
Pogacar alla Roubaix, tutto rimandato all'anno prossimo?
Gianetti molto chiaro dopo la caduta alla Strade Bianche: «ho spiegato di nuovo a Tadej che c’è tempo per cimentarsi nell’Inferno del Nord»
È passato un mese – giorno più, giorno meno – dalla “bravata” di Tadej Pogacar, accompagnato dal compagno di squadra Tim Wellens in una vera e propria ricognizione di alcuni tratti in pavè della Parigi-Roubaix, Foresta di Arenberg compresa, a favore di telecamera e di social. Allora la UAE Emirates - XRG si era affrettata a sottolineare che no, l’Inferno del Nord non rientrava nel programma di corse del proprio fuoriclasse, non per questa stagione almeno. Una posizione decisamente alleggerita, tanto che negli ultimi giorni si erano succedute voci circa un sostanziale incremento delle possibilità di vedere lo sloveno al via di Compiègne; fino a ieri, quando Pogačar, con una scivolata tanto dolorosa quanto evitabile, ha rischiato di compromettere la vittoria della Strade Bianche e tutta la prima parte della stagione.
Gianetti: «Per la Parigi-Roubaix c’è tempo...»
Interpellato sul tema nel dopo gara, il Mauro Gianetti è stato a dir poco risoluto: «La Parigi-Roubaix può essere una corsa molto pericolosa», ha dichiarato il direttore generale della squadra emiratina alla Gazzetta dello Sport; «ho spiegato di nuovo a Tadej che c’è tempo per cimentarsi nell’Inferno del Nord e che è meglio aspettare e non partecipare già quest’anno». È proprio il caso di dirlo: queste parole sembrerebbero una vera e propria pietra sulle ambizioni di Pogačar, almeno per quest’anno.
Di sicuro, servono a chiarire definitivamente alcuni aspetti della vicenda: 1) che Pogačar vuole fortemente partecipare alla Parigi-Roubaix già da quest’anno, e che questa volontà non è nata ieri, ma ha radici più profonde; 2) che la squadra non ha accolto favorevolmente questo desiderio del proprio corridore di punta, convinta di aver già concesso abbastanza, permettendogli di inserire nel proprio calendario Harelbeke, Gand-Wevelgem e Giro delle Fiandre; 3) che il lavoro diplomatico di Alex Carera, agente dello sloveno, per far cambiare idea alla squadra ha dato i frutti sperati, visto che la UAE Emirates - XRG è passata dal negare che la Parigi-Roubaix facesse parte del programma di corse di Pogacar ad ammettere, per bocca del proprio general manager, che è un tema di cui corridore e squadra hanno discusso più volte (anche ieri dopo l’arrivo?), partendo da posizioni opposte.

Cosa è cambiato con la caduta alla Strade Bianche?
Posizioni che, nelle ultime settimane, si erano francamente avvicinate: da una parte Pogačar aveva aperto alla possibilità di escludere dai propri impegni almeno una tra E3 e Gand-Wevelgem, dall’altra la squadra che aveva dato la propria disponibilità a ridiscutere la faccenda dopo Strade Bianche e Milano-Sanremo, con una sorta di promessa: se tutto fosse andato per il meglio, Pogačar avrebbe avuto via libera anche per la Roubaix. È evidente che un episodio come quello di ieri – peraltro evitabilissimo, vista la netta superiorità di Pogačar rispetto ai suoi avversari – abbia cambiato le carte in tavola, mettendo la dirigenza emiratina in una posizione, diciamo così, di forza rispetto allo sloveno.
Ma perché Gianetti & Co. sono così ostinati nel loro no alla Roubaix? Dopo tutto, Pogačar aveva già ricevuto l’ok per partecipare a tre corse sul pavè. Le insidie nascoste nelle pietre del nordest della Francia, però, sono considerate assai maggiori e molto più difficili da controllare e prevedere, anche per un fuoriclasse assoluto come lo sloveno. Il ricordo dell’infortunio alla Liegi-Bastogne-Liegi di due anni fa, costato a Pogacar la possibilità di competere al 100% per il Tour de France, è ancora troppo fresco e la Grande Boucle è l’obiettivo numero uno, per distacco, della proprietà del sodalizio mediorientale. Dovessimo immaginare un messaggio recapitato dalla proprietà al proprio corridore, sarebbe più o meno così: “Ok Tadej, sei la stella polare del nostro progetto e siamo più che disponibili ad accontentare quasi tutti i tuoi desideri, ma il Tour non va messo a rischio”; e la Parigi-Roubaix è considerato un rischio troppo alto da correre, almeno per ora.
Tutto finito, dunque? No, perché l’impegno di prendere una decisione definitiva dopo la Milano-Sanremo verrà mantenuto ma, se venerdì le probabilità di vedere Pogacar al via della Parigi-Roubaix sembravano superiori, e non di poco, a quelle di non vederlo, adesso le percentuali si sono avvicinate, se non addirittura ribaltate.