Sivakov che vince una semiclassica: più unico che raro!
Pavel s'impone nel Giro della Toscana precedendo astutamente Richard Carapaz. Podio per Felix Grossschartner, promettente il ritorno in gara di Tadej Pogacar. Nei dieci Filippo Zana, Davide Formolo, Vincenzo Albanese e Gianluca Brambilla
Pavel Sivakov non vince tanto e quando poi si tratta di gare in linea non vince quasi per nulla: nel suo percorso da professionista si contava un'unica affermazione di questo tipo, al Tour of the Alps 2019, quando - non ancora 22enne - l'allora russo (poi ha preso nazionalità francese, ma è pure mezzo italiano per ragioni biografiche) era una delle migliori promesse del ciclismo da gare a tappe. In quel tempo lontano in pochi avevano sentito nominare Tadej Pogacar, figurarsi Jonas Vingegaard; Primoz Roglic non era ancora diventato un fattore per le gc e Remco Evenepoel era ancora un ragazzino.
In quell'anno Pavel si prese pure la generale dello stesso Tour of the Alps e poi anche del Polonia, ma in seguito la sua traiettoria - costellata onestamente da troppe cadute - ha preso la via di un gregariato d'alto livello, fatto che non gli ha impedito di fare ancora qualche discreta classifica qua e là. L'ultima affermazione, proprio in un'altra generale, a Burgos l'anno scorso.
Notevole quindi registrare un successo in una semiclassica come il Giro della Toscana per un corridore che - data la non altissima punta di velocità - non ne vincerà tante di gare del genere. Però oggi sì, ha vinto lui e pure con grande merito, essendo risultato il più forte in salita sul Monte Serra e anche il più scaltro nell'interpretare il finale (e aveva a che fare non con un balengo qualunque ma con un vincente come Richard Carapaz).
A margine, la corsa odierna ha segnato il ritorno di Tadej Pogacar, rientrato dopo le prove iridate di un mese fa e orientato a costruirsi una gamba buona per triplicare al prossimo Giro di Lombardia. Per lo sloveno una prova incoraggiante, sebbene conclusa in chiaro debito d'ossigeno: tra poco meno di un mese, sulle strade amene tra Como e Bergamo, vedrete che le cose saranno ben diverse…
Giro della Toscana 2023, la cronaca della corsa
191.5 km con partenza e arrivo a Pontedera e il Monte Serra (da scalare due volte, l'ultima scollinante ai -28) a caratterizzare il percorso, ecco il Giro della Toscana 2023 (Memorial Alfredo Martini) disputato oggi in una bella giornata di fine estate con 7 squadre World Tour al via e il ritorno in gara di Tadej Pogacar. La fuga del giorno si è messa in moto poco dopo il km 30 con 9 uomini, ovvero Benjamin Thomas (Cofidis), Alessandro De Marchi (Jayco AlUla), Andrea Garosio (Eolo-Kometa), Enekoitz Azparren (Euskaltel-Euskadi), Alessio Nieri (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè), Walter Calzoni (Q36.5), José Maria Martín (Electro Hiper Europa), Filippo Tagliani (GW Shimano-Sidermec) e Gabriele Petrelli (#InEmiliaRomagna). Il vantaggio massimo degli attaccanti è stato di 2'30" ai -127, ma poi già sulla prima scalata al Serra, ai -90, la fuga ha cominciato a perdere pezzi e davanti son rimasti i soli De Marchi, Garosio e Calzoni, mentre dal gruppo evadeva Kevin Rivera (Work Service-Vitalcare-Dynatek).
Al Gpm dei -82 i tre al comando avevano circa un minuto su Rivera e Nieri e 1'20" sul gruppo, il quale era tirato dalla UAE Emirates e a fine discesa ha ripreso i due intercalati, per raggiungere poi i battistrada ai -40, giusto in tempo per la seconda scalata al Monte Serra (9 km di ascesa al 6.5%). È stata sempre la UAE a fare e disfare, dapprima con Davide Formolo che ha selezionato un gruppetto di 8 comprendente i compagni George Bennett, Felix Grossschartner e Tadej Pogacar, i due EF Education-EasyPost Richard Carapaz e Michael Valgren, quindi Pavel Sivakov (INEOS Grenadiers) e Filippo Zana (Jayco).
Ai -35, più o meno a metà Serra, Grossschartner è scattato e i più reattivi sono stati Carapaz, Sivakov e Pogacar. Sembrava una situazione ideale per la UAE, ma lo sloveno si è staccato su un'accelerazione di Sivakov nell'ultima parte di salita, azione che ha spazzato via Grossschartner e ha messo in serie ambasce pure Carapaz. Sulla discesa, l'ecuadoriano ha raggiunto Pavel (che - com'è noto - nell'esercizio non è propriamente un drago), mentre Tripla S si è riportato su Tadej.
Per qualche chilometro, sulla piana finale, l'inseguimento tra le due coppie è stato parecchio intrigante, ma ben presto s'è capito che i due davanti ne avevano di più dei due dietro, e soprattutto si è visto che uno dei due inseguitori, propriamente Pogi, aveva finito la benzina, tanto da lasciare strada a Grossschartner nei dieci chilometri conclusivi.
La lotta per la vittoria era ridotta a Sivakov e Carapaz; il franco-russo sapeva di pagare dazio in volata, sicché ha pescato il jolly di un anticipo perfetto, partendo su un cavalcavia a un chilometro e mezzo dalla fine e riuscendo a mettere tra sé e l'avversario quel minimo margine che gli ha poi permesso di tornare al successo a oltre un anno dalla Vuelta a Burgos 2022.
A 4" dal corridore INEOS ha chiuso Carapaz, a 45" buon podio per Grossschartner, mentre a 1'28" Pogacar ha preceduto Zana per il quarto posto, con Formolo cronometrato a 1'33" e il gruppo - regolato da Ethan Hayter (INEOS) per il settimo posto davanti a Vincenzo Albanese (Eolo) e Gianluca Brambilla (Q36.5) - è arrivato a 1'58". Domani, sempre in zona Toscana, si replica con la Coppa Sabatini a Peccioli: il calendario italiano di (quasi) autunno è ormai lanciato.