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Gaudu e un altro scherzo al Delfinato

07.06.2022 18:18

David si aggiudica la terza tappa del Critérium du Dauphiné beffando sulla linea d'arrivo Van Aert, già convinto di aver ottenuto il bis. Il belga si deve consolare con la maglia gialla alla vigilia della cronometro che cambierà le sorti della corsa


Di beffe del genere la storia del ciclismo ne è piena zeppa, l'ultima di un certo peso da ricordare è quella di Julian Alaphilippe alle Liegi 2020 e da oggi anche Wout van Aert entra nel club dei "polli", di quelli che esultano prima di aver oltrepassato la linea d'arrivo e poi vengono beffati. La rimonta inaspettata di Gaudu sul lato opposto rispetto a quello che Wout stava guardando potrebbe in qualche modo alleviare la colpa del belga, ma dopo il lavorone della squadra e la cocente delusione di ieri un colpo di reni era a dir poco obbligatorio per esser certi della vittoria.

Vittoria che invece impreziosisce il palmares di Gaudu, come detto. Lo scalatore francese, tra un problema e l'altro di Thibaut Pinot, negli ultimi mesi si è preso con decisione il ruolo di capitano in casa Groupama, tanto da esser nominato leader al prossimo Tour de France da parte di Marc Madiot, il general manager della compagine transalpina. Dopo aver già ottenuto svariate vittorie sia dalla fuga (come nel caso delle due frazioni conquistate alla Vuelta nel 2020) che battendo tutti i migliori, a Gaudu rimane solamente confermarsi forte per ventuno giorni di fila per essere considerato da tutti come uno dei più pericolosi uomini da classifica in attività. La sfida principale sarà migliorare l'undicesimo posto al Tour del 2021 e questo Delfinato gli darà nei prossimi giorni la possibilità di comprendere approfonditamente il livello suo e degli avversari, tenendo a mente le difficoltà a cronometro che da sempre limitano le velleità e le ambizioni di Gaudu.

Il primo arrivo in salita del Critérium du Dauphiné 2022 sulla salita di Chastreix-Sancy (6.2 km al 5.6%, 2^cat.), giunge al termine di una frazione di 169 chilometri con partenza da Saint-Paulien. Il menù del giorno prevede un tracciato mosso con altri due GPM, oltre a quello finale: la Côte de Saint-Vert (3.5 km al 6.5%, 3^cat.) in apertura e il quarta categoria della Côte de Besse-en-Chandesse (1.2 km al 6%) a precedere l'ascesa decisiva. Un arrivo per grimpeur che fungerà da test per gli uomini di classifica in vista di una delle tappe chiave di questo Delfinato: la cronometro di Montbrison.

Pronti via e attaccano subito in quattro, Omer Goldstein (Israel-Premier Tech), Jonas Gregaard (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas Champion (Cofidis) e Sebastian Schönberger (B&B Hotels-KTM). L'israeliano perde presto contatto dagli altri tre e viene riassorbito dal plotone, dove a fare l'andatura è il team francese della maglia gialla Alexis Vuillermoz, la TotalEnergies. Rimasti soli, i tre battistrada proseguono di comune accordo guadagnando oltre 4 minuti fino a quando, a poco più di 100 chilometri dalla conclusione, balzano su di loro nuove forze fresche, tutte della B&B: la maglia a pois Pierre Rolland, Alexis Gougeard e Miguel Heidemann, fuoriusciti una ventina di chilometri prima dal gruppo, che nel frattempo aumenta a sua volta l'andatura per non venire beffato come ieri. I quattro B&B si incaricano della maggior parte del lavoro nella fuga, il loro vantaggio oscilla tra i 2'30" e i 3'00". Dopo un lungo lavoro, ai -55 perdono contatto dalla testa Heidemann prima e Gougeard poi, lasciando Rolland e Schönberger con i soli Champion e Gregaard. Dopo una decina di chilometri anche lo stesso Champion è costretto ad alzare bandiera bianca, ma siccome il vantaggio sul gruppo rimane stabile attorno ai 2'30" la Jumbo-Visma decide di dare una mano alla Total nell'inseguimento mettendo a tirare Cristophe Laporte e Chris Harper.

La Côte de Besse-en-Chandesse ai -33 non crea grande selezione ma sfoltisce un po' il plotone della maglia gialla, senza però che il margine tra battistrada ed inseguitori sia modificato. Si palesa la necessità di forze fresche anche dietro e l'apporto dato da Edvald Boasson Hagen (Total) e Tiesj Benoot (Jumbo) si rivela fondamentale per abbassare il gap, che ai -25 è di appena 1'30". Nel segmento seguente in leggera ascesa il plotone rosicchia altri trenta secondi e si getta poi con fiducia nella discesa che precede la salita finale. L'avventura di Gregaard, Rolland e Schönberger termina proprio all'imbocco della salita di Chastreix-Sancy, l'ultimo ad arrendersi è proprio il norvegese della Uno-X ai -4.

Benoot e Steven Kruijswijk (Jumbo) si occupano di mantenere un ritmo alto ma regolare che favorisca un passista come Wout van Aert nelle prime rampe della salita. Tsgabu Gramy (BikeExchange-Jayco) tenta fortuna con un attacco solitario ai -3.5 e viene preso come punto di riferimento da Remi Cavagna (Quick-Step Alpha Vinyl Team). La botta del campione francese è notevole, ma viene contenuta da Jan Hirt (Intermarché Wanty-Gobert Materiaux), Tao Geoghegan Hart (Ineos Grenadiers), Jonas Vingegaard (Jumbo), Ben O'Connor (AG2R Citroën Team) e Andrea Bagioli (Quick-Step). Primoz Roglic (Jumbo) e Van Aert non concedono spazio e rimangono lì attaccati. Tocca quindi a Vingegaard sacrificarsi in funzione dei due capitani di giornata; il danese imposta un'andatura molto brillante di cui fanno le spese in molti, tra cui proprio la maglia gialla Vuillermoz ai -2.3. Anche Van Aert però sembra soffrire il ritmo del compagno e infatti perde metri al momento dell'accelerazione di O'Connor, marcato stretto da un brillantissimo Roglic e da Enric Mas (Movistar Team). In corrispondenza dell'ultimo chilometro la strada spiana, davanti si fermano e, grazie ad un generosissimo Vingegaard, Wout torna sotto. Il campione belga lancia la propria volata poco dopo i 200 metri. Il duello sembra essere con Victor Lafay (Cofidis), anche WVA lo crede e infatti esulta pensando di aver vinto, accorgendosi appena dopo aver oltrepassato il traguardo di aver subito la rimonta spaziale di David Gaudu (Groupama), partito molto indietro ma risalito a doppia velocità e vincitore di tappa per mezza ruota.

Dietro il francese ed il belga si piazzano Lafay, Ruben Guerreiro (EF Education-EasyPost), Kevin Geniets (Groupama), Nick Schultz (BikeExchange) e la coppia Bahrain Victorious Damiano Caruso - Dylan Teuns. Nono e decimo due statunitensi, Matteo Jorgenson (Movistar) e Brandon McNulty (UAE Team Emirates). La maglia gialla consola Van Aert, che si riprende il simbolo del primato con 6" su Gaudu, 12" su Lafay e 16" su tutti gli altri, guidati da Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), Jorgenson, Guerreiro, Esteban Chaves (EF), Roglic, Steff Cras (Lotto Soudal) e O'Connor.

Sarà dunque la cronometro di domani a smuovere per prima l'equilibrio tra i big; i 31.9 km quasi completamente piatti da Montbrison a La Bâtie d'Urfé sorridono agli specialisti della disciplina e dovrebbero mettere in posizione di vantaggio la coppia Jumbo Roglic-Vingegaard in vista delle due tappe finali di montagna che si correranno sabato e domenica. Per la vittoria parziale, i due principali indiziati sono Filippo Ganna e Wout van Aert, pronti a regalare un'altra emozionante sfida della loro rivalità contro il tempo.
Notizia di esempio
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