Van Aert infuriato, Vingegaard all'indice: Jumbo-Visma in pieno psicodramma
La vittoria di Victor Lafay al Tour de France è una liberazione per la Cofidis, ma fa notizia il muso lungo di Wout dopo l'ennesimo secondo posto: Jonas sul banco degli imputati. Tadej Pogacar ammette: "Ho dolore al polso ma le cose migliorano"
Ecco le dichiarazioni rilasciate nel post-gara da alcuni dei protagonisti della seconda tappa del Tour de France 2023. Un dopotappa davvero concitato per qualcuno, in particolare per la Jumbo-Visma che ha visto Wout van Aert piazzarsi al secondo posto a San Sebastián, beffato da Victor Lafay e non aiutato al 100% dai compagni di squadra a chiudere sul francese.
In particolare, sul banco degli imputati finisce Jonas Vingegaard, che ha negato il proprio ausilio alla causa comune, guardandosi bene dal contribuire alle trenate che avrebbero potuto permettere al suo compagno di sprintare per la vittoria anziché solo per la piazza d'onore. E Wout non ha mancato di notare quanto sopra, data la rabbia che le cronache riportano dalla città basca: stando a Velo.OutsideOnline, Van Aert avrebbe sbattuto la portiera dell'ammiraglia dopo esserci salito a fine tappa, ma la cosa non si è esaurita lì: si parla anche della bici scagliata via pesantemente una volta che il RollingStone di Herentals è salito sul bus del team, e di un urlo lanciato dopo essersi allontanato da tifosi e giornalisti.
Che il clima nella formazione giallonera non fosse dei più sereni si era intuito da diversi giorni, e che la figura di Wout van Aert fosse in qualche modo problematica lo si è potuto capire nel momento in cui il fuoriclasse fiammingo ha annunciato di essere pronto ad abbandonare il Tour nel momento in cui dovesse nascergli il secondo figlio nelle tre settimane di Boucle.
In particolare, il finale della tappa di oggi ha posto Van Aert nella condizione frustrante di non poter davvero lottare per se stesso, perché lui avrebbe pure potuto spingere a tutta per chiudere su Lafay, ma si sarebbe a quel punto esposto alla vittoria di Tadej Pogacar allo sprint, e questo avrebbe significato altri secondi di abbuono per lo sloveno ai danni di Vingegaard, scenario che naturalmente in casa Jumbo nessuno voleva.
A mezza bocca, in ogni caso, anche lo stesso direttore sportivo Frans Maassen ha dovuto ammettere: “Avremmo dovuto muoverci diversamente. Col senno di poi, Jonas avrebbe potuto fare qualcosa nel finale; ma un attacco di Lafay all'ultimo chilometro non l'avevamo messo in conto, e in ogni caso non siamo alla PlayStation”.
Victor Lafay, vincitore di tappa a San Sebastián: “Veramente folle quello che è successo oggi”
“Non ho più pensato a nulla quando ero al massimo dello sforzo, pensavo solo di passare la linea d'arrivo, veramente folle ciò che è successo. Oggi il finale è stato affrontato a un ritmo incredibile, non mi sentivo benissimo a un certo punto, ero davvero al limite. Ieri ero esausto al traguardo, ma oggi ho resistito, alla fine avevo un piano, mi sono detto di partire all'ultimo chilometro e di non fare più calcoli. Ho visto la linea d'arrivo, ho visto i watt calare un po' nel finale, ma ci ho creduto fino all'ultimo. Sapevo che potevo solo provare ad anticipare e così è successo, sono riuscito a resistere alla Jumbo-Visma e ho visto che Wout non poteva tirare da solo, è per questo che ho vinto. Che la Cofidis non vincesse al Tour dal 2008 è una cosa di cui sentivo parlare da quando sono arrivato cinque anni fa, e sono felice di aver liberato la squadra da questo peso”.
Wilco Kelderman: “Vingegaard avrebbe potuto fare la differenza nel finale”
“Ho lavorato tanto, ma poi è mancato un uomo. Ci restava ancora un po' di spazio, bastava un uomo che chiudesse: se alcuni attaccano a ripetizione, puoi chiudere due volte, ma poi hai ancora bisogno di qualcuno per colmare l'ultima lacuna. È difficile da dire se potesse essere Vingegaard l'uomo in questione, non puoi prevedere tutto. Certo oggi avrebbe potuto fare la differenza e avremmo avuto questa vittoria in tasca, ma noi siamo qui per Jonas".
Cédric Vasseur, team manager Cofidis: “Una liberazione, Victor abbagliante”
“È una liberazione, abbiamo lavorato molto per questo obiettivo. Ieri abbiamo visto che Victor era in una forma eccezionale, oggi aveva un appuntamento con il destino. Quando arrivi sotto la flamme rouge, devi essere convinto di potercela fare. Victor mi ha sorpreso oggi, è stato abbagliante, imprevedibile, è un inizio di Tour fantastico per noi".
Adam Yates: “Se Tadej mi avesse tolto la maglia sarebbe andata bene lo stesso”
“Tappa molto frenetica, abbiamo controllato il gruppo per tutto il giorno, perché nessuno voleva aiutarci. Sullo Jaizkibel volevamo portare Tadej allo sprint per il bonus, e ha ottenuto il maggior numero di secondi possibili, quindi tutto sommato è andato bene. Se Tadej avesse vinto la tappa, mi avrebbe superato in classifica, ma finché avessimo tenuto la maglia gialla nella squadra, sarebbe stato buono. Non è facile difendere questa maglia, i prossimi due giorni sono più facili sulla carta, eppure questo è il Tour de France è ogni giorno è durissimo e super tecnico. Vedremo cosa succede”.
Tadej Pogacar: “Il polso mi fa un po' male ma la situazione migliora di giorno in giorno”
“Il piano era puntare sui secondi di abbuono e vincere la tappa. Non abbiamo vinto, ma è comunque stata una buona giornata – a parte la caduta di Matteo Trentin – che spero stia bene. Ora mi aspetto che ce la caveremo più facilmente i prossimi due giorni, siamo in una situazione perfetta in questo momento. Dopo la tappa di ieri, quello che dovevamo fare oggi era abbastanza chiaro: difendere la maglia e prendere qualche secondo in più sui nostri rivali. Il mio polso ora è un po' dolorante dopo tutto lo sprint di oggi, ma ogni giorno va meglio. La tappa era un po' accidentata e tecnica, con molti dossi, curve e buche. Anche se ora fa un po' male, va meglio ogni giorno, quindi nessun problema".
Neilson Powless: “Cavagna e Boasson Hagen si sono staccati troppo presto. Innamorato dei pois”
"Quando la strada ha cominciato a bagnarsi, abbiamo cominciato a sperare fosse possibile arrivare al traguardo, ma sfortunatamente ho perso Rémi (Cavagna) ed Edvald (Boasson Hagen) troppo presto. Se fossimo stati insieme fino allo Jaizkibel forse sarebbe stato possibile arrivare, ma eravamo tutti al limite. Per la maglia a pois, ho ancora un vantaggio ridotto: se manco un fuga in montagna, sarà persa, e siamo ancora molto lontani da raggiungere Parigi. È molto bello essere in testa e sono già innamorato di questa maglia a pois, vediamo per quanto tempo posso indossarla".