Professionisti

Kittel 100 all'ora (e 10 al quadrato)

02.07.2017 17:21

Tour de France, a Liegi sprint caotico vinto dal tedesco. Battuti Démare e Greipel, sesto Colbrelli


Anche i protagonisti lo ammettono: «La prima volata di una grande corsa, specialmente del Tour, è la più complicata di tutte». E così è stato anche oggi: un ultimo km senza alcuna formazione capace di imporre il proprio ritmo e corridori quasi sparpagliati a determinare chi ha la miglior punta di velocità. E a prevalere è stato uno capace, quest'anno, di vincere una corsa sia a gennaio, che a febbraio, a marzo, ad aprile, a maggio, a giugno e ora a luglio. Di fermarsi qui, poi, non ci pensa proprio.

Parte subito la fuga, merito di Pichon e Boudat
Dopo un lungo trasferimento (7800 metri), interrotto per altro da un miniconcerto su un isolotto sul Reno (suonati gli inni d'Europa, di Francia e di Germania), la Düsseldorf-Liegi di 203.5 km è ufficialmente partita alle 12.29. E il pathos della prima tappa in linea integralmente in diretta tv, in quello che è il primo Tour de France integralmente in diretta tv, è rapidamente scemato.

Già 5 metri dopo (metro più metro meno) che Christian Prudhomme ha abbassato la bandierina, ecco che si forma l'azione di giornata. Il merito va a Laurent Pichon, autore di una primavera da urlo che gli permette di guidare la Coupe de France; assieme all'atleta della Fortuneo-Oscaro (benvenuto al cosponsor) se ne va, con un po' di sorpresa, Thomas Boudat. Il francesino della Direct Énergie è il sostituto del reietto Bryan Coquard come sprinter; ma oggi il suo compito era quello di andare in avanscoperta, lasciando la volata al pavearo Adrien Petit, e così è stato.

Con loro Offredo e Phinney, che sprint al gpm
Ai due transalpini si aggiunge un loro connazionale dopo poche pedalate, e si tratta di Yoann Offredo; lo specialista delle pietre diventa così il primo corridore nella storia della Wanty-Groupe Gobert a tentare (e a centrare) l'attacco in una corsa a tappe di tre settimane. Non c'è due senza tre, e il quattro vien da sé; e così è stato perché, poco meno di 1 km più tardi, il terzetto diventa quartetto. Cambio di lingua in questo caso, con l'inglese nello slang statunitense (con contaminazione italiana) di Taylor Phinney.

Lo spilungone della Cannondale-Drapac è al debutto alla Grande Boucle e ieri ha raccolto un risultato incoraggiante, visto che ha concluso al dodicesimo posto. E il figlio d'arte ha immediatamente continuato in questa direzione mettendosi in saccoccia i tre galletti nel primo gpm del Tour, la Côte de Grafenberg (km 6.5), portandosi a casa l'unico punto in palio.

Che rappresenta, di fatto, un'assicurazione per la vestizione della maglia a pois. Questo perché vi è solo un'ulteriore salitella nel finale di gara, anche questa di quarta categoria. In caso di parità di punteggio ottenuto proveniente dalla medesima tipologia di gpm, a far la differenza è il piazzamento nella classifica generale; elemento decisamente incoraggiante per TP.

Dietro si tira e ci si ritira: è il caso di Durbridge
Subito il gruppo si disinteressa del movimento dei quattro, tanto che al gran premio della "montagna" (più o meno) sono 3 i minuti di distacco. Che diventano, al massimo di 3'30", perché dietro si mettono a tirare un uomo della Lotto Soudal (Thomas De Gendt), uno della Quick Step Floors (Julien Vermote) e uno del Team Dimension Data (Jaco Venter), facendo sì che al termine della prima ora, nella quale i battistrada percorrono 44.6 km, il gap sia di 3'15".

Nel gruppo si riesce anche a chiacchierare e a scherzare; quel mattacchione di Bernhard Eisel (Team Dimension Data), si diverte con un mazzo di palloncini bianchi e rossi, prima di appoggiarli a bordostrada. Chi invece non è minimamente sorridente è Luke Durbridge; l'australiano della Orica-Scott, caduto ieri, si è provocato una storta alla caviglia. Il dolore patito nei primi km è stato troppo elevato per TurboDurbo che, suo malgrado, ha dovuto fermarsi e salire in ammiraglia, concludendo decisamente anzitempo la sua quarta esperienza al Tour.

Il gruppo non lascia fare. Al traguardo volante sprinta Boudat
Sorprendentemente, l'andatura del plotone aumenta, tanto che il gap si approssima ai 2', per poi risalire causa rallentamento del gruppo. E questo tira e molla accompagna tutta la fase centrale di giornata, nella quale l'intensità della pioggia si fa sempre più insistente. L'unico momento di interesse è la sfida al traguardo volante di Mönchengladbach (km 82.5): c'è volata davanti (Boudat su Phinney, Pichon e Offredo) e c'è volata dietro.

A passare per primo, e quindi quinto complessivo, è Alexander Kristoff, davanti ad un pimpante Sonny Colbrelli, a Michael Matthews, Arnaud Démare, Peter Sagan, Marcel Kittel e André Greipel. La buona reattività del norvegese convince il Team Katusha-Alpecin a contribuire nella caccia ai fuggitivi, dando quest'ordine al portoghese Tiago Machado. Poco dopo si aggiunge alla lista anche la FDJ, che impartisce il compito a Rudy Molard.

Ai meno 30 km una caduta: giù Bardet, Froome e Porte, ma senza conseguenze. Botte per Amador
Tutto pare scorrere come di consueto, con il gruppo che inizia a far sul serio recuperando a vista d'occhio; si scende sotto la barriera psicologica del 1' di margine ai meno 38 km, diventando di circa 35" ai meno 30 km. Ma qui, in una svolta a destra uscendo da una rotonda, si registra una caduta. Che poteva essere determinante ai fini dell'esito finale della Grande Boucle ma che, fortunatamente, non lascia gravi strascichi.

Il primo ad innescare il ruzzolone è il già citato Machado; il lusitano è il terzo corridore del gruppo, ragion per cui tanti alle sue spalle finiscono gambe all'aria. Fra di loro Romain Bardet (AG2R La Mondiale), Damiano Caruso e Richie Porte (BMC Racing Team), Chris Froome, Christian Knees e Michal Kwiatkowski (Team Sky). Nomi pesanti per la generale, che però si rialzano subito e, con l'aiuto dei compagni (nel caso di Froome anche con un doppio cambio di bici), riescono a rientrare sul plotone.

Qualche problemino in più per altri come Andrey Amador (Movistar Team), apparso dolorante; un'altra notiziaccia per la formazione spagnola, dopo il ritiro di Valverde. Qualche botta anche per Tom Leezer (Team Lotto NL-Jumbo), Mickaël Delage (FDJ) e per Dimitri Claeys e Cyril Lemoine della Cofidis, Solutions Crédits, che nel dopotappa fanno un salto al centro medico per scongiurare problemi. Tornano in sella senza problemi invece Darwin Atapuma e Matteo Bono della UAE Team Emirates e Marco Haller del Team Katusha-Alpecin.

Maglia a pois per Phinney, che continua con Offredo
Nel frattempo i fuggitivi sono impegnati nella seconda ed ultima asperità della giornata, la Côte d'Olne (km 183). E anche in questo caso il primo a transitare è Phinney che, dopo un bel testa a testa con Pichon risolto negli ultimi 20 metri, indossa ufficialmente la maglia a pois. Un meritato premio per il simpatico statunitense, fermato nelle ultime stagioni, proprio quando pareva pronto ad esplodere, da svariati incidenti.

E il figlio di Davis e Connie Carpenter, una volta iniziata la discesa, prosegue nella sua azione, venendo raggiunto da un altro che, a livello di stile, può insegnare a molti come Offredo. I due prolungano così l'avanscoperta, mentre Boudat prima e Pichon poi si lasciano riassorbire dal plotone. Il quale, però, dista 45" ai meno 15 km.

Fuga ripresa in vista dell'ultimo km, con Offredo come combattivo del giorno (...)
La coppia di passisti ci da dentro nel finale tra le strade valloni, non bagnate ma asciutte e illuminate da un pallido sole. E il loro morale aumenta quando vengono informati che, ai meno 10 km, sono riusciti a portare a 50" il gap dal plotone. Dietro, dopo una fase di caos calmo, le formazioni dei velocisti ritornano ad organizzarsi, iniziando una nuova collaborazione. Che, all'inizio, non pare dare buoni frutti: ai meno 7 km il distacco è di 37", che scende a 30" ai meno 4 km.

Ma è in questa fase, dove la carreggiata torna dritta e ampia, che il gruppone apre le fauci e fa dei due di testa un sol boccone. 20" ai meno 3 km, 10" ai meno 2 km e ricongiungimento definitivo ai meno 1100 metri, con la coppia che si è fatta esattamente 202 km di azione. Grande gamba per entrambi, soprattutto per Phinney; ma il numero di rosso viene assegnato a Offredo. Qualcuno ha detto sciovinismo?

Volata alquanto caotica, vince Kittel
E così si arriva all'ultimo km, con la Lotto Soudal ad impostare le danze con tre uomini (Roelandts, Bak e Sieberg) a scortare il capitano; dal lato opposto, quello sinistro, della carreggiata fanno capolino i nerogialli del Team Lotto NL-Jumbo per Groenewegen, così come si fanno vedere i Bora, Cofidis e i Sunweb. Decisamente più sparpagliati gli FDJ (con Guarnieri alla ricerca spasmodica del suo leader) e la Quick Step Floors, con Kittel letteralmente isolato.

La volata vera e propria viene lanciata, attorno ai 250 metri dal termine, da Sonny Colbrelli al centro strada e da Peter Sagan sulla sinistra. In questa caotica volata, disputata di fatto uomo contro uomo, prende la testa poco prima dei meno 100 metri Marcel Kittel. E il biondissimo non la molla più, tagliando il traguardo a braccia levate e dimostrando che, probabilmente, il velocista puro più forte è lui.

Sul podio Démare e Greipel, bene Colbrelli e Pasqualon. Domani côtes
Decima vittoria stagionale per l'alfiere della Quick Step Floors (36ª per lo squadrone di Lefevere). Dieci sono anche i successi del tedesco, che dopo il traguardo scoppia in un pianto liberatorio, nel suo ruolino alla Grande Boucle; superati in un colpo solo tre sprinter di rango come Djamolidine Abdujaparov, Tom Steels e Jean Paul van Poppel.

Secondo posto, e miglior risultato in carriera nella corsa di casa, per il campione francese Arnaud Démare (FDJ). Terzo André Greipel (Lotto Soudal), quindi a seguire Mark Cavendish (Team Dimension Data), Dylan Groenewegen (Team Lotto NL-Jumbo), sesto un buon Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), Ben Swift (UAE Team Emirates), Nacer Bouhanni (Cofidis, Solutions Crédits), Michael Matthews (Team Sunweb) e un poco incisivo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Immediatamente fuori dalla top 10 Andrea Pasqualon (Wantry Groupe Gobert), buon undicesimo.

Poco da segnalare in chiave classifica generale: primo rimane Geraint Thomas (Team Sky) con 5" su Stefan Küng e 6" su Kittel, risalito con l'abbuono. L'unico che perde contatto è Tony Martin (Team Katusha-Alpecin), giunto in tranquillità a quasi 10'. Domani tappa interessante da Verviers a Longwy: cinque strappetti in 212.5 km, compresa la finale Côte des Religieuses. Velocisti puri probabilmente tagliati fuori, ma non da escludere l'arrivo di una fuga.
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