Jumbo-Visma Development, lo scivolo verso la prima squadra è sempre più inclinato
La formazione WorldTour ha già ufficializzato tre arrivi dal vivaio per il 2024. Focus sulle corse della settimana e su Coen Vermeltfoort, re delle Continental dei Paesi Bassi
Quattordicesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour du Bénin, Tour de Catamarca, Ronde van Overijssel, Sundvolden GP, Flèche Ardennaise, Ringerike GP, Coen Vermeltfoort, dominatore delle .2 neerlandesi e la Jumbo-Visma Development, una fabbrica di campioni.
Le corse della settimana
Tour du Bénin
La scorsa settimana, ad un mese e mezzo di distanza dalle corse algerine, il ciclismo UCI è tornato in Africa per il Tour du Bénin. La Eurocyclingtrips, unica Continental al via, ha affrontato due formazioni dilettantistiche e dieci selezioni nazionali.
La prima tappa, senza grandi difficoltà altimetriche, ha visto sette uomini sfuggire al controllo del gruppo. I battistrada si sono giocati la tappa in volata e lo spunto migliore è stato quello del marocchino Achraf Ed Doghmy, bravo a superare il camerunense Clovis Kamzong e il burkinabé Souleymane Koné. Il gruppo principale, composto da circa trentacinque unità, ha chiuso con un ritardo di 16”, lasciando ancora piuttosto aperto il discorso classifica generale.
La seconda frazione ha ridotto in maniera netta il numero di contendenti alla vittoria finale. Sedici corridori hanno di fatto tagliato fuori il resto della compagnia, prima di frazionarsi leggermente nel finale. La volata per la vittoria parziale ha premiato l’algerino Yacine Hamza, che ha centrato così il sesto successo stagionale. Alle sue spalle si è piazzato il leader Ed Doghmy, che grazie all’abbuono ha leggermente incrementato il vantaggio in classifica, mentre terzo è stato il francese Stéfan Bennett (Eurocyclingtrips).
La terza tappa ha visto qualche strappetto in più, ma niente di troppo selettivo. Il gruppo ha tagliato il traguardo un po’ sgranato, ma sostanzialmente compatto e lo sprint ha premiato ancora una volta Yacine Hamza. Achraf Ed Doghmy ha chiuso nuovamente secondo, con Clovis Kamzong a completare il podio di giornata.
La quarta frazione sembrava essere apparecchiata per la terza vittoria di Yacine Hamza, ma un corridore è riuscito a sfuggire al controllo del plotone e a tagliare il traguardo con 4” di vantaggio. Festa grande, quindi, per il camerunense Rodrigue Eric Kuere Nounawe, che ha centrato il primo successo UCI in carriera. Come da previsioni la volata per il secondo posto è andata ad Hamza, che ha superato il marocchino El Houcaine Sabbahi.
Nell’ultima tappa non ci sono state sorprese: si è concluso tutto con uno sprint di gruppo e Yacine Hamza si è imposto nuovamente, battendo Achraf Ed Doghmy e l’altro marocchino Youssef Bdadou.
Leader della classifica generale sin dal primo giorno, Achraf Ed Doghmy si è aggiudicato la classifica finale (oltre a quella a punti e alla graduatoria riservata ai giovani), resistendo a Yacine Hamza, che ha rimontato tantissimo grazie agli abbuoni, ma si è fermato a 6” dalla vittoria. Clovis Kamzong ha completato il podio con un ritardo di 18”, mentre il francese Emmanuel Cognet (Eurocyclingtrips), quinto a 25”, è stato il miglior europeo. Da segnalare il decimo posto, con 50” di distacco, del ventunenne Ricardo Sodjede, primo esponente di un ciclismo beninese che sembra essere in crescita.
Tour de Catamarca International
In Argentina si è disputata la prima edizione del Tour de Catamarca Internacional, corsa a tappe di quattro giorni che vedeva al via ventidue squadre: quattordici Continental, due selezioni nazionali e sei formazioni dilettantistiche.
La prima tappa prevedeva un arrivo in discesa dopo due passaggi sulla Cima del Rodeo, una salita di oltre ventiquattro chilometri, ma con pendenze non troppo impegnative. A causa della lunghezza della salita, il gruppo si è ovviamente selezionato, ma la pendenza troppo dolce ha fatto sì che fossero non meno di venti corridori a giocarsi la vittoria. Santiago Montenegro (Movistar-Best PC) è riuscito a prendersi il successo, dopo essere andato via in solitaria. A soli 2” dall’ecuadoriano, Stefan Verhoeff (Universe) ha regolato Leison Maca (Supergiros-ALC Manizales) e il resto del gruppetto.
La seconda frazione proponeva la principale asperità nella parte iniziale del percorso, con gli ultimi settanta chilometri divisi tra discesa e pianura. A festeggiare, al termine di una volata di gruppo, è stato Samuel Quaranta, sprinter del Team Colpack-Ballan in gara con la nazionale italiana, che ha conquistato la prima vittoria UCI in carriera, precedendo l’esperto uruguayano Pablo Anchieri e l’ecuadoriano Cristian Pita (Banco Guayaquil-Ecuador).
La terza tappa era la più impegnativa: l’arrivo era situato in cima ad una salita lunga oltre sedici chilometri, un po’ irregolare, ma con alcuni tratti davvero duri. Come da pronostico Miguel Ángel López (Medellin-EPM) è stato l’assoluto protagonista: il colombiano ha fatto la differenza, rifilando a tutti distacchi altissimi. Il rivale più vicino è stato il compagno di squadra Javier Jamaica, staccato di 1’34”, mentre Santiago Montenegro ha perso 1’47” e ha dovuto cedere le insegne del primato.
L’ultima frazione presentava un circuito da ripetere dodici volte nell’abitato di San Fernando del Valle de Catamarca. Ancora una volta è stata volata di gruppo e l’ordine d’arrivo ha ricalcato fedelmente quello di due giorni prima, con Samuel Quaranta vincitore davanti a Pablo Anchieri e Cristian Pita.
Miguel Ángel López ha ovviamente vinto la classifica generale (a cui ha aggiunto quella dei GPM) con 1’34” su Javier Jamaica e 1’41” su Santiago Montenegro. Il Team Medellin-EPM si è aggiudicato la graduatoria a squadre, dominando la corsa e piazzando in top ten anche Danny Osorio (sesto), Óscar Sevilla (ottavo) e Aldemar Reyes (nono). Sul podio finale sono saliti anche Samuel Quaranta, vincitore della classifica a punti, l’argentino Lucas Gaday (Rower San Luis), re degli sprint intermedi, e il boliviano José Manuel Aramayo (Pío Rico - Alcaldía La Vega), miglior giovane della corsa.
Ronde van Overijssel
Nei Paesi Bassi è andata in scena la Ronde van Overijssel, storica corsa in linea rientrata in calendario lo scorso anno dopo due anni di stop a causa della pandemia. Quindici Continental e dieci compagini dilettantistiche locali si sono date battaglia sui 200 km di gara che, come spesso accade da quelle parti, si sono rivelati molto più impegnativi di quello che poteva sembrare dall’altimetria.
La corsa si è accesa molto lontano dal traguardo, tanto che l’avventura in avanscoperta di Henri Johannes Appelbaum (Saris Rouvy Sauerland), Ruben Dragt (OWC Oldenzaal), Steyn Lamberink (Sensa-Kanjers voor Kanjers) e Koos Jeroen Kers (TWC de Kempen), i fuggitivi di giornata, si è conclusa a 68 km dal traguardo. Da quel momento non c’è stato un attimo di tregua, con un susseguirsi di attacchi a rendere la prova avvincente.
Gli scatti continui hanno ridotto il gruppo di testa, ma nessuno è riuscito a fare davvero la differenza. Adam Ťoupalík (Elkov-Kasper), che già in precedenza aveva provato ad entrare in qualche attacco, è partito in solitaria ai -13, ma la VolkerWessels ha preso in mano la situazione in gruppo, spegnendo le velleità del corridore ceco a poco più di 1 km dall’arrivo.
Svanito il tentativo del loro uomo più rappresentativo, gli uomini della Elkov-Kasper hanno cercato una soluzione alternativa nella volata di Dominik Neuman, ma la VolkerWessels ha ripreso la testa al momento giusto con Daan Van Sintmaartensdijk, che ha lanciato perfettamente lo sprint di Coen Vermeltfoort. Quando il trentacinquenne, vincitore della corsa anche nel 2022, è partito, nessuno è riuscito minimamente ad impensierirlo. Il pistard tedesco Tim Torn Teutenberg (Leopard TOGT), al miglior risultato su strada in carriera, e il lettone Mārtiņš Pluto (ABLOC) lo hanno accompagnato sul podio, mentre il già citato Neuman non è riuscito ad andare oltre la quinta posizione, preceduto anche da Martijn Budding (TDT-Unibet).
La prossima corsa nei Paesi Bassi sarà la Veenendaal-Veenendaal, in programma il 20 maggio. Si tratta di una corsa di categoria 1, quindi le Continental locali dovranno vedersela anche con gli squadroni WorldTour.
Sundvolden GP e Ringerike GP
Nel weekend, in Norvegia, si sono disputate due gare: il Sundvolden GP e il Ringerike GP. Le corse vedevano al via le stesse venticinque squadre: tredici formazioni dilettantistiche (tutte provenienti dalla Scandinavia) e dodici Continental.
Il Sundvolden GP è stato creato nel 2013 con il nome di Hadeland GP, prima di assumere l’attuale denominazione con il cambio di percorso avvenuto nel 2016. La corsa si snoda su un tracciato ondulato, la cui asperità più importante è rappresentata dalla salita di cinque chilometri che porta al traguardo.
In una corsa che non vedeva al via il campione uscente Martin Tjøtta, tesserato quest’anno per una squadra dilettantistica francese, sono stati i favoriti della vigilia i grandi protagonisti. La vittoria è andata all’unico professionista in gara, Ådne Holter, prestato per l’occasione dal ramo Pro a quello Development della Uno-X. Il norvegese ha preceduto di 2” Mathias Bregnhøj (Leopard TOGT), già sul podio lo scorso anno, e il britannico Jack Rootkin-Gray (Saint Piran). Jacob Maegaard Schebye (Give Elementer), quarto a 4”, è stato il migliore fra i non Continental.
Il Ringerike GP è stato creato nel 1975 e, in passato, è stato anche una corsa a tappe. Dal 2013 fa parte del calendario UCI come gara di un giorno. Il percorso è ondulato, ma è meno impegnativo di quello del Sundvolden GP, anche perché l’arrivo non è in salita. Anche al Ringerike GP era assente il campione uscente: Sakarias Løland (Uno-X Dare) era impegnato nella Paris-Roubaix Under 23, in programma in contemporanea con la corsa norvegese.
La gara si è decisa con una volata a due che ha premiato Jack Rootkin-Gray, che si è confermato una volta di più come uno dei più interessanti corridori britannici del mondo Continental. Grande delusione per la Restaurant Suri-Carl Ras, che ha piazzato due uomini sul podio, mancando il colpo grosso: Magnus Bak Klaris è stato sconfitto in volata dal corridore della Saint Piran, mentre Rasmus Bøgh Wallin ha chiuso terzo con 14” di ritardo. Nel gruppetto regolato dal corridore danese erano presenti anche il vincitore del Sundvolden GP Ådne Holter, ottavo, e il miglior corridore non Continental Halvor Dolven (Askor CK Elite), decimo.
Il ciclismo UCI tornerà in Norvegia a fine mese per il Tour of Norway, la più importante corsa del paese, valida per il circuito ProSeries.
Flèche Ardennaise
In un weekend particolarmente ricco di gare, si è corso anche in Belgio, dove si è disputata la Flèche Ardennaise, prova di un giorno con un percorso caratterizzato da diciassette côtes. Al via erano presenti ventiquattro squadre: 1 Pro Team (la Green Project-Bardiani), diciassette Continental e sei formazioni dilettantistiche.
La fuga di giornata ha visto protagonisti l'italiano Alessio Nieri (Green Project-Bardiani), il belga Félix Dopchie (Mini Discar), il tedesco Tim Torn Teutenberg (Leopard TOGT), il giapponese Jo Hashikawa (EF Education-Nippo Development) e il russo Roman Ermakov (Cycling Team Friuli). Il corridore nipponico ha perso contatto ad oltre 100 km dal traguardo ed è stato ripreso dal gruppo, lasciando in testa solo quattro corridori. A poco più di 65 km dalla conclusione, Nieri ed Ermakov hanno staccato gli altri compagni d’avventura, con il russo che è rimasto da solo al comando ai -20, mentre alle loro spalle il gruppo si assottigliava sempre di più.
Ermakov è stato ripreso a circa 10 km dall’arrivo dai primi inseguitori e nel finale ci sono stati diversi attacchi, tutti senza esito. Alex Tolio (Green Project-Bardiani) ha provato l’assolo all’ultimo chilometro, ma è stato ripreso negli ultimi metri. A spuntarla è stato quindi Menno Huising (Jumbo-Visma Development), bravo a precedere il vincitore della Liegi Under 23 Francesco Busatto (Circuis-ReUz). William Junior Lecerf (Soudal-Quick Step Devo) ha chiuso terzo a 2”, privando del podio la Green Project-Bardiani, che ha dovuto accontentarsi del quarto posto di Giulio Pellizzari e del quinto di Alex Tolio. Subito dietro di loro ha chiuso un altro italiano, Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck Development), staccato di 7”.
Le Continental tra i big
Al Tour of Hellas è stato dato spazio a ben nove Continental: la neerlandese ABLOC, la ceca ATT Investments, la tedesca Bike Aid, la neozelandese Global6, la polacca HRE Mazowsze Serce Polski, la rumena Sofer Savini Due OMZ, la belga Tarteletto-Isorex, la malese Terengganu Polygon e la canadese X Speed United.
L’esperto velocista Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex) ha ottenuto i migliori risultati, vincendo la seconda tappa e piazzandosi in seconda posizione nella terza. Hanno raccolto un terzo posto di tappa Tyler Stites (Project Echelon), in gara con la nazionale statunitense, nella prima frazione, e Pirmin Eisenbarth (Bike Aid) nell’ultima. In classifica generale la ATT Investments è stata la miglior compagine di terza divisione, con Jakub Otruba quinto e Daniel Turek ottavo. Hanno concluso la corsa in top ten anche Tyler Stites nono e Timothy Dupont decimo.
Tre Continental francesi (CIC U Nantes Atlantique, Nice Métropole Côte d’Azur e St.Michel-Mavic-Auber 93) hanno partecipato a GP du Morbihan e Tro-Bro Léon. La St.Michel-Mavic-Auber 93 ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alle rivali, riuscendo a piazzare un uomo in top ten in entrambe le gare. Romain Cardis ha chiuso al decimo posto il GP du Morbihan, mentre Thomas Gachignard è stato nono al Tro-Bro Léon.
Nonostante sia già maggio, l’UCI ha aggiunto una nuova squadra al proprio database: si tratta della Omidnia, formazione iraniana già in possesso della licenza Continental lo scorso anno, quando si chiamava Arvich Shargh Omidnia. Il roster è composto da dieci corridori locali, tutti privi di risultati di rilievo in carriera.
Decisamente più prestigiodo il nuovo arrivo annunciato dalla Glassdrive Q8 Anicolor: la formazione lusitana, dominatrice dell’ultima Volta a Portugal, ha ingaggiato James Whelan. Il corridore australiano ha vinto il Giro delle Fiandre Under 23 del 2018 e ha corso nel WorldTour nei tre anni successivi con la maglia della EF.
Il corridore della settimana: Coen Vermeltfoort
In quasi tutte le corse di categoria 2 dei Paesi Bassi si parte con un grande favorito: Coen Vermeltfoort. Il trentacinquenne si è imposto sabato scorso alla Ronde van Overijssel, confermando la vittoria di dodici mesi fa. Ad inizio stagione, invece, si era aggiudicato la Ster van Zwolle, gara in cui ha uno score di tre vittorie e un terzo posto nelle ultime quattro edizioni.
Nelle categorie giovanili aveva dimostrato di possedere buone doti nel ciclocross, specialità in cui chiuse sul podio il Campionato Nazionale della categoria cadetti. In seguito spostò sempre di più la sua attenzione su strada e nel 2006, al secondo anno tra gli juniores, vinse il Münsterland Tour Juniors in Germania.
Nel 2007 il corridore neerlandese cominciò la sua avventura tra gli under 23 firmando per la prestigiosa Rabobank Continental. Non sembrò subire la nuova categoria, centrando subito un podio al GP Waregem e vincendo già al primo anno la sua prima corsa UCI, una tappa dell’Olympia’s Tour.
L’anno successivo Vermeltfoort fece un notevole salto di qualità: nel mese di aprile conquistò la sua prima vittoria importante, la Ronde van Drenthe, con una splendida azione solitaria e da lì cominciò ad inanellare un successo dopo l’altro. Si aggiudicò due tappe al Tour de Bretagne e due all’Olympia’s Tour, prima di portarsi a casa la Paris-Roubaix Espoirs. Dopo quasi tre mesi di digiuno tornò ad esultare in una frazione del GP Tell e chiuse una splendida annata con una vittoria di tappa al Tour de l’Avenir.
Per il 2009 ci si aspettava la consacrazione definitiva, ma andò tutto storto: nel ritiro di inizio stagione il neerlandese scoprì di avere la mononucleosi, che di fatto lo tenne fuori dalle corse per tutto l’anno.
L’anno successivo rientrò con una grande voglia di riscatto e dopo qualche gara di ambientamento i risultati arrivarono: il podio alla Dwars Door Drenthe fu subito seguito dalla vittoria della Zellik-Galmaarden e, più avanti, da due tappe dell’Olympia’s Tour.
Terminato il quadriennio da under 23, Vermeltfoort passò professionista con la maglia della Rabobank, ma il biennio nel WorldTour fu molto deludente, con un settimo posto di tappa al Tour of California 2008 a rappresentare l’unica top ten di un’esperienza da dimenticare.
Nel 2013, per ritrovarsi, il corridore nativo di Heeswijk tornò nella categoria Continental, firmando con la De Rijke-Shanks. Dopo un inizio di stagione non esaltante, migliorò un po’ alla volta le sue prestazioni, ritrovando la vittoria all’Arno Wallaard Memorial. In seguitò trovò il successo anche al GP 1 Mei e nel prologo dell’Olympia’s Tour, dimostrando di essersi messo definitivamente alle spalle il periodo buio.
Nella stagione seguente conquistò una tappa al Circuit des Ardennes, una all’Olympia’s Tour e tre alla Flèche du Sud. Dopo un 2015 in cui centrò diversi podi, ma senza arrivare alla vittoria, il neerlandese chiuse la sua esperienza in maglia De Rijke con due successi di tappa alla Flèche du Sud 2016.
Nel 2017 tornò fra i professionisti firmando con la Roompot-Nederlandse Loterij. Anche questa volta non ottenne vittorie, ma, a differenza del biennio in maglia Rabobank, la sua esperienza fu piuttosto positiva, con diversi podi in gare di buon livello.
Purtroppo per lui, a fine anno rimase appiedato a causa della fusione fra la sua squadra e la Veranda’s Willems-Crelan. Coen Vermeltfoort non si perse d’animo e decise di scendere nuovamente a livello Continental, con la maglia della Alecto, e, contestualmente, iniziò a lavorare per un’azienda di sistemi di climatizzazione. Nonostante la doppia vita di ciclista-lavoratore, tornò a vincere una corsa di categoria 1, la Slag om Norg. Si laureò, inoltre, campione nazionale di beach race, una specialità di Mountain Bike, diffusa prevalentemente in Belgio, Francia e Paesi Bassi.
A fine stagione dovette fare i conti con la chiusura della sua squadra e decise di accasarsi alla VolkerWessels, squadra in cui corre tuttora. Il primo anno nel nuovo team cominciò bene, con un terzo posto alla Ster van Zwolle, ma la pandemia bloccò tutto.
Nel 2021 Vermeltfoort tornò al successo in gare UCI, aggiudicandosi la Ster van Zwolle, gara che aveva vinto anche nel 2019 quando era stata retrocessa ad evento nazionale. Oltre alla strada, continuò a correre nella beach race, arrivando a conquistare la medaglia di bronzo europea.
Nel 2022, a trentaquattro anni, ha vissuto una seconda giovinezza, con ben otto successi UCI all’attivo. Si è imposto in tappe del Tour de Normandie, del Tour du Loir et Cher e della Course de Solidarnosc et des Champions Olympiques e in ben cinque corse di un giorno: PWZ Zuidenveld Tour, Ronde van Overijssel, Districtenpijl-Ekeren-Deurne, Ronde van Achterhoek e GP Rik Van Looy. Dopo i tanti successi su strada, è riuscito, inoltre, ad aggiungere i titoli di campione nazionale gravel e di campione europeo di beach race.
Parallelamente ai successi sportivi, Coen Vermeltfoort sta continuando anche la sua carriera lavorativa: all’inizio di quest’anno ha lasciato l’azienda in cui era da quasi quattro anni per diventare rappresentante di una marca di abbigliamento sportivo.
Grazie alle tante vittorie accumulate nel corso degli anni, il trentacinquenne è diventato un’autentica istituzione nelle gare dei Paesi Bassi, anche se, viste le premesse, ci si poteva aspettare qualcosa in più. Forse senza quella mononucleosi che lo fermò per un intero anno nel miglior momento della sua carriera, avrebbe potuto imporsi anche nelle corse più importanti.
Il prossimo weekend Vermeltfoort sarà impegnato in Danimarca, dove disputerà GP Herning e Fyen Rundt.
La squadra della settimana: Jumbo-Visma Development
Sono ormai tante le squadre professionistiche a contare su formazioni di sviluppo nella categoria Continental, ma in questo 2023 la Jumbo-Visma Development sembra poter contare sui migliori talenti. La formazione neerlandese sa certamente lavorare con i giovani, dato che poteva contare su un settore giovanile già quando i top teams non avevano questa abitudine: la Rabobank Continental, infatti, è stata attiva dal 2002 al 2016.
Dal 2020, anno di nascita della Jumbo-Visma Development, cinque corridori si sono guadagnati la promozione nel team WorldTour, mentre altri hanno comunque fatto il salto tra i professionisti, ma con altre formazioni. Particolarmente emblematico è il caso del neozelandese Finn Fisher-Black, che dopo aver raccolto ottimi risultati con il team di sviluppo, ha deciso di non accettare l'offerta della Jumbo-Visma e di accasarsi alla UAE Team Emirates.
Per evitare che questo fenomeno potesse ripetersi, la formazione neerlandese ha deciso di far firmare contratti professionistici ai talenti più interessanti con largo anticipo: tre uomini della Jumbo Visma Development hanno già da tempo in mano un contratto con la squadra WorldTour per il 2024 e lo junior norvegese Jørgen Nordhagen sa già che passera professionista nel 2025 dopo un anno di apprendistato.
Quest'anno già cinque corridori diversi hanno vinto a livello UCI e sembra improbabile che vengano tutti promossi in prima squadra: qualche altra formazione, dunque, potrà cercare di fare un bel colpo di mercato,
Nel 2023 il roster della Jumbo-Visma Development è composto da quindici corridori, due dei quali sono italiani. I due azzurri in squadra sono Dario Igor Belletta e Pietro Mattio, entrambi al primo anno tra gli under 23. I due hanno disputato un ottimo biennio tra gli juniores e hanno deciso, quindi, di provare l'avventura all'estero, con Belletta che ha già ottenuto diversi risultati interessanti, tra cui il settimo posto al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, corsa professionistica.
Uno dei corridori da cui ci si aspetta di più è Johannes Staune-Mittet, già opzionato dal team WorldTour per il 2024. Il norvegese, secondo al Tour de l'Avenir lo scorso anno, ha vinto in questa stagione il Giro del Belvedere, fornendo prestazioni convincenti anche in corse professionistiche.
Andrà nel WorldTour anche Per Strand Hagenes, campione del mondo tra gli juniores nel 2021. Passato tra gli under 23 con grandi aspettative, il diciannovenne ha confermato quanto di buono si diceva sul suo conto, vincendo la Paris-Tours Espoirs nel 2022 e facendo ancora meglio quest'anno, con il successo alla Ronde van Drenthe, corsa professionistica.
Il terzo uomo con un futuro nella massima categoria già scritto è Loe Van Belle. Il ventunenne è ancora a secco di vittorie quest'anno, ma è forte su tutti i terreni, come dimostrano i podi ottenuti in una corsa totalmente piatta come la Ster van Zwolle e in una molto più impegnativa come il Giro del Belvedere.
Il corridore con più vittorie all'attivo nel 2023 è Tijmen Graat, vincitore di tre corse. Il ventenne, reduce da un primo anno di ambientamento nella categoria, ha fatto un grande salto di qualità in questa stagione ed è riuscito ad imporsi nel Palio del Recioto e in una tappa e nella classifica finale dell'Istrian Spring Trophy.
Jesse Kramer si è reso protagonista di una prima parte di stagione all'insegna della regolarità, con molti piazzamenti in top ten. All'Olympia's Tour ha toccato finora il suo picco, vincendo una tappa e concludendo a corsa al terzo posto.
Ha tolto lo zero dalla casella delle vittorie anche Menno Huising: al primo anno tra gli under 23, il corridore neerlandese ha subito fatto vedere cose interessanti vincendo la classifica dei GPM all'Istrian Spring Trophy, ma è alla Flèche Ardennaise di domenica scorsa che ha stupito tutti andando a cogliere il successo.
Nelle corse croate di inizio stagione ha fatto vedere belle cose anche Darren Van Bekkum, che ha terminato sul podio sia il Trofej Umag che l'Istrian Spring Trophy. Da allora, però, i suoi risultati sono calati e ci si aspetta qualche segnale di riscatto nelle prossime gare.
Lars Boven, figlio del direttore sportivo Jan, ha vinto in carriera quattro corse UCI, ma in questa stagione è ancora a secco. Si è reso protagonista di qualche bella prestazione, ma, essendo all'ultimo anno da under 23, ha probabilmente bisogno di fare di più se vorrà passare professionista a fine stagione.
È all'ultimo anno tra gli under 23 anche Owen Geleijn. Il ventiduenne è al quarto anno in squadra e si è fatto apprezzare come gregario, ma non ha mai ottenuto grandi risultati a livello personale.
Archie Ryan non ha ancora esordito in questa stagione, ma nel 2022 è stato uno dei giovani scalatori più interessanti del panorama mondiale. Ha già vinto tra i professionisti, al Tour de Slovaquie, ed è stato quarto al Tour de l'Avenir. Anche lui terminerà l'esperienza tra gli under 23 a fine stagione.
Avrà ancora due anni nella categoria, invece, Colby Simmons, fratello del corridore della Trek-Segafredo Quinn. Il diciannovenne ha dimostrato fra Tour de Bretagne e Paris-Roubaix Espoirs di poter avere un buon futuro davanti.
Morten Nørtoft ha vinto lo scorso anno l'Orlen Nations GP, ma in questa stagione non ha ancora trovato il colpo di pedale giusto ed ha collezionato solo ritiri. Il fatto di avere un contratto anche per l'anno prossimo gli permetterà di provare a ritrovarsi con maggiore tranquillità.
Chiude il roster Axandre Van Petegem, figlio del leggendario Peter. Il suo 2023 è stato per il momento tutt'altro che esaltante, mentre lo scorso anno aveva lanciato qualche segnale incoraggiante.
La Jumbo-Visma Development parteciperà per la prima volta al Giro Next Gen (nuova denominazione del Giro d'Italia Under 23) e certamente lo farà con ambizioni importanti. Prima, però, dovrebbe partecipare all'Alpes Isère Tour alla fine di maggio.