Il gioco dell'Oka è tornato vincente
Il giapponese ebbe non pochi problemi nel suo periodo alla Delko, ma sta dimostrando con i fatti che non arrivò al professionismo per caso. Focus sulle corse della settimana e sulla ATT Investments, squadra in grande ascesa
Diciottesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Kozagawa-City International Road Race, Tour de Kumano, Oberösterreich Rundfahrt, Ronde de l’Oise, Tour of Malopolska, Memorial Philippe van Coningsloo, Atsushi Oka, dalle liti alle vittorie, e la ATT Investments, a caccia del ruolo di miglior squadra ceca.
Le corse della settimana
Kozagawa-City International Road Race e Tour de Kumano
Dopo il Tour of Japan, il calendario nipponico ha proposto altre due gare: la Kozagawa-City International Road Race e il Tour de Kumano.
La Kozagawa-City International Road Race, corsa di un giorno all’esordio nel calendario UCI, è stata annullata a causa di un tifone che ha colpito il percorso di gara: forte vento, allagamenti e detriti che avevano invaso le strade hanno reso impossibile gareggiare in sicurezza.
Le diciotto Continental che avrebbero dovuto disputare la gara si sono date appuntamento al giorno successivo per l’inizio del Tour de Kumano, corsa presente nel calendario UCI da circa quindici anni, che quest’anno è stata ridotta a sole due tappe. In realtà al via si sono presentate solo diciassette squadre perché la Sparkle Oita, colpita dal covid, non ha preso il via.
II meteo poco clemente ha creato problemi nella prima frazione: la salita più difficile è stata rimossa dal percorso a causa di una frana e la lunghezza della tappa è stata ridotta a soli 63 chilometri. Due corridori del JCL Team Ukyo, Atsushi Oka e Masaki Yamamoto, si sono avvantaggiati rispetto alla concorrenza e non sono più stati raggiunti. Tra i due non c’è stata volata e Yamamoto ha potuto festeggiare il primo successo UCI in carriera. Il primo gruppo inseguitore ha tagliato il traguardo con 36” di ritardo ed è stato regolato da Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon).
La seconda tappa prevedeva dieci giri di un circuito con diversi strappetti non particolarmente impegnativi, ma, nonostante un percorso non troppo esigente, solo trentotto dei novantasei corridori partiti hanno raggiunto il traguardo. Ancora una volta sono stati due compagni di squadra, Thomas Lebas e Genki Yamamoto della Kinan, a staccare tutti. I due, abbastanza lontani in classifica, non rappresentavano un problema per il JCL Team Ukyo e non sono stati raggiunti. Nemmeno in questa circostanza c’è stata volata e l’arrivo in parata ha premiato nuovamente uno Yamamoto. L’ex corridore della Nippo-Vini Fantini è così tornato alla vittoria a cinque anni di distanza dal titolo nazionale 2018. Il gruppo dei migliori ha accusato un ritardo di 26” e la volata per il terzo posto ha premiato Georgios Bouglas (Matrix Powertag).
A causa dell’accorciamento per via della frana, nella prima tappa non sono stati assegnati abbuoni e la vittoria finale è stata assegnata dalla somma dei piazzamenti: grazie al ventunesimo posto nella seconda frazione, Atsushi Oka ha relegato al secondo posto Masaki Yamamoto, che si è dovuto accontentare della maglia di miglior scalatore. Il podio è stato completato da Jambaljamts Sainbayar, staccato di 33”. L’altro Yamamoto, Genki, si è aggiudicato la classifica a punti, Takumi Yamada (EF Education-Nippo Development) è stato il miglior giovane e il JCL Team Ukyo ha vinto la graduatoria a squadre.
Oberösterreich Rundfahrt
In Austria si è disputata la tredicesima edizione dell’Oberösterreich Rundfahrt, corsa a tappe di quattro giorni. Al via si sono schierate diciassette Continental, sei formazioni dilettantistiche e un team di ciclocross, per un totale di ventiquattro squadre.
Come nelle ultime tre edizioni, la corsa si è aperta con un prologo di soli 700 metri nelle strade di Linz. Il percorso, tutto in leggera salita, è molto tecnico, con diverse curve impegnative. Per il terzo anno consecutivo sono stati i crossisti del Team Deschacht-Group Hens a fare la voce grossa: dopo essersi imposto negli ultimi due anni, Daan Soete si è dovuto accontentare del terzo posto, ma è stato il compagno di squadra Lander Loockx, secondo sia nel 2021 che nel 2022, a far segnare il miglior tempo. Fra i due si è inserito il promettente velocista italiano Alberto Bruttomesso (Friuli), mentre il Team Descacht ha ottenuto anche il quarto posto con Victor Van De Putte.
Delusione per un altro specialista del ciclocross, Timo Kielich (Alpecin-Deceuninck Development): il belga ha chiuso solo nono perché, dopo essere partito molto forte, ha commesso un errore in una delle curve, impattando contro una transenna, e ha perso velocità in un momento chiave.
La prima tappa presentava un profilo abbastanza nervoso e l’ultimo chilometro in leggera salita. Dopo che la fuga di giornata è stata ripresa, l’Alpecin-Deceuninck Development ha messo in fila il gruppo per favorire lo sprint di Timo Kielich. Lo spunto del belga è stato irresistibile e nessuno è riuscito a contrastarlo: Nicklas Amdi Pedersen (ColoQuick) ha chiuso con 1” di ritardo, mentre Theo Reinhardt (Rad-Net Oßwald), terzo, ha accusato un distacco di 3”. Lander Loockx, quinto, ha dovuto cedere la maglia gialla al vincitore di giornata.
Anche la seconda frazione era molto ondulata, con un finale caratterizzato da uno strappo duro, seguito da una discesa ripida e un ultimo chilometro che tornava a salire. Sull’ultima salita, il gruppo ha ripreso i fuggitivi e si è ridotto notevolmente, ma è stata la successiva discesa a decidere l’esito della tappa, con cinque uomini che sono andati a giocarsi la vittoria. Emiel Verstrynge (Alpecin-Deceuninck Development) ha lanciato splendidamente il leader della generale Timo Kielich, che ha vinto agevolmente davanti a Jakub Otruba (ATT Investments) e allo stesso Verstrynge.
L’ultima tappa era di gran lunga la più impegnativa, con un arrivo in cima ad una salita di quasi 10 chilometri. Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck Development) si è imposto (leggi qui), precedendo di 2” Óscar Cabedo (Vorarlberg) e di 7” un Martin Messner (WSA KTM Graz) che si sta ritrovando dopo un 2022 in ombra.
La generale ha rispecchiato l’ordine d’arrivo dell’ultima frazione, con Luca Vergallito vincitore con 1” su Óscar Cabedo e 9” su Martin Messner, che si è portato a casa la maglia rossa di miglior austriaco. Timo Kielich, che ha concluso in top ten tutte le tappe, si è aggiudicato la classifica a punti, Daan Soete è stato il re dei GPM, Davide De Cassan (Friuli) il miglior giovane e la Alpecin-Deceuninck Development si è imposta nella graduatoria a squadre.
Ronde de l’Oise
In Francia è andata in scena la Ronde de l’Oise, corsa a tappe di quattro giorni giunta alla sessantottesima edizione, la quindicesima nel calendario UCI. Hanno partecipato venti squadre: due Pro Teams (Bolton Equities Black Spoke e Caja Rural-Seguros RGA), dodici Continental e sei formazioni dilettantistiche.
La prima tappa, dal percorso ondulato e con un finale in cima ad uno strappo breve, ma abbastanza duro, ha premiato il canadese Matisse Julien (Ecoflo Chronos), al primo successo europeo in carriera. Il ventenne, ben supportato dal compagno di squadra Lenaic Langella, ha fatto la differenza sullo strappo finale, imponendosi nettamente. Ludvik Holstad (Lillehammer CK) e Frank Van Den Broek (ABLOC) hanno chiuso con 1” di distacco, mentre tutti gli altri hanno accusato ritardi più pesanti.
La seconda frazione, più semplice della precedente, prevedeva uno strappo nel finale, seguito da un tratto in discesa che portava quasi fino al traguardo. Proprio sull’ultima difficolta di giornata, Baptiste Vadic (Vendée U) ha deciso di attaccare in solitaria e il tentativo ha avuto successo. Correndo anche qualche rischio in discesa, il corridore francese è riuscito a resistere alla rimonta del gruppo e ha tagliato il traguardo con 1” di vantaggio su Thomas Gachignard (St.Michel-Mavic-Auber 93), Hidde Van Veenendaal (Metec-SOLARWATT) e altri sei corridori. A causa di un buco in volata il grosso del plotone è stato cronometrato a 4” dal vincitore. Matisse Julien ha conservato la maglia di leader.
La terza tappa era la meno impegnativa delle quattro in programma e i velocisti non si sono fatti sfuggire l’occasione. Lo sprint finale è stato molto combattuto e in tre sono arrivati vicinissimi sulla linea: a spuntarla è stato William Tidball (Saint Piran), che ha preceduto Thomas Gachignard e il danese della Bingoal-WB Alexander Salby, in gara con il ramo development del team. Per il corridore britannico, nome importante del ciclismo su pista, si è trattato della prima vittoria UCI su strada. In classifica generale non ci sono stati cambiamenti.
L’ultima frazione aveva tutte le carte in regola per essere quella decisiva, con un circuito finale che presentava due salite in cui si poteva provare a ribaltare la corsa. Frank Van Den Broek, secondo in classifica alla partenza, non ha fatto calcoli e ha attaccato in solitaria a 26 km dal traguardo. Il ventiduenne è riuscito subito a guadagnare una trentina di secondi e il gruppo non ha potuto fare nulla per contrastarlo. In cima all’ultima salita, il corridore della ABLOC aveva incrementato il suo vantaggio a 45” e così ha potuto gestire senza rischi l’ultima discesa. Al traguardo il margine sui più immediati inseguitori Alexis Gougeard (VC Rouen 76), Thomas Gachignard e Josu Etxeberria (Caja Rural-Seguros RGA) è stato di 27”, mentre il gruppo del capoclassifica Matisse Julien ha pagato 48”.
L’azione solitaria nell’ultima tappa ha regalato a Frank Van Den Broek la vittoria finale con 52” su un redivivo Alexis Gougeard e 54” su Matisse Julien, che ha perso la leadership, ma ha conservato la maglia di miglior giovane. La ABLOC ha potuto festeggiare anche il successo nella graduatoria a squadre e in quella riservata agli scalatori, vinta da Meindert Weulink, mentre i tre podi di tappa hanno permesso a Thomas Gachignard di aggiudicarsi la classifica a punti.
Tour of Malopolska
In settimana si è disputato anche il Tour of Malopolska, una delle più importanti gare polacche. Corsa a tappe di quattro giorni, fa parte del calendario UCI da vent’anni, ma la prima edizione risale al 1961. Quest’anno al via c’erano ben trenta squadre: tredici Continental, quindici formazioni dilettantistiche e le selezioni nazionali di Germania e Bulgaria.
La gara si è aperta con un cronoprologo di 1400 metri interamente in salita per le strade di Cracovia. Il miglior tempo è stato realizzato da un corridore con un passato tra i professionisti: l’ex EOLO-Kometa Márton Dina (ATT Investments). L’ungherese ha preceduto di 2” il solido ceco Adam Ťoupalík (Elkov-Kasper) e di 7” il lussemburghese Tom Wirtgen (Global6).
La prima tappa presentava un percorso ondulato e l’arrivo era situato in cima ad una salita di quattro chilometri. Otto corridori sono andati all’attacco e la ATT Investments ha deciso di inserire un uomo nell’azione per evitare di sobbarcarsi tutto il peso dell’inseguimento. Le difficoltà altimetriche hanno ridotto il gruppo di testa e ai piedi della salita erano rimasti al comando solo in tre.
Con uno scatto all’ultimo chilometro, Tomáš Jakoubek (ATT Investments) ha staccato i compagni di avventura e si è involato verso la classica accoppiata tappa e maglia, legittimando la scelta della squadra di mandarlo all’attacco. I due corridori che erano in fuga con lui, Maciej Paterski (Voster ATS) e Jakub Kaczmarek (HRE Mazowsze Serce Polski), sono riusciti a resistere al rientro del gruppo e hanno salvato le piazze d’onore, staccati rispettivamente di 15” e 30”. Il gruppo dei migliori, composto da dodici atleti, ha chiuso con 32” di ritardo ed è stato regolato dall’ormai ex leader Márton Dina.
Anche la seconda frazione presentava diverse asperità lungo il percorso, ma l’ultimo strappo impegnativo era piazzato a circa 25 km dal traguardo. La fuga di giornata è stata ripresa ai -20, ma, quando la volata generale sembrava ormai certa, due corridori sono evasi dal gruppo e hanno tenuto un piccolo vantaggio fin sul traguardo. Alexander Arnt Hansen (Restaurant Suri-Carl Ras) è andato quindi a conquistare il primo successo UCI in carriera, superando in un avvincente testa a testa Adam Ťoupalík. Il gruppo è arrivato con un ritardo di 8” ed è stato regolato da Patryk Stosz (Voster ATS). Tomáš Jakoubek ha conservato la maglia di leader, ma Ťoupalík e Hansen hanno recuperato diverse posizioni, salendo rispettivamente in seconda e in quarta posizione.
Con una classifica ancora molto corta, l’ultima tappa aveva tutte le caratteristiche per essere decisiva: presentava, infatti, un finale durissimo, con l’arrivo di Przehyba situato in cima ad una salita di 8 chilometri con una pendenza media superiore all’8%. La fuga solitaria di Bjorn Traenckner (Embrace the World) non ha preoccupato le squadre dei big ed è stata l’asperità finale il giudice della corsa: l’azione decisiva è stata quella di Márton Dina, che ha staccato tutti ed è andato a vincere la tappa. Alle sue spalle hanno concluso Iván Moreno (Global6), staccato di 12”, e Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski), che ha accusato un ritardo di 18”. Leader della generale alla partenza, Tomáš Jakoubek ha pagato al compagno di squadra 1’41”.
Con due vittorie di tappa all’attivo, Márton Dina si è portato a casa il successo finale, mettendosi alle spalle Marcin Budzinski, vincitore della maglia riservata al miglior polacco, di 33” e Adam Ťoupalík, che si è consolato con la classifica a punti, di 35”. Maciej Paterski è stato il miglior scalatore, Martin Voltr (RRK Group-Pierre Baguette), quarto nella generale, ha battuto tutti gli altri under 23 e Martin Szokody si è laureato re degli sprint intermedi. La graduatoria a squadre, come prevedibile, ha premiato la ATT Investments.
Memorial Philippe Van Coningsloo
Con l’annullamento della Kozagawa-City International Road Race, in settimana si è disputata una sola corsa di un giorno di categoria 2, il Memorial Philippe Van Coningsloo. La gara belga presentava, come sempre, un percorso di circa 180 chilometri, con diversi strappi nella prima metà e un finale completamente pianeggiante caratterizzato da diversi settori di pavé. Negli anni la corsa è sempre stata aperta a diversi scenari, dall’arrivo in solitaria alla volata di gruppo. Quest’anno si sono schierate al via nove Continental e sedici formazioni dilettantistiche.
Nonostante l’inferiorità numerica, le compagini di terza divisione hanno dominato la corsa: dodici corridori sono riusciti ad evadere dal gruppo e a resistere fino al traguardo e solo uno di loro faceva parte di una squadra non affiliata all’UCI. Nella volata finale il danese Marckus Njor (IBT-Tripeak) non è riuscito a lottare per il podio, ma il suo ottavo posto vale quasi come una vittoria.
Lo sprint ha premiato Gianluca Pollefliet (Lotto Dstny Development), che ha avuto la meglio sui compagni di avventura nonostante non potesse contare su compagni di squadra nel gruppetto di testa. Per il belga, che quest’anno aveva già chiuso al secondo posto la Dorpenomloop Rucphen e al terzo lo Youngster Coast Challenge, è stata la prima vittoria in carriera a livello UCI.
Al secondo posto si è piazzato Max Kroonen (VolkerWessels), che ha conteso fino all’ultimo la vittoria a Pollefliet, ma si è dovuto arrendere per mezza ruota. Il neerlandese, che quest’anno ha vinto una tappa dell’Olympia’s Tour, viene solitamente utilizzato dal suo team nel treno per Coen Vermeltfoort, ma ha dimostrato ancora una volta di poter dire la propria anche in prima persona.
Alle spalle dei primi due è servito il fotofinish per capire chi fosse arrivato terzo: Cedric Pries (Leopard TOGT) è riuscito a precedere Sam Gademan (Allinq), ottenendo così il primo podio in carriera in corse UCI. Il corridore lussemburghese, già ottavo alla Ster van Zwolle nel 2023, sembra aver fatto uno step in avanti, dato che prima di questa stagione non era mai arrivato nei primi dieci in corse internazionali.
Grossa delusione per la Circus-ReUz: la squadra belga, vivaio dell’Intermarché-Circus-Wanty, poteva contare su tre uomini nel drappello al comando, ma non è andata oltre il quinto posto del francese Axel Huens.
Le Continental tra i big
Ben undici formazioni di terza divisione hanno disputato il Giro dell’Appennino: le italiane Beltrami TSA, Biesse-Carrera, D’Amico UM Tools, Gallina Ecotek, Mg.K Vis-Colors for Peace, Q36.5 Continental, Sias Rime, Technipes #inEmiliaRomagna e Work Service-Vitalcare, la colombiana GW Shimano-Sidermec e la francese Nice Métropole Côte d’Azur. Come spesso accade, il miglior rappresentante del ciclismo Continental è stato un corridore del vivaio di una formazione WorldTour prestato alla prima squadra: questa volta si è trattato di Francesco Busatto (Circus-ReUz), quarto all’arrivo. Nel gruppetto che si è giocato il terzo posto c’erano, però, anche due corridori effettivamente in gara con formazioni di terza divisione: Thomas Pesenti (Beltrami TSA) e Santiago Umba (GW Shimano-Sidermec), che hanno chiuso rispettivamente al nono e all’undicesimo posto.
Anche alla Heistse Pijl il miglior corridore è stato un esponente di un vivaio di una WorldTour: Simon Dehairs (Alpecin-Deceuninck Development) ha concluso la corsa in diciannovesima posizione. Il miglior rappresentante di una delle sette Continental al via (le belghe Materiel-Velo.com e Tarteletto-Isorex, le neerlandesi Allinq, BEAT e Metec-SOLARWATT, la norvegese Coop-Repsol e la francese Van Rysel-Roubaix Lille Métropole) è stato, invece, Maxime Jarnet (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole), ventiduesimo.
Nessuna Continental era al via della Brussels Cycling Classic.
Anche questa settimana l’UCI ha eliminato una squadra dal proprio database: si tratta del Team Sapura, formazione malese in cui milita anche l’italiano Danilo Celano. Nemmeno stavolta è stata fatta chiarezza sui motivi. Intanto la CCACHE x Par Küp, formazione australiana che aveva subito lo stesso destino due settimane fa, non è ancora stata reinserita nel database, ma ha comunque partecipato regolarmente al Tour de Kumano.
Due corridori hanno lasciato il mondo Continental: il belga Viktor Verschaeve (Lotto Dstny Development), dopo due anni nel WorldTour in cui era stato tormentato dagli infortuni, non è riuscito a riprendersi e ha deciso di mettere fine alla sua carriera; lo spagnolo Vicente Hernaiz ha lasciato i portoghesi della Rádio Popular- Paredes-Boavista per tornare fra i dilettanti in patria e indosserà la maglia della Vigo-Rías Baixas.
Rientra in terza divisione, invece, il ceco Tomáš Kalojíros, vicecampione nazionale nel 2019. Il ventottenne, che ad esclusione del 2017 corre a livello Continental dal 2013, ha firmato con gli slovacchi della RRK Group-Pierre Baguette.
Il corridore della settimana: Atsushi Oka
In un periodo ricco di corse in Giappone, un corridore locale si è messo particolarmente in mostra: si tratta di Atsushi Oka, grande protagonista del Tour of Japan, chiuso sul podio con un successo, un secondo e due terzi posti di tappa. Il ventisettenne ha confermato di avere un eccellente stato di forma con la vittoria del Tour de Kumano ed è probabilmente uno dei corridori maggiormente penalizzati dall’annullamento della Kozagawa-City International Road Race, gara che poteva adattarsi molto bene alle sue caratteristiche. In passato il corridore nipponico ha anche militato tra i professionisti con la Delko, ma l’avventura nella formazione francese ha rappresentato uno dei momenti più bui della sua carriera.
Atsushi Oka cominciò a correre in bici all’età di quindici anni, dopo aver giocato a calcio e aver praticato l’arrampicata. Nonostante avesse iniziato da poco, già al primo anno da junior entrò nel giro della nazionale e partecipò al Trofeo Karlsberg, una delle prove della Coppa delle Nazioni. L’anno successivo si distinse come uno dei prospetti più interessanti del Giappone: si laureò campione nazionale a cronometro e chiuse al secondo posto la prova in linea. Questi risultati gli valsero la convocazione per i Campionati del Mondo di Firenze, in cui disputò entrambe le prove.
Al primo anno da under 23, Oka fece esperienza, disputando diverse prove della Coppa delle Nazioni di categoria con poche possibilità di risultato, al cospetto dei corridori europei più abituati a corse di quella importanza. Ottenne il suo miglior risultati al campionato nazionale a cronometro assoluto, in cui fu ottimo quinto, anche se molto staccato dal vincitore Fumiyuki Beppu.
Nella stagione successiva continuò a correre con frequenza in Coppa delle Nazioni e raccolse anche un discreto diciannovesimo posto al Trofeo Almar. Ancora una volta il suo miglior risultato arrivò nella cronometro dei campionati nazionali, chiusa al settimo posto, a meno di un minuto dal vincitore. Fu convocato dalla nazionale anche per i Campionati del Mondo under 23, ma non riuscì a brillare.
Nel 2016 il corridore giapponese cambiò completamente il suo calendario rispetto agli anni precedenti: non disputò nessuna gara all’estero e si concentrò sul calendario dilettantistico nazionale, in cui ottenne tante vittorie. Decise di cambiare strategia anche per i campionati nazionali, disputando le gare riservate agli under 23 e non quelle assolute: a cronometro arrivò vicinissimo al successo, ma fu battuto per soli 6” da Marino Kobayashi, che da lì a poco sarebbe passato professionista con la Nippo-Vini Fantini.
Nell’ultima stagione da under 23 fece il suo esordio nel mondo Continental, firmando con la Utsunomiya-Blitzen. Ottenne un’altra vittoria a livello nazionale, prima di concentrarsi sulle corse UCI: vinse la maglia di miglior giovane al Tour de Tochigi, ottenne diversi buoni piazzamenti al suo primo Tour of Japan e chiuse la cronometro dei campionati nazionali assoluti al quarto posto, a pochi secondi dal podio. Fu convocato per il Tour de l’Avenir e per i Campionati del Mondo under 23, riuscendo a portare a termine entrambi.
Il corridore nipponico disputò anche il primo anno da élite con la maglia della Utsunomiya-Blitzen, ma la sua stagione non fu all’altezza della precedente, almeno per quanto riguarda la continuità di risultati. Fu quarto all’Oita Urban Classic, nono al Tour de Tochigi e decimo al Tour de Okinawa, ma si ritirò sia dal Tour of Japan che dal Tour de Kumano e non riuscì ad essere protagonista ai campionati nazionali.
Nel 2019 la sua squadra gli diede ancora fiducia e lui riuscì a riscattarsi alla grande: dopo il quarto posto al Tour de Tochigi, conquistò la sua prima vittoria UCI, aggiudicandosi il prologo del Tour of Japan. In seguito si confermò ad alto livello, raggiungendo il podio sia al Tour de Kumano che al campionato nazionale a cronometro. In estate, inoltre, partecipò ad alcune corse europee con la maglia della nazionale, portandole tutte a termine.
Nel 2020 Atsushi Oka passò professionista con la NIPPO DELKO One Provence. Con la formazione francese, nonostante la pandemia, disputò un calendario di livello superiore a quello a cui era abituato, limitandosi a fare da gregario ai compagni più esperti. La stagione però si chiuse malissimo, con la squadra che iniziò ad avere problemi finanziari, a causa della sciagurata gestione del nuovo proprietario Philippe Lannes, fondatore dell'azienda Delko. L'uomo d'affari francese riuscì nell’impresa di far scappare tutti gli altri sponsor, nonostante una stagione ottima dal punto di vista sportivo.
Oka denunciò, insieme a José Gonçalves, il mancato pagamento degli stipendi da parte del team e, in seguito, insieme al connazionale Masahiro Ishigami fu vittima di una sparata di Lannes, che, perso l’appoggio di Nippo, minacciò di non far correre più i due giapponesi, nonostante un contratto valido anche per il 2021, perché ritenuti non ad un livello sufficiente. La stagione da dimenticare di Oka si concluse con una positività all’acetazolamide. Il corridore riuscì, comunque, a provare che l’assunzione era stata involontaria (la sostanza era presente in un farmaco assunto dopo un’operazione agli occhi) e se la cavò con una squalifica di quattro mesi.
Nel 2021, terminata la squalifica, rescisse il contratto con la Delko, destinata a chiudere poco dopo, e si accasò alla NIPPO-Provence-PTS, vivaio della EF Education. Con la nuova squadra disputò un buon numero di gare in Europa e ottenne una doppia top five ai campionati nazionali.
Lo scorso anno è rimasto nel team, che ha assunto la denominazione di EF Education-Nippo Development, e ha iniziato subito forte la stagione con un quarto posto al Trofej Umag. In seguito ha disputato varie corse in Europa, tra cui il Giro di Sicilia, ed è tornato al successo in occasione della terza tappa del Tour of Japan. A fine stagione, dopo qualche altro buon piazzamento fra Tour de Kumano e Tour de Hokkaido, è stato ingaggiato dal JCL Team Ukyo, con cui sta disputando un ottimo 2023.
Al momento non si sa ancora quali saranno le prossime corse di Atsushi Oka, anche se è probabile che rientri in gara in occasione dei campionati nazionali.
La squadra della settimana: ATT Investments
Da circa quindici anni, la Elkov-Kasper è la squadra di riferimento del ciclismo ceco. La formazione diretta da Vladimir Vavra è una delle formazioni più longeve (e di maggior successo) del panorama Continental e ha anche avuto la licenza Pro nel biennio 2008-2009. Negli ultimi anni, però il primato a livello nazionale non è più così scontato per via dell’ascesa della ATT Investments.
La formazione diretta da Petr Kaltofen, che ha corso da professionista proprio con i rivali, sta crescendo anno dopo anno e mira ad affermarsi come una delle migliori compagini di terza divisione a livello mondiale. Nel 2020 prese la licenza Continental con il nome Topforex Lapierre ed era una squadra quasi esclusivamente composta da under 23, ma poi l’età media dei corridori è cresciuta sempre di più e quest’anno solo quattro dei sedici uomini in rosa hanno meno di ventitré anni.
Già al termine del primo anno da Continental, la squadra ha dovuto lasciar partire il corridore di maggior spessore, Vojtěch Řepa, verso il professionismo e nell’ultima sessione di mercato sia Tomáš Bárta che Mika Heming hanno fatto il salto nella categoria superiore, firmando rispettivamente per Caja Rural-Seguros RGA e Tudor. Nonostante queste partenze eccellenti, il team ha mantenuto un livello molto alto, grazie a grandi movimenti in entrata. Ben sette dei sedici corridori che compongono il roster sono arrivati quest’anno.
Il nome più noto è quello del quattro volte campione estone Mihkel Räim, reduce da un’esperienza non esaltante alla Burgos-BH. Il ventinovenne ha corso per cinque anni tra i professionisti, arrivando anche a correre nel WorldTour. Quest’anno non ha ancora fatto vedere cose strabilianti, ma potrebbe invertire la tendenza in qualsiasi momento, dato che si tratta di un ciclista di talento che in carriera ha vinto ben ventisei corse UCI.
Un altro corridore che arriva dai professionisti è Márton Dina, che negli ultimi due anni ha vestito la maglia della EOLO-Kometa. L'ungherese non aveva mai vinto a livello UCI fino ad una settimana fa, ma è riuscito a sbloccarsi al Tour of Malopolska, in cui ha si è imposto in due tappe e nella classifica finale. Sta attraversando un ottimo periodo di forma e nell’ultimo mese ha ottenuto altri bei risultati come il podio alla Flèche du Sud e la top ten al Tour de la Mirabelle.
Ha esperienza fra i professionisti anche Daniel Turek, visto in maglia Israel nel triennio 2017-2019. Il corridore ceco, reduce da un’avventura biennale con gli austriaci della Felbermayr-Simplon Wels, è un grande specialista delle fughe e in carriera ha vinto la classifica degli scalatori in cinque corse professionistiche. Anche lui, come Räim, non ha ancora ingranato del tutto nel 2023, ma con il suo stile di corsa aggressivo ha sempre la possibilità di centrare la fuga vincente.
Jakub Otruba non ha mai corso tra i professionisti, ma il suo può essere considerato uno degli ingaggi più importanti, sia perché si parla di un ragazzo di qualità, sia per motivi simbolici. Si tratta di un corridore completo, in grado di andare forte sia in salita che a cronometro, che in stagione si è già portato a casa la classifica finale del Visit South Aegean Islands. Per la ATT Investments, inoltre, è sicuramente un bel colpo a livello morale aver strappato ai rivali uno dei migliori elementi: il venticinquenne, infatti, ha corso con la Elkov-Kasper nelle ultime cinque stagioni.
La presenza in squadra di Pavel Kelemen, arrivato dallo Sparta Praga, è molto intrigante. Il trentaduenne ha iniziato a correre a livello internazionale su strada solo nel 2021 dopo una lunga carriera nel settore velocità della pista: sempre presente ai Campionati del Mondo dal 2013 al 2020, ha partecipato a due edizioni dei Giochi Olimpici nella velocità individuale ed è stato campione europeo del keirin nel 2015. Quest’anno, pur senza quell’esperienza che nelle volate di gruppo è fondamentale, ha già ottenuto quattro top ten.
Gli altri due corridori che hanno raggiunto la squadra questo inverno sono all’esordio nella categoria Continental: Gert Kivistik, campione estone di ciclocross nel 2022, ha ventisette anni e ha iniziato bene il 2023, con uno splendido quarto posto nella classifica finale del Tour of Estonia, che rappresenta il suo miglior risultato su strada dopo il terzo posto del campionato estone 2020; Filip Chýle, invece, ha solo diciotto anni e in questa stagione di esordio tra i grandi sta facendo esperienza senza l’assillo del risultato.
Fra i corridori che erano già in squadra lo scorso anno, Matúš Štoček è probabilmente il più noto. Lo slovacco ha corso per due anni in Italia con la Beltrami TSA e dal 2021 è alla ATT Investments. Quest’anno ha sfiorato la vittoria, che gli manca a livello UCI, in una tappa dell’International Tour of Rhodes ed è riuscito ad imporsi nella classifica a punti del Tour de Hongrie, corsa di categoria Pro. Nel 2022 si è tolto la soddisfazione di partecipare al suo primo Mondiale élite.
Se Štoček aspetta ancora la prima vittoria in carriera, Tomáš Jakoubek è riuscito a sbloccarsi, imponendosi nella prima tappa del Tour of Malopolska. Il ventitreenne, arrivato al successo grazie ad una fuga, aveva come miglior risultato a livello UCI un quinto posto al Memorial Henryka Lasaka 2018.
Dal 2020, prima stagione del team nella categoria Continental, sono rimasti in squadra due corridori: Jiří Petruš e Petr Klabouch. Petruš, 26 anni, è considerato lo storico capitano della squadra, ma a livello UCI non ha mai fatto sfracelli: la sua migliore corsa è stata il Tour de Serbie 2020, in cui ottenne il sesto posto in classifica e un quarto di tappa. Klabouch, 23 anni, arrivò quarto al campionato nazionale 2021 e in carriera ha vinto la classifica dei GPM del Tour of Malopolska e del South Aegean Tour.
Tre dei corridori confermati fanno ancora parte della categoria under 23: si tratta di Karel Camrda, Daniel Sporysch e Matěj Stránský. Il ventunenne Camrda è quello che ha ottenuto i migliori risultati su strada: nel 2021 fu terzo al GP Czech Republic dietro a due grandi del ciclismo ceco come Adam Ťoupalík e Daniel Turek. Lo scorso anno ha raccolto qualche buon piazzamento, mentre quest’anno non si è ancora visto nelle parti alte degli ordini d’arrivo. Sporysch e Stránský, entrambi classe 2003, sono partiti dal ciclocross e su strada non hanno ancora ottenuto risultati particolarmente importanti a livello UCI. Sporysch sembra ormai concentrato solo sulla strada, mentre Stránský sta continuando anche nel cross e quest’inverno ha partecipato ai Campionati del Mondo under 23 della specialità.
Completano il roster Jan Kašpar e Michal Schuran. Entrambi hanno ottenuto il miglior risultato in carriera al GP Czech Republic 2022, in cui Kašpar fu terzo e Schuran quinto. Tutti e due sembrano destinati a ruoli da gregari quest’anno, anche se Kašpar, classe 2000, è stato ottimo sesto nel prologo del Tour of Malopolska e potrebbe avere qualche ambizione personale. Schuran, di quattro anni più anziano, è stato, invece, poco utilizzato nelle corse UCI.
La ATT Investments rientrerà in gara fra due giorni al Tour d’Eure-et-Loir. I capitani nella trasferta francese dovrebbero essere Mihkel Räim e Jakub Otruba.