Professionisti

Sciur Padun dalla bella maglia azzurra

26.07.2019 19:06

Adriatica Ionica Race, l'ucraino della Bahrain Merida vince il tappone davanti a Quintana e Hermans diventando il nuovo leader della corsa


Se nelle Alpi Occidentali la grandine ha interrotto uno spettacolo sublime, sulle Dolomiti le intemperie hanno avuto il buongusto di mostrarsi solamente una volta che i primi erano già accuditi dai massaggiatori. Ben più sfortunati, invece, i componenti del gruppetto, che si sono dovuti arrestare per una ventina di minuti mentre stavano affrontando la discesa della Sella Ciampigotto a causa, per utilizzare le parole dell'irlandese Connor Dunne, di "chicchi di grandine grandi come palline da golf".


Sfortuna che invece pare essersi finalmente messo alle spalle Mark Padun, martoriato in primavera da problemi fisici che lo hanno costretto ai box. La sua prima uscita stagionale, alla Itzulia Basque Country, si è conclusa con la non partenza nella seconda tappa; da allora ha poi rimesso un numero sulla schiena solo al Critérium du Dauphiné e ai campionati nazionali, trovando qui il colpo di pedale giusto per garantirsi il titolo nella prova a cronometro. Ora che i dolori sono superati, il talento ucraino è libero di riprendere dove aveva terminato il 2018, suo primo anno tra i pro', ossia con gare di qualità una in fila all'altra.

Tante salite verso Lago di Misurina, tre attaccanti sin da subito
Dalla città stellata di Palmanova prende il via la seconda frazione della Adriatica Ionica Race, quella decisiva con il traguardo posto dopo 204.6 km, sul Lago di Misurina, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Sono ben quattro le asperità dolomitiche da affrontare, nell'ordine il Passo di Rest, quindi il Passo Pura (11.8 km al 7.4%), la Sella Ciampigotto (11 km al 7.1%) e quindi l'ascesa conclusiva di 15.5 km al 5.2%, con pendenza massima del 13% a 4 km dal termine.

Con Miguel Ángel Florez (Androni Giocattoli-Sidermec) rimasto in albergo, la partenza, molto veloce, viene data alle 11.10 e già dopo 7 km si forma la fuga di giornata: assieme ad un nome noto come il belga Edward Theuns (Trek-Segafredo) si aggregano due giovani speranze del Cycling Team Friuli come Mattia Bais e Jonathan Milan, che provano ad onorare al meglio l'invito ricevuto per la corsa di casa, loro unica compagine Continental chiamata dall'organizzazione guidata da Moreno Argentin.

Il margine sale, Bais si invola sul Passo Pura
Inizialmente il plotone non lascia tanto spazio, tanto che al km 15 il gap è ancora inferiore al minuto. Da questo momento in poi il gruppo inizia a disinteressarsi, lasciando al terzetto un margine super, dato che al termine della prima ora, dove hanno percorso ben 48.1 km, il disavanzo è di 7'35", medesimo margine conservato ai piedi del Passo Rest. Sulle prime rampe dell'ascesa perde subito terreno il pistard Milan, che va su del suo passo venendo riassorbito da dietro. Insistono, invece, davanti, scollinando con poco meno di 7' di vantaggio.

La coppia scoppia già nelle battute iniziali del duro Passo Pura che, come l'ascesa precedente, stranamente non è contabilizzato come gpm. Forte del suo curriculum da passista-pavearo, Theuns alza bandiera bianca lasciando da solo il trentino Bais, uno che a inizio luglio ha mostrato le sue doti in salita al Sibiu Tour, concluso in ottava posizione: non vederlo passare in una squadra Professional sarebbe delittuoso.

Bais tenta da solo, nel gruppo di testa anche Evenepoel e Hermans
Mentre Theuns viene ripreso, nel quale da tempo non è più presente un Mark Cavendish (Team Dimension Data) che ha già optato per il ritiro, il gruppo si frantuma letteralmente: davanti restano solamente in undici, ovvero sia Mark Padun (Bahrain Merida), Remco Evenepoel e James Knox (Deceuninck-Quick-Step), Jonathan Caicedo (EF Education First), Winner Anacona (Movistar Team), Nicola Conci (Trek-Segafredo), Jan Polanc (UAE Team Emirates), Daniel Muñoz (Androni Giocattoli-Sidermec), Matteo Badilatti e Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Dayer Quintana (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM).

Costoro transitano in vetta, al km 129, con un paio di minuti di ritardo su Bais il quale viene riagguantato solo in prossimità di Sauris, quando la scalata verso la Sella Ciampigotto non è ancora in essere. Nel gruppetto non c'è più Anacona, che nella tosta discesa si è irrimediabilmente distanziato, trovandosi ad inseguire in compagnia del trio danese Niklas Eg (Trek-Segafredo), Mikkel Frølich (Deceuninck-Quick Step) e Jonas Gregaard (Astana Pro Team).

Badilatti va forte e riduce il gruppetto, si stacca anche Evenepoel
Il ritmo viene dettato principalmente dall'elvetico Badilatti, che scollina per primo al gpm del km 151.1; Bais passa dopo oltre 1' mentre il ritardo del quartetto colombian-danese ammonta a oltre 2'. La lunghissima discesa non cambia le carte, così come nel falsopiano che porta ai piedi della salita conclusiva: tutti si danno cambi regolari, con il già citato Badilatti che si incarica del massimo del lavoro soprattutto quando la strada sale.

Quando mancano 8.5 km alla fine, in un momento di stasi, parte secco Remco Evenepoel: il campioncino belga è forse troppo impaziente e la sua mossa dura poco più di 2.5 km, quando Badilatti lo riporta a più miti consigli. E lo svizzero si dimostra un elemento da seguire dato che la prima parte di salita è tutta affrontata in base al suo passo che fa vittime: il primo a mollare, con sopresa, è Evenepoel, poco dopo imitato da Polanc e Muñoz, due che non ti aspetti.

Hermans fa il ritmo ma non si invola, è volata a cinque
Il lavoro del gregario finisce a 4 km dalla conclusione e a lui subentra capitan Hermans che cerca l'allungo: Knox, Conci e Caicedo si distanziano, non così Padun e Quintana, bravi a restare con il forte belga reduce dal successo al Tour of Austria. È sempre l'ex BMC a fare il passo, non ricevendo quasi mai aiuto dai colleghi; e quando l'andatura scema, sia Caicedo che Knox si avvicinano, cercando il rientro ai meno 2.5 km dall'arrivo. Conscio del pericolo, Hermans accelera giusto prima che ritornino i due ritornino ad essere perniciosi.

Ma un nuovo rallentamento, giusto prima dell'ingresso all'ultimo km, permette a Caicedo di riportarsi in testa; e non contento l'ecuadoriano prova a sorprendere in due occasioni gli avversari, non trovando luce verde, in un drappello che si studia tanto. Decisamente troppo, se anche Knox di gran carriera si riporta su di loro a 400 metri dalla conclusione, tentando la beffa impostando la volata lunga.

Padun vince e convince su Quintana e Hermans
Parte dunque Caicedo, ma non c'è storia: a conquistare il successo con margine è Mark Padun, alla seconda gioia stagionale. Il ventitreenne ucraino, che taglia il traguardo con la maglia aperta per la "gioia" della Bahrain Merida, regola Dayer Quintana (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Jonathan Caicedo (EF Education First), con James Knox (Deceuninck-Quick Step) a cui viene attribuito un gap di 5".

Sesta piazza a 41" per un infaticabile Matteo Badilatti (Israel Cycling Academy), quindi seguono Nicola Conci (Trek-Segafredo) a 1'07", Jan Polanc (UAE Team Emirates) a 1'17", Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) a 1'31" e Daniel Muñoz (Androni Giocattoli-Sidermec) a 2'28". Decisamente più staccati tutti gli altri, complici anche le condizioni meteo che li hanno colpiti.

Padun nuovo leader, domani l'insidioso finale a Monte Quarin
La classifica vede ora al comando Mark Padun con 6" su Ben Hermans, 10" su Jonathan Caicedo e 15" su James Knox: pare ristretta così a loro la lotta per il successo finale. Dal quinto, ossia Nicola Conci, in poi il ritardo supera abbondantemente il minuto - nel caso del trentino il distacco è di 1'17".

Domani una tappa da non sottovalutare affatto: la Padola-Cormons di 203.8 km inizia in discesa prima della contropendenza verso Sappada, che dà il là ad un lungo tratto di discesa, Il clou è negli ultimi 35 km, con quattro strappetti nervosi a dare possibilità agli attaccanti. Si arriva su uno di essi, il Monte Quarin, salitella di 1800 al 5.8% di pendenza media con punte subito all'inizio del 12%.
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