vittorie di tappa di Eddy Merckx

11 ottobre 2020. Al termine di una Gand-Wevelgem chiusa in 74esima posizione, un Mark Cavendish in lacrime afferma, ai microfoni dei giornalisti presenti, che quella appena conclusa potrebbe essere stata la sua ultima corsa da professionista. È un Mark provato quello che parla, annichilito da una stagione, la prima e ultima in maglia Bahrain-McLaren, in cui non è riuscito a centrare nemmeno un piazzamento nei primi dieci; una stagione che in tutto, ma proprio in tutto, lasciava presagire che per il fuoriclasse capace di conquistare 146 vittorie tra i professionisti, tra una Milano-Sanremo, il mondiale di Copenhagen e 30 successi di tappa al Tour de France, non ci fosse più spazio in gruppo. Quella stagione si concluse, in realtà, dieci giorni più tardi, con le comparsate a Scheldeprijs, Giro delle Fiandre e Brugge-De Panne, ma la carriera del mannese era ben lungi dall'essere finita. Di lì a breve, infatti, arrivò la chiamata di Patrick Lefevere e l’occasione di correre nella Deceuninck-QuickStep, squadra che, negli anni precedenti, aveva portato tante ruote veloci a rendere al massimo delle proprie possibilità.

Figurarsi se l’impresa, o meglio il miracolo, non potesse accadere anche con il più forte velocista di quest’epoca, forse di sempre: dal Giro di Turchia in poi, Cannonball tornò a rendere ragione al proprio soprannome, riuscendo addirittura nell’impresa di centrare quattro vittorie di tappa al Tour de France (con maglia verde inclusa) e di raggiungere Eddy Merckx a quota 34, quella di un record che prima di Mark pareva intoccabile, irraggiungibile. Nella stagione successiva, dopo la conquista del titolo nazionale, arrivarono la delusione della mancata chiamata al Tour de France, il divorzio dalla QuickStep e le nuove difficoltà a trovare una squadra che desse a Cavendish la possibilità di mettersi per l’ultima volta in gioco e di tentare l’impresa di cancellare uno degli innumerevoli record ancora detenuti dal Cannibale. Decisive furono, all’alba del 2023, le vicissitudini di Miguel Angel Lopez e dell’Astana che, dopo aver licenziato il corridore più quotato della propria compagine, trovò proprio in Cavendish una valida alternativa – con caratteristiche totalmente diverse, è ovvio – su cui puntare.

Fino a qui, la stagione di Cavendish è stata avara di soddisfazioni, ma è evidente che l’appuntamento cerchiato in rosso nel calendario del fresco 38enne di Douglas sia la prossima Grande Boucle. L’ultima a cui Cannonball parteciperà, perché oggi, all’indomani del compleanno, il Missile di Man ha annunciato che questa sarà la sua ultima stagione. L’annuncio è arrivato durante la conferenza convocata a Coccaglio, l’unica in presenza tra quelle previste per il secondo e ultimo giorno di riposo di questo Giro. «Il ciclismo è stato la mia vita per più di 25 anni, un vero e proprio sogno», ha detto Cav, con a fianco la moglie Peta e i quattro figli avuti dalla coppia. Tutto si può dire di Mark, personaggio spesso chiacchierato per il suo modo di correre e il suo carattere, a tratti impulsivo, tranne che non abbia amato visceralmente lo sport di cui ha fatto non solo la propria professione, ma una vera e propria ragione di vita; tanto da non riuscire a immaginarsi un futuro troppo lontano da esso: «Amo questo sport molto più di quanto possiate anche solo immaginare», ha suggerito Cavendish ai cronisti presenti.

«La bicicletta mi ha dato la possibilità di vedere il mondo e di conoscere persone fantastiche, molte della quali sono orgoglioso di poter chiamare amiche», ha aggiunto il mannese, che non ha ancora scelto quale sarà la sua ultima corsa, ma che punta a godersi ogni chilometro che gli resta da pedalare, con l’ovvio obiettivo di scrivere la storia, ancora una volta, al prossimo Tour de France, il 14o a cui prenderà parte. «Quando capisci che non potrà essere per sempre, è più facile godersi ogni sensazione che questo sport sa regalarti», ha spiegato Cavendish, aggiungendo di aver amato (nonostante le cadute e la pioggia) ogni chilometro percorso a questo Giro, tanto da ritenerlo l’occasione perfetta per annunciare il proprio ritiro. «Oggi Casper (il terzo dei suoi figli, ndr) compie 5 anni e per fortuna è una giornata di riposo, cosa che mi permette di passarla insieme a lui e alla mia famiglia».

«Penso sia importante poter essere presente, d'ora in poi, a ogni compleanno di mia moglie e dei miei figli, come vederli ai saggi scolastici e durante le competizioni sportive a cui prendono parte. Per me è importante avere la possibilità di allenarmi con loro senza la paura di infortunarmi o di ammalarmi», ha aggiunto ancora papà Mark, che dal prossimo ottobre si dedicherà a tempo pieno a questa carriera, tutt’altro che semplice. Prima, però, ci saranno un Giro da concludere e un Tour in cui regalarsi e regalarci l’ultima emozione di una carriera eccezionale. Una carriera che, per fortuna, non si è conclusa mestamente al termine di un’anonima Gand-Wevelgem, ma da vincente. Un privilegio, che Cav si è pienamente guadagnato e meritato.

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Nonostante tutto, il ciclismo è la mia unica passione.