Giochiamo a sliding doors con la lotta per la rosa
Chaves, Nibali, Kruijswijk, Valverde: i quattro pretendenti per il Giro racchiusi in meno di due minuti. E domani sarà spettacolo
Quattro corridori racchiusi in appena 1'48" alla vigilia dell'ultimo e decisivo tappone alpino, quattro corridori che bene o male hanno ancora tutti almeno una piccola speranza di vincerlo questo 99° Giro d'Italia: alzi la mano chi, al via dall'Olanda o anche solo ieri, si sarebbe aspettato uno scenario simile; noi no di certo. Domani Esteban Chaves, Vincenzo Nibali, Steven Kruijswijk e Alejandro Valverde si sfideranno in una tappa che ha tutto per essere una delle più spettacolari di sempre: in appena 134 chilometri si scaleranno il Col de Vars, il Col de la Bonette, il Colle della Lombarda e infine ci sarà da affrontare la breve salita finale che porterà i corridori al santuario di Sant'Anna di Vinadio.
Un tappa senza un attimo di respiro e che arriva al termine di un Giro d'Italia molto combattuto con i corridori che dovranno fare i conti soprattutto con le energie residue: tutto può ancora essere stravolto ed ecco perché tutti sono ancora in corsa per la maglia rosa. Ma proviamo ad analizzare quali sono gli scenari che potrebbero portare sul gradino più alto del podio ognuno dei quattro big del Giro.
Chaves vincerà il Giro perché...
Perché partirà davanti a tutti in classifica. Il simpatico corridore colombiano della Orica GreenEDGE è colui che fin qui ha fatto meno errori e, nonostante una scarsa attitudine alle prove contro il tempo, oggi a Risoul ha meritatamente conquistato la sua prima maglia rosa. Il fatto di indossare il simbolo del primato e di vedere così vicino il grande obiettivo, sarà una grande iniezione di fiducia per Esteban Chaves che, rispetto a tutti gli altri, avrà il vantaggio di poter correre di rimessa: 44" è il vantaggio su Vincenzo Nibali, 1'05" quello su Steven Kruijswijk e 1'48" su Alejandro Valverde, Chavito potrà limitarsi a stare a ruota e lasciare ai tre rivali il peso di fare la corsa. Attenzione alle amicizie: gli altri colombiani del gruppo potrebbero essere ottimi alleati.
Il punti deboli di Chaves sono essenzialmente due. Il primo, il più preoccupante, è il distacco accusato oggi da Vincenzo Nibali: già in cima al Colle d'Agnello il capitano della Orica non era sembrato brillantissimo, la conferma di queste sensazioni è arrivata a Risoul e saranno dolori se il trend continuerà anche domani. Il secondo problema può essere rappresentato dalla squadra che sulla carta è sì superiore alla Lotto NL-Jumbo, ma non vale certo Astana e Movistar: oggi la Orica ha corso alla perfezione, ma il grosso rischio è che con una partenza a razzo domani Chaves si trovi da solo contro tutti già sul Col de Vars.
Nibali vincerà il Giro perché...
Perché la vittoria di oggi lo ha galvanizzato. Dopo la batosta di Andalo quasi nessuno pensava ad un Vincenzo Nibali ancora in lotta per vincere questo Giro d'Italia, invece l'impresa odierna verso Risoul ha cambiato tutto: la maglia rosa è possibile, il morale è alle stelle, la squadra è forte e compatta e la tendenza è tutta a favore del siciliano dell'Astana. Oggi sull'ultima salita Nibali è riuscito a staccare Chaves di 53" più l'abbuono, un gap che domani sarebbe sufficiente a conquistare il secondo Giro d'Italia in carriera: lo Squalo sarà obbligato a correre all'attacco ma senza dover cercare a tutti i costi un'azione kamikaze con bassissime chance di riuscita.
D'altra parte, però, non possiamo dimenticarci di ciò che è stato il Giro d'Italia nelle prime 18 tappe e del momento di difficoltà che aveva colpito Vincenzo Nibali sulle rampe del Colle dell'Agnello dopo lo scatto di Esteban Chaves: tra alti e bassi, non è detto che domani le gambe dello Squalo dello Stretto girino come hanno fatto oggi a Risoul. Qualora il leader dell'Astana non fosse ancora al top della condizione, le salite di domani potrebbero presentare un conto molto salato dopo l'esigente giornata di oggi: in quel caso ci sarà più da pensare a difendere il podio con le unghie e con i denti, più che ad attaccare il leader.
Kruijswijk vincerà il Giro perché...
Perché fino ad oggi è stato il più forte in salita. Comunque andrà a finire l'olandese della Lotto NL-Jumbo è la grande rivelazione di questa corsa rosa e ha dimostrato di avere le possibilità per vincere una grande corsa a tappe di tre settimane. Fino al Colle dell'Agnello Kruijswijk non ha mai mostrato veri e propri cenni di cedimento e anche salendo a Risoul, nonostante tutto, ha limitato abbastanza le perdite: 1'05" è un distacco ampiamente colmabile per il corridore abbiamo ammirato a Corvara, all'Alpe di Siusi e ad Andalo. Di buono c'è che trovandosi ad inseguire e vedendo il durissimo percorso della tappa di domani, la mancanza di una squadra di alto livello non dovrebbe farsi sentire più di tanto.
La grande incognità, però, è l'entità delle botte subite da Steven Kruijswijk nella sua caduta giù dal Colle dell'Agnello: anche senza fratture, un corridore molto dolorante non potrebbe riuscire ad esprimersi al 100% ed in quel caso rischierebbe addirittura di perdere il podio. In più l'olandese potrebbe avere problemi a dormire bene stanotte e quindi a recuperare la grande fatica fatta nel lungo inseguimento solitario. Ultimo fattore da tenere in considerazione è quello del morale: possibile una bella reazione di rabbia, ma è possibile anche che la delusione prenda il sopravvento e che abbatta definitivamente il corridore.
Valverde vincerà il Giro perché...
Perché non ha nulla da perdere. Il murciano della Movistar è oggettivamente quello dei quattro che ha meno possibilità di vestirsi di rosa a Torino ma era venuto in Italia con l'obiettivo di centrare il podio e per lui finire quarto o quinto (Majka è a più di 2', Jungels a più 6') cambia poco: se c'è uno che domani avrebbe interesse ad osare sarebbe proprio Alejandro Valverde che può contare su una squadra forte e su un compagno di squadra come Andrey Amador che occupa la settima posizione in classifica generale e che potrebbe diventare una spalla molto preziosa per provare a far saltare il banco. Essendo il più lontano in classifica generale tra i tre rivali diretti, Valverde potrebbe anche essere meno controllato da Chaves.
Tanti sono però i punti a sfavore del leader della Movistar, a partire dal fatto che in carriera non è mai stato un grande attaccante (eufemismo): se poi Kruijswijk dovesse andare in difficoltà fin dall'inizio a causa della caduta, ecco che allora verrebbe meno anche lo stimolo a lottare per conquistare un podio che arriverebbe quasi automaticamente. In questo Giro d'Italia poi ha sempre sofferto nei tapponi e lui stesso ha confermato di avere delle difficoltà quando si corre ad alta quota: oggi aveva retto bene sulla prima accelerazione sul Colle dell'Agnello, poi salendo si è staccato e domani tutti i quattro i gran premi della montagna previsti saranno a più 2000 metri di altitudine sul livello del mare, il Col de la Bonette addirittura a 2715. Qualche piccola chance però gliela diamo, più per la classe che ha da vendere che per una reale convinzione che possa farcela.