Giro d'Italia 2023 - Quote e pronostici
Panoramica sulle tantissime quote offerte dalle agenzie di scommesse per la Corsa Rosa numero 106. Evenepoel favorito, con Roglic a ruota e gli altri a debita distanza. Pedersen per la maglia ciclamino, Ineos per la classifica a squadre
Evenepoel contro Roglic. Remco contro Primoz. I bookmakers sposano il sentire comune e vedono nel campione del mondo e nel capitano della Jumbo-Visma i due grandi favoriti per la 106a edizione del Giro d’Italia, con ampio margine sui più immediati inseguitori. Al giovane belga, fresco di doppietta alla Liegi-Bastogne-Liegi, viene riconosciuto un piccolo, ma sostanziale vantaggio rispetto al più esperto sloveno. A pesare su questa valutazione possono essere portati diversi elementi: lo strapotere di Evenepoel in quasi tutte le corse a cui partecipa; la sua forza nelle prove a cronometro; la maglia rossa conquistata alla Vuelta, sconfiggendo – tra gli altri – Roglic; le gravi perdite in casa Jumbo-Visma, costretta a rinunciare a Kelderman (sostituito da Kuss), Gesink e Foss, tutti uomini utilissimi in salita e non solo, a cui si è aggiunto oggi Tratnik, sostituito da Gloag. A favore del partito sloveno non vanno però sottovalutati alcuni fattori. Alla Vuelta dello scorso anno, Roglic non arrivò al top della condizione, a causa della caduta di cui fu vittima al Tour e che lo ha convinto a sottoporsi a un’operazione alla spalla lo scorso ottobre, per stabilizzare l’articolazione; nonostante questo, dopo un’inizio difficile e un pesante ritardo – 48” – patito nei 31 km della cronometro di Alicante, Rogla salì di condizione, staccando Evenepoel tanto a Sierra de la Pandera, quanto a Sierra Nevada, prima di doversi ritirare a causa dell’evitabile caduta nella volata ristretta di Tomares. In questa stagione, Roglic ha sconfitto – con appena 6” di vantaggio – Evenepoel alla Volta a Catalunya, nonostante le fatiche accumulate una decina di giorni prima alla Tirreno Adriatico e infliggendogli, in particolare, una dura sconfitta nell’arrivo in salita di Lo Port, rispondendo senza apparenti difficoltà agli attacchi del campione del mondo e sfiancandolo nel durissimo sprint finale. Insomma, è giusto considerare Evenepoel il primo pretendente alla maglia rosa di Roma, visti anche i suoi miglioramenti su qualsiasi terreno, ma occhio a sottovalutare il caro vecchio Primoz.
E attenzione a dare per sconfitti gli avversari! Che, però, i quotisti vedono staccatissimi dai primi due, nonostante la truppa di specialisti delle tre settimane sia tutt’altro che povera. A partire da Geraint Thomas, l’unico tra i partenti che può vantare un trionfo al Tour de France, oltre ad altri due piazzamenti sul podio (solo Roglic, Uran e Pinot, tra i corridori al via del Giro, sono arrivati tra i primi 3 della Grande Boucle). Gli anni migliori sono passati, non c’è dubbio, ma appena 10 mesi fa il gallese conquistava, alle spalle del duo alieno Vingegaard-Pogacar, il gradino più basso del podio degli Champs-Élysées, con sei minuti di vantaggio su Gaudu e Vlasov. Il rapporto di Thomas con la Corsa Rosa è a dir poco complicato, con l’ultima esperienza, nel 2020, conclusasi con la solita caduta, quando il corridore della Ineos pareva lanciatissimo – nonostante il Giro fosse appena iniziato – verso la vittoria finale; anche l’avvicinamento non ha rubato l’occhio, ma ormai abbiamo imparato a conoscere Geraint, che difficilmente non arriva in condizione agli appuntamenti importanti. Oltre a Thomas, la Ineos Grenadiers schiera al via dall’Abruzzo almeno altri tre corridori che possono tranquillamente puntare alla top ten: il primo è Tao Geoghegan Hart, unico corridore al via del Giro 2023 ad averne già conquistato uno in carriera (l’appena citata edizione 2020); dopo quel trionfo, il 28enne di Holloway si è un po’ perso, ma in questa prima metà di stagione è tornato su ottimi livelli, con una primavera ricca di piazzamenti e culminata con la vittoria al Tour of the Alps; è difficile immaginare una situazione in cui Tao possa avvantaggiarsi rispetto ai big two, ma un piazzamento sul podio è comunque alla sua portata; gli altri due granatieri da tenere d’occhio sono Pavel Sivakov (nono all’esordio al Giro d’Italia, quattro anni fa, e sedicesimo dodici mesi or sono) e Thymen Arensman, in particolare quest’ultimo per le doti di fondo e resistenza messe in mostra all’ultima Vuelta e non solo. Il 24enne olandese potrebbe rivelarsi un’importante arma tattica, con attacchi a medio-lunga gittata nella seconda metà di Giro, con un piazzamento nei dieci alla portata, viste anche la buona propensione per le prove a cronometro.
Alle spalle di Evenepoel, Roglic e Ineos, troviamo due coppie che probabilmente non possono coltivare sogni di vittoria, ma che vedono nel podio un obiettivo fattibile. La prima è quella UAE Emirates composta da Joao Almeida e Jay Vine: il portoghese è ormai un habitué del Giro, corsa nella quale, a partire dal debutto nel 2020, è sempre stato tra i protagonisti; è lecito attenderlo nella medesima veste anche quest’anno, per quanto il 25enne lusitano dia l’impressione di essere almeno un gradino sotto i principali avversari, tanto in salita quanto a cronometro; Vine ha iniziato alla grande la stagione, vincendo il Tour Down Under, salvo poi doversi fermare per un problema al ginocchio, ora risolto; la sua forma è un’incognita, ma l’australiano ha dimostrato di andare fortissimo, al livello dei migliori al mondo, in salita e di potersela cavare egregiamente anche a cronometro; partirà con l’intenzione di fare classifica, ma non è da escludere che i suoi obiettivi possano cambiare a Giro iniziato: tutto dipenderà dalle risposte che la strada darà all’australiano nei primi giorni di corsa. La seconda coppia è quella della Bora-Hansgrohe; la squadra tedesca, che l’anno scorso ha trionfato con Jai Hindley, ci riproverà quest’anno con Aleksander Vlasov in prima battuta e Lennard Kämna in seconda: il russo, reduce dalla miglior stagione in carriera, ha faticato in questo inizio di 2023 e non sembra nelle condizioni di poter ambire a molto più di un piazzamento in top5; il tedesco, vincitore di una tappa al Tour of the Alps e protagonista anche alla Tirreno Adriatico, si metterà per la prima volta alla prova sulle tre settimane: al netto delle difficoltà psicologiche che hanno complicato la sua carriera, il motore è di primissimo livello; Jungels, Aleotti, Konrad e Palzer rappresentano un solido cast di accompagnamento.
Le speranze italiane di podio sono tutte riposte in Damiano Caruso, cui la Bahrain-Victoriuos affiancherà altri due pretendenti a un piazzamento nei dieci come Jack Haig e Santiago Buitrago. Competitiva in salita anche la EF-Easypost, con Hugh Carthy e Rigoberto Uran a caccia di top ten e vittorie di tappa, insieme alla sorpresa primaverile Ben Healy e alla coppia ecuadoregna Caicedo-Cepeda. Al netto di qualche altro nome – Pozzovivo, Pinot, Paret-Paintre, Dunbar, Rubio, Barguil, Leknessund – spendibile per le prime dieci posizioni della classifica generale, a contendersi la classifica generale saranno questi corridori. E le altre classifiche? Per quella a punti, Mads Pedersen è il netto favorito, offerto dai bookmakers a quote inferiori alla pari, davanti a Matthews e Gaviria. Più aperto il pronostico nella classifica dei gpm: Pinot, Evenepoel, Roglic, Buitrago, Vine e Fortunato condividono il ruolo di favoriti, in un mercato che risentirà pesantemente dell’andamento della corsa e dell’eventuale uscita di classifica di qualche nome di primo piano. La favorita per il successo nella classifica a squadre è la Ineos Grenadiers; abbiamo già detto della forza e completezza della formazione britannica, che nelle lavagne dei book precede la UAE Emirates, la EF-Easypost e la Bahrain-Victoriuos.
Dopo tanto ciarlare, arrivamo ai tanto (?) attesi suggerimenti targati Cicloweb. Come scritto in precedenza, l’avversario più credibile della coppia Evenepoel-Roglic è rappresentato dalla Ineos Grenadiers, in particolare da Geraint Thomas; se il gallese riuscirà a passare più o meno indenne i primi nove giorni di corsa, un piazzamento sul podio potrebbe essere alla sua portata e la quota 5 proposta da Sisal per questa eventualità può acquisire tantissimo valore con il passare del tempo; accettabile anche una giocata sull’altro Ineos, Geoghegan Hart, a podio, pagata 4 volte la posta sempre da Sisal, che propone il piazzamento di Arensman nei dieci a 3.50. Sullo stesso bookmaker, da accedere Thomas in testa a testa con Vine a 1.75, stessa quota a cui viene proposta la EF-Easypost meglio piazzata, nella classifica a squadre, rispetto alla Bahrain-Victorious. Ancora su Sisal, il piazzamento di Carthy nei primi dieci paga due volte e mezzo la posta: non sono un grande fan dello scalatore britannico, ma a questa quota, visti i suoi precedenti nella Corsa Rosa e il suo buon inizio di stagione, non posso non provare questa quota. Altri due testa a testa interessanti hanno come protagonista (in negativo) McNulty, che mi pare tenuto troppo in considerazione dai quotisti: stessa quota – 1.72 – per vederlo piazzato peggio rispetto a Buitrago (Bet365) e Arensman (Snai) nella classifica dei giovani (e, quindi, nella generale). Interessanti, infine, le quote di UAE Emirates (5.50) e Bora-Hansgrohe (16), proposte da Eurobet per la classifica a squadre: Ineos è giustamente favorita, ma il bookmaker non ha ancora aggiornato le posizioni di rincalzo, in particolare quella della Bahrain-Victorious seconda favorita, dopo il forfait di Mäder.