Posti in piedi sull'Angliru!
Domani il Mostro delle Asturie sarà l'ultimo giudice della Vuelta 2017. Oggi gran De Gendt in fuga, e Contador ancora all'attacco
L'Angliru che tutto puote e tutto promette è lì, davanti ai corridori della Vuelta a España 2017, ultimo ostacolo a frapporsi tra loro e Madrid. Un ostacolo su cui si giocheranno i destini della corsa, su cui si scriverà la classifica finale, su cui assisteremo - se tutto va come pare dover andare - allo spettacolo di attacchi e difese, stoccate e parate, assalti e inseguimenti.
Ci sono tre grandi protagonisti in ballo. Uno è Chris Froome, maglia rossa ondivaga in questi ultimi giorni (male a Los Machucos, bene a Santo Toribio de Liébana); l'altro è Vincenzo Nibali, che lo segue in classifica e che dovrà necessariamente dar battaglia se vorrà provare a vincere la corsa; il terzo è Alberto Contador, che di conquistare la maglia rossa non ha grandi probabilità (per quanto, mai dire mai), ma per il quale un posto sul podio - condito magari da un successo parziale tanto prestigioso quale sarebbe quello sull'Angliru - sarebbe comunque una gran chiusura di carriera, e quindi anche lui sarà orientato a un'ennesima gara d'attacco. Tra l'altro lo stesso capitano della Trek ha annunciato una "tappa pazza", e giova ricordare che ancor prima dell'Angliru andranno scalati l'Alto de la Cobertoria e l'Alto del Cordal, in una frazione di soli 117 km, tra l'altro.
Ne ricordiamo, di Vuelte decise sull'Angliru: Nibali ha un conto aperto con questa montagna dal 2013, quando dovette infine piegarsi all'insuperabile Horner, dopo aver provato invano ad attaccarlo per scavalcarlo in testa alla classifica. E che dire di Froome, che nel 2011 proprio sull'Angliru non oppose a JuanJo Cobo quello che avrebbe potuto, se non fosse stato frenato dalla squadra, e poi perse la Vuelta per pochi secondi? Anche lui avrà un po' di voglia di riscatto sedimentata sulle precedenti delusioni.
L'Angliru sarà il coronamento di una Vuelta a España che è stata molto bella e appassionante, animata dai tre più forti specialisti da GT in attività, fatta sussultare dagli attacchi a cuore aperto di Alberto Contador, e desiderosa di un finale all'altezza delle tre settimane di racconto, che si sono sviluppate in maniera ancor più vibrante rispetto al Tour (e ci voleva poco) e forse anche rispetto al Giro stesso.
Tappa da fuga, tappa da quarti d'ora. Ma non solo
Quanto alla tappa di oggi, sarà ricordata appena, anche se non è che non siano successe cose. Per esempio ha vinto Thomas De Gendt, supremo interprete della fuga da GT, reduce da un Tour in cui è stato all'attacco in 11 frazioni in linea su 19, e già in fuga altre tre volte prima di oggi nella presente Vuelta. De Gendt ha piegato un nugolo di combattivi suoi pari, ovvero fuggitivi di giornata.
E poi l'altra cosa rilevante che è successa è che Alberto Contador ha attaccato un'altra volta, anche oggi su una salitella, l'Alto de San Martín de Huerces che svettava a 15 km da Gijón, e ha provato a replicare il finale di Antequera, contando tra l'altro sullo stesso complice di allora, Edward Theuns, fermatosi ad aspettarlo dalla fuga. Ma stavolta i piani del Pistolero non sono riusciti, lui è stato ripreso nel finale e non ha potuto accorciare ulteriormente le distanze in classifica.
La tappa era la 19esima della Vuelta a España, da Caso a Gijón per 149 km e spiccioli. La citata salita del finale rendeva matematica la riuscita della fuga, e in effetti un gran drappello si è via via formato: per primi sono partiti Juan José Lobato (LottNL-Jumbo), Laurens De Vreese (Astana) e il citato Edward Theuns (Trek-Segafredo). Era il km 2, e un chilometro più avanti sono rientrati altri uomini: Davide Villella (Cannondale-Drapac), Jarlinson Pantano (Trek), Bob Jungels e Matteo Trentin (Quick-Step Floors), Nicolas Roche (BMC), Emmanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe), Julien Duval (AG2R La Mondiale), Floris De Tier (LottoNL), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Rui Costa e Matej Mohoric (UAE Emirates), Ivan García Cortina (Bahrain Merida), Daniel Navarro e Kenneth Vanbilsen (Cofidis), David Arroyo (Caja Rural-Seguros RGA) e Juan Felipe Osorio (Manzana-Postobón).
Ne avete abbastanza di elenchi? Bene, ancora non basta, perché in un terzo momento al gruppo si sono aggregati altri 8 corridori, partiti tardivamente al km 10 e rimasti a metà strada fino al km 55 (ai -95), quando finalmente sono riusciti a rientrare sugli altri battistrada. Si trattava di Romain Bardet e Alexis Gougeard (AG2R), José Joaquín Rojas e Antonio Pedrero (Movistar), Simon Clarke (Cannondale), Antwan Tolhoek e Koen Bouwman (LottoNL) e Carlos Verona (Orica-Scott).
L'impegno di Davide Villella e quello di Matteo Trentin
Nel frattempo Davide Villella si occupava di vincere il Gpm della Colladona (km 29), un prima categoria che gli ha permesso di mettere praticamente in cassaforte la maglia a pois di migliore scalatore. Una soddisfazione non da poco per il corridore della Cannondale. Una soddisfazione che il suo connazionale Matteo Trentin spererebbe di replicare nella classifica a punti, quella per la maglia verde nella quale continua a essere secondo alle spalle di Chris Froome: 10 i punti di differenza in favore del britannico (137-127), per cui il trentino della Quick-Step deve sperare che la maglia rossa non si piazzi tra i primissimi domani, e poi di fare risultato lui a Madrid domenica. Oltre a ciò, deve conquistare i traguardi volanti: oggi l'ha fatto, transitando per primo allo sprint intermedio di Pola de Siero ai -37.
Nel mezzo - tra la Colladona e Pola de Siero - la fuga si era piuttosto evoluta. Sulle due salitelle messe a metà tappa (una conquistata dal solito Villella) il drappello si era frazionato, e al Gpm dell'Alto de la Falla de los Lobos, ai -65, De Gendt scollinava con Jungels, Rui Costa, Bardet, Roche, Navarro, Tolhoek e De Tier. Ma nel successivo fondovalle sono rientrati in tanti (si è tornati a essere in 21), tra cui Trentin prima e Villella poi. Con questa composizione si è toccato, intorno ai -50, il vantaggio massimo sul gruppo maglia rosa: 18'!
Ai -34 un tentativo molto bello operato dall'enfant du pays della giornata, ovvero Ivan García Cortina, che è proprio di Gijón. Temendo di essere staccato dai migliori sulla salita di Huerces, lo spagnolo è scattato tutto solo, per anticipare. Ha avuto un vantaggio di un minuto, e ha fatto benissimo i conti, visto che alla fine della temuta salita è riuscito ancora a scollinare per primo, con pochi metri sul sopraggiungente Bardet. I due hanno fatto bei numeri nel primo tratto di discesa, per poi andare più regolari, venendo raggiunti ai -9 da Roche e Rui Costa.
Ai -7 Roche ha tentato un allungo, ai -4 ci ha provato Bardet, e infine a 2500 metri dalla linea d'arrivo è piombato sul quartetto un gruppetto più nutrito, al cui interno c'erano quelli che avrebbero monopolizzato l'ordine d'arrivo. Ai 1500 metri un estremo tentativo di Roche, ma non c'era più spazio per nessuno. La volata l'ha lanciata un impaziente García Cortina, partito ai 200 metri per centrare il successo più sognato. E invece il corridore della Bahrain è stato superato in dirittura d'arrivo da De Gendt, il quale è stato bravo a tenersi dietro Pantano, che ha chiuso secondo davanti appunto a García. Al quarto posto si è piazzato Rui Costa, poi De Tier, Jungels, Bardet, Roche, Navarro e Bouwman (a 45", primo del secondo gruppetto) 12a completare la top ten. Trentin si è piazzato 14esimo, Villella 21esimo.
Per la Lotto Soudal quarta vittoria nella Vuelta 2017, dopo il doppio Marczynski e il volo di Armée ieri. Quattro fughe, a confermare l'anima arrembante del team belga.
Contador ancora una volta all'attacco
Il gruppo è arrivato a 12'15" dai primi, e ha ripreso strada facendo solo 4 dei 27 fuggitivi (a conferma di quanto il ritmo non sia stato eccessivo, dietro). Ma quel che più importa descrivere è il nuovo attacco di Alberto Contador, che sull'Alto de San Martín de Huerces ha provato un'altra evasione delle sue. Bisogna dire che qualcuno legittimamente si aspettava una tattica magari più articolata nel corso dell'intera frazione, e invece il madrileno ha optato per l'one shot.
Partito insieme al compagno Koen De Kort che gli ha impostato il ritmo dello scatto a 18 km dal traguardo (a 3 dalla vetta), Contador ha guadagnato molto in salita, addirittura un minuto. Tanto è andato forte da impedire anche che gli rientrasse Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), rimasto per un bel po' a metà strada tra lo spagnolo e il gruppo maglia rossa (tirato sempre regolare dagli Sky). Il russo è stato poi ripreso a 500 metri dalla vetta.
L'obiettivo di Contador era di trovare il compagno Theuns sulle prime rampe della discesa, e così è stato: il veloce belga era lì ad attendere il capitano, e gli ha dato una mano importante nel tentativo di difendere quel minutino. Però stavolta il terreno era - rispetto al finale di Antequera - evidentemente meno favorevole agli attaccanti, e anche la situazione di gara non era spiccatamente pro-Contador (per dire: Froome oggi non era caduto come fatto appunto nella tappa di Antequera).
Oltre a ciò, alla Sky si è aggiunta, in fase di inseguimento, la Sunweb di Wilco Kelderman: l'olandese si è affezionato al terzo posto in classifica, e già avrà il suo daffare domani per parare i colpi di Zakarin e dello stesso Contador (che ambiscono a scalzarlo dal podio), per cui non poteva proprio permettersi di concedere alcunché oggi al Pistolero.
Contador e Theuns sono stati ripresi a 2.4 km dal traguardo, e di fatto la corsa finiva lì, tutti mentalizzati sulla tappa di domani. In classifica nulla cambia, Froome guida con 1'37" su Vincenzo Nibali (Bahrain), 2'17" su Kelderman, 2'29" su Zakarin, 3'34" su Contador, 5'16" su Miguel Ángel López (Astana), 6'33" su Michael Woods (Cannondale) e Fabio Aru (Astana). Top ten chiusa da altri due olandesi, Wout Poels (Sky) a 6'47" e Steven Kruijswijk (LottoNL) a 10'26". Degno di nota il recupero di Roche, ma solo in termini di tempo (i 12'15" trascorsi tra l'arrivo dei primi e quello del gruppo), visto che l'irlandese scala solo due posizioni, dalla 17esima alla 15esima.