ORA e sempre, Filippo Ganna!
L'azzurro centra un nuovo grande risultato di una carriera sempre più magnificente: abbattuto il Record dell'Ora con 56,792, superati anche Boardman e l'era delle bici speciali
Filippo Ganna ha stabilito il nuovo Record dell'Ora e questo era nell'ordine delle cose. Quello che non era per nulla scontato era la distanza che il verbanese avrebbe coperto, portando il più antico primato del ciclismo in una nuova epoca. 129 anni dopo il 35,325 di Henri Desgrange, 80 anni dopo Fausto Coppi al Vigorelli, mezzo secolo dopo Eddy Merckx ‘72 e 38 anni dopo l'ultimo Record italiano siglato da Francesco Moser e poi non più riconosciuto dall'UCI per motivi tecnici (così come tutti i primati fino al 1996), il 26enne piemontese ha unificato il Record dell'Ora e la Miglior prestazione umana sull'Ora (spieghiamo più giù nel dettaglio), fissando un limite che sarà arduo valicare per chiunque voglia provarci da qui in avanti: 56,792 km/h. Mostruoso!
Un risultato coerente con la carriera di un ragazzo nato per stupire, per dominare contro il tempo, per lasciare i solchi sulle piste di tutto il mondo e la cui traiettoria, che riempie d'orgoglio i suoi tifosi (sempre più numerosi) e tutto il suo entourage, a partire da Marco Villa, commissario tecnico azzurro che ha seguito passo passo l'avvicinamento di Pippo a questa sensazionale prestazione. Le lunghe giornate a girare, girare, girare nel velodromo di Montichiari, i consigli, il tanto lavoro fatto insieme, di concerto con la INEOS Grenadiers (che mai ha fatto mancare il proprio supporto al campione verbanese), su una bici da fantascienza, la Pinarello Bolide F HR 3D, gioiello da 75mila euro con telaio in lega aerospaziale, manubrio in titanio, ruote monoscocca in carbonio, praticamente un'astronave.
L'impresa ha avuto luogo a Grenchen in Svizzera, stesso velodromo in cui Dan Bigham (pistard britannico ma anche ingegnere aerodinamico dello staff INEOS) lo scorso 19 agosto fece segnare l'ultimo Record sulla distanza di 55,548 km/h.
Come suo solito, Ganna è partito regolare, dopo il primo quarto di gara aveva 3" abbondanti di ritardo rispetto alla distanza percorsa un mese e mezzo fa da Bigham, e in prospettiva era al di sotto del livello anche di Victor Campenaerts, che il 16 aprile 2019 aveva siglato un 55,089 in quel di Aguascalientes, in Messico in altura. Ma lì Pippo ha cambiato marcia, aumentando progressivamente il ritmo, superando in breve i 55 di media e andando oltre - dopo 20' (e 75 giri) - al rilievo di Bigham.
Dopo mezz'ora di prestazione il verbanese aveva coperto 27,850 km con una proiezione sempre più lusinghiera, dopo 40' era già vicino al 56,375 di Chris Boardman, ultimo Record stabilito con bici speciali e posizioni poi non più omologate dall'UCI, motivo per cui tutti i primati da Francesco Moser 1984 al britannico nel 1996 (compresi quelli di Graeme Obree, Miguel Indurain e Tony Rominger) sono stati successivamente “derubricati” a “Miglior prestazione umana sull'Ora”.
Inutile dire che anche quel limite era destinato a crollare. Gli ultimi 10' minuti sono stati un delirio: superati uno dopo l'altro Ondrej Sosenka 2005, Jens Voigt e Matthias Brändle 2014, Rohan Dennis, Alex Dowsett e Bradley Wiggins 2015, e infine Victor Campenaerts 2019 e da ultimo, dopo 58'45", Dan Bigham 2022. Restava a Pippo un minuto abbondante per arrotondare il risultato, per superare la soglia dei 56 orari, per abbattere anche ufficialmente Boardman e per andare a chiudere con uno stratosferico dato di 56 km e 792 metri.
Minuti di obnubilamento, non stava capendo praticamente niente subito dopo essere sceso di bici, ma si è ripreso presto, accolto dall'abbraccio degli affetti più cari e pure dei compagni di nazionale, quelli che un anno fa portò all'oro olimpico e che continuano a vederlo come un idolo oltre che come un amico. Ma Ganna, nel tempo, è diventato l'amico di tutti noi appassionati, il simbolo del ciclismo italiano, il campione che traina un intero movimento e lo trainerà ancora per anni. 56,792, Filippo: grazie, di cuore.