La storia del ciclismo in poche parole
In Italia il ciclismo è uno sport particolarmente diffuso che può vantare un grande numero di partecipanti ed un grande numero di eventi. Culturalmente parlando le storie che circondano questa disciplina precedono l'effettiva popolarità della disciplina stessa, che affonda le sue radici in un coacervo di nazioni europee molto diverse tra loro.
Partendo da questo cluster di diversi luoghi e sistemi culturali, però, il ciclismo ha fatto una rapida scalata verso l'alto andando a diventare progressivamente più popolare per poi diventare un vero e proprio successo mondiale.
Le motivazioni dietro a questo successo sono le più disparate: la disciplina è semplice da praticare, le regole da conoscere sono poche e pratiche ed il materiale necessario per correre a livelli non eccessivamente elevati non è particolarmente costoso: servono buoni muscoli e altrettanto buoni polmoni.
Notevole anche il successo della disciplina in termini di prodotti ludici, con diversi siti che si occupano di scommesse sul tema: navigando è facile imbattersi in siti che si occupano di bookmakers stranieri affidabili o in veri e propri videogiochi sull'ambito manageriale della disciplina.
Come ha fatto la bicicletta francese a conquistare il mondo?
La storia del ciclismo, come è abbastanza naturale che sia, nasce con l'invenzione del mezzo: la bicicletta. Questo mezzo di trasporto è stato inventato in Francia durante il corso del diciannovesimo secolo e, nonostante fosse particolarmente diverso da ciò che oggi intendiamo come bicicletta, lasciò presto spazio a prodotti più moderni, capaci di supportare lo sviluppo di una scena competitiva e di uno vero e proprio sport.
La seconda metà del 19esimo secolo è quindi il momento in cui nasce ufficialmente il ciclismo per come lo intendiamo noi, fatto di percorsi, strade, ciclisti e sforzi sovrumani.
Le prime competizioni del ciclismo francese si tennero all'interno di piste chiamate velodromi, ritenute necessarie a causa della scarsa manutenzione e qualità delle strade che erano lungi dal poter offrire una pavimentazione decente.
La prima gara documentata fu tenuta all'interno del parco di Saint-Cloud nei dintorni di Parigi, durante il 1868. Rispetto agli standard odierni la gara sembra una competizione tra alieni, con un percorso di appena 1200 metri da percorrere; tutto ciò aveva comunque un preciso scopo: quello di valutare l'appeal commerciale dello sport realizzabile all'aria aperta.
L'anno dopo fu la volta della prima vera e propria gara, la Parigi-Rouen, datata intorno al 7 Novembre 1869 e che comprendeva un percorso di ben 123 chilometri da percorrere tra le due grandi città francesi. Nota di colore: alla gara parteciparono anche ben 6 donne, una particolarità molto interessante per un'epoca in cui la figura femminile era ancora quasi totalmente estromessa dalle attività ludiche.
La progressiva popolarità del ciclismo, in concomitanza con la crisi economica di un giornale parigino nato dopo i fatti politici dell'affare Dreyfus, creò il terreno perfetto per la nascita di una grande gara ciclistica lungo tutto il territorio francese: il ciclismo ancora non era diventato universalmente famoso e già era nata la più importante e famosa gara del mondo odierno: il Tour de France.
E il ciclismo in Italia?
La storia del ciclismo Italiano comincia appena dopo la sopracitata Parigi-Rouen.
La prima competizione, infatti, è anch'essa tra due città vicine tra loro e presentava come protagoniste le città di Firenze e Pistoia, con una gara di 33 chilometri totali per un percorso di andata e ritorno tra le due perle toscane.
Il grande successo invece arrivò soltanto dopo, con la Milano-Torino disputata per la prima volta nel corso del 1876. Nonostante soltanto 8 partecipanti, gli astanti al traguardo finale furono oltre diecimila spettatori, in prevalenza curiosi per l'evento.