Il tributo dei colleghi a Simon Geschke nell'ultimo giorno della sua carriera
Al Münsterland Giro, classica che chiude il calendario in terra tedesca, dice addio al ciclismo uno dei veterani del gruppo e il plotone lo omaggia alla partenza
Le ultime settimane del calendario ciclistico sono, tra le altre cose, quelle dove ogni stagione i corridori che avevano annunciato durante l'anno di appendere la bici al chiodo, vivono i loro ultimi giorni da professionista. Uno di coloro che non vedremo più in gruppo nel 2025 è l'iconico barbuto Simon Geschke, che ha scelto lo Sparkassen Münsterland Giro, corsa finale del programma di gare in Germania, sua terra natia, per salutare definitivamente il mondo del ciclismo, quantomeno come corridore professionista.
Il tributo dei colleghi
Oltre all'essere stato premiato dall'organizzazione della corsa al foglio firma, prima della partenza il 38enne tedesco ha ricevuto una lodevole standing ovation da parte dei suoi colleghi, che si sono piazzati ai lati della strada attendendo il suo passaggio al centro.
Geschke non è certo il primo a cui viene tributato un simile saluto, ma allo stesso tempo non sono in tanti che possono vantare tale riconoscimento. Durante i suoi 16 anni di carriera, evidentemente, si è sempre distinto non solo come un valido compagno di squadra ma anche come una persona che si è guadagnata il rispetto di tutto il plotone.
In un'intervista pubblicata ieri alla vigilia della corsa dalla sua squadra, il Team Cofidis, ci sono alcuni passaggi che meritano di essere riportati. Sull'essere stato un ambasciatore del ciclismo tedesco: “È molto importante per me rappresentare il mio Paese facendo lo sport che amo. Sono molto felice di essere uno di quelli che possono ispirare gli altri a provare il ciclismo e, perché no, a fare belle performance. È bello vedere che in Germania sta nascendo una nuova generazione. Potrò incoraggiarli guardandoli in televisione! ”
Sui migliori momenti della sua carriera: “Il primo è stata la tappa del Tour de France che ho vinto a Pra-Loup nel 2015. La Grande Boucle ha un posto speciale nei miei ricordi: il mio primo Tour nel 2009, quello in cui ho quasi vinto la maglia a pois (2022)... E poi ce ne sono tanti altri. Penso anche ai Giochi Olimpici del 2016 e ai campionati del mondo... Sono molto fortunato ad essere rimasto nel ciclismo professionistico per così tanto tempo...”
Sulla sua ultima stagione: “Sono stato molto fortunato perché la squadra mi ha permesso di fare tutte le corse che volevo prima di appendere le scarpe al chiodo. Ho potuto andare in Australia all'inizio della stagione, partecipare alla Strade Bianche, alla Tirreno-Adriatico e al Giro d'Italia. Il Giro è stato uno dei momenti più belli del mio anno: mi sentivo davvero bene e sono stato felice di vedere Benjamin (Thomas) vincere”.
Sull'evoluzione del ciclismo durante la sua carriera: “È cambiato molto da quando ho iniziato a fare il professionista. Ogni anno circa ci sono nuovi sviluppi in termini di alimentazione, attrezzature, allenamento... Tutto si muove molto rapidamente. Fa parte dell'evoluzione dello sport in generale e non è una cosa negativa. E credo che ci siano anche miglioramenti da fare, soprattutto in termini di sicurezza”.
Sul suo futuro: “Aspettiamo un bambino a novembre e sono felice che questa possa essere la mia priorità numero uno. Non dovrò allenarmi, quindi potrò stare a casa e fare tutto il possibile per aiutare la mia compagna. Voglio divertirmi per un mese. Dopodiché, mi piacerebbe rimanere nel ciclismo e spero che ci siano delle buone opportunità, ad esempio per aiutare i corridori più giovani. Ma per ora rimane un progetto piuttosto vago”.
L'iconica barba sempre all'attacco
Nella sua carriera Geschke è stato un corridore molto più appariscente di quanto possano dire le sue sole 3 vittorie da professionista. Una di queste, comunque, rimane memorabile: nel 2015, a Pra-Loup, fu protagonista di una grande azione in solitaria che gli permise di vincere una tappa al Tour de France, corsa nella quale nell'edizione 2022, a 36 anni, accarezzò il sogno di vincere la Maglia a Pois, portata per nove giorni prima di doverla cedere a Jonas Vingegaard. Rimanendo in tema Grandi Giri, il nativo di Berlino ne ha corsi ben venti in carriera (di cui 17 portati a termine), cifra che tra i corridori tedeschi è stata superata soltanto da due pilastri come Tony Martin (21 partecipazioni) ed Erik Zabel (25).
Corridore che tante volte abbiamo visto battagliero nei tentativi di fuga delle corse a tappe, in quest'ultima stagione è stato fra l'altro autore del suo miglior risultato di sempre a livello di classifica generale: al Giro d'Italia 2024, infatti, per la prima volta nella sua carriera ha chiuso in Top 15, per la precisione 14esimo a 33'55" dal vincitore Pogacar.
Coraggio che non gli è mancato nemmeno domenica scorsa a Zurigo, dove alla nona e ultima partecipazione al campionato del mondo in linea ha onorato la corsa iridata trascorrendo 165km di gara in fuga, per poi concludere la prova in 36esima posizione.
La sensazione che l'addio dalle corse di Simon Geschke ci lascia è che, il prossimo anno, ogni tanto proveremo a spulciare il gruppo in cerca della sua folta barba e, non vedendolo fare capolino, sentiremo un po' la sua mancanza.