Obiettivo Fayetteville: le favorite tra le élite
Alla vigilia dei Mondiali di cross statunitensi analizziamo le pretendenti alla maglia iridata e a un posto sul podio: si rischia il monocolore oranje tra Brand, Vos e Del Carmen. Silvia Persico insegue il risultato della vita
Lucinda Brand
Campionessa europea e mondiale in carica, vincitrice della CDM. Negli ultimi 14 mesi ha letteralmente dominato la disciplina: lo scorso anno al titolo iridato aggiunse tutte e tre le challenge (CDM, X2O e Superprestige), in questa stagione, dall'Europeo in avanti, ha perso solo quattro corse, tre delle quali contro Marianne Vos. Ha già ampliato il palmarès nel 2021-2022 con i successi al campionato europeo, nella Coppa del Mondo e quello probabilissimo nel SP (manca solo la tappa di Gavere, percorso buono per lei). Nel complesso, finora, è stata anche più impressionante dello scorso inverno. È ancora in corsa per l'X2O, ma le sue attenzioni sono tutte rivolte alla rassegna iridata di sabato. Non è un segreto, la vittoria sarà affare tra lei e Vos e proprio alla luce di questo il terreno completamente asciutto non la farà di certo sorridere (ad ottobre vinse lei, ma c'era davvero molto fango). Ha una buona condizione (non la migliore della vita) e soprattutto non ha punti deboli: in partenza è una sentenza, se c'è da fare una cronometro di 50 minuti non si tira indietro, ma ha la capacità di risparmiare le forze in caso di poca selezione. Come tenuta sul lungo periodo è la migliore, anche più di Marianne. Un'altra arma a disposizione è il suo ultimo giro al fulmicotone, che più volte le ha consentito di spuntarla contro avversarie allo stesso livello nella giornata secca. Vos, però, da questo punto di vista la sopravanza, come visto a Rucphen ed Hoogerheide; se arriveranno appaiate all'ultima tornata è facile che sia la campionessa nazionale dei Paesi Bassi a centrare l'ottavo mondiale in carriera, impedendo a Brand di fare il bis. Per Lucinda sarà fondamentale fare il vuoto in precedenza, magari approfittando della lunga salita.
Marianne Vos
Dopo molti anni si ripresenta ai nastri di partenza con i gradi primissima favorita, condividendoli con Brand. Il suo ultimo titolo risale al 2014 e quest'anno sembrano esserci tutte le condizioni affinché la campionissima si riprenda il suo trono (nelle ultime stagioni è comunque salita un paio di volte sul podio). Toccata e fuga ad ottobre che gli è fruttata due primi posti. Rientrata in Val di Sole, a dicembre, ha perso a causa della sfortuna, ma si è presa la rivincita dopo sei giorni a Rucphen. Periodo natalizio a luci ed ombre (stava anche preparando la primavera su strada), ma tra il NK e Hoogerheide si è riaffermata come la regina, dominando tatticamente e fisicamente le due prove. Probabile che a Fayetteville utilizzi la tattica messa in atto qualche giorno fa: rispondere agli scatti di chiunque e marcamento a donna su Brand, prima di giocarsi tutte le fiches all'ultima tornata. Il tracciato scorrevole favorirà questo suo piano, consentendole, probabilmente, di rimanere coperta il più possibile.
Ceylin del Carmen Alvarado
La terza incomoda. Nella griglia delle favorite parte chiaramente dietro a Vos e Brand e idealmente anche a Blanka Vas. Eppure, se esiste una crossista in grado di sparigliare le carte e ribaltare il pronostico della vigilia è lei. Ceylin è reduce da una stagione iniziata male, con i problemi fisici che l'hanno costretta a rinviare l'esordio, e continuata peggio, sino ad arrivare al ritiro di Zolder. In mezzo qualche, rara, buona prestazione. A darle fiducia la settimana intercorsa tra Baal e il campionato nazionale, quando, per qualche cross di seguito, sembrava tornata la solita Alvarado capace di spingere fortissimo anche in piano. Approcciava con fiducia il back to back pre-Mondiale, ma Hamme e Hoogerheide sono stati teatro di due pessimi passi indietro, che la relegano solamente al ruolo di outsider. Senza però dimenticare di che pasta sia fatta la fenomenale caraibica...
Blanka Kata Vas
Con una saggia decisione l'ungherese ha scelto di partecipare alla prova élite e di saltare quella under; paradossalmente, le probabilità di podio sono più alte nella massima categoria che contro il trio Van Empel-Van Anrooij-Pieterse. Questo perché qualche giorno fa è arrivato l'annuncio delle pesantissime assenze al Mondiale di Worst e Betsema, la prima contagiata, la seconda influenzata. Annemarie, pur non essendo la più regolare del lotto negli ultimi due anni, si era preparata specificamente per questo obiettivo (anche perché non le è rimasto altro a cui puntare) e già lo scorso anno ad Ostenda aveva sorpreso tutti tenendo testa a Brand fino alla fine. Denise, invece, era il nome più accreditato per il bronzo. Tornando a Vas, la magiara era stata fenomenale a inizio stagione, vincendo addirittura ad Overijse e dopo Tabor si è presa una pausa (lei pratica anche strada e MTB entrambe ad altissimo livello, per altro). Rientrata a Natale non ha più ingranato, ma nelle ultime uscite è apparsa in crescita e, se si fa un po' più furba tatticamente, può seguire a lungo il duo neerlandese e sfruttare il treno oranje per mettere in cassaforte il terzo posto.
Sanne Cant
Per la campionessa belga e tre volte iridata (Bieles, Valkenburg, Bogense) altra annata di sofferenza. Tante fatiche e poche soddisfazioni. Solo a Herentals, per un breve tratto, e a Dendermonde è parsa vicina al livello delle big, senza però poterle mai mettere alle strette. A Middelkerke, nel campionato nazionale, è stata autrice di una prestazione maiuscola, che faceva ben sperare in ottica Mondiale. Nell'ultimo fine settimana non ha convinto e le speranze di medaglia sono piuttosto basse, ma non nulle, per merito delle assenze di Betsema e Worst. A suo sfavore il meteo: quando ha ben figurato è stato quasi sempre nei percorsi fangosi, mentre nei cross scorrevoli pagava dazio anche alla connazionale Alicia Franck (in lizza per la top ten).
Silvia Persico
L'azzurra, complici le rinunce dell'ultimo minuto, si trova davanti a un'opportunità straordinaria e forse irripetibile di centrare la top five mondiale in un contesto altamente competitivo come quello femminile. Le gambe nelle ultime settimane girano alla grande e dopo il titolo italiano, meritatissimo, sono arrivati due piazzamenti che fanno sognare: quinta a Flamanville e settima a Hoogerheide. Il secondo più sorprendente del primo, dato che è arrivato battendo Betsema e Alvarado. In partenza dovrà essere brava a sfruttare la sua velocità per tuffarsi in campo nelle prime tre posizioni, in modo da far parte del drappello che si selezionerà nei primi minuti.
Clara Honsinger
La padrona di casa punta questo Mondiale dallo scorso anno ormai, ma, purtroppo per lei, le condizioni le sono totalmente sfavorevoli. Lei che è la più grande amante esistente del fango, si trova alle prese con un terreno velocissimo. Solo la salita può in qualche modo aiutarla, ma tra partenza disastrosa e poca esplosività appare complicato vederla protagonista.
Manon Bakker
Al posto suo potevamo inserire Kastelijn o Van der Heijden, alla fine il livello di Manon non si discosta di molto da quello di Yara e Inge. Però a Hamme Bakker ha fatto parte del gruppo delle migliori e allora chissà che dopo una stagione nettamente al di sotto delle aspettative non tiri fuori la super prestazione proprio quando serve davvero. Difficile.
Altre atlete che lotteranno per un posto tra le dieci sono le sopraccitate Kastelijn, che con un tracciato poco tecnico e molto veloce dovrebbe trovarsi a proprio agio, e Van der Heijden (lei gran partenza, ma preferisce il fango), ma anche Franck e Hélene Clauzel, oltre alla canadese Maghalie Rochette, la quale preferisce però altre tipologie di circuiti. Per l'Italia le speranze non sono riposte solamente in Persico; anche Eva Lechner, infatti, ha tutte le credenziali per conquistare una top ten che sarebbe straordinaria per una crossista della sua età.