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Uae Tour 2025, Pogačar in rosso a Jebel Jais: «Avrei preferito che Tarling tenesse la maglia»
La terza vittoria dello sloveno con indosso l'effige iridata costringerà il fuoriclasse della UAE-Emirates ad abbandonare la maglia tanto amata
Nessuna sorpresa a Jebel Jais: Tadej Pogačar ha centrato la prima vittoria personale del 2025, l'ottava in stagione per la UAE-Emirates, la terza con la maglia iridata per il campione del mondo, dopo il Giro d'Emilia e il Lombardia. Una vittoria "normale", rispetto almeno rispetto alla due precedenti, ma fare qualcosa di diverso su un terreno come quello di Jebel Jais sarebbe stato complicato anche per un alieno come Pogi, come da lui stesso spiegato nella conferenza stampa post-tappa: «Tutti sanno che, oltre a non essere una salita partcolarmente dura, Jebel Jais è anche ventosa. Chi è in prima posizione spende moltissime energie, mentre in gruppo non si soffre affatto. Ne sono consapevole, la corsa di oggi non è stata fantascienza, ma su un terreno del genere non è facile per nessuno fare la differenza; è una sorta di volata tra gli uomini di classifica», una volata che ovviamente Pogačar ha dominato, senza apparenti difficoltà.
«Mi sarebbe piaciuto indossare ancora la maglia iridata»
La UAE-Emirates ha controllato il ritmo per gran parte della salita conclusiva, senza però produrre grandi differenze, con il proprio capitano tranquillo nella pancia del gruppo, ad attendere il momento decisivo. Il ritmo imposto agli avversari è stato tutt’altro che irresistibile, come confermato dall’ex maglia rossa Josh Tarling: «Il ritmo è stato regolare per gran parte della salita, poi la Decathlon-Ag2r ha alzato la velocità e l’ultimo chilometro e mezzo è stato davvero duro», ha spiegato il corridore della Ineos-Grenadier. Che Pogi avesse in testa di non guadagnare la testa della classifica già oggi? Difficile saperlo, anche se lo stesso sloveno sembra confermare questa teoria: «Speravo che Tarling riuscisse a rimanere più vicino nel finale e a difendere la maglia rossa, così da permettermi di contituare a indossare quella iridata», ha spiegato Pogačar, «ma alla fine sono comunque contento di aver vinto e di essere già in testa alla classifica: è una conferma della bontà dei miei allenamenti invernali, è un booster di motivazione per il prosieguo della stagione».
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Una motivazione extra per Pogačar: la famiglia all’arrivo
Oltre alla maglia iridata, il pensiero è probabilmente anche per la squadra, costretta già oggi a svolgere un duro lavoro: «Era una tappa lunga e nessun’altra squadra ci ha aiutati, controllare la corsa dall’inizio alla fine non è stato facile», ha spiegato il campione del mondo. «Abbiamo tutti svolto al meglio il nostro compito, ogni membro della squadra ha meritato fino in fondo questa vittoria. Rune Herregodts in particolare si è dovuto sobbarcare gran parte del lavoro, visto che la Ineos non ha voluto onorare la maglia indossata da Tarling». Per Pogačar oggi, oltre alla possibilità di vincere in maglia iridata, c’era una motivazione extra: quella della famiglia ad attenderlo subito dopo la linea d’arrivo: «È molto bello che i miei genitori siano finalmente riusciti ad avere la possibilità di venire qui, seguire la corsa e vedermi vincere. Se la sono proprio goduta! E anche per me è stato piacevole poterli salutare tanto alla partenza quanto all'arrivo».
Discorso già chiuso per la classifica generale? Evidentemente sì, ma giustamente il campione del mondo mantiene un profilo basso: «La battaglia per la classifica generale non è ancora chiusa: in tre tappe di pianura come le prossime, non puoi sapere cosa può accadere, senza dimenticare la conclusione di domenica a Jebel Hafeet. Dopotutto, domani saremo appena a metà corsa», ha concluso un saggio e scaramantico Tadej.