Roglic compra casa sul San Luca
Primoz conquista il Giro dell'Emilia, prima classica nel palmarès. Sul colle bolognese aveva vinto la tappa d'apertura del Giro. Podio Woods-Higuita, sesto Ulissi. Tra le donne Vollering su Longo Borghini
Magari gli intitoleranno un pezzetto di porticato, o metteranno il suo nome in una nuova iscrizione sull'Arco del Meloncello, fatto sta che con quanto realizzato oggi al Giro dell'Emilia numero 102 Primoz Roglic assurge a buon diritto al titolo di Grand'Ufficiale della Salita di San Luca. Nessuno prima di lui aveva infatti vinto per ben due volte nello stesso anno in cima al celebre colle bolognese. Non spesso capita in effetti che tale scalata sia presente anche al Giro d'Italia, ma quest'anno lo era, anzi era proprio lo scenario d'apertura della corsa rosa, e lì lo sloveno assestò il primo colpo di maglio di un percorso tra i GT che si è dipanato tra il terzo posto in Italia e il successo alla Vuelta a España.
Un 2019 che per Primoz resterà indimenticabile, punteggiato da vittorie su vittorie, in gran parte pregiate, che possiamo anche riepilogare agilmente: primo all'UAE Tour (e un successo di tappa + la cronosquadre), primo alla Tirreno, primo al Romandia (ben tre vittorie parziali!), terzo al Giro con le due crono messe in saccoccia (tra cui quella citata su, al San Luca), primo alla Vuelta, anche qui con successo a crono d'ordinanza.
In tutto ciò mancava una perla in linea, in un'area d'azione in cui Roglic non è stato sin qui troppo efficace: già quest'anno le uniche prestazioni non eccelse sono venute proprio nelle pochissime gare di un giorno disputate, quarto al campionato nazionale in linea, dodicesimo al Mondiale a cronometro, ritirato al Mondiale in linea (dopo una buona fuga iniziale); in generale in carriera lo sloveno non ha proprio risultati in queste competizioni, vantando giusto un titolo nazionale a cronometro (2016) e un'imprescindibile Croatia-Slovenia del già lontanissimo 2014.
Ma oggi che ha assaggiato la gioia dello one-shot-one-kill magari qualcosa gli cambia, a livello di mentalità: e potrà decidere di volercisi dedicare di più, in futuro, alle classiche. Un Giro dell'Emilia come pietra di fondazione di questa eventuale sezione bis del suo palmarès è un viatico coi fiocchi, volendo. E volando, come Roglic continua a fare, perché non si fermerà certo qui, ci sono altre corsettine carine su cui allungare le mani, nei prossimi giorni.
La fuga insistita di Mosca, la grinta di Ciccone
La fuga del giorno ha visto coinvolti tre corridori al Giro dell'Emilia 2019, tutti e tre italiani: Umberto Orsini (Bardiani-CSF), Davide Ballerini (Astana) e Jacopo Mosca (Trek-Segafredo). Il gruppo li ha visti partire al km 4 e poi se ne è totalmente disinteressato per un'oretta, lasciando che raggiungessero un vantaggio massimo di 11'25" al km 35, e che mantenessero per un po' un simile margine. Poi la Jumbo-Visma (che ci vedeva lontano), la Movistar (al servizio del Valverde de-iridizzato) e in un secondo momento anche la Ineos hanno collaborato a ridurre il gap dai primi. Piccolo inciso: queste tre squadre schieravano i tre vincitori dei GT stagionali, con Richard Carapaz destinato a restare anonimo, Egan Bernal pronto per un buon piazzamento, e Primoz Roglic della cui giornata sapete già tutto.
Il terzetto ha proceduto unito fino al primo passaggio sul San Luca, a 38 km dalla fine: lì Orsini ha mostrato per primo la corda, poi Mosca ha piazzato uno scatto e anche a Ballerini s'è spenta la luce. In quel momento il gruppo era a meno di tre minuti di ritardo, ma la tendenza prevedeva un rapido riassorbimento per il battistrada e i suoi ex compagni d'azione.
Nel plotone Diego Rosa (Ineos) ha detto "ma siamo a ottobre? Quasi quasi mi riattivo", ed è scattato, apparendo corridore diverso da quello (non) visto nel resto della stagione. Incredibile quanto sia autunnale questo ragazzo. Sul piemontese si sono portati in discesa un reattivo Diego Ulissi (UAE Emirates), un battagliero Giulio Ciccone (Trek), una coppia Jumbo con Antwan Tolhoek e Sepp Kuss, il temibile Hugh Carthy (EF Education First) e Tsgabu Grmay (Mitchelton-Scott). Un buon collettivo, ma il gruppo era lì dietro, a venti secondi massimo.
Sul secondo San Luca (-28) prima Ballerini e poi Orsini sono stati raggiunti dai corridori intercalati tra Mosca e il gruppo; i quali a loro volta sono stati ripresi dal plotone, nel quale si apprezzava l'attivismo di Alejandro Valverde (Movistar) e Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida); a scattare è stato però Pierre Roger Latour (AG2R La Mondiale), e Ciccone, ancora lui, si è messo a tampinarlo.
La nuova coppia è stata lì in mezzo per tutto un giro, 20" sul gruppo (sempre più sottile), Mosca sempre più vicino, poi al terzo San Luca le posizioni si sono rimescolate, perché Jacopo ha smesso di averne ed è stato ripreso, e nel frattempo sono stati praticamente raggiunti anche Ciccone e Latour, ma l'abruzzese ancora non ci stava e ha voluto piazzare un altro allungo, proprio mentre da dietro rinvenivano.
Lotta tra vincitori di grandi giri: Bernal vs. Roglic
Latour, ormai affezionato alla compagnia di Giulio, si è nuovamente accodato all'italiano della Trek, e i due si son fatti un altro giretto insieme; Tolhoek ha provato a inseguirli in discesa, ma meglio di lui si è comportato Simone Velasco (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), che ha superato l'olandese ed è rimasto per quasi tutta la tornata alle costole dei due al comando. Nulla di che, il gruppo avrebbe nuovamente raggiunto tutti sul successivo San Luca, quarto passaggio, a circa 10 km dal termine.
È stato Egan Bernal (Ineos) a fare una sparata dopo la Curva delle Orfanelle, con Jakob Fuglsang (Astana) a ruota e poi anche Nibali e Primoz Roglic (Jumbo); ripresi nell'occasione i due al comando della corsa, un sempre più indomito Ciccone ha provato un nuovo ri-allungo, ma stavolta le gambe gli hanno detto basta. Nello stesso frangente, con Fuglsang in forcing, Nibali ha evidenziato il primo momento di defaillance della giornata.
In prima linea, con Fuglsang a tutta, Roglic, Valverde, Bernal, Ulissi, Latour e Michael Woods (EF). Allo scollinamento sono rientrati anche Nibali e Ciccone, poi in discesa - dopo un breve tentativo di Valverde su una contropendenza - si son rifatti sotto altri uomini, e tra questi - consapevoli di non avere la forza degli altri sul San Luca, sono partiti in contropiede Gianluca Brambilla (Trek) e Rudy Molard (Groupama-FDJ), seguiti poi da Ulissi; a 4.5 km dalla fine sono arrivati anche Esteban Chaves (Mitchelton) e Sergio Higuita (EF), ma i 15" che il quintetto è riuscito a mettere insieme non sarebbero serviti a respingere il ritorno dei più forti sull'ultima scalata al colle.
Rosa ha dato un'altra sgrossata al gruppetto (e stavolta Nibali ha salutato definitivamente) e i cinque (tra i quali Ulissi cercava di rilanciare) sono stati rimessi nel mirino già prima della Curva delle Orfanelle. Bauke Mollema (Trek) è rientrato in quel momento sul drappello dei big e subito ha proposto un contropiede, mancavano 1300 metri alla conclusione; l'olandese non è andato lontano, meglio si è mosso Woods subito dopo e a chiudere su di lui sono arrivati Roglic con Bernal e Valverde a ruota. Questi erano i nomi.
Il colpo di grazia di Primoz; tra le donne successo per Vollering
Ormai l'accelerazione di Roglic era nell'aria, e puntuale è arrivata alla flamme rouge dell'ultimo chilometro. Woods ha provato a restare appiccicato allo sloveno, ma quello aveva altri progetti e ha dato una seconda botta ai 900 metri, più profonda della prima, e stavolta è rimasto solo. Il tratto durissimo era più o meno alle spalle, si trattava di mulinare forte fino alla fine ma già sulla progressione era parso chiaro che Primoz sarebbe arrivato da solo al traguardo.
Così è stato, il capitano della Jumbo-Visma è andato a prendersi il meritato successo, mentre Woods veniva raggiunto dal compagno Higuita e insieme i due avrebbero tagliato il traguardo, Michael davanti a Sergio, a 14" dal vincitore; giù dal podio Mollema e Valverde a 16", a 20" ha chiuso Ulissi, a 23" ecco Latour e Fuglsang, a 27" Bernal, a 31" Brambilla a chiudere la top ten. 12esimo posto per Ciccone, 16esimo per Rosa, 23esimo per Nibali (preceduto di una posizione dal corregionale Pierpaolo Ficara della Amore&Vita-Prodir).
In precedenza si era conclusa la prova femminile, giunta alla sesta edizione e conquistata oggi dalla forte olandese Demi Vollering (già protagonista ai Mondiali con l'azione che aveva stroncato il gruppo a 100 km dalla fine, prima dell'attacco di Van Vleuten). L'atleta della Parkhotel Valkenburg ha marcato stretta Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), la quale ha provato a sprintare partendo ai 250 metri ma non è riuscita a scrollarsi di dosso l'avversaria, che poi l'ha bruciata in dirittura d'arrivo. Terzo posto per Nikola Noskova (Bigla) a 6", quarto per la campionessa uscente Rasa Leleivyte (Aromitalia Vaiano), quinto per Liane Lippert (Sunweb), sesto per Soraya Paladin (Alé Cipollini), tutte a 13".
Domani il GS Emilia di Adriano Amici replica con il GP Beghelli, 199 km in quel di Monteveglio, tratto in linea all'inizio e poi il classico circuito intorno al paesino bolognese con la classica salita dello Zappolino da ripetere 10 volte, l'ultima a 10 km dal traguardo. L'anno scorso vi si impose Bauke Mollema.