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Van Avermaet si sente l'arancio vivo addosso

08.02.2019 16:26

Volta a la Comunitat Valenciana, prima vittoria in maglia CCC per il belga. Secondo Trentin, nei 10 anche Colbrelli e Canola


Per il terzo anno consecutivo Greg van Avermaet apre la sua stagione in Spagna alla Volta a la Comunitat Valenciana e per il terzo anno trova il modo di salire sul podio: nelle due precedenti edizione infatti si era sempre imposto assieme ai compagni nella cronosquadre, nel 2017 aveva portato anche per due giorni la maglia di leader, ma stavolta ha fatto anche meglio andando ad aggiudicarsi in maniera molto convincente la terza tappa. Il finale di oggi poteva assomigliare a quello di una classica, con salite, strappi, strade strette e tortuose che favorivano corridori completi e abili a correre sempre nelle posizioni d'avanguardia del plotone: in pratica, la descrizione delle caratteristiche di Van Avermaet che nel 2018 aveva chiuso con un solo successo individuale e che con la nuova maglia della CCC Team ha già eguagliato il bilancio, almeno per quanto riguarda le vittorie.

La fuga prende fino a sette minuti
Tra la volata di ieri ad Alicante e l'arrivo in salita a Ermita Santa Lucia in programma domani, gli organizzatori della Volta a la Comunitat Valenciana hanno piazzato una giornata di gara abbastanza impegnativa e che sulla carta si presentava aperta a molte soluzioni diverse: i sei gran premi della montagna previsti oggi erano tutti di terza categoria e non facevano particolarmente paura per lunghezza e ripidità, ma le salitelle del Sot de Chera e del Salto de la Mora da affrontare negli ultimi 15 chilometri erano comunque passaggi cruciali nell'economia generale della corsa spagnola.

E così dopo una quindicina di chilometri di corse si è formata una fuga di ben dieci corridori di cui un paio s'erano già visti in azione da lontano ieri: si trattava degli spagnoli Raúl Alarcón (W52-Porto) e Diego Rubio (Burgos-BH), il primo molto motivato a mettersi in evidenza visto che sta correndo sulle strade di casa, il secondo invece per difendere la maglia a pois dei gran premi della montagna che aveva conquistato proprio con la fuga nella seconda tappa. Con Alarcón e Rubio c'erano anche Julien Duval (AG2R La Mondiale), Cyril Barthe e Fernando Barceló (Euskadi-Murias), Mauricio Moreira (Caja Rural), Diego López (Fundación Euskadi), Awet Gebremehdin (Israel Cycling Academy), Vladislav Kulikov (Gazprom-Rusvelo) e Preben Van Hecke (Sport Vlaanderen-Baloise): il vantaggio di questo gruppo di battistrada ha velocemente toccato i sette minuti per poi stabilizzarsi a lungo attorno ai sei minuti.

L'Astana si fa carico dell'inseguimento
Dopo aver già lavorato per tenere chiusa la corsa ieri, il Team Dimension Data nella prima parte della tappa di oggi si è limitato a tenere la fuga sotto controllo ma senza mai produrre quell'accelerazione importante in grado di spegnere sul nascere i sogni dei fuggitivi. La formazione africana ha giustamente cercando di stanare le altre squadre interessate alla tappa e alla maglia ed alla fine è stata l'Astana a raccogliere l'invito: fino a 60 chilometri dal traguardo i vantaggio dei 10 uomini di testa era di sei minuti, ma sulla salita di Mata Parda (6 km al 5.4%) la situazione di corsa è cambiata e la bilancia ha iniziato a pendere con sempre più decisione dalla parte degli inseguitori.

Per avere più possibilità di arrivare in fondo, i fuggitivi sono stati bravi a rimanere compatti fino a 18 chilometri dalla conclusione quando è iniziata la salita di Sot de Chera (4.1 km, 5.8%), con una sfortunatissimo Diego Rubio subito appiedato da un problema meccanico. Davanti i più attivi sono stati Alarcón, Van Hecke, Barthe e Barceló che hanno raggiunto il gpm con un vantaggio che a quel punto si era ridotto a meno di 30" sul gruppo sempre tirato dagli uomini dell'Astana: a quel punto il ricongiungimento era ormai nell'aria e si è concretizzato a 7 chilometri dal traguardo dopo che anche Movistar e CCC Team si erano affacciate in testa al plotone. Per i quattro coraggiosi attaccanti, quasi 175 chilometri in fuga, sui 194 complessivi della tappa.

Trentin trova sulla sua strada un super Van Avermaet
La salita del Salto de la Mora, con i suoi 5 chilometri al 4.5% medio, si è rivelata troppo facile per lanciare un attacco vincente, ma la carreggiata stretta e tortuosa, le accelerazioni di Samitier prima e Hermans poi ed il fatto che non era modo di rifiatare prima del traguardo hanno reso questo finale iper-tecnico come quello di una classica del nord. All'ultimo chilometro Jack Haig si è messo a disposizione di un ottimo Matteo Trentin, ma è stato Luis León Sánchez a provare a sorprendere tutti partendo lungo e provando a sfruttare le curve e la leggera pendenza a salire che portava al traguardo dentro l'abitato di Chera.

In un contesto simile non potevano che emergere i corridori da grandi classiche e negli ultimi 150 metri è stato il campione olimpico Greg van Avermaet a mettersi in testa in piena progressione: alla sua ruota c'era il campione Matteo Trentin che sognava la doppietta dopo il successo di ieri, ma il belga della CCC Team è apparso in ottima condizione di forma e praticamente ha impedito che l'italiano riuscisse anche solo ad affiancarlo prima della linea d'arrivo. Prima vittoria stagionale quindi per il Belgio, terza vittoria invece per la nuova CCC Team che a gennaio era già andata a segno con Patrick Bevin in Nuova Zelanda e Australia.

La terza posizione è stata conquistata da Luis León Sánchez con Alejandro Valverde quarto, Mike Teunissen quinto, Sergio Higuita sesto, Ben Swift settimo, Sonny Colbrelli ottavo, Ion Izagirre nono e Marco Canola decimo, tutti con lo stesso tempo del vincitore. La classifica generale vede quindi sempre al comando il norvegese Edvald Boasson Hagen che negli ultimi chilometri si è limitato a correre in difesa ed a sperare che non si formassero dei buchi tra i primi: Ion Izagirre è a 5", Dylan Teuns a 8", Nelson Oliveira a 11", Pello Bilbao a 12", Alejandro Valverde a 14"; il primo degli italiani in classifica è Diego Rosa ottavo a 20".
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