Rodrigo Contreras festeggia la vittoria finale della Vuelta a Colombia © Vuelta a Colombia
Mondo Continental

Rodrigo Contreras, fantasma in Europa, leggenda in Colombia

In quattro anni nel WorldTour, il colombiano ha vinto solo una tappa del Tour du Rwanda. In patria, invece, è il dominatore delle corse a tappe e quest'anno ha completato la doppietta Tour Colombia-Vuelta a Colombia

27.06.2024 00:58

Diciannovesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta a Colombia e Rodrigo Contreras, che ha vinto entrambe le corse a tappe UCI del suo paese.

Le corse della settimana

Vuelta a Colombia

Il podio finale della Vuelta a Colombia
Il podio finale della Vuelta a Colombia © Team Petrolike

Mentre nel resto del mondo si disputavano i campionati nazionali, in Colombia è andata in scena la settantaquattresima edizione della principale corsa a tappe locale, la Vuelta a Colombia. Al via si sono presentate venticinque squadre: undici Continental e quattordici formazioni dilettantistiche.

La corsa si è aperta con un cronoprologo di 7400 metri, con gli ultimi 3500 che salivano al 10%. La prova è stata dominata da Rodrigo Contreras (Nu Colombia), che ha subito messo le cose in chiaro. Il trentenne, che in questa stagione ha già vinto il Tour Colombia, ha rifilato ben 40” a Diego Camargo (Petrolike) e 42” a Wilson Peña (Sistecredito). 

La prima tappa in linea proponeva una lunga salita nei primi chilometri, seguita da un lungo tratto non troppo complicato e un finale che tendeva all’insù. Alejandro Osorio (GW Erco Shimano) ha staccato tutti negli ultimi 500 metri, ma, accorgendosi che il compagno di squadra Adrián Bustamante stava vincendo la volata del gruppo, ha scelto di aspettarlo, per lasciargli la vittoria. Il ventiseienne si è quindi imposto davanti a Rodrigo Contreras, Diego Camargo e allo stesso Osorio.

La seconda frazione presentava un percorso abbastanza ondulato, ma era comunque una delle più semplici della corsa. Una cinquantina di corridori ha composto il gruppo di testa ed è stata volata: questa volta Alejandro Osorio ha deciso di non lasciare niente a nessuno e si è preso il successo davanti ad Adrián Bustamante e Jhonatan Chaves (Nu Colombia), che aveva provato a giocare d’anticipo. Rodrigo Contreras, quarto, ha conservato la maglia di leader.

La terza tappa prevedeva una salita di 21 km a metà percorso, ma nessuno ha fatto la differenza. Davanti sono rimasti circa sessanta uomini e, a circa 2 km dal traguardo, tre uomini sono evasi dal gruppo. Javier Jamaica (Medellín) ha ceduto nel finale, ma gli altri due attaccanti si sono giocati la vittoria in una combattutissima volata. Alejandro Osorio ha conquistato il secondo successo consecutivo, battendo al fotofinish Sergio Henao (Nu Colombia). Il gruppo ha tagliato il traguardo con un ritardo di 3” ed è stato regolato da Juan Tito Rendón (Orgullo Paisa). In classifica non ci sono stati cambiamenti.

La quarta frazione proponeva l’arrivo in cima all’Alto del Sifon, a oltre 4100 metri di altitudine, al termine di una salita di addirittura 89 km. Quattro corridori si sono giocati la vittoria in volata e Wilson Peña si è portato a casa la vittoria. Il ventiseienne ha avuto la meglio su Julián Cardona (Medellín), Rodrigo Contreras, che è rimasto leader, e Diego Camargo. 

La quinta tappa era in assoluto la più facile della corsa e sembrava fatta apposta per una volata di gruppo. All’ultimo chilometro, Daniel Arroyave (GW Erco Shimano) ha attaccato nel tentativo di regalarsi un compleanno indimenticabile. L’ex corridore della EF Education ha subito la rimonta del gruppo, ma è riuscito a tagliare il traguardo per primo. Il ventiquattrenne è stato, però, declassato per aver tagliato la strada al gruppo che stava piombando su di lui. La vittoria è stata, quindi, assegnata al suo compagno Alejandro Osorio, che ha, così, centrato il tris. Alle spalle del campione nazionale colombiano si sono piazzati Juan Esteban Guerrero (Avinal-Carmen de Viboral) e Johan Colon (Orgullo Paisa).

Nella sesta frazione sono tornate le difficoltà: l’arrivo era, infatti, situato in cima a una salita di 8 km, l’ultimo dei quali era il più duro. Ci sono stati diversi scatti e quello vincente è stato di Cristian Rico (Petrolike). Il ventiduenne è riuscito a tagliare il traguardo in solitaria, con 5” su Yesid Pira (Alcaldía de Manizales - 100% Huevos), 7” su Adrián Bustamante e 10” su Rodrigo Contreras, che ha rafforzato la sua leadership nella generale.

La settima tappa era caratterizzata da una salita di 27 km e diversi strappetti nel finale, l’ultimo dei quali si concludeva proprio sul traguardo. L’arrivo si adattava a corridori esplosivi e Adrián Bustamante ha sfruttato al meglio le proprie caratteristiche, andando a cogliere la seconda vittoria personale. Il leader Rodrigo Contreras ha chiuso in seconda posizione, con 1” di ritardo, appena davanti a Wilson Peña.

L’ottava frazione, dopo un lungo tratto pianeggiante, presentava una lunghissima salita finale: pur con qualche tratto in contropendenza, gli ultimi 45 km tendevano all’insù. C’è stata battaglia fra i big della classifica e il più forte è stato l’ex Caja Rural Yesid Pira, che ha tagliato il traguardo con 2” di margine su un solidissimo Rodrigo Contreras e ha ritrovato la vittoria dopo tre anni di digiuno. Wilson Peña ha completato il podio di giornata, con un ritardo di 40”.

La corsa si è conclusa con una cronoscalata di 17 km. Come nel prologo, Rodrigo Contreras si è dimostrato inavvicinabile e ha rifilato distacchi pesantissimi a tutti gli avversari, confermandosi il corridore più forte in gara. Diego Camargo è stato l’unico a limitare i danni, ma ha comunque incassato un distacco di 1’05”. Wilson Peña ha chiuso terzo a 2’06”.

Rodrigo Contreras ha, ovviamente, conquistato il successo finale, oltre alla classifica a punti, con 2’59” su Diego Camargo e 3’42” su Wilson Peña. Yesid Pira, quarto a 6’10”, ha vinto la maglia di miglior scalatore e José Urian (Sistecredito), decimo, quella di miglior giovane. Johan Colon è stato il re degli sprint intermedi e Jhonatan Chaves il corridore più combattivo. La graduatoria a squadre, infine, ha premiato la Petrolike.

Il ritratto della settimana: Rodrigo Contreras

Rodrigo Contreras festeggia la vittoria del Tour Colombia
Rodrigo Contreras festeggia la vittoria del Tour Colombia © Tour Colombia

È innegabile che il 2024 di Rodrigo Contreras stia andando alla grande: la recente vittoria alla Vuelta a Colombia (dominando entrambe le prove contro il tempo) è solo l’ultima perla di una stagione in cui il corridore della Nu Colombia si sta ergendo a dominatore assoluto delle corse a tappe sudamericane. Negli ultimi due anni, il trentenne ha mostrato una crescita notevole in salita che, abbinata alle doti che già da tempo facevano di lui uno dei migliori cronomen colombiani, lo ha reso quasi imbattibile nelle prove in cui non si schierano professionisti al via.

In realtà Contreras ha vinto quest’anno anche il Tour Colombia, corsa a tappe di inizio stagione che vedeva al via diverse squadre WorldTour e in cui è riuscito a mettersi alle spalle corridori del calibro di Richard Carapaz, Rigoberto Urán ed Egan Bernal. Oltre alle due prove UCI, ha vinto anche altre gare a tappe del calendario nazionale colombiano come la Vuelta al Tolima e la Clásica Nacional Ciudad de Anapoima ed è finito giù dal podio solo alla Vuelta a Antioquia, vinta dal compagno di squadra Sergio Henao, e alla Vuelta Bantrab in Guatemala, in cui si è consolato con un successo di tappa. In entrambi i casi, comunque ha chiuso nella top5.

Cresciuto, come molti suoi connazionali, in una famiglia non troppo ricca, Rodrigo Contreras ha disputato le sue prime gare in mountain bike, ma, non trovandosi bene, decise di spostarsi sulla strada. Dopo tanti sacrifici, riuscì ad acquistare una bici da corsa e cominciò ad ottenere buoni risultati nelle gare giovanili locali, gareggiando spesso contro il coetaneo Miguel Ángel López. Attirò l’attenzione dell’allenatore Serafín Bernal, che decise di prepararlo per la Vuelta del Porvenir, la più importante gara colombiana riservata agli juniores.

Nel 2011, al primo anno nella categoria, ottenne un buon settimo posto, ma nella stagione successiva fece molto meglio. Vinse la tappa a cronometro e diede vita a uno splendido duello con l’allora campione nazionale della categoria José Tito Hernández, che riuscì a precederlo in classifica generale per soltanto 1”. 

Al primo anno tra gli under 23, si dedicò principalmente alle corse dilettantistiche, ma a fine stagione la Colombia-Coldeportes lo registrò nel proprio roster Continental, decidendo di farlo esordire a livello UCI alla Vuelta a Bolivia. Il colombiano ripagò la fiducia riposta in lui, chiudendo al tredicesimo posto la classifica generale (vinta dal compagno di squadra Salvador Moreno) e, soprattutto, vincendo la sesta tappa, battendo in una volata a due l’idolo di casa Juan Cotumba.

Nelle due stagioni successive, il suo team (divenuto Coldeportes-Claro) non prese la licenza Continental, ma questo non frenò la crescita del giovane Contreras. Nel 2014 chiuse al secondo posto il campionato nazionale a cronometro under 23, battuto da Carlos Mario Ramirez, sui cui si prese una grandissima rivincita un mese dopo, quando dominò la prova contro il tempo dei Campionati Panamericani. Alla Vuelta de la Juventud de Colombia non riuscì a fare classifica, ma si consolò con il successo nella tappa a cronometro. A fine stagione poté fare esperienza anche in Europa, con la partecipazione al Tour de l’Avenir.

Nella stagione segeunte iniziò molto bene, chiudendo al quinto posto (con la maglia di miglior giovane) il Tour de San Luis, corsa a tappe professionistica. In seguito si concentrò sul calendario dilettantistico locale, ma a fine stagione venne ingaggiato come stagista dalla Etixx-Quick Step insieme a Fernando Gaviria, che come lui si era rivelato al Tour de San Luis.

Nonostante lo stage non fosse andato nel migliore dei modi, la Etixx-Quick Step gli offrì un contratto da professionista per l’anno successivo. L’avventura partì bene, con la vittoria nella cronosquadre del Tour de San Luis al primo giorno di corsa, ma si trasformò rapidamente in un incubo: Contreras mise insieme soltanto trentuno giorni di corsa, collezionando ben tredici ritiri e portò a termine una sola corsa a tappe, il Tour du Haut Var.

Sebbene avesse un contratto pluriennale, come da regola per i neoprofessionisti, decise di tornare a casa e nel 2017 si accasò nella sua vecchia formazione, che aveva cambiato nome in Coldeportes-Zenu e aveva ripreso la licenza Continental. Tornò a fare risultati soprattutto a cronometro: fu secondo sia in quella dei campionati colombiani, sia in quella dei Panamericani e vinse quella dei Giochi Bolivariani. Si impose anche in un paio di corse del calendario nazionale, sempre in prove contro il tempo.

A fine stagione, il colombiano scelse di rimanere in patria, ma di cambiare squadra e firmò con la EPM. Vinse la prova contro il tempo ai Giochi Sudamericani e ai Giochi dell’America Centrale e dei Caraibi e conquistò tanti successi nel calendario nazionale, tra cui le due cronometro della Vuelta a Colombia e le classifiche finali della Vuelta al Tolima e della Vuelta al Valle del Cauca. A fine stagione fu convocato per la prima volta per i Campionati del Mondo.

Nel 2019 ebbe la possibilità di tornare nel WorldTour: fu, infatti, ingaggiato dall’Astana. La sua annata non fu particolarmente esaltante, ma fu di tutt’altro livello rispetto a quella disputata in maglia Etixx. Si tolse la soddisfazione di conquistare il primo successo fuori dal Sudamerica: vinse, infatti, l’ultima tappa del Tour du Rwanda e riuscì a concludere la corsa africana in decima posizione, replicando il risultato ottenuto due settimane prima al Colombia 2.1.

La seconda annata con la formazione kazaka fu decisamente più avara di soddisfazioni, anche a causa dello scoppio della pandemia, che sconvolse totalmente i calendari. Contreras non riuscì a centrare la top ten in alcuna corsa. Partecipò, però, al Giro d’Italia, effettuando il proprio esordio in un GT.

Rimase all’Astana anche nel 2021, ma ancora una volta i risultati non furono all’altezza delle attese. Per il secondo anno di fila non entrò mai nella top ten di corse UCI, pur andandoci vicino nelle classifiche finali di Settimana Coppi e Bartali (tredicesimo) e Presidential Tour of Turkey (quattordicesimo). A fine stagione fece il suo esordio in una Classica Monumento, partecipando al Lombardia.

Respinto dal ciclismo europeo di alto livello, tornò nuovamente alla EPM. Rinvigorito dall’aria di casa, tornò a fare risultati, soprattutto a cronometro, specialità in cui si laureò campione panamericano e fu medaglia d’argento sia nei Giochi Bolivariani che in quelli Sudamericani (battuto in entrambi i casi dal connazionale Walter Vargas). Fu, inoltre, secondo anche nella prova in linea dei Giochi Bolivariani (altra doppietta colombiana) e vinse la cronometro della Vuelta a Colombia (chiusa in nona posizione). Disputò anche tante corse del calendario nazionale, imponendosi in ben sei corse a tappe, e questi risultati gli valsero la convocazione per i Campionati del Mondo.

Lo scorso anno si è trasferito alla Colombia Pacto por el Deporte e ha continuato a essere grande protagonista in patria. Per la prima volta in carriera è riuscito a fare seriamente classifica alla Vuelta a Colombia: si è classificato secondo alle spalle di Miguel Ángel López e non è escluso che la corsa gli venga assegnata, nel caso la squalifica di Superman venisse confermata. Ha terminato sul podio la cronometro dei campionati colombiani e ben cinque corse a tappe del calendario nazionale, fra cui il prestigioso Clásico RCN.

La doppietta Tour Colombia-Vuelta a Colombia di quest’anno potrebbe anche riaprire le porte del professionismo a Rodrigo Contreras, che, in fondo, ha ancora trent’anni ed è nel pieno della maturità agonistica. Di certo, però, in Europa non avrebbe lo status di leggenda su cui può contare in patria, anche se il fatto che un corridore del suo livello non abbia mai vinto in Europa grida vendetta e potrebbe spingerlo a riprovarci.

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