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La Vuelta, 9a tappa: altro giorno, altra rampa

La prima settimana si chiude con un altro arrivo in salita, molto cattivo nelle pendenze massime, ma estremamente irregolare; si attendono altre scaramucce prima della prossima sentenza a cronometro

03.09.2023 07:16

La salita a Xorret de Catí ha rimodificato, almeno in parte, le gerarchie, ma i nuovi equilibri verranno subito messi alla prova nella nona tappa da Cartagena al Collado de la Cruz de Caravaca, lunga 184.5 km. Il menu offre un altro arrivo in salita, una rampa con pendenze cattive, ma estremamente irregolare e un po' diversa rispetto agli standard della Vuelta, forse più favorevole a creare distacchi, ma solo con una condotta di gara garibaldina a Xorret de Catí non si è vista. Tutto si deciderà comunque negli ultimissimi km, anche se la tappa non manca di difficoltà anche precedentemente; infatti dopo quasi 50 km fondamentalmente pianeggiante si sale parte del Collado Bermejo, raggiungendo il GPM di Puerto Casas de la Marina la Perdiz: in tutto sono 12.1 km al 5%, ma di fatto lo zoccolo duro della salita finisce prima, al Collado Ballesteros, dopo 8.3 km al 6.2%. Segue una fase mossa da salite semplici non classificate, come il Collado de Espuña (2.3 km al 3.5%), El Niño (1.5 km al 5%; parte di un lungo tratto all'insù di 8 km che inizia a Mula), l'Alto de la Sierra del Oro (3 km al 2.5%) e l'Alto del Quipar (5 km al 5%). Seguono 40 km quasi tutti di falsopiano a salire per arrivare a Caravaca de la Cruz, dove inizia anche formalmente l'ascesa finale dell'Aberquilla, poco più in basso del Collado de la Cruz: sono 8 km con una pendenza media 5.6%, ma su questa salita la pendenza media conta poco essendo un continuo susseguirsi di rampe ripide e brevi discese. Nei primi 4 km si superano 4 strappi di circa 500 metri l'uno già con pendenze cattive (17.5% secondo gli organnizatori); a seguire si affronta il tratto più duro di circa 1500 metri all'11% (max 20%), che termina a 2 km dal traguardo; dopo alcuni metri di falsopiano e circa mezzo km di ripida discesa, inizia l'ultimo segmento di 1300 metri al 9%, con ancora rampe fino al 16%. Più che una salita è una sequenza di strappi e per questo potrebbe risultare un finale spettacolare fatto di scatti e contropiedi in successione, anche perché il giorno seguente è previsto riposo e non ci dovrebbe essere paura di muoversi e al contempo la tappa successiva sarà la cronometro individuale.

Fari puntati su…

Alcuni punti interrogativi sono stati sciolti, soprattutto dal momento che Lenny Martinez (Groupama - FDJ) ha avuto subito un passaggio a vuoto insieme all'altro giovane rampollo. Tuttavia, anche se un po' a stento, sono scollinati con il gruppo di testa sia Sepp Kuss (Jumbo-Visma) che Marc Soler (UAE Team Emirates), i quali si prendono i primi 2 posti in classifica senza aver perso quasi niente dai grossi calibri. Questo significa che le gerarchie di entrambe le loro squadre rimangono difficili da decifrare, non solo per noi, ma anche per i tecnici delle squadre stesse. Da un lato Jonas Vingegaard e Primož Roglic e dall'altro Juan Ayuso e João Almeida sembrano più pimpanti (Almeida non lo è in apparenza per il suo modo di approcciarsi in progressione sulle grandi pendenze per salvare la pelle, ma di fatto su una rampa di questo tipo si può dire di sì) nonché più solidi nell'arco delle tre settimane. Tutti sono rimasti a ruota di un Remco Evenepoel (Soudal - Quick Step) che si è comportato da padrone senza esserlo: per certi aspetti ha lanciato un bel segnale di risposta rispetto alla défaillance di qualche giorno fa, ma allo stesso tempo non ha portato nessun vero attacco, pilotando un gruppo di 8 unità che è rimasto a lungo lo stesso nonostante il forcing del belga. L'impressione è quasi che si sia tratta di un'azione in difesa per tenere un ritmo molto sostenuto ma regolare che potesse giovare alle sue caratteristiche, scelta intelligente che lo ha fatto apparire come il più brillante senza che di fatto staccasse nessuno dei suoi più diretti avversari. In mezzo a questi c'è anche un Enric Mas (Movistar Team) che pur correndo in sordina si trova abbondantemente a galla e in gioco per il successo finale, viaggiando in classifica sugli stessi tempi di Evenepoel, Roglic e Vingegaard. Come questa situazione possa tradursi in tattica di gara è ancora più difficile da capire, anche se stando così le cose credo che le azioni frontali possano essere portate soltanto da Evenepoel o dai due (tre?) capitani della Jumbo-Visma. Tutti gli altri sembrano per il momento appena un gradino sotto a guardare dalla finestra cosa succede, ma con abbastanza gambe da poter più o meno essere sempre agganciati al gruppo dei migliori.

Chi ha perso quota è la BORA - hansgrohe con Alexander Vlasov giunto poco staccato dai primi (10° a 39") ma con Cian Uijtdebroeks che proprio come Martinez era stato brillantissimo sul Pico del Buitre e ha avuto un'inflessione a Xorret de Catí. I due sono adesso appaiati in classifica e vedono il loro ritardo iniziare a crescere rispetto alle zone alte della classifica. Discorso simile, ma diverso, per la Bahrain - Victorious con Wout Poels (9° a 34") e Mikel Landa (11° a 41") che mettono sul campo prestazioni simili, ma con il vantaggio di essere più avanti in classifica (rispettivamente al 4° e al 5° posto), anche se in posizione molto precaria, specialmente pensando alla cronometro in arrivo. Da questi corridori è più difficile attendersi un'azione oggi, anche se Uijtdebroeks potrebbe calarsi nel ruolo del giovane dall'andamento altalenante, che dopo un passaggio a vuoto riesce a sfruttare lo stallo degli avversari per prendersi un successo di tappa di prestigio, approfittando anche di una posizione più arretrata (quindi meno pericolosa) in classifica generale; se c'è una tappa in cui questo può riuscire, questa potrebbe proprio essere la prossima dal finale impegnativo ma anomalo e soggetto ad improvvisazione tattica.

Ovviamente a giocarsi il successo potrebbe anche essere la fuga del mattino: molti dei possibili nomi da fuga si sono già inseriti in quella della tappa appena conclusa e non è escluso che riprovino per il secondo giorno di fila, considerando anche che all'orizzonte arriva il giorno di riposo. Tra coloro che non si sono mossi proviamo a tirare in ballo i teorici capitani della INEOS Grenadiers (Egan Bernal Geraint Thomas) che forse non per caso hanno mollato in coppia e piuttosto presto - probabilmente di proposito - salendo a Xorret de Catí. E poi citiamo Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) che oggi è arrivato a ridosso dei primi, apparendo in lento ma visibile miglioramento rispetto alle prime tappe.

La Vuelta 2023, gli orari della nona tappa

La partenza ufficiale è prevista alle 12:39 e la tappa dovrebbe terminare tra le 17:00 e le 17:30. Sarà trasmessa in tv da Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 14:30 alle 18:00).

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