Pieterse non può trattenere la felicità al traguardo del Druivencross © UCI Cyclocross World Cup
Ciclocross

Pieterse over and Overijse again

Il prestigiosissimo Druivencross è di Puck, autrice di una gara strepitosa e perfetta. Per lei è la prima vittoria in Coppa del Mondo, battute le due coetanee Van Empel e Van Anrooij

20.11.2022 15:48

Seconda grande classica del calendario dopo il Koppenbergcross, il Druivencross di Overijse ospita la tappa numero sei di Coppa del Mondo su un percorso ampiamente rinnovato rispetto agli ultimi anni a causa dei lavori in corso sulla strada asfaltata che solitamente portava all'entrata in campo. Se è cambiata la fisionomia del tracciato (più tratti di salita sul fango e un maggior numero di ostacoli tecnici) quel che non è stato modificato è lo spirito della “Madre di tutti i cross”; duro, fangoso, tecnico ed esigente, il Druivencross racchiude in sé tutte le migliori qualità che si possono desiderare da una gara di ciclocross. Gli atleti sentono questa gara come poche altre e al di là dei 40 punti che vengono assegnati al vincitore per la classifica di CDM, ottenere il successo qui ha un valore speciale a prescindere da tutto. 

In prima fila per giocarsi il Druivencross Fem van Empel, leader incontrastata della generale fino ad ora, le due Alpecin Ceylin Del Carmen Alvardo e Puck Pieterse, l'altra stella nascente neerlandese Shirin van Anrooij e la sua compagna in Baloise Lucinda Brand, non ancora del tutto recuperata dopo la rottura del metacarpo nella ricognizione a Tabor. Infine anche Denise Betsema spera di potersi inserire nel discorso vittoria, anche se il percorso è tutt'altro che ideale per le sue caratteristiche.

Grande l'avvio della francese Perrine Clauzel che prende in testa la prima scalinata. Sfortunata invece dopo il buon avvio Lucia Bramati, la quale finisce a terra e rompe anche la catena: gara rovinata dopo pochi metri. Rimane coinvolta in questa caduta anche Brand, che si ritrova così improvvisamente in ultima posizione con un pesante passivo da rimontare rispetto alle sfavorite, dove a fare il ritmo è Pieterse. Puck è tecnicamente fenomenale e unisce alla propria ottima guida una sicurezza nelle curve e  nei segmenti di potenza che le consente ben presto di fare il vuoto nei confronti delle principali inseguitrici, Van Empel e Van Anrooij su tutte. Fem corre sulle uova, sempre timorosa e poco efficace anche nei tratti a lei più congegnali. Shirin soffre molto le discese e le contropendenze, ma quando può spingere si riavvicina alla leader di Coppa che conduce l'inseguimento alla battistrada. La neerlandese transita al primo giro con ben 19" di vantaggio su Van Empel e 25" su Van Anrooij, con Aniek van Alphen quarta, favorita dalle tantissime difficoltà tecniche del circuito, lei che è sublime nella guida. Il vantaggio appare quindi già rassicurante, ma con una gara così lunga (5 giri da oltre 10 minuti l'uno) e sfibrante non si può mai abbassare la guardia. Per il podio invece tutto è ancora aperto visto che Betsema e Alvarado (un po' in difficoltà con il fango) sono vicine a Shirin e sulla top ten si affaccia un terzetto pericolosissimo: Clara Honsinger-Zoe Backstedt-Line Burquier, tutte e tre atlete che adorano queste condizioni e i percorsi molto duri.

Pieterse nella seconda e nella terza tornata prosegue a martellare con una sicurezza disarmante per tutte le altre, che possono solamente sognare di affrontare le discese più scivolose con la classe della portacolori Alpecin, la quale riesce a rimanere in sella quasi in ogni tratto, riuscendo così a guadagnare molti secondi sulle altre atlete che invece devono scendere e proseguire a piedi. A tre quinti di gara il suo margine è di dimensioni vanderpoeliane: 57" su Van Empel, saldamente al secondo posto grazie ad una buona velocità di crociera, 1'18" su Van Anrooij e 1'24" su una Alvarado che alla fin fine riesce a gestire bene le discese tecniche, pur senza i numeri di Pieterse, e limitare i danni da Shirin nel resto del percorso. Il duello per il terzo posto è ancora tutto da vivere, ma anche nelle retrovie l'insicurezza regna sovrana grazie al cedimento di alcune crossiste partite al fulmicotone, come Clazuel, e alla rimonta di altre, Honsinger e, soprattutto, Brand su tutte. A due giri dalla fine Lucinda è nona ma distante circa una trentina di secondi dal quinto posto dell'ottima Van Alphen e può dunque ambire ancora ad una top 5 nonostante la partenza disastrosa.

La musica non cambia affatto negli ultimi due round, l'assolo di Pieterse non conosce pause. Puck coglie la prima vittoria tra le élite in una delle tre challenge e lo fa in grande stile, nel luogo più iconico e rifilando minuti di distacco a tutte la altre, prima delle quali Van Empel. Fem, nonostante non abbia le doti tecniche per poter reggere l'urto di una crossista come Pieterse su un circuito in queste condizioni, dimostra comunque una solidità rara, riuscendo a difendere abbastanza agilmente la seconda piazza a 1'03" dalla vincitrice. Van Anrooij è terza a 1'36" e anche la sua prestazione dimostra per l'ennesima volta come, nonostante la giovane età, le tre 2002 neerlandesi siano più resistenti delle colleghe esperte, oltre che naturalmente più agili ed esplosive. L'unica che pare poter intaccare nel medio periodo il dominio delle tre è colei che oggi conclude quarta a 1'51" dopo una rimonta strepitosa: Lucinda Brand. L'ex iridata negli ultimi due giri è stata complessivamente 11" più veloce di Pieterse ed è probabilmente la sola a potersela giocare con Puck, Fem e Shirin su qualsiasi percorso e in qualsiasi condizione, meglio per lei se fangose. Buono il quinto posto a 1'56" di Alvarado; per la caraibica non è un piazzamento da buttar via, le gare a lei più favorevoli torneranno nelle prossime settimane. Sesta Van Alphen a 2'09", un risultato ottenuto quasi interamente grazie alle proprie abilità tecniche. Prima non olandese è Honsinger, settima a 2'16", seguita da Clauzel, ottava a 2'32", da Inge van der Heijden, nona a 3'03" e da Betsema, decima a 3'06" al termine di un'altra corsa dove ha dimostrato di essere un po' in debito d'ossigeno in questa fase della stagione. Fuori dalla top ten Backstedt e Burquier, rispettivamente undicesima e tredicesima. Migliore italiana Sara Casasola, diciannovesima a 5'43"; Francesca Baroni è trentesima a 8'57", mentre la sfortunata Lucia Bramati non conclude la prova.

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