Pozzovivo sereno e sornione
Il lucano dell'AG2R, a ridosso della top 5 del Giro100, può colpire a sorpresa
Cinque gran premi della montagna distribuiti sulla strada tra Moena ad Ortisei, lì dove le Dolomiti si rivelano in tutto il loro magico splendore, non sono stati sufficienti a dare una sentenza definitiva su questo Giro d'Italia ma di certo hanno rafforzato ancor di più la convinzione che spodestare dal trono questo Tom Dumoulin sarà davvero durissima. Mai dire mai però, come testimonia l’edizione dello scorso anno e come l'inconveniente di cui è stato vittima l'olandese tre giorni fa quando era ben saldo al comando della corsa rosa sta ulteriormente a dimostrare.
Tant'è però fino a questo momento e se il leader della Sunweb, superato il momento critico anche grazie ad una difesa d’autentico leone, sembra tornato perfettamente padrone dei propri mezzi, ci s'interroga su ciò che i rivali possano inventarsi per scardinare la resistenza del tostissimo atleta di Maastricht. Le ultime due giornate di montagna saranno in grado di rivelare se Quintana e Nibali in primis faranno prevalere la fantasia e la voglia di non rassegnarsi ad un piazzamento sul podio a dispetto di attendismo e tattiche di gara, di cui peraltro potrebbero giovarsi altri attesi protagonisti di questo Giro, che vedono il proprio morale decisamente in rialzo dopo la tappa di ieri. Thibaut Pinot, riavvicinatosi molto alla zona podio, può infatti legittimamente sperare nel raggiungimento dell'obiettivo minimo di questo Giro d'Italia (il podio appunto), così come Ilnur Zakarin potrebbe rivelarsi realmente l'outsider atteso nelle scorse giornate.
Chi però, zitto zitto, sta continuando a disputare un ottimo Giro d'Italia, caratterizzato da una regolarità raramente avuta in passato è Domenico Pozzovivo, che approfittando dell'eccessivo marcamento dei primi tre della generale sull'ultima ascesa di Pontives, ha operato un allungo non mortifero ma efficace, ben assecondato da Pinot, che sul traguardo di Ortisei ha portato in dote al lucano quasi 1 minuto di vantaggio (l'abbuono di 4" è sfumato solamente nello sprint a due contro il più veloce francese). Un'ulteriore dimostrazione non solo di tenacia ma anche di capacità di saper approfittare con l’esperienza di certe situazioni esasperatamente legate al tatticismo e all'attendismo, da prendere al volo nella speranza di poter migliorare la propria classifica generale. Allo stato attuale per il 34enne dell'AG2R La Mondiale non sarà comunque facile insediarsi nelle prime cinque posizioni e cercare quindi almeno di eguagliare il miglior risultato di sempre in una grande corsa a tappe (che attualmente resta il 5° posto colto al Giro del 2014) ma il non aver mostrato sostanziali cedimenti ed una certa serenità nel vivere alla giornata potrebbero rivelarsi le armi migliori per provare ad ambire a qualcosa in più (e a respingere gli assalti degli avversari diretti).
Domenico Pozzovivo: costanza ed esperienza che possono fare la differenza
Nonostante una faccia da eterno ragazzino, Pozzovivo è giunto alla sua undicesima partecipazione al Giro d'Italia, corsa a cui è legato da un rapporto dolce e amaro. Atteso sempre come possibile outsider del movimento nostrano, è stato spesso rallentato da distrazioni che gli hanno fatto lasciare qualche minuto di troppo in strada ma soprattutto da incidenti rivelatisi anche molto seri (su tutti la bruttissima caduta nella discesa di Barbagelata, al Giro 2015, che fece restare tutti col fiato sospeso). Nonostante questo non sono neppure mancati momenti esaltanti, come l'ottimo secondo posto sul Fedaia nell'edizione 2008 o la vittoria di Lago Laceno del 2012. Come detto il Giro del 2014 resta attualmente il migliore nelle risultanze, favorito anche da ottime prestazioni in cronometro dal percorso atipico e che quindi si adattavano soprattutto ai passisti scalatori.
Osservando però le prestazioni nelle singole giornate fornite dal corridore lucano, balza subito un dato eloquente: fatta esclusione per la tappa inaugurale di Olbia, chiusa in 31esima posizione, o quella di mercoledì a Canazei (47esimo in una frazione in cui ad aver buon gioco sono stati i fuggitivi), si nota come Pozzovivo non si sia mai fatto sorprendere in finali complicati, come potevano essere quelli tortuosi di Alberobello e quello di Peschici, ancor più adatto per tipologia. Non solo: un corridore come lui che spesso in certe situazioni aveva i suoi grattacapi è stato addirittura capace di conquistare 6" nei confronti di tutti gli altri corridori di classifica in una tappa dichiaratamente favorevole ai velocisti come quella di Reggio Emilia.
Insomma un Pozzovivo sempre sul pezzo che in virtù della grande esperienza ormai acquisita e che nelle ultime stagioni ha spesso guardato alle Ardenne come primo momento chiave della stagione (basti vedere le ultime prestazioni alla Liegi-Bastogne-Liegi, in cui sfiorò addirittura il successo nel 2014), ha finora interpretato questo centesimo Giro d’Italia con l'estrema tranquillità di chi non ha nulla da perdere e sa che la vittoria e i piazzamenti compresi fino alla quinta posizione sono innanzitutto prerogativa di altri atleti, partiti da Alghero con ben altre ambizioni.
A conti fatti la buona difesa sul Blockhaus a cui ha fatto da contraltare una cronometro del Sagrantino in cui ha finito per lasciare qualche secondo di troppo (anche per merito della stratosferica prova di Dumoulin) hanno poi trovato seguito nell'eccellente prova nel tappone da Rovetta a Bormio, in cui all'ottima e intelligente tenuta in salita è seguita anche una prestazione in discesa tra le migliori che si ricordino del folletto lucano, premiata da un quarto posto di tappa che gli ha permesso di guadagnare terreno nei confronti degli avversari e di giungere a ridosso dei primissimi.
Le ultime salite da sfruttare in vista di domenica
L'attimo colto alla perfezione nella tappa di ieri può indubbiamente porre il quesito: può questo Pozzovivo sfruttare il grande marcamento dei primissimi per andare a cogliere anche un successo di tappa che impreziosirebbe ancor di più un Giro corso finora in maniera molto buona? Teoricamente si, anche se tutto dipenderà anche dalla verve di Quintana e di Nibali (senza tralasciare Pinot). La frazione con arrivo a Piancavallo e quella di sabato sull'altopiano di Asiago con il Monte Grappa come gustoso antipasto saranno utili soprattutto a dare una fisionomia ancor più definita alla classifica del lucano in vista della cronometro conclusiva di domenica, in cui Domenico sulla carta parte decisamente sfavorito sia da chi lo precede (Ilnur Zakarin, distante 9" attualmente) che da chi lo segue (Bauke Mollema, decisamente migliorato contro il tempo e su cui il vantaggio attuale si attesta sui 50").
Attaccare per mettere in cascina più secondi possibili è quindi l'obiettivo primario da prefissarsi e per questo può diventare molto importante l'apporto del francese Hubert Dupont, atleta tra i più esperti in gara in questo Giro e capace di terminare in 11esima posizione appena un anno fa, che rappresenta senza dubbio il miglior gregario in salita di cui dispone la formazione transalpino. Oltre a lui può giocare un ruolo fondamentale anche Matteo Montaguti, soprattutto se giocato in un’azione da lontano in modo da poter tornare utile nel momento in cui Pozzovivo decidesse di muoversi anticipatamente. In fin dei conti il lucano ha ben poco da perdere e pur se non dovesse riuscire nell'intento di poter migliorare la propria posizione potrebbe avere ben pochi rimpianti dalla sua. L'importante è, imprevisti permettendo, riuscire a vivere alla giornata, che un modo per essere protagonisti lo si può sempre trovare e il suo, Domenico, l'ha già ampiamente fatto.