Sagan, rilancio o bluff?
Dopo una deludente annata alla TotalEnergies, Peter annuncia che inaugurerà la nuova stagione in Argentina. Il 2023 sarà l’anno del riscatto?
“Quando si conducono due vite differenti, è facile dimenticare da che parte ti trovi". Così recitava uno degli slogan promozionali di “Confessioni di una mente pericolosa”, film del 2002 di George Clooney alla prima fatica da regista. Trasponendo la citazione cinematografica al mondo del ciclismo, in questo momento quale protagonista dei pedali può ricalcarla pedissequamente se non Peter Sagan? Cos’è successo al campione slovacco che è passato repentinamente dalle trionfali stagioni in maglia Liquigas, Tinkoff e BORA Hansgrohe a quella deludente appena trascorsa alla TotalEnergies?
Nel recente passato un cambiamento radicale nei risultati lo abbiamo potuto notare in ciclisti che hanno subito incidenti seri come Chris Froome oppure Tom Dumoulin. Il primo ha praticamente terminato di competere ad alti livelli dopo la caduta nella ricognizione della cronosquadre del Delfinato 2019 mentre il ginocchio sinistro duramente colpito nella tappa di Frascati al Giro 2019 non ha più dato pace al secondo che dopo tre anni di patimenti con l’unica vittoria del titolo nazionale a cronometro a giugno 2021, alla fine ha deciso di ritirarsi lo scorso agosto. Ma Sagan in carriera non ha mai subito infortuni tali da comprometterne le prestazioni. Il 2022 dello slovacco è stato, risultati alla mano, il più deludente della sua carriera nel circuito WT con due misere vittorie ai Campionati Nazionali su strada e nella terza tappa del Giro di Svizzera. Davvero troppo poco per un ciclista che ci aveva abituato a ben altre performances e che negli anni d’oro aveva conquistato vittorie dall’inizio alla fine della stagione, mantenendo una continuità invidiabile testimoniata dalla strepitosa tripletta mondiale nel 2015, nel 2016 e nel 2017.
Le motivazioni di questo appannamento – al di là delle voci di “pancia piena” e di strascichi post divorzio - risiedono probabilmente nel doppio contagio al Covid patito da Sagan tra fine 2021 e inizio 2022. Alla ripresa degli allenamenti, a inizio anno, le gambe non giravano più come prima e il ciclista slovacco è stato sottoposto anche ad esami clinici più approfonditi. La prima parte della stagione lo ha visto spesso in difficoltà nelle corse a cui ha partecipato e non sono mancati i ritiri, tra cui quelli alla Tirreno Adriatico, alla Gand Wevelgem ed allo stesso Giro di Svizzera. Una minima nota positiva è emersa dal Tour de France, che ha disputato dalla prima all’ultima tappa ma in cui i risultati migliori li ha colti nella terza e nella quindicesima tappa, concluse in quarta posizione. Chissà se il settimo posto del Mondiale di Wollongong può essere un punto di partenza per il 2023, che inaugurerà alla Vuelta a San Juan in programma dal 22 al 29 Gennaio prossimi. A 32 anni a nostro parere Sagan può e deve dare ancora tanto al ciclismo e ai tifosi che ancora credono in lui.