Tim Merlier batte Jonathan Milan a Roma © Giro d'Italia
Giro d'Italia

Merlier manda una cartolina da Roma a tutto il Giro. Pogacar protagonista fino alla fine

Tim vince l'ultima volata battendo Jonathan Milan nella Città Eterna. A 2 km dal traguardo Tadej ancora lavorava per Molano... Podio finale con Martínez e Thomas

26.05.2024 19:30

Il primo Giro di Tadej Pogacar - e, ci piace sperare, non l'ultimo - si è chiuso oggi nella bellezza di Roma e di una giornata di sole che ci ha regalato gli ultimi scampoli di spettacolo di una corsa rosa nel quale questo non è certo mancato, seppur legato soprattutto alle imprese dello sloveno che ha dominato in lungo e in largo la scena.

Non sappiamo quando Tadej tornerà a calcare le strade rosa, in fondo ha dimostrato di non amare la ripetitività per cui magari nel 2025 non lo rivedremo dalle nostre parti, ma magari più avanti… l'importante però - sia che si tratti dell'anno prossimo, o del 2026 o di chissà quando ancora - è che RCS Sport raddoppi la calata della manina nella borsa per pescare l'ingaggio anche di un antagonista. Un'edizione vinta a spasso dal campione va bene, non è una novità nella storia del Giro, ma per la seconda volta sarà il caso di trovare un contendente credibile per il fenomeno di turno.

Pogacar ha reso bello sin dall'inizio un Giro d'Italia i cui momenti di maggior coinvolgimento emotivo sono stati legati quasi tutti al fuoriclasse sloveno. Non parliamo solo della borraccia al bimbo; si pensi per esempio anche a tutta la vicenda di Giulio Pellizzari, che insieme ad Antonio Tiberi è stato il giovane più scintillante messo in mostra dal ciclismo italiano; lo stesso laziale è stato peraltro molto in sintonia con Tadej, che ha speso pubbliche parole di apprezzamento per lui.

Sei tappe vinte, 20 giorni in maglia rosa, quasi 10' di vantaggio sul secondo, i numeri non sintetizzano neanche bene il dominio di Pogi, che è andato anche al di là di quanto dicano ordini d'arrivo e classifiche (Tadej ha vinto pure quella dei Gpm, oltre che la generale). La sua presenza in corsa è stata sempre viva, costante, persistente. Tutto è passato da lui. Il primo giorno era lì che attaccava sugli strappetti torinesi, all'ultimo era ancora lì a tirare il gruppo a due chilometri dalla fine per cercar di favorire il compagno Sebastián Molano. E noi a mangiarci le unghie fino alla seconda falange, “ma sei matto Tadej, rischiare così per una volata in un finale tutto curve e sampietrini, anziché rialzarti ai 3 km come chiunque avrebbe fatto al tuo posto?”…

Non c'è molto da aggiungere all'ennesima perla di un supercampione che a 25 anni vanta, a questo punto: due Tour de France (con 11 tappe vinte) più due podi, un Giro d'Italia (con 6 tappe), tre Lombardia, due Liegi, un Fiandre, due Strade Bianche, podi a Mondiale, Olimpiadi, Vuelta (con tre tappe annesse) e Sanremo, due Tirreno, una Parigi-Nizza, un Catalunya… Un ciclista epocale, che abbiamo la fortuna di poterci godere ancora per diversi anni. Quanto è bello amare il ciclismo nell'era di Tadej!

Giro d'Italia 2024, la cronaca della ventunesima tappa

Giulio Pellizzari, Jonathan Milan, Tadej Pogacar e Antonio Tiberi © Giro d'Italia
Giulio Pellizzari, Jonathan Milan, Tadej Pogacar e Antonio Tiberi © Giro d'Italia

125 km totali per la Roma-Roma, ventunesima e ultima tappa del Giro d'Italia 2024. Prima parte in linea dall'EUR verso il lido di Ostia e ritorno, poi 8 giri di un circuito da 9.5 km tra Colosseo, Lungotevere, Circo Massimo e Caracalla con arrivo in Via di San Gregorio, accanto al Palatino e di fronte all'Arco di Costantino. Circuito di bellezza mozzafiato. Così come mozzafiato sono state le maglie speciali della UAE Emirates, con maniche rosa a omaggiare il Giro di Tadej Pogacar ma anche a ricordare la T-Mobile del tempo che fu…

Primi chilometri dedicati a foto e cazzeggio assortito, poi in realtà già abbastanza presto la UAE ha aumentato sensibilmente l'andatura, senza un motivo apparente che fosse più credibile della voglia di avere più tempo da dedicare al turismo romano in serata (per Tadej è la prima volta nella Città Eterna, tanto per dire). Tanto che, sul lungomare di Ostia ai -103, Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) si è incaricato di andare a bussare a Pogi e compagni per chiedere di rallentare, in un divertente frame di quest'ultima giornata.

L'approdo al circuito finale è coinciso con una passerella concessa a Domenico Pozzovivo (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), all'ultima partecipazione alla corsa rosa; dopodiché ai -72 nella prima tornata del circuito è partita la fuga, innescata da Mikkel Honoré (EF Education-EasyPost) a cui hanno risposto prima Alex Baudin (Decathlon AG2R La Mondiale) e poi anche Ewen Costiou (Arkéa-B&B Hotels) e Martin Marcellusi (VF Group).

Il quartetto ha avuto al massimo 35" di vantaggio (limite toccato ai -48), Marcellusi ha vinto il traguardo volante dei -57, Costiou l'Intergiro dei -36. Il gruppo ha controllato coi team dei velocisti, in particolare Lidl-Trek (per Jonathan Milan) e Soudal Quick-Step (per Tim Merlier, il quale tra le altre cose ci ha fatto apprezzare una risalita in bici volante, stile ciclocross, dopo un problema meccanico ai -50), ma anche Alpecin-Deceuninck (per Kaden Groves) e Tudor (per Alberto Dainese) hanno dato il loro contributo.

L'inseguimento di Milan, il lavoro di Pogacar, la vittoria di Merlier

L'ultima fuga del Giro davanti al Vittoriano © Giro d'Italia
L'ultima fuga del Giro davanti al Vittoriano © Giro d'Italia

Ai -14 una caduta sul Lungotevere ha visto coinvolti Dries de Pooter (Intermarché) e il decimo della generale Michael Storer (Tudor) tra gli altri, un attimo dopo il gruppo tirato dalla BORA-Hansgrohe ha annullato la fuga (Honoré aveva fatto in tempo a vincere il traguardo volante con abbuoni dei -19). Velocità sempre più alta, e ai -9 un problema meccanico ha terribilmente complicato le cose a uno dei favoriti di giornata, Jonathan Milan.

Il friulano ha dovuto attendere un buon minuto il cambio bici (doveva sfilare tutto il gruppo), dopodiché con un insistito dietromacchina (prima col cambio ruote, poi con l'ammiraglia Lidl) ha rapidamente ripreso la coda del gruppo: aggancio riuscito ai -4.5, e lì c'erano i compagni ad aspettarlo per farlo risalire in un attimo nelle prime posizioni con una maxitrenata.

Tadej Pogacar, lungi dal stare lontano dai rischi, era in quei momenti in prima linea a lavorare per Sebastián Molano, con sapide trenate che sono andate avanti fino ai 2 km, quando la Lidl ha preso il comando delle operazioni con una prepotente accelerazione di Jasper Stuyven su una chicane al Circo Massimo. Solo all'ultimo chilometro, comunque, Pogi ha finalmente deciso di sfilarsi.

L'ultimo chilometro è stato abbastanza caotico, del resto la planimetria lo presupponeva; l'ultima semicurva che ai 200 metri immetteva sul rettilineo finale è stata impostata in testa da Davide Cimolai (Movistar) con Tim van Dijke (Visma-Lease a Bike) a ruota; ma all'esterno è venuto fuori Tim Merlier, con una prima volata che gli è servita per vincere la forza centrifuga e prendere la testa con Milan alle calcagna.

La seconda volata è stata quella che ha permesso al belga della Soudal di vincere, respingendo il tentativo di rimonta di Jonathan, a cui sono forse mancate un po' delle energie spese nel precedente inseguimento. Per Tim terza vittoria in questo Giro, proprio come Milan. Kaden Groves s'è preso il terzo posto, Fernando Gaviria (Movistar) il quarto; nei dieci Alberto Dainese (settimo) e Giovanni Lonardi (Polti Kometa), ottavo.

La classifica si chiude con Tadej Pogacar trionfatore con 9'56" su Dani Martínez (BORA), 10'24" su Geraint Thomas, 12'07" su Ben O'Connor (Decathlon) e 12'49" su Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), quinto, migliore degli italiani e pure maglia bianca di miglior giovane con 1'42" su Thymen Arensman (INEOS); la classifica a punti la vince Milan (362 a 225 su Groves), quella dei Gpm Pogacar (270 contro i 206 di Giulio Pellizzari della VF Group), quella a squadre è appannaggio della Decathlon AG2R La Mondiale.

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Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!