Il settore di Grusson © Umberto Bettarini
Cicloturismo

Parigi-Roubaix Challenge: alcuni consigli cicloturistici per pedalare nell’Inferno del Nord

In bici percorrendo i 30 settori di pavé che caratterizzarono la Monumento francese, fino all’arrivo nel velodromo: un viaggio tra mito e leggenda alla scoperta della corsa più iconica del ciclismo moderno

10.04.2025 15:52

Pedalare sulle pietre della Parigi-Roubaix è un’esperienza affascinante. Sui quei 30 settori di pavé che caratterizzano la Monumento francese, infatti, si è fatta la storia del ciclismo: tra attacchi, cadute e imprese d’altri tempi. Un’area sperduta nel nord della Francia, con un meteo spesso inclemente, caratterizzata da stradine strette, continue curve e i famigerati settori di pavé, vecchie strade contadine che oggi vengono preservate e curate per garantire ogni anno lo spettacolo della Parigi-Roubaix. Tutto questo è l’Inferno del Nord! Eppure, nonostante un appellativo tanto altisonante, per un cicloamatore pedalare a queste latitudini può essere un’impresa meno dura di quanto si pensi. In queste zone, infatti, il dislivello è inesistente e con le giuste precauzioni nell’affrontare il pavé e la corretta pianificazione, l’esperienza può rivelarsi molto piacevole. 

Un’area rurale con pochi centri urbani e servizi

Nonostante stiamo parlando di zone che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale, rispetto alle vicine Fiandre, i servizi per i cicloturisti sono molto meno sviluppati. Siamo, infatti, nel mezzo della campagna francese, in un’area poco urbanizzata e spesso sferzata dal vento gelido del Nord. A queste latitudini non deve stupire che sia possibile pedalare per diversi chilometri prima di incontrare una cittadina con un bar, mentre ancora più complesso è trovare negozi di biciclette pronti ad ovviare tempestivamente a piccoli problemi meccanici. Da questo punto di vista, perciò, prima di partire è bene organizzarsi con tutto l’occorrente per affrontare il percorso, contando il meno possibile su forme di assistenza esterna. Appena fuori dal percorso della Roubaix, sono comunque presenti delle grandi città come la stessa Roubaix, Lilla e Valenciennes dove è possibile soggiornare o acquistare eventuali ricambi e altro materiale tecnico.

La pioggia tra i settori di pavé © Umberto Bettarini
La pioggia tra i settori di pavé © Umberto Bettarini

Alcune proposte di Itinerario partendo da Valenciennes

Tra le tre città appena menzionate, Valenciennes è forse il luogo migliore da cui pianificare il proprio itinerario, in quanto è posta a circa metà del percorso. Da questa città, infatti, è possibile partire per un giro ad anello di 244 km comprendente tutti e 30 i settori di pavé: un tracciato che po' essere ridotto a 190 km se una volta giunti a Roubaix si opta per un rientro in treno. Tuttavia, per chi vuole affrontare questa sfida con più calma, è anche possibile suddividere il proprio itinerario su due giornate, percorrendo nella prima tappa la parte di percorso che si snoda a sud di Valenciennes, prendendo così confidenza con le pietre, per poi spostarsi a nord il giorno successivo e affrontare i settori più iconici e giungere nel velodromo di Roubaix. In ogni caso, data la distanza, è consigliabile affrontare questo itinerario tra maggio e luglio sfruttando le giornate più lunghe e un clima generalmente meno piovoso.

La Parigi-Roubaix Challenge

Un modo per ovviare ai problemi logistici descritti in precedenza e vivere un’esperienza collettiva insieme a migliaia di altri amanti delle due ruote, godendo del clima che si respira durante la “Settimana Santa del ciclismo”, è quello di partecipare alla Parigi-Roubaix Challenge che si svolge ogni anno il sabato precedente alla Monumento maschile, quest’anno il 12 aprile. Si tratta di un evento cicloturistico non competitivo, con strade aperte al traffico motorizzato, che offre l'opportunità di pedalare sullo stesso percorso della gara professionistica. Il percorso principale misura 170 km, con tutti e 30 settori di pavé affrontati dai professionisti, tra cui i leggendari Foresta d’Arenberg, Mons-en-Pévèle e Carrefour de l’Arbre. Sono previsti anche due percorsi alternativi: uno medio di 145 km con 19 settori e uno corto di 70 km con 8 settori. La partenza per il tracciato lungo è a Busigny tra le 7 e le 7.45, mentre le altre due opzioni partono da Roubaix tra le 7 e le 11, in base alla distanza. La manifestazione non è cronometrata, ma è fondamentale rispettare i cancelli orari intermedi per non essere deviati su percorsi alternativi. L’arrivo è nello storico velodromo di Roubaix, dove ai finsher sarà riservato il classico giro d’onore nello storico anello in cemento. Per raggiungere la partenza di Busigny, l’organizzazione mette a disposizione un servizio navetta da Roubaix. È consigliato partire il prima possibile per arrivare al traguardo entro le 16, prima della chiusura strade per la Paris-Roubaix femminile, che si svolge lo stesso giorno su 148,5 km e 17 settori in pavé.

I percorsi della Parigi-Roubaix Challenge © Pars-Roubaix Challenge
I percorsi della Parigi-Roubaix Challenge © Paris-Roubaix Challenge

La Foresta di Arenberg e gli altri settori di pavé

È inutile girarci intorno, i settori della Roubaix non sono certo un pranzo di gala. Pietre appuntite, schiene d’asino spesso molto pronunciate, buche e tante curve difficili da interpretare. Se ci si mette pure la pioggia il coefficiente di difficoltà cresce esponenzialmente. Tuttavia, pedalare in solitaria su queste strade, senza la foga che caratterizza la gara dei professionisti e senza le difficoltà connesse allo stare in gruppo, permette di scegliere la migliore traiettoria e rende questa esperienza fattibile anche a chi non ha delle capacità tecniche particolari. Inoltre, nulla vieta di affrontare il percorso con una gravel con una sezione di gomme molto generosa, riducendo così i problemi di scivolamento. 

Tuttavia, se questo discorso si applica per la gran parte dei settori di pavé, quello della Foresta di Arenberg, la vera e propria porta dell’Inferno del Nord – fa storia a sé. Se affrontato in un periodo dell’anno lontano dalla Monumento di aprile, infatti, l’erba alta che cresce in questo settore rende il terreno scivolosissimo e impedisce di vedere le voragini che si creano tra una pietra e l’altra. In questo contesto, tuttavia, una pista ciclo pedonale in asfalto che corre parallela alle pietre della Foresta, rappresenta un’ottima via d’uscita per evitare probabili forature e il rischio di cadute, consentendo a tutti di proseguire senza intoppi la propria pedalata nella storia del ciclismo. 

'erba che avvolge la Foresta di Arenberg © Umberto Bettarini
L'erba che avvolge la Foresta di Arenberg © Umberto Bettarini
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Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica