Tadej Pogačar sarà al Giro d’Italia 2024: scommettiamo?
Dopo due ko consecutivi al Tour per mano di Vingegaard, il fuoriclasse sloveno ha tutto l’interesse a tentare finalmente l’assalto alla Corsa Rosa, per poi sfidare comunque il danese in Francia. E ci sono tante altre ragioni per calare in Italia
Mancano ormai solo poche ore alla presentazione del percorso del prossimo Giro d’Italia, che sarà disvelato venerdì al Festival dello Sport di Trento. In realtà, però, lo conosciamo già quasi tutto nel dettaglio, grazie all’immancabile spoiler di Cicloweb. E allora le attenzioni sono appuntate, soprattutto, su chi ne sarà il grande protagonista. Anche se, pure da questo punto di vista, ci sentiamo di sbilanciarci nel dare per certo il nome probabilmente più atteso da tutti: quello di Tadej Pogačar.
Pensiamoci: da quando lo conosciamo, lo sloveno ci ha abituati a cercare ogni anno nuove sfide, e d’altra parte non ha mai fatto mistero di voler provare a vincere tutte le corse più importanti al mondo. Aggiungiamoci pure che, da due anni a questa parte, il duello con Jonas Vingegaard sulle strade del Tour pende ormai decisamente a favore del danese, ed ecco che tutto porta a vedere Tadej al foglio firme della Grande partenza torinese il prossimo 4 maggio. Perché il Giro d’Italia non può mancare nel palmarès di Pogačar, e perché è adesso che Tadej deve provare a vincerlo.
Guai, infatti, a pensare che col suo sconfinato talento possa aspettare la fase declinante della carriera per dare mettere le mani sulla maglia rosa. Significherebbe mancare di rispetto alla concorrenza, ed ignorare un dato di fatto: che a prescindere dall’età anagrafica, è praticamente impossibile restare al top di uno sport – e a maggior ragione, di uno sport atleticamente e ancor più psicologicamente usurante come il ciclismo – per più di qualche stagione. E che dunque chi prima arriva al vertice, con ogni probabilità, altrettanto prematuramente andrà incontro ad un declino delle prestazioni. Hic et nunc, dunque: il 2024 deve essere l’anno in cui Pogačar metterà nel mirino il Giro d’Italia. Anche a costo di rimandare l’operazione Roubaix, corsa che, invece, più di una volta si è concessa a corridori già in là con gli anni e che, quindi, può dunque aspettare ancora qualche stagione. Magari quando il nostro avrà già completato la Tripla Corona nei grandi giri.
Il Giro, invece, no, non può aspettare. Anche in ottica Tour de France: il confronto, impietoso, tra Pogačar e Vingegaard alla Grande Boucle di quest’anno ci ha detto che sulle tre settimane, tra i due, c’è una netta differenza di valori, e che solo in parte può essere spiegata dall’infortunio patito da Tadej alla Liegi. Anche perché, a pesare, c’è pure il precedente del 2022. Questo per dire cosa? Che anche puntando tutta la sua prossima stagione sul Tour, e anche arrivandoci al 100% della condizione, Tadej non avrebbe nessuna garanzia di battere Jonas. Anzi, il leader della Jumbo (o come diavolo si chiamerà la squadra) continuerebbe ad essere il favorito numero uno.
Allo stesso tempo, però, le ultime due Boucle ci hanno detto un’altra cosa: e cioè che se tra Vingegaard e Pogačar c’è un abisso, tra Pogačar e tutti gli altri c’è addirittura il vuoto siderale. E che quindi, ipotizzando una prima parte di stagione più leggera rispetto a quest’anno (in altre parole: rinunciando alle classiche, o affacciandosi tutt’al più alla Liegi), nel 2024 Pogačar potrebbe provare a doppiare Giro e Tour avendo comunque ottime chances di salire almeno sul podio pure a Parigi. Certo, pensare alla maglia gialla avendo già nelle gambe le fatiche della Corsa Rosa sarebbe ancora più complicato ma, visto il gap prestazionale tra Tadej e chiunque altro non sia Vingegaard, il secondo posto resterebbe ugualmente alla portata. E a quel punto, come ben sappiamo, un attacco di cagotto, una caduta o qualsiasi altra sfiga possono capitare a tutti: anche al fenomenale danese.
E poi chissà che una partecipazione di Pogačar al Giro 2024 non possa facilitare la venuta in Italia di Vingegaard l’anno seguente, a vantaggio dello stesso sloveno in vista del Tour… 2025. Spieghiamo: trovandosi a sfidare un Tadej già appesantito dal Giro, come detto, il prossimo luglio Jonas non dovrebbe avere difficoltà a trionfare per il terzo anno consecutivo a Parigi (sempre al netto di imprevisti: e comunque, davvero, non gliela vogliamo certo gufare!). A quel punto, e per le stesse identiche ragioni già spese per lo sloveno, pure il danese avrebbe tutto l’interesse a cercare di vincere almeno un Giro, magari proprio nel 2025. E con un Vingegaard a sua volta alle prese con il tentativo di doppietta, fra due anni, chi altri diventerebbe l’uomo da battere al Tour, se non proprio un Pogačar concentrato, invece, esclusivamente sulla Boucle?
Ci sono poi altre ragioni che, a nostro giudizio, avvicinano inesorabilmente Tadej alla prossima Corsa Rosa. E sono di ordine extra-sportivo. RCS Sport intrattiene rapporti strettissimi con gli Emirati Arabi, finanziatori sia della UAE in cui milita Pogačar, sia di quello UAE Tour che organizza proprio l’azienda di Urbano Cairo. Gli stessi manager dello sloveno, poi, sono gli italianissimi fratelli Carera. Ma c’è ancora dell’altro. Quintana 2017, Froome 2018, Roglič 2019, Sagan 2020, Bernal 2021, Van der Poel 2022, Evenepoel 2023: RCS ci ha abituati ad annunciare, ogni anno, una grande vedette straniera capace di calamitare l’interesse sulla propria corsa di punta e di farlo, di solito, contestualmente alla presentazione del percorso.
Ed eccoci, quindi, alla prova regina: abbiamo detto in apertura che il Giro 2024 sarà presentato al Festival dello Sport di Trento, e sapete chi figura tra i vari ospiti? Ci sono Ronaldinho, Zlatan Ibrahimovic, Sofia Goggia, certo… ma anche tanti ciclisti: fra loro proprio il fresco ex Peter Sagan, l’azzurro Filippo Ganna, il campione uscente Primož Roglič, che in quanto tale ha accettato per cortesia istituzionale e ai microfoni Rai dirà che sì, ci sta pensando, il Giro d’Italia è una corsa affascinante, la sua vittoria al Lussari è stata fantastica e sarebbe bello difendere il titolo il prossimo anno, ma che dovrà prima parlarne con la nuova squadra (ma tanto andrà dritto al Tour, e lo sappiamo tutti, altrimenti non si spiegherebbe il suo trasferimento alla Bora); e poi appunto, c’è lui, Tadej Pogačar. La cui presenza può avere soltanto una motivazione: quella del grande annuncio della sua calata in Italia il prossimo maggio.