La Vuelta, 13a tappa: la sfida al gigante dei Pirenei
Finalmente arriva la tanto attesa due giorni pirenaica, che, pur con i suoi difetti, propone due tra le tappe più interessanti mai viste alla Vuelta negli ultimi anni: da adesso si fa sul serio
Dopo un giorno di respiro, la Vuelta giunge alle sue fasi decisive, che potrebbero anche rivoluzionarie del tutto quanto visto fino ad adesso. Si apre domani un weekend pirenaico piuttosto avvincente per gli standard della Vuelta in termini sia di qualità delle salite, sia di collocazione delle stesse; certo, col grande difetto di corrersi quasi interamente in territorio francese e di arrivare forse troppo presto per stimolare attacchi da lontano. Le prossime sono però, senza ombra di dubbio, le due tappe migliori per provare a muoversi e ribaltare la classifica da parte degli scalatori più puri. La tappa che va da Formigal al Col du Tourmalet ha due grandi difetti: la lunghezza risicatissima (134.7 km) - non un difetto in sé, ma lo diventa se la caratteristica è reiterata in tutte le tappe di montagna - e i 18 km di fondovalle che separano lo Spandelles dal Tourmalet, che rischia di catalizzare l'attenzione e sconsigliare attacchi a lunga gittata, nonostante i secondi di abbuono posti sulla salita precedente. Il km0 è posto al bivio per Aramon Formigal, quando mancano 4.4 km al 5.4% per arrivare in cima al Puerto de Portalet. La partenza in salita è senz'altro la caratteristica più intrigante, anche perché è difficile credere che in soli 4 km di salita si sganci già la fuga giusta e la lunga discesa che segue porta direttamente ai piede del duro ed affascinante Col d'Aubisque, dove la corsa potrebbe esplodere (volendolo): sono 16.5 km al 7.1% di media, con pendenze cattive soprattutto negli ultimi 10.5 km (media dell'8.3%, max 13%). A complicare le cose ci pensa anche la successiva discesa, una delle più tecniche dei Pirenei, spezzata dalla risalita al Col du Soulor (circa 2 km al 5%). Al termine della discesa svolta secca a destra e inizia subito il Col de Spandelles (10.3 km all'8.3%) con la strada che non molla quasi mai l'8/9% e tocca talvolta punte anche più cattive, soprattutto nella parte iniziale (max 15%). Segue un'altra discesa molto insidiosa di 16 km e 18 km di fondovalle a salire fino a Luz-Saint-Sauveur, dove inizia l'ascesa finale al Col du Tourmalet: sono 18.9 km al 7.4% di media; si pedale quasi sempre tra il 7 e il 9%, eccetto alcuni tratti un po' più semplici; la musica cambia dopo il penultimo tornante, quando mancano poco meno di 2 km al traguardo, con la pendenza che si alza in doppia cifra e ci rimane costantemente (media 10%, max 13%). Questo è anche l'unico passaggio sopra i 2000 metri di tutta la Vuelta. Al traguardo si saranno accumulati in questa tappa 4000 metri di dislivello.
Fari puntati su…
Tutto può succedere, anche se i principali pretendenti alla classifica sono tra loro piuttosto vicini ed è difficile attendersi follie. Senz'altro c'è un punto fermo da cui partire: la Jumbo-Visma è da un lato messa benissimo, ma dall'altro imbottigliata dalla leadership di Sepp Kuss che plausibilmente chiude le possibilità di attacco da parte di Jonas Vingegaard e Primož Roglic, i quali sono però in ritardo da Remco Evenepoel (Soudal - Quick Step). In tutto questo il belga si trova probabilmente al primo vero test in alta montagna, visto che il percorso dell'anno passato non lo ha certo messo faccia a faccia con tappe di questo genere. Già solo questo elemento rende questa tappa estremamente interessante, anche perché se i Jumbo-Visma potrebbero scegliere di essere passivi in modo da chiarire meglio le gerarchie e sbloccarsi tatticamente, altre squadre sono decisamente più costrette ad attaccare avendo anche gli elementi giusti per farlo. È il caso della UAE Team Emirates che vede Marc Soler al secondo posto in classifica ad un passo dalla maglia rossa e i due veri capitani Juan Ayuso e João Almeida in una situazione di svantaggio rispetto sia ad Evenepoel che Roglic. Leggermente più indietro, ma apparentemente in buona forma troviamo Enric Mas (Movistar Team) e Alexander Vlasov (BORA - hansgrohe), con il russo che può contare anche su una mina vagante come Cian Uijtdebroeks apparso a suo agio sulle vere salite nell0unica occasione in cui le abbiamo già incontrate (Pico del Buitre).
In questo scenario ovviamente ci sono poi nomi pericolosi che avranno maggiore libertà d'azione, o per vincere la tappa, ma magari anche per rientrare in top10: con una tappa come questa, se la condotta di gara fosse particolarmente aggressiva, si può rimescolare tutto e allora ecco che molti corridori potrebbero avere chance muovendosi fin dal km0 di tornare in gioco per un piazzamento. Proprio Uijtdebroeks potrebbe essere uno di questi, con il secondo fine di poter essere un punto di appoggio per Vlasov. Intorno a lui altri nomi potrebbero tentare lo stesso, come il britannico Hugh Carthy (EF Education-EasyPost) che nonostante non abbia mai avuto una condizione brillante fin qui, si ritrova 13° per inerzia a breve distanza dalla top10; più indietro il connazionale Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) che in questo momento è a 4'20" dalla 10a posizione. In questa collocazione si trovano anche i due uomini Bahrain - Victorious, Mikel Landa e Santiago Buitrago: il primo è probabilmente troppo vicino (11° a soli 3'21" da Kuss), mentre il secondo ha senz'altro più libertà (16° a 6'37"). Si trovano poi nella stessa situazione due nomi meno gettonati come David de la Cruz (Astana Qazaqstan Team) e Steff Cras (TotalEnergies), su cui le rispettive squadre ripongono le ambizioni di classifica.
In tutto questo merita un capitolo a parte Lenny Martinez (Groupama - FDJ) che ritrova le grandi montagne, nonché la propria madre patria. La sua posizione lo obbliga a correre in difesa, ma quello di domani sarà un ottimo test per il futuro, sia in termini di recupero, sia in termini di prestazione secca.
E poi ovviamente ampio spazio per i tanti forti corridori che non hanno nessuna (o minori) ambizione di classifica; citiamo qui qualche nome alla rinfusa: si parte con i già vittoriosi Lennard Kämna (BORA - hansgrohe) e Jesus Herrada (Cofidis), per continuare con Damiano Caruso (Bahrain - Victorious), Rui Costa (Intermarché - Circus - Wanty), Romain Bardet (Team dsm - firmenich), Cristián Rodríguez (Team Arkéa Samsic), Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural - Seguros RGA).
L'ultimo punto riguarda la classifica degli scalatori, praticamente tutta ancora da scrivere: proprio Herrada si trova al comando con 22 punti, ma vincendo tutti i GPM di questa tappa si può collezionare un massimo di ben 43 punti in un giorno solo.
La Vuelta 2023, gli orari della tredicesima tappa
La partenza ufficiale è prevista alle 13:58 e la tappa dovrebbe terminare tra le 17:15 e le 17:45. Sarà trasmessa in tv da Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 13:30 alle 18:30).