Il giorno perfetto del riscatto di Julian Alaphilippe
L'ex iridato vince a Fano dopo una lunga fuga con Mirco Maestri, staccato nel finale. Per lui primo successo al Giro d'Italia. Tutto tranquillo in classifica
Julian Alaphilippe è una delle vedette del Giro d'Italia 2024, anche se in tanti l'avevano dimenticato: l'avvicinamento del bimondiale di Saint-Amand-Montrond alla corsa rosa non aveva lasciato presagire grosse gratificazioni per lui. Alla scarsità di risultati (appena quattro vittorie negli ultimi due anni, ancora nessuna nel 2024) e ai malumori in squadra (le accuse di scarso impegno che gli ha rivolto il team manager Patrick Lefevere nei mesi scorsi sono già letteratura) si aggiungevano i problemi fisici figli di una piccola frattura al ginocchio non curata: procurata da una caduta alla Strade Bianche, Julian ci ha corso su per un mesetto prima di fermarsi dopo il Fiandre. Vicenda sintomo della scarsa serenità con cui Alaphilippe si è trovato a vivere ultimamente (non voleva far pensare allo stesso Lefevere che stesse cercando alibi per giustificare il rendimento non eccezionale).
Al Giro però l'ex iridato ha presto trovato un feeling particolare con la corsa e con l'obiettivo di tornare ad alzare le braccia a quasi un anno di distanza dall'ultima volta. Con quella di oggi siamo a quattro fughe in undici tappe in linea. Già nella prima aveva accarezzato il successo, sbattendo contro la maggior verve di Pelayo Sánchez nella decisiva volata a tre in quel di Rapolano Terme. Secondo, scornato ma non domo: la delusione per la sconfitta è stata subito scavalcata dalla fiducia di poter lasciare effettivamente un segno.
Ci ha riprovato sulla strada per Prati di Tivo e quella per Bocca della Selva, rimbalzando in entrambi i casi; oggi però non ha fatto sconti a nessuno, nemmeno a se stesso, dando tutto quello che poteva dare (e dando - incidentalmente - anche un grande spettacolo) pur di centrare l'obiettivo che si era fissato. La vittoria di Fano premia lui, che chiude in questo modo lampante e definitivo un brutto periodo, e premia anche il pubblico del Giro, che ha potuto gioire dell'ennesima bella impresa di questa corsa rosa 2024.
Una parola per Mirco Maestri: destinato alla sconfitta (era ben consapevole di poter essere staccato su uno qualsiasi degli ultimi muri da cotanto avversario; o al limite di poter essere quasi certamente battuto in volata), non ha lesinato una pedalata, collaborando senza risparmio all'azione a due (e lui era partito in fuga anche prima di Alaphilippe). Gli son mancati pochi metri su Monte Giove, ma gli resta la soddisfazione di una giornata vissuta da protagonista, lui che di chilometri in fuga ne macina a migliaia (quest'anno, per dire, se ne è sciroppati quasi 250 alla Sanremo). Onore a lui.
Giro d'Italia, la cronaca della dodicesima tappa
La dodicesima tappa del Giro d'Italia 2024 portava la carovana dall'Abruzzo alle Marche, da Martinsicuro a Fano, per 193 km comprensivi di varie scalate ad alcuni muretti della zona. Non partito Fabio Jakobsen (DSM-Firmenich PostNL), alle prese coi postumi della caduta di ieri a Francavilla al Mare.
Giornata in cui tutti volevano andare in fuga, per primi ci hanno provato Matteo Trentin (Tudor), Enzo Paleni (Groupama-FDJ) e Roel Van Sintmaartensdijk (Intermarché-Wanty) al fischio d'inizio: rimasti in avanscoperta dal km 1 al 40 con poche decine di secondi di margine, i tre sono stati ripresi da un gruppo che di lì a poco avrebbe fatto segnare una media di 54.2 km/h nelle prime due ore.
Ai -151 sono partiti altri quattro coraggiosi: Simon Clarke (Free Palestine), Michael Hepburn (Jayco AlUla), Mirco Maestri (Polti-Kometa) e Edoardo Affini (Visma-Lease a Bike), i quali hanno presto messo insieme un minutino di margine su un gruppo nel quale però lo spirto guerrier non aveva certo smesso di ruggire: sulla salita di Civitanova Alta ai -145 sono emersi Julian Alaphilippe (Soudal Quick-Step), Ewen Costiou (Arkéa-B&B Hotels), Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), Jhonatan Narváez (INEOS Grenadiers) e Benjamin Thomas (Cofidis), andati a raggiungere i battistrada ai -131. Ma altri continuavano a muoversi dal gruppo.
Sulla salita di Montelupone ai -126 Alaphilippe è partito col solo Maestri alla ruota; sugli altri fuggitivi sono rientrati 10 uomini, ovvero Pelayo Sánchez (Movistar), Quinten Hermans (Alpecin-Deceuninck), Simone Velasco (Astana), Ruben Fernández (Cofidis), Michael Valgren (EF Education-EasyPost), Lilian Calmejane e Dion Smith (Intermarché), Juanpe López (Lidl-Trek), Kevin Vermaerke (DSM) e Matteo Trentin. Il gruppo a questo punto ha cominciato a lasciar fare (Julian e Mirco si portavano a 4' di vantaggio sulla maglia rosa), mentre un nuovo drappellone di 19 usciva cercando di prendere l'ultimo treno buono per la fuga.
Il lungo volo di Alaphilippe e Maestri
Maestri ha vinto il traguardo volante di Recanati ai -115 e il Gpm di Osimo ai -100, intanto il vantaggio suo e di Alaphilippe sfondava il muro dei due minuti sul gruppo di 36 che si era coagulato alle loro spalle. Sui 17 intercalati erano infatti rientrati Filippo Ganna (INEOS), Tobias Bayer (Alpecin), Alessandro Verre (Arkéa), Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale), Mikkel Honoré (EF), Laurence Pithie e Cyril Barthe (Groupama), Nairo Quintana (Movistar), Jan Hirt e Mauri Vansevenant (Soudal), Gijs Leemreize (DSM), Luka Mezgec (Jayco), Davide Piganzoli (Polti), Attila Valter (Visma), Alexander Kamp (Tudor), Rui Oliveira (UAE), Domenico Pozzovivo e Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Jasha Sütterlin (Bahrain-Victorious). (Una giornata a scrivere elenchi di corridori…).
I miglior piazzati nella generale tra i corridori in avanscoperta: Hirt 11esimo a 5'57" e Pozzovivo 14esimo a 7'34". L'accordo tra i primi inseguitori è subito saltato sullo strappo di Villa San Paterniano ai -90: qui Scaroni e Costiou hanno accelerato, poi al francese è caduta la catena e l'azione è sfumata, o meglio Scaroni ha rallentato per farsi raggiungere da Narváez, Hermans, Paret-Peintre, Valgren, Smith, Clarke, Leemreize e Trentin, i quali si erano sbarazzati della compagnia di tutti gli altri. L'impegno per i 9 era recuperare un minuto e mezzo, margine rimasto a quel punto a Maestri e Alaphilippe. Il gruppo maglia rosa era tirato a questo punto dalla Bahrain di Antonio Tiberi.
Maestri ha vinto il Gpm di Monsano ai -66, e la tendenza vedeva i 9 immediati inseguitori in avvicinamento, gli altri fuggitivi alla deriva, e il gruppo che arrivava a concedere fino a 6'15" di vantaggio massimo (toccato ai -30). I battistrada si sono spartiti i vari traguardi volanti rimasti: ad Alaphilippe il Gpm di Ostra (-55) e lo sprint con abbuoni di Mondolfo (-32), a Maestri l'Intergiro di Ripe (-45) e il Gpm di La Croce (-42). Ai -30 il gruppo ha ripreso i fuggitivi tagliati fuori dalla contesa, poi la Bahrain ha addirittura provato ad aprire un ventaglio ai -20, così, giusto per mettere un po' di adrenalina al finale… L'azione non ha prodotto risultati di rilievo, ma è stata comunque un interessante tentativo; inutile dire che Tadej Pogacar (UAE) non si è minimamente fatto sorprendere, rispondendo a tono a Tiberi e compagni.
Julian va a prendersi la vittoria a Fano
A 12 dalla fine c'era l'ultima rampa di giornata, il Monte Giove, non valevole come Gpm ma utilissimo come trampolino. E infatti proprio qui Alaphilippe si è liberato della compagnia di Maestri, a 11.5 km dal traguardo; contemporaneamente scoppiavano i nove all'inseguimento: Valgren ha accelerato facendo saltare Smith, Trentin, Thomas e Clarke; poi Hermans ha rilanciato in contropiede con Narváez, prendendo e superando Maestri e provando a chiudere i 40" che Alaphilippe difendeva coi denti; in seconda battuta Valgren procedeva col solo Scaroni, alle spalle di Quinten e Jhonatan.
Il muro è stato impostato in gruppo dalla BORA-Hansgrohe di Dani Martínez, il quale però non dava seguito agli intenti bellicosi manifestati: nulla di fatto per la classifica generale e testa per tutti alla crono di Desenzano di dopodomani.
Alaphilippe è volato nei dieci chilometri finali, non concedendo praticamente niente agli inseguitori e abbandonandosi a una lunga gioia già prima di varcare la linea d'arrivo. Prima vittoria stagionale per lui, 42esima in carriera. A 31" ha chiuso Narváez, a 32" Hermans, a 43" Valgren e Scaroni, a 1'30" il gruppetto con Trentin (sesto) e Maestri (nono). Il gruppo maglia rosa è arrivato in scioltezza a 5'25".
In classifica non cambia niente, Pogacar guida con 2'40" su Martínez, 2'56" su Geraint Thomas (INEOS), 3'39" su Ben O'Connor (Decathlon) e 4'27" su Antonio Tiberi; sempre nei dieci Lorenzo Fortunato (settimo a 5'19") e Filippo Zana (ottavo a 5'23"), sempre nei venti Pozzovivo, Piganzoli e Giovanni Aleotti (BORA). Domani la tappa più facile del Giro d'Italia 2024, la tredicesima da Riccione a Cento, un piattone di 179 km per rivedere in scena i tanti sprinter del gruppo.