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I ventagli di Bessèges lanciano Pedersen. E Bettiol, e Ganna...

02.02.2022 16:51

Partiva oggi l'Étoile de Bessèges, tradizionale appuntamento di inizio stagione nel dipartimento del Gard, dal percorso frizzante, con occasioni un po' per tutti. La tappa di apertura, lunga 160,8 km, si è svolta interamente intorno a Bellegarde con un percorso prevalentemente pianeggiante scandito da tre passaggi sulla breve ma intensa Côte de la Tour; in cima era anche collocato il traguardo, che lasciava presagire una volata, seppur atipica. In realtà si è rivelata una delle frazioni decisive della corsa, per via del fortissimo Mistral che ha soffiato per quasi tutta la durata della tappa. Ma andiamo per ordine.

Le prime due ore sono state caratterizzate dall'azione solitaria del belga Lindsay De Vylder (Sport Vlaanderen-Baloise), sganciatosi nei primi km, sfortunatamente per lui senza essere seguito da nessuno. La situazione si è animata intorno a metà tappa, grazie ad un forte vento che tagliava la strada da destra verso sinistra; la velocità si è subito impennata e il fuggitivo è stato rapidamente ripreso. Il gruppo si è spezzato a 69 km dal traguardo a causa di una caduta avvenuta a circa metà plotone che ha coinvolto Pascal Ackerman (UAE Team Emirates), il più forte velocista presente ai nastri di partenza.

Dopo una manciata di km si forma un gruppo di 27 unità che sotto la spinta di alcuni dei più forti cronoman al via - in primis i nostri Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) e Alberto Bettiol (EF Education-EasyPost) - ha rapidamente preso un ampio vantaggio. Si sono fatti trovare pronti, oltre ai due già citati, Richard Carapaz (INEOS), Greg Van Avermaet e Clément Champoussin (AG2R Citroën), Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Edvald Boasson Hagen e Pierre Latour (TotalEnergies), Benjamin Thomas (Cofidis), Hugo Hofstetter (Arkéa Samsic); nelle retrovie, invece, Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), colto nel sacco nel momento decisivo.

Dopo aver accumulato un ritardo superiore ai 50 secondi, gli inseguitori si sono compattati in un unico plotone che si è organizzato ed ha ridotto il distacco ad una ventina di secondi in vista del secondo passaggio sulla Côte de la Tour (43 km al traguardo). Proprio sullo strappo, dietro si è sganciato un drappello di 7 unità, sotto la spinta di Diego Ulissi (UAE), apparso in ottima forma; i 7 sono arrivati a pochissimi metri dalla coda del gruppo di testa, per poi rimbalzare indietro inesorabilmente: a 23 km dalla fine vengono riassorbiti, mentre la testa della corsa viaggia con nuovamente con 50 secondi di vantaggio. A 20 km dal traguardo in testa, dopo un paio di defezioni per crampi, cadono Dries De Bondt (Alpecin-Fenix) e Lilian Calméjane (AG2R), riducendo ulteriormente il drappello a sole 23 unità, che si sono andate a giocare il successo finale sull'ultima côte.

Sul tratto più impegnativo, l'ex campione del mondo Mads Pedersen mette in piedi una progressione irresistibile che gli permette di vincere e indossare la prima maglia di leader; subito dietro (a 1") Hugo Hofstetter vince la volata per il secondo posto davanti a Edvald Boasson Hagen, Alberto Bettiol e Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies). Completano la top 10: Chris Lawless (TotalEnergies), giunto a 4"; a 7" Filippo Ganna, Benjamin Thomas e Greg Van Avermaet; a 11" Tom Skujins. Più dietro Pierre Latour e Richard Carapaz (rispettivamente 12° e 13°) che in chiave classifica generale accusano 17" da Bettiol. Il grosso del gruppo, spinto soprattutto dagli uomini di Thibaut Pinot, non ha mai mollato la presa ed è giunto al traguardo con un ritardo abbastanza contenuto, 41 secondi. La classifica generale ricalca l'ordine d'arrivo, in più ci sono gli abbuoni: Pedersen precede di 5" Hofstetter, di 7" Boasson Hagen, di 11" Bettiol e Burgaudeau, di 14" Lawless, di 17" Ganna, Thomas e Van Avermaet, di 21" Skujins.

Domani sarà il turno della seconda tappa di 156 km tra Saint-Christol-les-Alès e Rousson, più vallonata di quella odierna e con un arrivo ancora più arcigno (700 metri al 12%).

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Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.