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Il Giro chiama, Ackermann risponde

01.05.2019 16:43

Eschborn-Frankfurt, il tedesco della Bora supera Degenkolb e Kristoff. Quarto Cimolai, settimo Gabburo


La classica per eccellenza del ciclismo tedesco torna in patria. A otto anni dal successo di John Degenkolb e a nove dal bis di Fabian Wegmann, Pascal Ackermann chiude la dittatura di Alexander Kristoff vincendo in volata la cinquantasettesima edizione della Eschborn-Frankfurt.

È il trionfo più importante nella carriera del campione nazionale classe 1994 della Bora-Hansgrohe, al terzo successo stagionale dopo la Clásica de Almería in Spagna e la Bredene Koksijde Classic in Belgio, la seconda in assoluto nel World Tour dopo la Prudential RideLondon di un anno fa. E un approccio mica male in vista del Giro d'Italia, dove sarà uno dei velocisti da battere.

Un finale thrilling, che parla anche molto italiano. Perché il gruppo di cinque fuggitivi, ripreso a 4 chilometri dall’arrivo, è arricchito da Davide Ballerini (Astana Pro Team) e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), e nella volata finale è Davide Cimolai, reduce dai successi della Vuelta a Castilla y León di settimana scorsa, a tentare lo stacco decisivo, entrando pericolosamente in contatto con chi poi ha vinto.

Sette i fuggitivi della prima ora
In quel che è il dominio storico del re della Gand Alexander Kristoff il concetto non cambia. Distanza complessiva che scende a 187.5 km, dislivello totale di 3.222 metri, salite impegnative che si concludono però a 41.5 chilometri dall’arrivo. Il norvegese della UAE Team Emirates è l’uomo da battere visto anche il buon stato di forma messo in mostra nelle classiche del nord, ma alle sue spalle batte il cuore teutonico dell’argento della Gand, John Degenkolb della Trek Segafredo, e di Pascal Ackermann della Bora.

Gara da subito movimentata, con sette uomini a prendere il comando: il re del Matteotti 2015 Evgeny Shalunov della Gazprom-RusVelo, Sebastian Schönberger della Neri Sottoli-Selle Italia-KTM, Dimitri Peyskens della Wallonie Bruxelles, il campione europeo under 23 del 2017 Casper Pedersen del Team Sunweb, Artyom Zakharov dell’Astana Pro Team, il rientrante Yoann Offredo della Wanty-Gobert e Mathias Van Gompel della Sport Vlaanderen-Baloise.

Gli attaccanti si separano, dietro si muovono Ballerini e Sbaragli
A 110 chilometri dall’arrivo il vantaggio tocca i 4'40" nonostante lo stop di Yoann Offredo, attardatosi per un guasto meccanico in un avvio di 2019 assolutamente sfortunato per il francese classe 1986, caduto rovinosamente al Grand Prix de Denain del 24 marzo. Artyom Zakharov comanda sul Feldberg e sul Billtalhöhe a 85 chilometri, dietro la Bora di Pascal Ackermann e la Katusha di Enrico Battaglin dettano il ritmo riportando il gruppo a 2'45" a 90 chilometri dall’arrivo, e allora è Shalunov a prendere in mano la gara affiancato da Peyskens.

Un attacco a due uomini avvertito dal gruppo, Nils Politt (Team Katusha Alpecin) accende il fuoco, ma le fiamme sono tricolori, con Davide Ballerini (Astana Pro Team) e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy) a comporre in breve il nuovo gruppo di testa. L’asperità del Mammolshain, a 41.5 km dall’arrivo, è l’ultima chance di selezione per i fuggitivi.

Mohoric al contrattacco, ma sarà volata
Geoffrey Soupe della Cofidis esce di scena, agli avventurieri della prima ora Shalunov e Peyskens si sommano i due azzurri, il francese François Bidard della AG2R La Mondiale e soprattutto il campione nazionale sloveno Matej Mohoric della Bahrain Merida. Corridori di peso per una missione complicata. Il gruppo, con la Katusha che cede il passo alla Bora, è però sempre vicino: a 20 chilometri dall’arrivo, con un bottino di vantaggio ridottosi a 20’’, Ballerini tenta l’ultima sortita con Bidard che si sfila dal gruppetto.

Mohoric alza il livello di collaborazione nel plotoncino, ma da dietro controllano e poco dopo la campanella dell’ultimo giro, a 4 km dalla fine il gruppo è compatto. Compatto, ma privo di Michael Matthews della Sunweb, vincitore di due tappe in terra catalana e tra i favoriti della vigilia, arresosi alla fatica nel corso del pomeriggio.

Cimolai ci prova ma è quarto, Ackermann risulta imbattibile. Bene anche Gabburo
La Israel si fa sentire per favorire Davide Cimolai con Kristoff che si pone alla sua ruota, la Bora comanda e detta legge; il friulano ex Lampre e Groupama tenta di anticipare tutti ma alle sue spalle emerge e vince nettamente Pascal Ackermann. Un contatto malandrino fra il tedesco della Bora-Hansgrohe e Kristoff viene analizzato dalla giuria di gara, ma non cambia le carte in tavola.

Dietro al vincitore podio completato da John Degenkolb della Trek-Segafredo e da Alexander Kristoff della UAE Team Emirates, dominatore delle ultime quattro edizioni della corsa e oggi costretto alla resa. Davide Cimolai (Israel Cycling Academy) chiude quarto, quinto Hugo Hofstetter (Cofidis, Solutions Crédits), completano la top 10 Baptiste Planckaert (Wallonie Bruxelles), un sorprendente Davide Gabburo (Neri Sottoli-Selle Italia-KTM), Lawrence Naesen (Lotto Soudal), Marco Haller (Team Katusha Alpecin) e Grega Bole (Bahrain Merida).
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