Masnada snuda la spada e snida gli scudi
Vittoria in solitaria per Fausto al Tour of Oman: grazie a un attacco di 15 km il bergamasco ha strappato la maglia rossa a Charmig e ha messo un buon margine da difendere sulla Green Mountain
La mattinata della tipica dolce domenica di metà febbraio è stata oggi attraversata - grazie a un po' di fuso orario - da qualche ora di bel ciclismo proveniente dal Golfo Persico, per la precisione dal Tour of Oman, e alla bellezza dello spettacolo ha molto contribuito la piccola impresa di Fausto Masnada, che si è regalato un assolo di quindici chilometri per raggiungere il doppio obiettivo di un bel successo di tappa e del primo posto in classifica. Ci sarebbe tra le righe anche un terzo obiettivo, quello di mettere tra sé e gli avversari uno spazio sufficiente a difendere la maglia nelle ultime due tappe: in questo caso l'obiettivo sarebbe pure centrato, per il momento, ma bisognerà vedere cosa ne penserà domani la Green Mountain.
La quarta tappa del Tour of Oman, la Al Sifah-Royal Opera House Muscat di 119.5 km, si annunciava come frazione particolarmente combattuta, e così è stato. In fuga dal km 5 Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF) e Julen Irizar (Euskaltel-Euskadi), al km 12 è rientrato pure Michael Kurkle (Gazprom-RusVelo) e il terzetto è andato a prendere fino a 2'35" di margine (al km 27), dopodiché la DSM ha alzato il ritmo sulla salita di Al Jissah e ha selezionato il gruppo fino a una trentina di unità, e nel frattempo ha riavvicinato drammaticamente i battistrada, che sono stati ripresi al km 37.
È iniziata quindi un'altra corsa, nel momento in cui sui 30 sono rientrati altri 20 è partito in contropiede al km 44 Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl) e, dopo un momento di battaglia tra i big della generale, si è coagulato un nuovo drappello di contrattaccanti che ha raggiunto il battistrada al km 57; c'erano Søren Kragh Andersen e Jonas Hvideberg (DSM), Antoine Duchesne (Groupama-FDJ) e Marco Canola (Gazprom). Poi, in cima alla prima scalata di Al Jabal Street si è rifatto sotto Zoccarato, il resto del gruppo dei migliori non era comunque lontano: poche decine di secondi e la UAE Emirates pronta a prendere in mano le redini dell'inseguimento.
Sulla seconda scalata ad Al Jabal Street (da un versante più tosto) Schmid è rimasto solo (ultimo a resistergli, Zoccarato), ha difeso una decina di secondi su un gruppetto che andava formandosi alle sue spalle coi più forti della giornata, poi tra discesa e pianura ha riportato a un minuto il margine ma quel vantaggio non gli è bastato per difendersi, sulla terza scalata ad Al Jabal Street (dal primo versante): e dire che gli è mancato proprio poco, perché è stato raggiunto appena a un chilometro dalla vetta (il Gpm era fissato ai -15.5), e può ragionevolmente trattenersi il pensiero che se avesse scollinato, come al giro precedente, avrebbe poi potuto avere la capacità di respingere gli inseguitori.
Il primo a chiudere su Schmid è stato Kévin Vauquelin (Arkéa Samsic), che non si è limitato a raggiungere il collega ma l'ha pure superato di netto. Poco dopo sullo svizzero della Quick-Step sono piombati anche Jan Hirt (Intermarché-Wanty), Fausto Masnada (Quick-Step), Henri Vandenabeele (DSM) e il leader della generale Anthon Charmig (Uno-X). Nello stesso momento in cui, a 14 km dal traguardo, questo drappello ha raggiunto Vaquelin, Masnada si è lanciato senza paracadute: davanti a lui 3 km di discesa e 12 di pianura. L'impresa era fattibile.
Dopo che il bergamasco si è avvantaggiato, sul gruppetto sono rientrati anche Rui Costa (UAE) e Kevin Vermaerke (DSM), ma un po' tutti hanno iniziato presto a capire che forse non sarebbe stato così scontato andare a riprendere l'attaccante. Non sono peraltro mancati scattini e contro, con Charmig in particolare visibilmente preoccupato che il fuggitivo dell'ultim'ora gli portasse via la maglia rossa di capoclassifica. Nonostante la foga, il danese non ha potuto opporre alcunché all'inevitabile.
Sicché Fausto Masnada si gode il primo successo stagionale e la conseguente maglia rossa. All'arrivo il protagonista di giornata ha preceduto di 1'07" il gruppetto con Schmid, Vauquelin, Rui Costa, Vermaerke, Charmig, Hirt e Vandenabeele. A 1'18" è arrivato Sander Armée (Cofidis), a 1'23" Jonas Hvideberg (DSM), a 1'26" un drappello più nutrito nelle cui prime posizioni aveva ancora la forza di farsi vedere Canola.
La classifica diventa davvero intrigante per Masnada, che può contare su 55" di vantaggio su Charmig, 58" su Hirt, 1'06" su Schmid, 1'07" su Rui Costa, 1'22" su Élie Gesbert (Arkéa) e Vermaerke, 1'23" su Vandenabeele, 1'28" su Rein Taaramäe (Intermarché) e 1'31" su un gruppetto al cui interno c'è pure (in 14esima posizione) Filippo Zana (Bardiani-CSF), oggi 16esimo nel gruppetto di Canola.
Domani la quinta tappa del Tour of Oman è quella determinante: da Samail a Jabal al Akhdhar, salita che noi occidentali abbiamo imparato a conoscere come Green Mountain, 6 km a una pendenza del 10% a concludere una frazione di 150.5 km. Chi proverà a insidiare Masnada? Come saprà reagire lui?