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Volta Andalucia, Barrenetxea detta La Línea a Johannessen. Sivakov vince la classifica generale
Il corridore norvegese contesta apertamente la manovra del basco, ma la giuria conferma il risultato. 4° Carboni
Di astuzia e di mestiere: Jon Barrenetxea - che si era fatto conoscere la scorsa estate al circuito de Getxo - ha conquistato l'ultima tappa della Volta a Andalucia al termine di uno sprint ristretto che ha suscitato le plateali rimostranze del battuto, Andreas Johannessen, a suo dire danneggiato dalla manovra con la quale il basco della Movistar gli ha chiuso il varco ai 150 metri dal capolinea. La giuria, però, non ha avuto alcunché da eccepire, confermando il verdetto della strada. 4° posto per Giovanni Carboni, rimasto in corsa per il successo fino ai -6 dall'arrivo, quando è stato costretto a rallentare per una scivolata di Minget e Gachingard. Nonostante la presenza nella fuga buona di due corridori potenzialmente pericolosi come Prudhomme e Staune-Mittet, Pavel Sivakov ha difeso facilmente la maglia gialla, conquistando l'edizione del centenario della Ruta del Sol.
La cronaca dell'ultima tappa della Volta a Andalucia
La 71ª edizione della Volta a Andalucia-Ruta del Sol si conclude con una tappa-trabocchetto: i 168,1 km da Behanavís a La Línea de La Concepción dispensano le più grosse difficoltà nella prima parte, caratterizzata dalle scalate al Puerto del Madroño (1ª categoria, 20,2 km al 4,9% di pendenza media) e al Puerto del Espino (3ª categoria, 8,5 km al 5,2% medio), quest'ultimo posizionato a 73 km dall'arrivo. Una lunga discesa e qualche ondulazione sostanzialmente innocua prima di raggiungere la sede d'arrivo (con scenografica vista su Gibilterra). Un paio di rotonde prima del rettilineo d'arrivo.
La corsa si anima immediatamente con l'attacco dei francesi Jordan Labrosse (Decathlon-AG2R La Mondiale) e Pierre-Roger Latour (TotalEnergies), su cui si riportano altri 18 corridori: i belgi Florian De Tier (Wagner Bazin-WB) e Milan Lanhove (Baloise-Flanders), il britannico Paul Double (Jayco AlUla), i francesi Nicholas Prodhomme (Decathlon), Thomas Gachignard (TotalEnergies) e Axel Laurence (INEOS Grenadiers), il colombiano Iván Ramiro Sosa (KERN Pharma), l'italiano Giovanni Carboni (Unibet Tietema Rockets), i norvegesi Anders Halland Johannessen (Uno-X Mobility), Tobias Halland Johannessen (Uno-X), Andreas Leknessund (Uno-X) e Alexander Staune-Mittet (Decathlon) gli spagnoli Jon Barrenetxea (Movistar), David Delgado (Burgos Burpellet-BH), José Manuel Díaz (Burgos), Omar Fraile (INEOS), David González (Q36.5), Enric Mas (Movistar) e Iker Minget (Euskaltel-Euskadi).
La presenza di Prodhomme e Staune-Mittet tiene in allerta il gruppo della maglia gialla, il russo di passaporto francese Pavel Sivakov (UAE Emirates-XRG): non più di 2'30" di margine per i battistrada, che procederanno compatti fino all'ultimo GPM, dove perderà contatto Latour. La discesa dell'Espino sgrana per qualche chilometro il treno dei battistrada, che cominciano nel frattempo a sentire il fiato sul collo degli inseguitori, trainati dal belga Tim Wellens (UAE Emirates). Dai -45 in avanti, i fuggitivi - il cui vantaggio è nel frattempo risalito a 1'41" - cominciano a rincorrersi a vicenda, ma nessuno ha la forza di portare via un contrattacco. L'accordo tra i fuggitivi vacilla a più riprese prima della sortita di Barrenetxea ai -18 da La Línea de La Concepción. Alla ruota del basco si accodano subito Gachignard, Anders Johannessen, Minget e Staune-Mittet, poi raggiunti anche da Carboni, bravo a rientrare sui primi dopo un breve inseguimento. Il sestetto di testa guadagna subito una quindicina di secondi sul resto della compagnia, che non ha più la forza per ricucire lo strappo: la vittoria di tappa è un affare a 6.
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Gli uomini di testa macinano un bel passo fino a 6 km dal traguardo, quando Minget finisce a terra, portandosi dietro Gachignard. La caduta danneggia anche il marchigiano, costretto a sganciare il piede dal pedale. Un rallentamento che gli costa la possibilità di contendere la vittoria agli ultimi tre superstiti della fuga a 19. La chiara superiorità di Barrenetxea obbliga i due norge a uscire allo scoperto, ma il corridore della Movistar controlla agevolmente la situazione, prendendo persino l'iniziativa ai -2,5 dall'arrivo. Seppure in difficoltà, Staune-Mittet torna sotto proprio in vista del triangolo rosso per poi tentare di sorprendere i rivali ai 350 metri dall'arrivo: una fiammata e nulla più. Alle sue spalle si muove Barrenetxea, tallonato da Johannesen, che prova a uscire sul lato sinistro della strada, ma il basco sbarra con decisione la porta. Il norvegese della Uno-X contesta la manovra dell'avversario, ma la giuria non gli dà retta: 2° centro in massima serie per Barrenetxea davanti a Johannessen e Staune-Mittet, poi Carboni (4° a 12") e Gachignard (5° a 18"). A 31" il gruppo dei battuti - che aveva peraltro raggiunto gli altri protagonisti della fuga - regolato dal belga Maxim Van Gils (Red Bull-BORA-Hansgrohe).
Nessuna novità di rilievo nella generale: Sivakov vince la quinta corsa a tappe della carriera con 23" di margine sul francese Clément Berthet (Decathlon) e 26" sul sul britannico Thomas Pidcock (Q36.5).
Le altre classifiche
Van Gils si è aggiudicato la maglia verde della classifica a punti, mentre l'uruguaiano Guillermo Silva (Caja Rural Seguros-RGA) ha conquistato il primato tra gli scalatori. Alla Decathlon, infine, il primato nella graduatoria a tempi.