Fausto Masnada: «Giro, non vedo l'ora»
Intervista al talentuoso scalatore della Androni-Sidermec, reduce dal podio al Giro dell'Appennino e pronto a fare il debutto alla Corsa Rosa
Se in questo inizio di stagione l'Androni-Sidermec è di nuovo la migliore delle Professional italiane nella classifica a squadre della Ciclismo Cup una bella fetta di merito ce l'ha anche Fausto Masnada, 24enne bergamasco alla sua seconda stagione da professionista e che si sta mettendo un luce con prestazioni sempre molto convincenti, culminate domenica con il podio al Giro dell'Appennino. L'anno scorso Masnada non ha sofferto l'impatto con la nuova categoria e sempre al Giro dell'Appennino aveva trovato il suo primo piazzamento importante, un settimo posto a cui poi si è aggiunto nel finale di stagione il terzo posto al Giro di Turchia che, seppur snobbato da molti squadroni, è pur sempre un appuntamento del World Tour.
In questo 2018 Fausto Masnada ha fatto un passo in avanti e adesso sui percorsi impegnativi lui c'è sempre: prima del bellissimo podio genovese è stato sesto alla Coppi&Bartali, decimo al Laigueglia, dodicesimo alla Vuelta a San Juan, diciottesimo al Tour of the Alps e ventunesimo (peggior risultato) a Larciano. L'investimento fatto dall'Androni-Sidermec sui giovani, italiani e non, sta dando frutti molto interessanti: Gianni Savio e tutto lo staff credono molto nelle potenzialità di questo ragazzo che infatti ha già siglato un prolungamento del contratto, con adeguamento dello stipendio, anche per tutta la stagione 2019. Ma adesso nel programma di Fausto Masnada c'è una meritatissima partecipazione al Giro d'Italia: lo abbiamo intervistato per farci raccontare da lui come si sta avvicinando alla corsa rosa e come sta vivendo queste prime stagioni nel mondo dei professionisti.
Partiamo dal risultato di domenica scorsa, soddisfatto per il podio o c'è rammarico per la vittoria che non è arrivata?
«Alla fine ero contento della prima prestazione, è un risultato che fa ben sperare per il futuro. E poi sapevo che in volata Ciccone aveva qualcosa in più di me, ci alleniamo molto spesso assieme e ci conosciamo bene: addirittura siamo andati al Giro dell'Appennino con la stessa macchina e assieme siamo anche tornati a casa».
Fino ad oggi, comunque, la tua è stata una stagione molto positiva: sui percorsi duri sei sempre davanti
«Già l'anno scorso mi ero trovato bene, ma ho perso circa tre mesi per una frattura allo scafoide. Quest'anno l'obiettivo era partire forte fin dalle prime gare: ho lavorato bene quest'inverno con il preparatore e la condizione fisica mi ha appoggiato e continua ad appoggiarmi. Prima del Tour of the Alps ho fatto un ritiro in altura che mi ha aiutato sia a recuperare dopo le prime gare, sia a prepararmi in vista di quelle successive».
Per voi corridori delle squadre Professional è importante avere sempre un livello di condizione abbastanza alto
«Esatto. La differenza sta tutta negli obiettivi: noi come Androni-Sidermec puntiamo molto alla classifica a squadre della Ciclismo Cup che si distribuisce quasi su tutto l'arco della stagione quindi dobbiamo sempre cercare di essere protagonisti: per quanto è molto importante partire forte, ma anche chiudere forte nei tanti appuntamenti di fine stagione».
I percorsi impegnativi sono quelli che esaltano al meglio le tue caratteristiche, ma ti senti più un corridore da gare di un giorno o da gare a tappe?
«Al momento mi vedo meglio per le gare a tappe: in salita vado bene e riesco ad essere abbastanza costante; e poi per le gare di un giorno mi manca un po' di spunto veloce che serve a fare risultati migliori, come si è visto un po' all'Appennino. Ma io sono uno che lavora per migliorare sempre in tutti gli aspetti».
Come ti stai trovando all'Androni-Sidermec?
«Molto bene, Savio ha creato un bel gruppo, molto omogeneo. Noi giovani siamo molto legati ed in squadra abbiamo due leader di esperienza come Gavazzi e Frapporti che ci gestiscono e ci aiutano con preziosi consigli».
Adesso arriva una meritata partecipazione al Giro d'Italia? Ti poni qualche obiettivo o c'è qualche tappa in particolare che ti piace?
«Onestamente non so proprio cosa aspettarmi, è la prima volta che disputo una gara a tappe di tre settimane e saranno lunghissime: affronterò il Giro giorno per giorno, vedevo come sto e cosa posso fare. Abbiamo una buona squadra, possiamo cercare di togliere qualche bella soddisfazione. Personalmente il percorso non l'ho ancora studiato nel dettaglio, anche perché tra Tour of the Alps e Giro dell'Appennino le salite non mancavano: so che affronteremo salite mitiche come l'Etna, lo Zoncolan ed il Finestre ma non saprei dire quale sia la tappa più adatta alle mie caratteristiche, questa settimana mi guarderò per bene il percorso».
Alcuni big li hai visti da vicino al Tour of the Alps, chi è il tuo favorito?
«Difficile da dire, sono in tanti e vanno tutti molto forte. Sono sicuro che Froome arriverà al top, ma io vede bene anche Fabio Aru: è vero, al Tour of the Alps non è andato molto bene ma ha il tempo per crescere e arrivare anche lui al Giro al meglio».